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2005, Tenzone Revista De La Asociacion Complutense De Dantologia
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The article examines Luthe'r Disputation "Verbum caro factum est" (1539), in a double context: the historical discussion about the relationship between faith and reason, philosophy and theology in Luther's thought; and the present debate about the epistemological status of theology.
Quaderni di cinema sud, 2009
La storia di Ida Dalser, la prima moglie di Mussolini, e madre del suo primo figlio legittimo, è passata sugli schermi del festival di Cannes grazie al genio e al talento di Marco Bellocchio. Il film racconta in modo frammentato, con un ritmo che ricorda per certi aspetti la frenesia dell'arte futurista italiana degli anni Dieci, l'incontro, la passione, nonché l'abbandono e le relative conseguenze di questi due amanti. Un amore nato e cresciuto in giovane età, quando il Duce, allora direttore di "Avanti!", milita ancora nelle file socialiste rivoluzionarie e sfida Iddio e la Chiesa al grido: "con le budella dell'ultimo papa strangoleremo l'ultimo re". Le sue ambizioni, però, sono alte, nonché altre, e la povera Ida, donna troppo indipendente, impulsiva, colta, tenace, orgogliosa, e troppo simile a lui caratterialmente per accettare compromessi, diventa presto un ostacolo per le aspirazioni del futuro dittatore. Mussolini l'abbandona, la ripudia, lasciandola sola con un bimbo piccolo, la farà addirittura rinchiudere in un manicomio, preferendole Rachele Guidi, una donna calma, tranquilla, madre devota, che rappresenterà per l'Italia di quegli anni l'icona della "moglie fascista". Dichiara Bellocchio: "Mussolini è uno che si è sempre servito delle donne. Non ha mai vissuto un amore, credo, questa è la mia idea, fine a se stesso, per se stesso, e rapidamente va oltre soprattutto nel momento in cui lei rimane incinta e a questo punto fa la sua scelta, fa una scelta brutale, radicale, di sposare la piccola compagna del suo paese, Rachele, riconoscendo, però, il figlio dell'altra" 1 . Ida Dalser è, quindi, una martire del regime al pari dei grandi oppositori del partito fascista: Gobetti, Matteotti, Amendola (morto nel 1926, tra l'altro proprio a Cannes, a seguito delle
ISBN 978 88 6087 960 8 www.lelettere.it enrICo FenZI daL ROMAN DE LA ROSE aL FIORE aLLe rIMe aLLegorIChe dI danTe: SConFITTe e VITTorIe dI ragIone Ab Iove principium. A proposito della consecuzione Rose-Commedia Contini ha scritto:
“Verba et mores”. Studi per Carla Casagrande, a cura di C. Crisciani, G. Zuccolin, Roma, Aracne, 2022, pp. 27-42.
Etica e prassi del consiglio nel Fiore di rettorica di Bono Giamboni (red. b, capitoli 73-80) [in Verba et mores. Studi per Carla Casagrande, a cura di C. Crisciani, G. Zuccolin, Roma, Aracne, 2022, pp. 27-42. In grassetto fra parentesi quadre le pagine dell'edizione a stampa]. [27] 1. Dopo la svolta segnata dal lavoro di Cesare Segre conta parecchie voci la ricerca recente su Bono Giamboni, scrittore didattico e volgarizzatore, giudice e figlio di un giudice, nato probabilmente a Firenze prima del 1240 e qui documentato fino al 1292 1 . Rappresentante, come il suo contemporaneo notaio Brunetto Latini, che verosimilmente conosceva, di un'intellettualità laica (quanto alla condizione sociale, perché lo spirito del giudice è devoto) impegnata sia nell'amministrazione comunale sia nella formazione di buoni costumi attraverso l'educazione dei cittadini 2 , Bono tradusse in volgare fiorentino, in anni che non sappiamo e stando ai soli lavori attribuibili con sufficiente certezza, l'Epitoma rei militaris di Vegezio, le Historiae adversus paganos di Orosio e il trattato De miseria humanae conditionis di Innocenzo III. A questi va anteposta la traduzione abbreviata della Rhetorica ad Herennium nota come Fiore di rettorica, la quale, nelle due redazioni ascrivibili a Bono, era probabilmente già ultimata all'altezza del 1260. Ciò farebbe del Fiore il primo trattato di prosa [28] d'arte in un volgare italiano, antecedente anche alla Rettorica di Brunetto Latini, che è invece traduzione amplissimamente commentata dei primi diciassette capitoli del De inventione ciceroniano. Sul fronte delle scritture originali, il giudice fiorentino ci ha lasciato, anche qui senza possibilità di datazione precisa, il solo Libro de'vizî e delle virtudi, preceduto in prima redazione dal Trattato di virtú e di vizî. «Che fai, Bono Ianboni?», domanda una voce nel prologo di ispirazione boeziana del volgarizzamento da Innocenzo III, indicando come consolazione al turbamento quanto i saggi hanno detto sulla condizione dell'uomo 3 . Riteniamo la domanda nel suo senso stretto e chiediamoci che 1 Un panorama degli ultimi studi emerge da Z.G. BARAŃSKI, T.
Sulle tracce del Fiore, a cura di Natascia Tonelli, Firenze, Le Lettere, 2016
Amore e Falsembiante «Cotesta mi par gran dislealtate», Rispose Amore, «Or non credi tu 'n Cristo?». «I' non, chéd e' sarà pover e tristo Colù' che viverà di lealtate: Sì ch'io non vo' per me quelle ghignate, Ma, come ched i' possa, i' pur a[c]quisto, Ché da nessun nonn-è volontier visto Colui che man terrà di povertate, Anzi l'alunga ciascuno ed incaccia; Già no•lli fia sì amico né parente Ch[ed] egli il veg[g]a volontieri in faccia: Sì ch'i' vogl[i]' anzi c[h]'on mi sia ubidente, Come ch[ed] io a Cristo ne dispiaccia, Ched es[s]er in servag[g]io della gente.
Il Vangelo di Marcione, 2019
Presentazione, tentativo di ricostruzione e traduzione del Vangelo di Marcione
in «Rivista di studi danteschi» 18, pp. 184-200, 2018
i saggi pubblicati nella rivista sono vagliati e approvati da specialisti del settore esterni alla direzione e al comitato scientifico (Peer reviewed) Per tutta la durata del suo impegno presso l'ANVUR Maria Luisa Meneghetti non si occuperà della direzione della Rivista La rivista è pubblicata con il contributo di autorizzazione del tribunale di roma n. 375/2001 del 16.8.2001 tutti i diritti riservati-all rights reserved copyright © 2018 by salerno editrice s.r.l., roma. sono rigorosamente vietati la ri produzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qual siasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, senza la preventiva autorizzazione scritta della salerno editrice s.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge. rivista di studi danteschi sotto gli auspici della « edizione nazionale dei commenti danteschi »
All'interno dell'opera poetica di Cecco Angiolieri compaiono due sonetti contigui, legati fra loro dalla presenza di uno stilema comune, "fare masserizia", che non compare altrove nel corpus delle Rime del senese. 1 Mi riferisco ai sonetti XCIX (In nessun modo mi poss'acconciare) e C (Per ogni oncia di carne che ho addosso), nei quali il lemma masserizia (XCIX, 2), assume il significato, oggi desueto, di "risparmio", "economia"specie nel sintagma impiegato da Cecco, «far masserizia» -con derivazione etimologica dal latino medievale massaricius "ciò che appartiene al massarius", col passaggio toscano da -ar-atono in -er-. 2 «Massarizia» (C, 6) è variante regionale senese con lo stesso significato, 3 non più in uso nella contemporaneità. 4 La presenza del lemma nella poesia delle Origini è poco significativa -nessuna occorrenza, invece, per la sua variante senese -se è vero che lo ritroviamo soltanto nel De consolatione philosophiae volgarizzato da Alberto della Piagentina e nel Reggimento e costumi di donna di Francesco da Barberino: dunque appare quasi una marca caratteristica del Nostro per quanto attiene alla prima produzione poetica della nostra letteratura. Altro può dirsi della voce «tristizia» del sonetto C (v. 2) che, come vedremo, è anche il filo conduttore del sonetto immediatamente precedente; voce letteraria, significante "tristezza" (dal latino tristitia) 5 , impiegata da Cecco unicamente in questo componimento, ma presente anche nelle Rime di Guittone, nel Libro de' Vizi e delle Virtudi di Bono Giamboni, nel Tristano riccardiano, nella Vita Nuova, Convivio e Commedia di Dante, nelle Poesie di Cino, nell'Acerba di Cecco d'Ascoli e nel Boezio volgarizzato da Alberto della Piagentina. 6 Questi due lemmi, «masserizia» e «tristizia», ci forniscono un inquadramento generale dei due sonetti, in quanto il "fare
Compendio a: "La Ragione della Bibbia", 2020
Spiega i problemi della cronologia del periodo Neo-Babilonese. Relativi a datazione del VAT 4956.
Arnovit. Archivio Novellistico Italiano, 2024
L’articolo ritorna sui rapporti che intercorrono tra i due testimoni dei «Ragionamenti», il ms. Corsiniano e le «Prose» postume. L’obiettivo è di discutere le varianti ritenute più significative ai fini dell’attribuzione – all’autore, Agnolo Firenzuola, rispetto al curatore, Lodovico Domenichi – e della datazione reciproca. Da questa analisi emerge che l’editio princeps riflette, se pure con un’eccezione, uno status del testo anteriore a quello esibito dal manoscritto.
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"Angelo Maria Ripellino letto da giovani studiosi: due tavole rotonde per il centenario", 2024
«Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura», IX (2017), 1, pp. 224-236
APhEx. Portale italiano di filosofia analitica , 2014
edito in «Per leggere», X, 2006, pp. 89-99
Rivista di Filosofia Neo-Scolastica, 2016
Silvana editoriale, 2024
Repetita iuvant, perseverare diabolicum. Un approccio multidisciplinare alla ripetizione, a cura di Davide Mastrantonio, Ibraam G. M. Abdelsayed, Marianna Marrucci, Martina Bellinzona, Orlando Paris, Valentina Bianchi, Siena, Edizioni Università per Stranieri di Siena, 2023
Girolamo Ruscelli dall’accademia alla corte alla tipografia, Atti del Convegno internazionale di studi (Viterbo, 6-8 ottobre 2011), a cura di P. Marini e P. Procaccioli, vol. II, Manziana, Vecchiarelli, 2012
Hipogrifo: Revista de Literatura y Cultura del Siglo de Oro, 2023
Bollettino ASAC, 2013
Italiano LinguaDue, 2022
Le meraviglie del Tesoro di San Gennaro. Le pietre della devozione., 2011