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La figura e l'opera di Filippo Melantone (il cui nome originario Philipp Schwarzerd venne latinizzato secondo il gusto degli umanisti) (1497-1560) sono stati fondamentali nella storia del protestantesimo. Stretto collaboratore di Lutero su diversi piani, ha ricoperto un ruolo eccezionalmente importante dal punto di vista culturale in generale ed educativo e pedagogico in particolare. Non a caso egli è stato definito significativamente il "praeceptor Germaniae". In questa funzione è stato capace di ritagliarsi uno spazio personale creativo autonomo, collegando in una profondità e feconda convergenza la cultura umanistica con la Riforma religiosa e politica. 1
Cammino nella pioggia. Tutto scivola via; quelle voci di studenti con la rabbia nel cuore e con la tristezza negli occhi riecheggiano sole nella mia testa.
"Elena Bellantoni. Una partita invisibile con il pubblico" di Cecilia Guida postmedia books 2018 isbn 9788874902248 (prima edizione ottobre 2018)
R. PAOLI VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEI SUOI STRAORDINARI EFFETTI SULLA LONGEVITÀ E SUL SISTEMA IMMUNITARIO MELATONINA
Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, 2014
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PLATONE «Da Platone ha origine tutto ciò che si scrive e si discute tuttora fra gli uomini di pensiero» (R. W.
The Author presents here the first instalment of a broader study on the literary and cultural history of the polenta: a «staple in Northern Italian cuisine» (en.wikipedia.org), once «cibus vilissimus» according to the venerable Latin dictionary of E. Forcellini. The second half of the Settecento shows an interesting ongoing change in the social and ‘gastronomic’ status of the polenta, witnessed for instance in the successful scherzo ditirambico (1st ed. 1791) of the Venetian doctor and amateur poet Lodovico Pastò (1744-1806), which is here at some length presented and analysed. The last section reviews and discusses several other works, both technical (scientific and popular) and liter-ary of the rich production about maize and polenta between eight-eenth and nineteenth century. Keywords : Italian (and Venetian) literature, burlesque dithyrambic poetry, Lodovico Pastò; history of agriculture, food history, maize, Antoine Parmentier
Il nome di Montesquieu fu evocato fin dalle prime battute di quella grande discussione sui principi e sulle forme di governo che portò alla rivoluzione e alla fondazione degli Stati Uniti d'America 1 . È nel 1787, tuttavia, che l'Esprit des lois diviene il libro più citato in America, dopo la Bibbia 2 . Durante la convenzione di Filadelfia e nel corso del processo di ratifica della costituzione si richiamarono a Montesquieu sia i sostenitori del nuovo progetto costituzionale, sia i suoi oppositori, tanto che − scrive James Caeser −, se è forse esagerato definire il confronto sulla costituzione federale un «grande seminario» dedicato all'esegesi dell'Esprit des lois, «è vero però che è appoggiandosi a quest'opera che le due parti hanno definito le loro posizioni teoriche» 3 . 1 L'eccellente lavoro pubblicato da Paul Merrill Spurlin nel 1940 (P. M. SPURLIN, Montesquieu in America, 1760-1801, New York, Octagon Books, 1969), nonostante il trascorrere degli anni, rimane ancora oggi una delle più ampie e accurate documentazioni relative alla conoscenza dell'opera di Montesquieu in America. Grazie alla sua meticolosa ricerca sappiamo che i testi montesquieuiani ebbero un'ampia diffusione oltre Atlantico fin dagli anni sessanta del XVIII secolo, soprattutto in traduzione inglese: De l'esprit des lois venne tradotto a Londra da Thomas Nugent nel 1750, Les considérations sur les causes de la grandeur des Romaines et de leur décadence nel 1755, le Lettres persanes nel 1760. Benjamin Franklin aveva nella sua biblioteca le opere di Montesquieu, insieme a quelle di Locke, Hoadley, Sidney e Milton. Adams possedeva un'edizione francese delle opere montesquieuiane. All'età di diciotto anni Hamilton raccomandava la lettura di Grozio, Pufendorf, Locke, Montesquieu e Burlamaqui, per lo studio della teoria del diritto di natura. Jefferson, Madison, e molti tra coloro che ricevettero una formazione giuridica di livello universitario, avevano studiato l'Esprit des lois. Le opere del barone di La Brède, d'altra parte, erano note anche ad un pubblico più vasto, grazie ai passi antologizzati nelle raccolte letterarie o pubblicati sulle gazzette, strumenti per una lettura d'intrattenimento o edificante poco costosa e facilmente accessibile (cfr. , «L'esprit des lois» et la Constitution américaine, in Actes du colloque international tenue à Bordeaux, du 3 au 6 décembre 1998, pour commémorer le 250 e anniversaire de la parution de «L'esprit des lois», réunis et présentés par Louis Desgraves, Bordeaux, Académie de Bordeaux, 1999, pp. 255-262. La presenza di Montesquieu nel dibattito sulla costituzione federale è analizzata anche in: S. COTTA, Montesquieu, la séparation des pouvoirs et la constitution fédérale des États-Unis, «Revue internationale 1 Le tracce rimaste della lettura del filosofo di La Brède in America rivelano come la tradizione Machiavelli-Montesquieu non sia mai stata intesa come antagonista con la tradizione lockiana dei diritti naturali 4 . Furono, infatti, soprattutto le divergenze, cresciute tra il 1776 e il 1787, intorno al tentativo di convertire in pratica la filosofia giusnaturalista di Locke, con le sue idee di consenso, sovranità popolare, diritti individuali, uguaglianza e contratto sociale, a spingere i padri fondatori ad un confronto/scontro sul significato e l'utilità del pensiero politico-costituzionale montesquieuiano. Già nelle sue Observations upon the Present Government of Pennsylvania (Philadelphia, 1777), Benjamin Rush, dissentendo dalla scelta unicamerale della costituzione della Pennsylvania, che sarà al centro di una polemica destinata a durare ben oltre il 1787, impostava la questione nei termini che essa avrebbe assunto ancor più chiaramente un decennio dopo per John Adams e per gli autori del Federalist: Una cosa è comprendere i principi, e un'altra comprendere le forme di governo. Locke è un oracolo per quanto riguarda i principi, Harrington e Montesquieu per quanto riguarda le forme di governo 5 .
V. FODERÀ, Le tradizioni del Peloponneso. Tra epica e storiografia locale, Atti della Giornata di studio (Roma, 6 luglio 2012), 2017
Una buona parte dei frammenti attribuiti alle Genealogie riguarda, a vario titolo, tradizioni e vicende appartenenti a saghe ambientate nel Peloponneso.
3 Rilevanti appaiono, per quanto riguarda Pindaro, i frr. 131a-b Snell-Maehler (= 59 Cannatà Fera), per i quali cfr. Brillante 1991, pp. 42-52; e, rispetto ai loro rapporti con l'orfismo, Livrea 2011, pp. 51-53. I riferimenti alla condizione del sogno, o del sonno, in Eraclito si trovano in particolare nei frr. 21, 26 e 89 DK (49, 48 e 24 Marcovich), per la cui interpretazione mi permetto di rinviare a Fronterotta 2013, pp. 31-32 e 77-83; cfr. ancora Brillante 1991, pp. 56-69. 4 Rimando in proposito ad alcuni studi di carattere generale: Vegleris 1988, pp. 103-120; quindi soprattutto Rotondaro 1998.
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La Rivista di Engramma (online), 2016
Studi Etruschi LXXXIII, pp, 121-30, 2020
La Puglia meridionale tra il III e il II sec. a.C.: alcune considerazioni, 2022
Marinetti 70. Sintesi della critica futurista, 2014