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è un Istituto di Alta Cultura costituito nel novembre del 1980 da un gruppo di studiosi di Estetica. Con d.p.r. del 7 gennaio 1990 è stato riconosciuto Ente Morale. Attivo nei campi della ricerca scientifica e della promozione culturale, organizza regolarmente Convegni, Seminari, Giornate di Studio, Incontri, Tavole rotonde, Conferenze; cura la collana editoriale Aesthetica © e pubblica il periodico Aesthetica Preprint © con i suoi Supplementa. Ha sede presso l'Università degli Studi di Palermo ed è presieduto fin dalla sua fondazione da Luigi Russo. Aesthetica Preprint © Supplementa è la collana editoriale pubblicata dal Centro Internazionale Studi di Estetica a integrazione del periodico Aesthetica Preprint © . Viene inviata agli stu-
My first essay about Food, Aesthetics and Philosophy (2005)
Che cosa significa «sentire»? Come ci rapportiamo al mondo attraverso il nostro corpo? Perché non ci accontentiamo delle misurazioni quantitative, ma siamo spinti a valutare le nostre relazioni alle cose nelle loro qualità, chiamandole belle, brutte, sublimi, kitsch? Che cosa facciamo quando immaginiamo, giochiamo, fingiamo? Quando estendiamo il nostro fare e trasformiamo il nostro sentire grazie alle protesi tecniche e ai media, o quando ci esprimiamo artisticamente? Che cosa hanno di speciale quelle cose che definiamo opere d'arte? Davvero si possono distinguere dai fenomeni naturali, dagli oggetti ordinari, dagli strumenti? Sono solo alcune delle domande caratteristiche di quel campo della nostra esperienza, specifico e insieme diffuso, che chiamiamo estetica. Questo volume offre una prima introduzione all'estetica, nella sua duplice natura di riflessione intorno alla dimensione della sensibilità e di teoria filosofica delle arti. Rivolte a un pubblico di lettori non specialisti, le venti parole-chiave che lo strutturano prendono le mosse da una situazione particolare, per poi aprirsi in direzione di problemi piú universali. Una volta messa in moto la catena delle domande, ogni voce guarda ai principali modelli teorici che sono stati elaborati per rispondervi e al loro sviluppo storico-concettuale. Senza dimenticare che questa disciplina è, fin dal suo battesimo settecentesco, un territorio di confine, che ha sempre cercato di dialogare con i suoi vicini di casa: la storia delle arti e delle tecniche, la psicologia, l'antropologia, la sociologia, la semiotica, la teoria dei media, le scienze cognitive, le neuroscienze.
Aesthetica Preprint, n. 113, 2020
coordinamento redazione: Leonardo Distaso (Università degli Studi di Napoli Federico II) segreteria di redazione: Giacomo Fronzi (Università del Salento), Lisa Giombini (Università degli Studi Roma Tre), Leonardo Monetti Lenner (Università degli Studi
mio primo contributo sul tema
The essay aims to explore the soundness of traditional definitions of Aestethics (as Theory of Beauty, as Theory of Sensibility, as Philosophy of Art) in the Age of New Media. Analyzing some texts written by Walter Benjamin, the essay focuses on some ideas (montage, innervation, aura-choc) that, in different way, we can find in the current Media Studies (McLuhan, De Kerckhove, Ortoleva). Particularly, the concept of the “Innervation” comes to that “Technological body” (subject of various performances) in which technical medium and human body complement each other. Digital devices strengthen the human body’s possibilities communicating and perceiving, therefore, they give a new relevance to Aesthetics as Theory of Sensibility (aisthesis) in the baumgartenian meaning. ITALIAN: il saggio vuole verificare quale delle tradizionali definizioni di estetica (teoria della bellezza, teoria della sensibilità, filosofia dell’arte) sia ancora valida nell’età dei nuovi media. Attraverso l’analisi di alcuni testi di Walter Benjamin vengono individuati alcuni concetti (“montaggio”, “innervazione”, “aura-choc”) che trovano riscontro nelle teorie dei massmediologi contemporanei (McLuhan, De Kerckhove, Ortoleva). In particolare il concetto di “innervazione” ha trovato esito in quel “corpo tecnologico” (oggetto di varie performance artistiche) in cui medium tecnico e corpo umano si integrano. Il potenziamento comunicativo e percettivo apportato nel corpo umano dai dispositivi digitali conferisce nuova attualità all’estetica, intesa in senso baumgarteniano come teoria della percezione (aisthesis).
Estetica dell'arte contemporanea, 2019
Ars e téchne, aisthesis ed estetica Un'analisi del rapporto tra arte e tecnica sembra scontrarsi subito con un'obiezione ovvia: "arte" è la traduzione latina della parola greca téchne. In che senso, allora, si potrebbe analizzare il rapporto tra le due, se significano la stessa cosa in due lingue diverse? In realtà, in questa traduzione si nasconde un rapporto non meno complicato di quello tra "estetica" e aisthesis, che ha indotto talvolta a pensare che l'estetica debba essere intesa senz'altro come una teoria della percezione. Se però la percezione non venisse messa in relazione con le sue dimensioni non percettive, immaginative e linguistiche, sarebbe strano che l'estetica avesse tra i suoi referenti esemplari, per esempio, le produzioni letterarie, dato che suoni e lettere percepiti possono realizzarsi nelle voci e nei caratteri più vari senza alterare in maniera rilevante l'esperienza dell'ascolto o della lettura. L'estetica non può essere senz'altro identica a una teoria della percezione, così come l'arte non può essere senz'altro identica alla tecnica. Già la retorica classica giocava sullo scarto interno alla parola ars, come appare evidente da una formula antica ricca di interessanti sviluppi 1 : ars est celare artem è un motto ingegnoso e intelligibile solo se le due occorrenze di ars sono intese in accezioni distinguibili. Tuttavia, il legame tra estetica e percezione resta altrettanto imprescindibile di quello tra arte e tecnica: nessuna pratica artistica e nessuna opera d'arte, anche [p. 150] la più minimale, è pensabile senza una tecnica. Anzi, per ragioni antropologiche più generali, è molto 1 Si veda P. D'Angelo, Ars est celare artem. Da Aristotele a Duchamp, Quodlibet, Macerata 2005.
AbiTO Abitudini estetiche e arte pubblica Il caso Torino, 2024
The collective dimension of aesthetic experience can coalesce in the distinctive character or style of a place. Building on this premise, the chapter explores the ways in which urban lifestyles shape an aesthetic niche. Taking Turin as a primary example, the discussion centers on the role of socially shared and historically transmitted aesthetic habits that forge and are contingent upon a city’s expressive atmosphere, and which influence the taste and the aesthetic disposition of its inhabitants.
in copertina: Frantisek Kupka,"La via del silenzio"1900 ca. Narodni Galeri, Praga La traduzione, l'adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i film, i microfilm, le fotocopie), nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi Capita come in certe cattedrali: se se ne è rimasti fuori, non si può dirne nulla, ma, una volta entrati, ci si trova a partecipare al culto senza nemmeno averlo voluto.
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Aisthesis 13(1): 181-192. FUP, 2020
Quale nozione di "mito" nel pensiero di Emilio Garroni? Ipotesi e prospettive, 2022
Between, vol. XII.24, 2022, pp. 661-667, 2022
Lettera Matematica Pristem, 2016
About Art online, 2023
Con-textos kantianos. International Journal of Philosophy, 2021
NUTRIZIONE ARTIFICIALE DI PRECISIONE, 2021