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Il secolo di Dante, Bompiani, 2012 (trad. di Dante and the Origins of Italian Literary Culture)
in «La Crusca per voi», 63 (2021), II, pp. 6-8
Studi (e testi) italiani, 2020
Il contributo si propone di riesaminare il rapporto tra il codice amoroso ovidiano (Amores, Heroides, Ars Amandi, Remedia Amoris) e quello cortese e stilnovista, in particolare dantesco, analisi fino a ora affidata soltanto a tracce sparse nei commenti al testo oppure a studi più globali sull’influenza esercitata da Ovidio sulla letteratura medievale, che non hanno permesso un approfondimento più particolare. Ai casi già noti saranno affiancate nuove segnalazioni, nel tentativo di inquadrare in un sistema coerente e trasversale un retroterra letterario di fondamentale importanza per l’interpretazione delle Rime.
Cuadernos de Filología Italiana, 2010
In questo contributo si propone un'analisi filologica e musicologica dei vv. 22-30 del III canto dell'Inferno leggermente diversa rispetto alle letture tradizionali condotte dalla critica dantesca sul passo in questione. Attraverso una nuova interpretazione del sintagma sanza tempo (Inf. III, 30), e partendo dal commento antico di Jacomo della Lana, si individuano, nelle celebri terzine che costituiscono la prima descrizione del mondo infernale presente nel poema sacro, due sinora celate sinestesie-figura che espleta una funzione incipitaria paradigmatica nella genesi narrativa della Commedia-sulle quali si fonda la costruzione retorica dei versi analizzati. Questa nuova lettura permette di stabilire una rete di riferimenti intertestuali tra la descrizione dell'entrata nell'inferno e quella dell'ingresso nel paradiso terrestre (Purg. XXVIII, 7-21). La ricorrenza di una sfera semantica produce una corrispondenza non solo retorica ma diegetica ed ideologica tra due momenti privilegiati della narrazione dantesca finora non messa in evidenza dalla critica.
Dante, a cura di: Roberto Rea, Justin Steinberg, Carocci, 2020
dante 264 luogo di predicazione e riti scenografici (processioni, canti) imbevuti di cultura scritturale e teologica; le scuole in cui i giovani imparavano i fondamenti del latino sul Salterio; le università in cui si dibattevano grandi questioni teologico-scritturali; i conventi degli ordini minori, che, innestati nel tessuto urbano tardomedievale, aprivano le proprie porte ai laici, più o meno eccezionalmente, consentendo scambi di idee, libri e saperi; infine, le confraternite che, sul modello monastico e conventuale, prescrivevano la ruminazione della parola sacra ai devoti, e alimentavano la produzione di opere librarie, poetiche e iconografiche di materia scritturale al fine di nutrire lo spirito dei confratelli. Proprio la natura collettiva del patrimonio scritturale consentì la moltiplicazione dei percorsi della tradizione al di fuori del raggio di controllo della Chiesa; la Scrittura, riformulata da visionari e cantori di ogni lingua, trovò innumerevoli metamorfosi di genere e modo, dall'elegia al dramma, dal romanzo alla loda. Essendo legata ai luoghi del potere e dell'autorità (la Chiesa), essa penetrò anche il discorso delle cancellerie e della politica, permeando la retorica dei protagonisti della grande storia.
Archaeologica, 2019
https://www.bretschneider.it/libro/9788876893179 Il volume propone una nuova analisi dell’idea di paesaggio nella cultura e nell’immaginario latini, svolta sulla base della documentazione letteraria ed iconografica, con particolare riguardo per le Metamorfosi di Ovidio e per la pittura mitologica di I secolo a.C-I sec. d.C. Per mezzo di uno studio comparato che incrocia testo ed immagine a servizio di un unico obiettivo di conoscenza, si discoprono le qualità formali ed i meccanismi di composizione dei paesaggi antichi, assieme al ruolo determinante da essi giocato rispetto alla definizione delle categorie estetiche di idillio e anti-idillio, comprese insieme in quella più ampia di dramma. Proprio in funzione dell’espressione del dramma si dispiegano le ricche risorse formali del repertorio paesistico, le quali, sia letterarie che iconografiche, impiegano il segno in modo simbolico per farne il tramite di significati profondi legati ai grandi temi mitologici della classicità. This book offers a fresh analysis of the idea of landscape in the Latin culture and imaginary, drawing on the literary and iconographical sources, and in particular on Ovid’s Metamorphoses and the mythological painting of the Ist century BC - Ist century AD. Through a comparative study that interweaves text and image in the service of a single scholarly objective, it brings to light the formal qualities and compositional mechanisms of ancient landscapes, alongside their fundamental role in defining the aesthetic categories of idyll and anti-idyll, both comprised within the broader genre of drama. The landscape repertoire’s wealth of formal resources are deployed precisely as a function of dramatic expression: both literary and iconographical, they employ this device symbolically, using it as a conduit for profound meanings linked to the major mythological themes of classical antiquity.
Il secolo di Dante, Bompiani, 2012 (trad. di Dante and the Origins of Italian Literary Culture), 2012
Libraccio, Milano, 2011; 2nd ed., revised and augmented, 2018
Since its beginnings, Luchino Visconti’s career was characterized by scandals, controversies, censures and even seizures, as a consequence of a particularly reactionary context but also of a transgressive intention which found its main expression in the representation of alternative sexualities and masculinities. Through a large amount of unpublished documents preserved in various archives and among Visconti’s papers, this book aims to study this largely overlooked aspect of Visconti’s work in relation to its cultural context, focusing on five case studies: the staging of Marcel Achard’s “Adamo” (1945) and Giovanni Testori’s “L’Arialda” (1961), and the films “Ossessione” (1943), “Senso” (1954) and “Rocco e i suoi fratelli” (1960).
DANTE E LE ARTI FIGURATIVE: UN BILANCIO DEGLI ULTIMI STUDI* Nella discussione sull'interdisciplinarità o pluridisciplinarità degli studi che caratterizza ormai da tempo la metodologia della ricerca storico-artistica, il codice figurato si presenta come oggetto privilegiato. Organismo complesso costituito dalla complementarietà di materiali scrittori, testi verbali e figurativi iconici e/o aniconici, esso richiede competenze specialistiche diverse: codicologiche, paleografiche, letterarie e filologiche -nel caso dei codici danteschi che qui ci interessa -oltre che storico-artistiche; inoltre, la capacità da parte dello studioso di far dialogare tra loro tali singole componenti del "paratesto editoriale" cogliendone le reciproche interconnessioni. Si è venuta così sempre più approfondendo, in questi ultimi decenni, la riflessione sull'unità del libro, e sulla necessità di adottare criteri di valutazione che di essa tengano conto nell'analisi: contributi importanti sia di storici dell'arte, tesi a rivendicare lo status della miniatura fuori dalle fuorvianti generalizzazioni e dai pregiudizi che l'hanno considerata "pittura in piccolo", sia di filologi, che hanno posto l'attenzione su elementi come la funzione della mise en page e delle scelte figurative in rapporto al testo e ad eventuali condizionamenti ideologici messi in atto dall'autore.
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Oltre la Commedia. Dante e il canone antico della lirica (1450-1600), a cura di Laura Banella e Franco Tomasi, Roma, Carocci, 2020
in Carlota Cattermole - Marcello Ciccuto (a cura di): MITI FIGURE METAMORFOSI L'OVIDIO DI DANTE a cura di CARLOTA CATTERMOLE e MARCELLO CICCUTO, 2019
Le forme del comico. Atti delle sessioni parallele del XXI Congresso dell’ADI (Associazione degli Italianisti), Firenze, 6-9 settembre 2017, a cura di Francesca Castellano, Irene Gambacorti, Ilaria Macera, Giulia Tellini, Firenze, Società Editrice Fiorentina, 2019
LA TRANSGRESIÓN FEMENINA EN LA LITERATURA ITALIANA, 2022
Il nuovo Nautilus. Studi e ricerche del Liceo Torricelli-Ballardini, 2021
Scritti offerti in onore di Francesco Mazzoni degli allievi fiorentini, 1998
Acheruntica. La discesa agli Inferi dall’antichità classica alla cultura contemporanea, a cura di Roberto M. Danese, Anna Santucci, Alessio Torino, 2020
Le poetriae del medioevo latino. Modelli, fortuna, commenti, a cura di Gian Carlo Alessio e Domenico Losappio, 2017
Dante a Verona (2015-2021) a cura di Edoardo Ferrarini, Paolo Pellegrini, Simone Pregnolato, 2018