Nel dicembre 2011 (1) è stato pubblicato su questa rivista un articolo che proponeva all'attenzione del lettore i primi risultati di una ricerca sui Gruppi di Acquisto Solidale (Gas) nella città di Roma . L'analisi si concentrava soprattutto sui cittadini-consumatori appartenenti alla rete dei Gas romani e sul loro approccio al consumo sostenibile. Questo lavoro costituisce un aggiornamento e una integrazione di quei risultati, con l'analisi delle caratteristiche dei produttori che riforniscono i Gas. La letteratura sui Gas, ancora abbastanza scarsa, si focalizza sui consumatori, più che sui produttori. Tra i pochi lavori che prendono in considerazione i fornitori delle reti Gas, quello di Brunori, Rossi, Malandrin (2011) guarda al modello di business delle imprese fornitrici dei Gas in Toscana, ponendo l'accento sull'importanza degli assets immateriali, quali la fiducia e la reputazione. Lo studio di Belletti e Mancini (2012) sui Gas nelle Marche distingue, invece, i produttori in base agli sbocchi di mercato, differenziando produttori per i quali i Gas sono lo sbocco principale (una minoranza); quelli che vendono ai Gas il surplus che rimane dopo la vendita ai mercati convenzionali di qualità (il mercato del biologico) e i produttori che integrano il mercato dei Gas con altri mercati di filiera corta. Considerando gli effetti di questa differenziazione sulla formazione del prezzo e sulla retribuzione del lavoro, gli autori arrivano alla conclusione che neanche la filiera corta è in grado di remunerare il lavoro della famiglia agricola. Cercando di arricchire questo filone di letteratura, in questo articolo sarà analizzata la realtà degli agricoltori che operano nella regione Lazio e riforniscono i Gas romani. Dopo alcune brevi premesse, saranno descritte le caratteristiche delle imprese agricole e analizzate le strategie aziendali. Seguiranno alcune considerazioni sulle prospettive future.