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1996
…
25 pages
1 file
3 parte - pp. 80-104
2018
Nel 1690 uscì a Roma la prima parte della più importante delle opere scritte da Giovanni Ciampini, il Vetera monimenta in quibus praecipue musiva opera sacrarum, profanarumque aedium structura, ac nonnulli antiqui ritus, dissertationibus, iconibusque illustrantur, dedicato al pontefice Alessandro VII Chigi. Il secondo volume fu invece pubblicato con lo stesso titolo dopo la morte dell’autore avvenuta nel 1698 a Roma, città nella quale era nato nel 1633. Nel capitolo 10, intitolato “De Musivorum operum origine, nominibus, et speciebus”, dedicato all’opus tessellatum e all’opus sectile, Ciampini pubblica due stampe che testimoniano l’esistenza a Roma di alcune opere musive minute, realizzate, secondo lui, in tempi molto antichi e conservate in diverse chiese romane.
XXIII COLLOQUIO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LO STUDIO E LA CONSERVAZIONE DEL MOSAICO, 2018
Mirabilia Romae II, 2024
The article focuses on a still scarcely explored part of Pope Paschal I's patronage in the early 9th century Rome, that is the mosaic of the arch of Santa Cecilia in Trastevere. Hidden and mostly destroyed during the renovation of the church undertaken by Cardinal Sfondrati in the early decades of the eighteenth century, the mosaic is known – in addition to two fragments in a poor state of preservation – from two 17th-century ‘copies’: a watercolor attributed to Antonio Eclissi and a print published in Ciampini’s Vetera Monimenta. This article points out for the first time that in the earliest and most faithful of the two reproductions, the watercolor by Eclissi, the ten female saints depicted on either side of the enthroned Virgin and Child, surrounded by angels at the top of the arch, hold in their hands an object from which flames emanate. The article therefore considers the possibility of seeing in this iconography a reference to the parable of the wise (and foolish) virgins (Matthew 25, 1-13) and the impact this reference would have had on the vision of the Kingdom of Heaven proposed, between the apse and the arch, in the presbytery of the Trastevere church.
Zograf, 2008
450 Venezia)"13" II saggio propone una riflessione sull'ultima decorazione musiva medioevale della Basilica di San Marco a Venezia. I mosaici della cappella di Sant'Isidoro rivelano da un lato la persistenza di stilemi propri alia secolare tradizione orientale, medio-bizantina, comnena, non disgiunti da quelli derivanti dalla rinascenza paleologa, suggestiva componente, talora interpretata in modo problematico. Su questo substrato culturale, illaboratorio marciano cerco d'innestare, anche se con difficolta, una ricerca figurativa incentrata sulle possibilita naturalistiche della rappresetazione, in concomitanza con la contemporanea pittura di Paolo Veneziano. La cappella di Sant'Isidoro di Chio, nella basilica di San Marco a Venezia, promossa dal doge Andrea Dandolo (1343-1354), inizio ad essere concepita come martyrium del milite chiense nel1350 e fu completata illO luglio 1355 dal doge Giovanni Gradenigo (1355-1356).1 Sulla meta settentrionale e meridionale della volta a botte e sulle pareti sottostanti, serrate tra Ie lunette con il Cristo dominatore dell'universo e la Madre di Dio apportatrice di vittoria, si estende una decorazione musiva che racconta gli episodi della Passio del santo, dell'Inventio e della sua Translatio a Venezia, avvenuta nel 1125, per opera del doge Domenico Michiel (1118-1130). La narrazione del martirio d'Isidoro sulla volta a botte, suI lato meridionale presso la lunetta orientale, inizia con la scena in cui Isidoro e Amenio procedono da Alessandria verso Chio; ad essa seguono gli ulteriori brani: Isidoro e Amenio arrivano a Chio, ove vengono a contatto con le male femmine; Isidoro e Amenio ispirati dalla luce divina; Isidoro incontra il demonio, che reclama le sue adepte; II battesimo delle meretrici da parte d'Isidoro, decisivo successo del miles christianus suIle forze demoniache. II racconto prosegue sui registro inferiore della stesso lato meridionale, con la scena che vede Isidoro condotto davanti al prefetto Numeriano, causa l'avvenuta conversione delle donne al cristianesimo; quindi, le fasi del martirio: Isidoro costretto al supplizio delJuoco; Isidoro trascinato per mezzo di un cavallo; infine la Decollazione d'Isidoro. Nel registro inferiore della parete settentrionale, vicino alla lunetta occidentale, v'e raffigurata la Deposizione del corpo di sant'Isidoro nel sepolcro. La cronaca dell'Inventio e della Translatio delle sacre spoglie, e descritta sulla meta settentrionale della volta a botte e su parte della sottostante parete. Qui sono effigiati i seguenti episodi: II doge Domenico Michiel mentre arriva con la sua flotta a Chio, per recuperare le reliquie del santo; L'Inventio del corpo di sant'Isidoro, in cui il chierico Cerbano ei1protagonista sia della violazione del sepolcro, sia del trafugamento del corpo; L'ordine del doge che il corpo di sant'Isidoro sia riportato a terra, dopo i1riprovevole gesto di Cerbano, che tuttavia non impedira i1 trasporto della salma del martire nel cuore della Repubblica, come chiarisce la scena con II corpo di sant'Isidoro che viene imbarcato per il trasporto a Venezia. La narrazione si conclude nel registro inferiore della parete settentrionale, accanto alIa lunetta orientale, con L'arrivo del corpo di sant'Isidoro a Venezia.
Scienze dell'Antichità, 2022
2017
Per la realizzazione di questo volume si esprime un sentito ringraziamento a
Roma 2002, (FMR ed.), 2002
La collezione dei m osaici rom ani nei M usei Vaticani è una delle p iù antiche di questo genere: i prim i p a n n elli m usivi, in fa tti, en trarono nelle raccolte vaticane già a ll'inizio del Settecento e p e r lungo tem po, alm eno fino a tu tto l 'O ttocento, questa collezione costituì uno dei p rin cip a li repertori p e r a vvicinarsi alla conoscenza, allo studio e alla com prensione del mosaico antico. La situazione degli studi archeologici è oggi d ifferen te, come è ovvio considerando la q u a n tità di scavi com piuti non solo in Italia, m a in tu tto il M editerraneo e n ell'area europea che aveva assorbito l 'influenza cidi arale ellenistivo-rom ana. A ttu a lm en te chi si accosta al mosaico rom ano deve tener conto di un corpus di opere sconfinato p e r am piezza e varietà. Non ci si p u ò p iù lim itare, p erta n to , alle collezioni vaticane e neanche bastano ({nelle rom ane, anche se continuano a ritro va rsi in tu tti i m anuali eli arte antica alm eno un paio di esem plari vaticani: Tasàrotos òikos, il "p a vim en to non s p a zza to ", copia del II secolo d.C . da un originale ellenistico descritto da Plinio il Vecchio, 1 e i g ra n d i mosaici con gli atleti dalle Terme di C aracolla.2 Senza questa collezione, d 'a ltra p a rte , ren o rm e sviluppo delle conoscenze a ttu a li e lo stesso gusto p e r tale p a rtico la re tecnica artistica non sarebbero com prensibili. L 'interesse della raccolta, dunque, non risiede solo nell im p o rta n za delle opere d a l p u n to di vista stretta m en te archeologico, m a ancor più nella sua storia collezionistica, in q u ell'intreccio cioè f r a il m u ta re del gusto nelle varie epoche e le m o tivazioni storiche e ideali che spinsero a raccogliere i vari m osaici. U nicam ente p ro va n d o a ripercorrere la tessitura di questo int reccio si p u ò fa r e em ergere il significato delle scelte espositive e collezionistiche nel quadro cult urale della R om a pontificia . In età m o d ern a , a p a rtire d a l R inascim ento, il m osaico era sem pre stato a p p rezza to p e r la brillantezza della sua policrom ia, nonché p e r le sue qualitèi (li resistenza in confronto con la p iù fr a g ile tecnica pitto rica . T utta via , nella considerazione com une, esso veniva messo in secondo p ia n o rispetto a quelle che erano ritenute le a rti m aggiori, cioè la scu ltu ra , la p ittu r a e l 'a rch itettu ra . In altre p a ro le il mosaico non era considerato in m aniera a u tonom a, m a p iu tto sto veniva in q u a d ra to nella tra tta zio n e della p ittu ra o, p iù ra ra m en te, d e ll'a rch itettu ra con (padelle conseguente am biguità. Senza risalire troppo indietro nel tem po, si può notare che un interesse p iù specifico p e r il mosaico inizia a fa r s i evidente nel corso del Seicento sia nel m ondo degli stu d i a n tiq u a ri, sia in (giello del collezionism o. E p a rtico la rm en te significativo, p e r esem pio, che un collezionista di an tichitèi fa m o so come il cardinale Camillo M assimo nel suo p a la zzo rom ano alle Q uattro F ontane avesse una sala delta "d e ' m u sa ici", in cuiassiem e a una quindicina di dip in ti m oderni e a una dozzina di a ffresch i a n tichi -nel 1677 era registrata una decina (li m osaici.2 Il nucleo rim arrà p e r lungo tem po il pili cospicuo di Rom a e m a n terrà la sua ca ra tteristica unitèi anche a ttra verso le vicissit u dini e gli sm em bram enti della raccolta, tanto che -ancora nel 1744 -a P alazzo M assimo alle Colonne occupava una cam era d etta a p p u n to de m usaici . I p a n n elli m usivi del cardinale, così come la (piasi totalità (lei mosaici nelle collezioni d e ll'epoca, erano di lim itate dim ensioni e venivano esposti alle p a re ti in modo non molto d ifferen te d a i quadri dipinti, a volte anche inseriti in ricche cornici dorate. Si tr a tta v a di una specie (li conferm a {n atica della concezione corrente a ll'epoca, gièi ben sin tetizza ta d a l Vasari, il quale classificava la tecnica m usiva come una specie ili p ittu ra . 1 E invece a ll'inizio del secolo successivo, al 1711 p e r la precisione, che risale l 'ingresso nelle raccolte vaticane del prim o g ru p p o di m osaici. L a collezione (li antichitèi si era svilu p p a ta a p a rtire d a l 1506, (lata della scoperta del Laocoonte, con il ca ra ttere di una collezione p r iv a ta , anche se visitata da un pubblico f orm a t o d a ll'élite della nobiltà, degli artisti e degli eru d iti d e ll'ep o ca .■' N el clima controriform istico della seconda m età del C inquecento e p er tu tto il Seicento i pontefici si erano disinteressati al collezionism o di a n tich ità , m a nel nuovo clima culturale d e ll'inizio del Settecento, l 'interesse pontificio p e r l 'arte a n tica a veva ripreso fo r z a . R apa Clem ente X I A lbani (1700-1721 ) a veva incaricato m onsignor Francesco B ianchini di costituire, n e ll'a rea del Cortile delle S ta tu e (com e si ch iam ava allora l 'a ttu a le Cortile O ttagono) e negli am bienti circostanti, un "Museo Ecclesiastico" che illustrasse a ttra verso i m onum enti la storia della C h iesa /' Benché il progetto fo sse sta to a ccantonato dopo pochi a n n i a causa di g ra v i difficoltà politiche e f ina nzia rie, Bia n ch in i aveva fa tto in tem po a raccogliere un discreto nucleo di antichitèi. Egli non era mosso da alcun p articolare interesse artistico o estetico, m a p iu tto sto era sta to g u idato nelle sue scelte d a ll'ottica dello storico, come era n a tu ra le d a te le fin a lità del nuovo museo. Q uando nel 1711 venne alla luce una serie di m osaici d a ll'A ventino, nei {n essi di S a n ta Sabina, B ianchini ne f u im m ediatam ente in fo rm a to nella sua qualità di Pagina (> Mosaico (/('//'asàrotos òikos o "pavimento non spazzino", particolare con i resti di banchetto. Museo Gregoriano Profano. Pagina 9 Mosaico con paesaggio esotico e animali. Masco Profano, Sala iIelle Nozze Aldobrandino. E probabile si tratti di un quadro musivo della prima metà del II secolo d.C., che venne completamente rifatto sul modello antico. Pagina IO La Sala Rotonda progettata ila Michelangelo Simonetli nel I7IÌ0 circa. Al centro del pavimento musivo proveniente dalle Terme di Otricoli è collocata la monumentale vasca di porfido dalla Domus Aurea. Intorno, statue di imperatori e membri della famiglia imperiale e divinità decorano le nicchie. Museo Pio-Clementino.
Arte Medievale. Periodico internazionale di storia dell’arte medievale., 2005
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La difficile eredità. Architettura a Firenze dalla Repubblica all'assedio, ed. M. Dezzi Bardeschi (A-Letheia, n. 5), Florence, 1994, pp. 38-55. , 1994
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Θησαυρίσματα / Thesaurismata, 2015
De domo David a cura di Marcello Gaballo e Stefania Colafranceschi , 2019
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Sinai and the Transfiguration, 2006
Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura, n.s. 57-59 /2011-2012, Giornate di Studio in Onore di Arnaldo Bruschi, Roma 5-7/5/2011, 2013
Atti del XXVII Colloquio dell'Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Napoli, 17-19 marzo 2021, pp. 171-182, 2022
Marmora Apuliae, 2019
in Le Terme di Diocleziano.La Certosa di Santa Maria degli Angeli, a cura di Rosanna Friggeri, Marina Magnani Cianetti, Electa, Milano., 2014
Il mosaico di San Sebastiano nella chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma, in Atti del VI Colloquio AISCOM, a cura di F. Guidobaldi e A. Paribeni, Venezia, 20-23 gennaio 1999, Ravenna 2000, pp. 425-438., 2000