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2021, Studi Emigrazione
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Studi Emigrazione 223 (2021) Con questo fascicolo vede la luce la seconda tappa della ricerca iniziata nel nr. 216 (2019) della nostra rivista e preannunciata da Lorenzo Prencipe sul nr. 215 dello stesso anno. Seguiranno a breve i fascicoli su Milano e la Lombardia (quest’anno), su Venezia e il Veneto (l’anno prossimo), infine su Firenze e la Toscana e su Torino e il Piemonte (nel 2023). Le prime due uscite, dedicate a Roma e Napoli e lontane due anni nel tempo a causa della pandemia che ancora infierisce, diverranno così i capitoli iniziali di una collana di fascicoli sull’immigrazione nei capoluoghi regionali e nelle regioni d’Italia. Tale iniziativa, finanziata dalla Fondazione Centro Studi Emigrazione e dalla Fondazione Migrantes e sostenuta da altri partner nel più ampio progetto Ponte di Dialoghi, è finalizzata alla verifica delle dimensioni e del peso delle migrazioni dall’esterno e nell’interno della Penisola sin dai tempi più remoti. Vuole così provare come esse abbiano sempre fatto parte della vita peninsulare e l’abbiano sempre condizionata. Napoli è al proposito un caso estremamente interessante, perché è stata fondata nell’ambito della colonizzazione greca dell’Italia meridionale e anche in seguito è sempre stata caratterizzata dalla presenza immigrata, persino nella sua fase di maggior declino provocata dalla monarchia borbonica e proseguita nei primi decenni italiani. Come si vede nei saggi che compongono il fascicolo, se la Napoli degli ultimi cinquanta anni ha visto un numero crescente di immigrati e la formazione di veri e propri insediamenti localizzati soprattutto nelle sue periferie, le Napoli antica, medievale e moderna sono caratterizzate demograficamente durante alcuni secoli in base al gruppo dominante: si pensi alla Napoli fondata dai greci e poi entrata nella sfera romana, alla Napoli aragonese e poi spagnola, oppure alla Napoli ottocentesca “colonizzata” da svizzeri, francesi e britannici.
Studi Emigrazione, 2020
Anno LVII: numero edito 218/2020 ICMA WORLD CONFERENCE 2019 CONFERENZA MONDIALE DELL’ ICMA 2019. (Edited by / a cura di Jason Zuidema – Kevin Walker) ICMA WORLD CONFERENCE 2019 CONFERENZA MONDIALE DELL’ICMA 2019 Edited by / a cura di Jason Zuidema – Kevin Walker We are pleased and honoured to be guest-editing this issue of Studi Emigrazione. Even before we learned that an issue would be dedicated to our 50th anniversary conference, we were already thankful for ICMA’s close relationship to the Scalabrinian Congregation through our many shared members (some of whom have contributed here), and above all through Fr Bruno Ciceri, the architect of this conference and an inspiration to many of us, especially those of us indebted to his advocacy for fishers’ welfare. There were so many excellent, passionate presentations given on ministry to seafarers, fishers, and their families in Kaohsiung, and we are very pleased to be able to publish some of them here for posterity and for sharing with other ministries to migrants. For those reading who serve migrants in other ways, we hope that you find these articles on maritime ministry informative and applicable to your own work. Grateful as we are for all the wisdom shared in the presentations here presented as articles, we hope that through the articles might shine through that which we most valued in this conference, the fellowship that was felt in the question times after the presentations, the group excursions, and the conversations over meals. The conference was an opportunity not only to teach each other and be taught, but to rejoice in being united in a shared purpose, saying with the Holy Spirit, «Behold, how good and pleasant it is when brethren dwell together in unity!» (Psalm 133).
210, 2018
Nella biografia di Goran Bregović, musicista e compositore nato da padre croato e madre serba, si legge che la sua musica «è una miscela, nasce dalla frontiera balcanica, una terra misteriosa dove si incrociano tre culture: ortodossa, cattolica e musulmana» (http://www. ondarock.it/songwriter/goranbregovic.htm). Ecco, forse, la ragione più profonda per la sua sensibilità verso l’integrazione, il sostegno a gruppi Rom, vittime dell’ondata xenofoba insinuatasi in diversi paesi europei e che identifica negli “zingari” una piaga sociale. Come altri artisti cosiddetti “impegnati”, egli definirebbe la musica come un’espressione libera dal potere, capace di fungere da collante sociale in contesti multiculturali, oppure occasione di incontro e sensibilizzazione verso gruppi minoritari o tematiche socialmente delicate. In un mondo che deve – e sempre più dovrà – dare risposte concrete e lungimiranti ai variegati flussi migratori, la musica diviene uno degli strumenti di aggregazione ed integrazione tra le diverse culture. Il potenziale trasformativo della musica, la sua capacità di stimolare percorsi mentali alternativi, di suggerire deviazioni al pensiero, arrivare a promuovere una mobilità delle idee, oltre che delle persone, forse farebbe bene ripensare innanzitutto al concetto stesso di ascolto. Per quanto possa apparire ovvio ai più, infatti, il mettersi in una posizione di ascolto, scegliendo di non parlare, può costituire la prima condizione, in realtà imprescindibile, per giungere ad una comunicazione che “dice” disponibilità verso l’altro, chiunque esso sia, da qualsiasi latitudine provenga. Quando poi la musica raggiunge l’ascoltatore, si lega ai suoi affetti più primitivi; in quanto non-parola essa ha luogo nel corpo con le sue componenti fondamentali quali il ritmo (il battito cardiaco), l’armonia (la coesione degli elementi) e la melodia (suoni alti e bassi alternati come il respiro) che travalicano le differenze culturali. Indice: Beltrami Introduzione / Tuzi La diaspora calabrese in Argentina e la costruzione di una nuova patria culturale attraverso la musica / Portelli We are not going back. Dieci anni di lavoro sulle musiche migranti in Italia / Beltrami «Scalamusic». Una proposta artistico-interculturale / Pifferi Le "(de)rivestrane" di Jonida Prifti e Acchiap-pashprt, tra poesia sonora e musica d'avanguardia / Barcella e Bonfanti L'immigrazione nella canzone italiana (1991-2018) esteBan e ingellis Mobilità occupazionale transnazionale e di-seguaglianza di genere: il caso degli immigranti argentini in Spagna / forlenza Immigrants and the formation of the ethnic identity: The role of the Church of Buenos Aires square in the formation of the Argentine and Filipino identity in the Ro-man context / chica arellano El trabajo decente en el sector de la pesca y de la acuicultura. Perspectiva de la Santa Sede La musica e i migranti musica e inserimento urbano a cura di Gabriele beltrami
Studi Emigrazione, 2024
Il 9 ottobre 2022, Papa Francesco ha dichiarato Santo e patrono dei migranti Giovanni Battista Scalabrini, vescovo della Chiesa, preoccupato della cura pastorale dei fedeli e attento studioso dei fenomeni sociali del suo tempo. Il 1° giugno 2023, nel 122mo anniversario della morte di Scalabrini, il Centro Studi Emigrazione ha tenuto un convegno non tanto per ritracciare il suo complesso profilo umano, spirituale e intellettuale, già tante volte considerato, ma per rileggere alcuni dei suoi scritti evidenziandone gli aspetti fondanti la sua particolare e “profetica” lettura delle migrazioni. Questo numero della rivista Studi Emigrazione riprende, approfondisce e ripropone gli interventi presentati, in maniera sintetica, durante la giornata di studi dai diversi relatori che si sono lasciati “ispirare” dai testi di Scalabrini.
This report proposes some essays on cross-border workers. Comparing different case studies and analyzing the situation of transnational commuters across several frontiers, we will look at the complexity of the phenomenon, at its historical development, at the elements generating this particular type of labor mobility, and at the characteristics of borderlands where it happens, trying to use a global perspective. Keywords: frontalieri; pendolarismo transnazionale; confini; frontiere.
Over the last decade, scholars stressed the importance of the new Italian emigration. Their attention has grown when it became clear that in 2015-2016 more Italians fled than immigrants arrived in the Peninsula. The surprise for the negative migratory balance after a long span of strong immigration caused reactions that reveal Italian poor familiarity with the Italian migratory tradition. This article deals with Italian migration since the post-WWII period in order to better understand the characteristics of the most recent Italian diaspora and the reactions they have inspired. Keywords: Italy; emigration; new emigration.
Studi Emigrazione, 2020
Siamo felici di essere curatori ospiti di questo numero monografico di Studi Emigrazione, che nasce da alcune riflessioni emerse in occasione di un panel ospitato dalla Migration Conference, organizzata a Bari, nel giugno 2019. Non tutti i protagonisti e le protagoniste di quel panel sono presenti in questo numero e non tutti gli autori e le autrici qui inclusi hanno avuto la possibilità di partecipare fisicamente alla conferenza. Nonostante ciò, quel confronto ha costituito uno dei primi momenti in cui, come curatori, abbiamo iniziato a confrontarci in maniera sistematica sulla nuova fase migratoria che sta caratterizzando l’Italia, il suo sistema di accoglienza e il quotidiano delle persone che, per diverse ragioni, sono al di fuori di tale sistema e che provano a stabilizzarsi nei diversi contesti socio-territoriali. Da oltre vent’anni, infatti, l’Italia si confronta con il fenomeno delle migrazioni internazionali così dette “forzate”. In virtù della sua posizione geografica nel Mediterraneo, il Paese si configura, in molti casi, come il primo approdo e come una terra di transito per persone alla ricerca di protezione internazionale e asilo, in fuga da conflitti bellici, crisi politiche, catastrofi ambientali, depauperamento di risorse (Ambrosini, 2018; Cesareo e Corinovis, 2015; D’Angelo, 2018; Hasselberg, 2016; Zanfrini, 2017). Tra gli anni novanta e la prima metà dei duemila, in Italia si comincia a registrare l’arrivo via mare di persone provenienti dall’Albania e dal Kosovo. A questa prima fase segue, poi, un andamento altalenante di arrivi, dettato principalmente dalle politiche italiane di contrasto all’immigrazione. Gli anni che vanno dal 2008 al 2013 sono anni in cui si verifica l’arrivo di cittadini provenienti dalle regioni del Corno d’Africa e da quelle del Maghreb. Dal 2011 al 2013, cambia la geografia degli arrivi, che si intensificano a causa delle cosiddette “Primavere arabe”, della guerra civile libica e del conflitto siriano. Conflitti e guerre che, nel 2013, hanno portato a circa 63.000 arrivi attraverso il Mediterraneo. Nel periodo 2014-2017, si è aperta, invece, una nuova fase di arrivi in Europa e l’Italia ha accolto oltre 600.000 immigrati sub-sahariani, del corno d’Africa e provenienti dall’Asia (Giovannetti, 2018).
Atti della IV edizione della Summer School "Mobilità umana e giustizia globale" In memoria di Padre Beniamino Rossi a cura di Laura Zanfrini 3 -Introduzione. Dignità liquide. Violenze, soprusi, riscatti e speranze nelle vite dei migranti, Laura Zanfrini 13 -Vite di scarto, Beniamino Rossi 50 -Caporalato e immigrazione: la necessità di un approccio integrato, Stefania Ragusa 61 -Grave sfruttamento lavorativo, caporalato, riduzione in schiavitù: la tutela della vittima alla luce del quadro normativo, Lorenzo Trucco 74 -Strumenti normativi per il contrasto della tratta di esseri umani e dello sfruttamento di minori online, Salvatore Antonio Madaro 83 -L'evoluzione del fenomeno della prostituzione e della tratta, Giancarlo Perego Coordinatore editoriale: Matteo Sanfilippo © -Centro Studi Emigrazione -Roma 2014 -Lo sfruttamento sessuale commerciale di minori. Contorni di un fenomeno sommerso, Yasmin Abo Loha -Matrimoni internazionali in Estremo Oriente: amore o convenienza?, Fabio Baggio -Processi di acculturazione e matrimoni combinati nelle seconde generazioni, Giovanni Giulio Valtolina -Diritti nascosti, disuguaglianze crescenti, politiche incerte. Il diritto alla salute della donna immigrata e il caso dell'IVG, Salvatore Geraci -Luoghi della migrazione e corpi della tradizione. Aggravanti e attenuanti culturali in materia di modificazioni dei genitali femminili, Michela Fusaschi
Introduzione Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia - Fondazione CSER) Con questo fascicolo avevamo deciso di ripristinare la pubblicazione di miscellanee, perché permettono di offrire materiali più variati di quelli dei numeri monografici e di rendere conto di ricerche assai diverse fra loro. Una volta selezionato, valutato e approvato quanto giuntoci in redazione, ci siamo, però, accorti che anche questi contributi convergono verso un numero ridotto di temi. Come si vede dall’indice, abbiamo infatti sei articoli sulla mobilità verso e dentro l’Europa e due su quella da e verso l’America Latina. Inoltre i sei contributi sull’Europa si richiamano fra loro perché hanno tanti spunti in comune. In primo luogo affrontano il problema della scolarità, nei paesi di arrivo e in quelli di partenza, e delle sue conseguenze sugli sbocchi lavorativi e sull’autopercezione degli migranti. In secondo luogo, più autori discutono la nuova e la vecchia mobilità verso l’Europa meridionale: mobilità che è non soltanto intercontinentale, ma anche infra-europea. Infatti gli irlandesi vanno in Spagna e in Italia durante l’età moderna, mentre oggi vi si recano i romeni o altri esteuropei. In terzo luogo, più saggi considerano il ruolo delle famiglie e del genere nei flussi e nelle stratificazioni delle comunità immigrate. Infine quasi tutti hanno presente la possibilità della comparazione di fenomeni, che variano nel tempo e nello spazio, ma che hanno un forte comun denominatore. In particolare appare non soltanto possibile paragonare i flussi verso o da un solo paese, ma anche il ruolo, la formazione e le scelte di coloro che lavorano più a contatto con i migranti, ovvero gli operatori dei servizi sociali europei. Paradossalmente quindi quello che era stato immaginato come un fascicolo miscellaneo è divenuto l’ennesimo monografico.
1. Ugo Villani, Istituzioni di Diritto dell'Unione europea 3 , 2013. 2. Piero Pennetta (a cura di), L' evoluzione dei sistemi giurisdizionali regionali ed influenze comunitarie, 2010. 3. Ennio triggiani (a cura di), Le nuove frontiere della cittadinanza europea, 2011. 4. Elena Falletti e Valeria Piccone (a cura di), Il nodo gordiano tra diritto nazionale e diritto europeo, 2012. 5. Rossana Palladino, Il ricongiungimento familiare nell' ordinamento europeo, 2012. 6. Francesco cherubini, L'asilo dalla Convenzione di Ginevra al diritto dell'Unione europea, 2012. 7. Marina castellaneta, La libertà di stampa nel diritto internazionale ed europeo, 2012. 8. Rosita del coco e Emanuela Pistoia (a cura di), Stranieri e giustizia penale, 2013. 9. Andrea cannone (a cura di), La protezione internazionale ed europea dei beni culturali, 2014. 10. Angela Maria romito, La tutela giurisdizionale nell'Unione europea tra effettività del sistema e garanzie individuali, 2015.
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«Archivio Storico dell'Emigrazione Italiana», 2022
"Studi Emigrazione", 1996
DOSSIER SULL IMMIGRAZIONE Studi Cattolici, 2023
alexanderanto, 2018
ATTI DEL CONVEGNO NAZIONALE PER L'ESPORTAZIONE (Milano, gennaio 2022), 1922
Studi emigrazione. Etudes migrations
MIGRAZIONE OLTRE L'EMERGENZA, 2023
Nuova Antologia, 2019