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2021, Dante e la tradizione classica. Atti del Convegno in ricordo di Saverio Bellomo (Pisa, Scuola Normale Superiore, 10-11 aprile 2019)
(a. a. 2018-2019), sotto la supervisione del Professor Carrai, che ringrazio sentitamente per la pazienza, l'interesse e la generosa disponibilità con cui ha seguito e letto il presente lavoro. Esprimo anche la mia gratitudine al Dottor D'Amanti per i preziosi consigli circa il testo di Massimiano. 1 Il nome del poeta compare all'interno del testo stesso:
Itinerari danteschi nelle culture slave, ed. Giovanna Siedina. Firenze: Firenze University Press, 2022
After 1989, the reception of Dante in the Czech Republic was no longer determined by the ideological control of the regime and became part of an open cultural context, competing with other themes and authors. The milestones of this new era were a new complete translation of the Comedy and the first complete translation of the De vulgari eloquentia, accompanied by other occasional initiatives, the production or translation of texts for the study of Dante and partial translations of Dante's works. The weak point of reception remains the absence of Dante in school curricula.
Firenze University Press eBooks, 2022
For Belarusian literature, the perception of Dante's work assumes a concrete form only at the beginning of the 20th century and is linked, above all, to the names of Janka Kupala and Maksim Bahdanovič. The literary group "Uzvyšša", established in Belarus in 1926, and the work of Jasep Pušča ushered in the second wave of interest in Dante. After the war we find Dante's reception in the work of Uladzimir Karatkevič, Maksim Tank and others. Finally, in 1997 comes the first translation into Belarusian of the Divine Comedy by Uladzimir Skarynkin, who also translated Vita Nova in 2011. The translation from Latin of Dante's treatise De vulgari eloquentia was completed by the author of this article and published in 2004.
Idee su Dante, 2013
Da quasi sette secoli la Commedia dantesca suscita ininterrottamente l’attenzione dei lettori di tutto il mondo. Ma dove si origina questo interesse? Nel suo poema Dante affronta il problema che si trova «in fondo a tutte le religioni e le filosofie», una questione «profondamente seria» che interessa immediatamente ogni lettore, lo inquieta e lo avvince: «il destino eterno della persona». Ecco perché, accanto alla lunga storia di lecturae Dantis, la Commedia vanta anche una ricca tradizione di studi critici, particolarmente intensa tra xix e xx secolo. Per afferrare l’opera di un autore che lancia «agganci verso tutte le direzioni», gli interpreti contemporanei hanno riletto il poema da vari punti di vista e con metodi diversi, delineando una realtà molteplice e dinamica. Con l’intento di offrire uno spaccato delle prospettive interpretative di alcuni tra i più influenti critici della Commedia, il 9 e 10 maggio 2012, presso l’Università degli Studi di Milano, Esperimenti danteschi ha promosso un convegno dal titolo Idee su Dante. Autorevoli studiosi del poema e di critica letteraria hanno affrontato da un punto di vista originale le tesi di Francesco De Sanctis, Benedetto Croce, Erich Auerbach, Charles S. Singleton e Gianfranco Contini. Il presente volume ripropone il testo delle cinque conferenze.
MITI FIGURE METAMORFOSI L'OVIDIO DI DANTE a cura di CARLOTA CATTERMOLE e MARCELLO CICCUTO, 2019
Le lettere di Dante, 2020
Gli scelestissimi lettori di Dante Ricezioni e significati dell'epistola VI nella prima metà del Trecento Abstracts: In questo saggio si propone una lettura dell'epistola ai fiorentini del 31 marzo 1311 nella prospettiva dell'orizzonte di ricezione dei destinatari, cioè della comunità dei Guelfi di Firenze nella prima metà del Trecento. Nella prima parte, si tenta di definire attraverso quale paradigma interpretativo un messaggio critico come quello contenuto nella missiva potesse essere filtrato, in relazione ai modi complessivi con cui venne recepita l'opera dantesca. Nella seconda parte invece si cerca di definire con quali pratiche politiche, proprie dei Guelfi fiorentini di inizio secolo, potesse risuonare l'accusa di cupidigia, ovvero l'argomento portante delle critiche espresse dall'autore. The essay provides a new reading of Dante's epistle to the Florentines (March 31, 1311) in the light of its reception, that is to say in the perspective of its addressees, the Florentine Guelph community of the first half of XIV century. In the first part, I define the reading frame within which such an enigmatic message as that of the epistle could have been interpreted, with respect to the global strategies of reception of Dante's whole production. In the second part I outline which political practices assumed by Florentine Guelphs from the time could be echoed by Dante's condemnation of greed, which is one of the main criticisms expressed by the author.
L'articolo presenta una comparazione fra lo spazio geometrico dell'Empireo dantesco ed il modello spaziale della geometria ellittica.
LE TRE CORONE. Rivista internazionale di studi su Dante, Petrarca, Boccaccio, VI (2019), pp. 11-25.
Dante’s presence among the Guelph feditori [troops of the first line] at the battle of Campaldino has generally been accepted by Dante scholarship. Yet, this is far from a straightforward issue, and thus deserves reconsideration. This article examines the extent to which the claim of a Dante feditore may find confirmation in recent historical research. In light of work by military historians on troop formations in field battles and that of social historians on the social status of the feditori, it is possible to establish with a degree of accuracy whether or not the poet was among the bravest fighters at Campaldino.
Rivista di studi danteschi, 2016
i saggi pubblicati nella rivista sono vagliati e approvati da specialisti del settore esterni alla direzione e al comitato scientifico (Peer reviewed) La rivista è pubblicata con il contributo di autorizzazione del tribunale di roma n. 375/2001 del 16.8.2001 tutti i diritti riservati -all rights reserved copyright © 2016 by salerno editrice s.r.l., roma. sono rigorosamente vietati la ri produzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qual siasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, senza la preventiva autorizzazione scritta della salerno editrice s.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge. rivista di studi danteschi sotto gli auspici della « edizione nazionale dei commenti danteschi » 1. cfr. Il manoscritto Egerton 943. Dante Alighieri. 'Commedia', vol. ii. Saggi e commenti, a cura di M. Santagata, roma, ist. della enciclopedia italiana, 2015. 2. cfr. M. Santagata, Tra (auto)biografia e profetismo utopico. Un viaggio nella 'Commedia', in Il manoscritto Egerton 943, cit., pp. 1-39. 3. cfr. F. Toniolo, Il Maestro degli Antifonari di Padova miniatore del Dante Egerton, e c. Pon chia, Le fonti illustrative delle miniature del Dante Egerton, in Il manoscritto Egerton 943, cit., risp. pp. 89-107 e 109-27.
Dante romanzo. Testi, temi e forme romanze nell’opera di Dante, a cura di G. Brunetti, Bologna, Bononia University Press, 2023, pp. 89-103.
L'occasione per tornare su un tema già più volte affrontato 1 come quello delle presenze arturiane in Dante e nei suoi primi commentatori non viene tanto dalla possibilità di aggiungere nuovi pezzi al dossier quanto dall'esigenza di una ricognizione critica. Nell'ottica di presentare una veduta d'insieme, sembra opportuno incrociare due direttrici, una verticale e una orizzontale: si tratta di analizzare, in prima istanza, le interpretazioni che di uno stesso passo forniscono commentatori che si sono susseguiti nel tempo; alla luce di questo esame si potrà quindi valutare in
Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento, 2015
Starting with some brief remarks by Cesarani, the essay focuses on two American adaptations of Dante’s masterpiece, M. Pearl’s novel The Dante club and Dante’s inferno, an independent movie by S. Meredith. In each work, the author traces the effectiveness of the pattern of contrappasso in diegetic terms, along with their implicit political narratives.
Alcuni tratti salienti della condizione purgatoriale secondo Dante
"Bollettino dell'Associazione di Storia e Arte Canavesana" (ASAC), 21 (2021), pp. 45-77.
Studi Medievali e Moderni - arte letteratura storia, Anno XXIV/II, 2020
L’articolo esamina le condizioni che portarono alla riscoperta artistica di Dante, inaugurata dall’Ugolino dipinto da Joshua Reynolds tra il 1770 ed il 1773. Dallo studio emerge l’importanza della frequentazione da parte del Reynolds di due contesti culturali fondamentali, accomunati dagli interessi danteschi: la Dilettanti Society, nella quale si riunivano Grand Tourists e collezionisti, e il Literary Club, centro della vita letteraria londinese. The present paper analyses the circumstances that that led to the artistic rediscovery of Dante, spearheaded by “Ugolino”, painted by Joshua Reynolds between 1770 and 1773. The analysis highlights the crucial role played by Reynolds’ relationship with two pivotal cultural centres united by a keen interest in the works of Dante: the Dilettanti Society, which brought together Grand Tourists and collectors and the Literary Club, the very heart of London’s literary scene.
Si propone per la discussione la bozza di un articolo in corso di stampa nella miscellanea in ricordo di Carlos Lopez Cortezo. In essa sostengo una nuova ipotesi sui canti fiorentini che Dante avrebbe scritto, secondo le testimonianze di Boccaccio, prima dell'esilio. Un articolo più ampio apparirà nel volume "Dante oltre l'allegoria", in corso di stampa.
Nel corso degli anni ho tentato spesso strade non battute per coinvolgere di più le classi e anche per farmi sorprendere da loro e per divertirmi: l'ho fatto in numerosi ambiti, attraverso ricerche e scritture creative, da Plauto a Pasolini, dalla letteratura cavalleresca agli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso.
Lettere italiane, 2018
Il saggio si propone di indagare alcuni aspetti che la critica tassiana ha talora già discusso ma sempre in maniera separata: i dubbi di fede di Tasso riguardo al dogma dell’incarnazione e la tracce che essi lasciarono sul testo della Liberata, la questione dello sguardo nel poema, la funzione della similitudine, il ruolo di Dante come modello epistemologico. A partire dalle celebri ottave dedicate al tentativo dei cavalieri crociati di superare i limiti della vista di fronte alla bellezza di Armida, l’articolo affronta un percorso di lettura che risale al contesto dantesco da cui sono tratti alcuni dei motivi decisivi per la descrizione di quel momento e individua in essi l’affiorare di uno sforzo di comprensione razionale di verità di fede che contrasta con altri luoghi del poema e con il desiderio di credere confessato dallo stesso Tasso nel suo epistolario.
Letteratura e Pensiero, Il Convivio Editore, n. 5, 2020
Catone "non" è stato da Dante collocato nel Purgatorio a far da guida ai penitenti per aver egli dato la vita per la libertà politica suicidandosi in Utica. Nobile gesto, ma che in tanti fanno e non vengono ricompensati alla stessa maniera! Catone è stato collocato a far la guida ai "penitenti" per la sua "competenza".
Doppiozero, 16 aprile, 2017
A perpetuale infamia e depressione de li malvagi uomini d'Italia, che commendano [cioè apprezzano e lodano] lo volgare altrui e lo loro proprio dispregiano, dico che la loro mossa viene da cinque abominevoli cagioni": comincia così l'undicesimo capitolo del primo trattato del "Convivio" di Dante, opera incompiuta che, nei secoli, ha inoltre avuto una fortuna molto ineguale. A Dante si possono attribuire tante qualità. Difficilmente si può però dire fosse un uomo accomodante o di buon carattere. O ancora che -così si dice al giorno d'oggi -le mandasse a dire. In proposito, quel capitolo è esemplare. Due rapide parole per inquadrarlo grossolanamente dalla prospettiva qui pertinente. E resa pertinente da recenti vicende di cronaca nazionale che hanno visto l'italiano fare da involontario protagonista.
Il "DXV" predetto da Dante: molto più di un anagramma? Ricerca sulle quartine della Divina Commedia, Purgatorio, XXXIII, 37-45 sottoposta al giudizio della redazione della rivista "Studi Danteschi" della Società Italiana di Studi Danteschi (Firenze) nell'estate 2012 e successivamente inviata anche alla prof.ssa Sandra Debenedetti Stow (Bar' Ilan University, Israel). Condivisa con il gruppo organizzatore del ciclo "Per correr miglior acque". Letture dantesche torinesi - Purgatorio, coordinato dal prof. Donato Pirovano dell' Università di Torino (primavera 2014). Non sarà tutto tempo sanza reda l' aguglia che lasciò le penne al carro perché divenne mostro e poscia preda; ch' io veggo certamente, e perciò 'l narro, a darne tempo già stelle propinque, secure d' ogni intoppo e d' ogni sbarro, nel quale un cinquecento diece e cinque messo di Dio, anciderà la fuia con quel gigante che con lei delinque. (Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, XXXIII, 37-45). Con questi versi, Dante fa profetizzare da parte di Beatrice che «l'aquila non sarà per sempre senza erede», ossia che il Sacro Romano Impero non rimarrà per sempre vacante.
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