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During the time of Ippolito d'Este's archbishopric in Esztergom, Hungary, an Italian o;cer was leading the economic accounting, whose name was Piero Pincharo de Parma. His books are considered to be essential sources for researchers of the Hungarian Middle Ages. Investigating his character, we can get closer to the order of the accountancy, his responsibilities, and we can follow his life in Hungary.
Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken 92 (2012) 359–380.
Rivista di Studi ungheresi 22, 2023
Questo breve saggio è un estratto da un lavoro di tesi magistrale dal titolo «Potevo arrivare al mare anche senza di loro». Ethos e campo letterario negli esuli di Fiume: vi si delinea un campo letterario fiumano autonomizzato dalle dinamiche di potere che colpirono la città a partire dalla conclusione della Prima guerra mondiale. Gli autori analizzati – Viktor Garády, Géza Kenedi e Lőrinc Szabó per la parte ungherese, Enrico Morovich e Paolo Santarcangeli per quella italiana – sono accomunati dalla nazionalità magiara e dall’interiorizzazione di un ethos fiumano di libertà che permette loro di produrre una letteratura desiderosa di restituire un’immagine della città intima e naturale, lontana dalle leggi della violenza simbolica e dei campi del potere. Sono sviluppate le considerazioni di critica letteraria integrandole con dei riferimenti alla storiografia istro-dalmata e alla sociologia di Pierre Bourdieu. Dopo una riflessione sulla problematica definizione di “letteratura dell’esodo” si giunge a definire le premesse del campo letterario fiumano come spazio sociale risultato della città come corpus separatum insensibile alle dinamiche della violenza simbolica tipica di una società sottomessa al potere. Questo saggio vuole proporre alcune riflessioni sull’opera di Viktor Garády, mettendo a disposizione la traduzione inedita di alcuni frammenti delle sue raccolte nell’ottica di una letteratura ungaro-fiumana distante dalla famosa “fiumanità di passaggio” tanto cara ad altri autori ungheresi, iscrivendo l’opera di Garády a una sorta di “surrealismo fiumano” di cui l’italiano Enrico Morovich può essere un altro rappresentante.
2018
Un professore ungherese dell'Angelicum contro il capitalismo La concezione tomista di Sándor Horváth O. P. sul diritto di proprietà ZOLTÁN TURGONYI Il domenicano ungherese Sándor Horváth (1884-1956) era nel primo dopoguerra uno dei pochissimi pensatori ungheresi di fama internazionale. Dal punto di vista di questa fama era favorevole che parecchie delle sue opere importanti furono scritte in tedesco, e che l'autore stesso visse fra le due guerre sedici anni all'estero, insegnando in Italia dal 1922 fino al 1930, poi a Friburgo, nella Svizzera, fino al 1938. Questo suo soggiorno italiano, prima a Chieri, poi dal 1928 a Roma, nell'Angelicum, è già in sé stesso un incrocio italo-ungherese. Ma anche il libro più famoso di Horváth, sul diritto di proprietà, è in rapporto stretto con la dottrina sociale dei Papi, e loro, a quella epoca, erano tutti italiani (per non parlare dell'autore interpretato da Horváth, san Tommaso d'Aquino, che era parimenti italiano…), così la mia scelta di tema per questo convegno è, secondo me, completamente giustificata. Il titolo del libro in questione, pubblicato in tedesco nel 1929, è Eigentumsrecht nach dem heiligen Thomas von Aquin 1. Il tema, però, è presente anche in molti altri scritti di Horváth, così in ciò che segue userò anche questi per presentare la concezione del domenicano ungherese. Ma anzitutto devo parlare un po' dei quadri teoretici fra i quali la teoria di Horváth si inserisce. Essendo un tomista, Horváth prova a seguire il più fedelmente possibile il pensiero di san Tommaso, anche nella sua teoria del diritto naturale che adesso ci interessa in particolare. Nelle opere di Horváth troviamo la nozione ben conosciuta della legge eterna, intesa come piano divino dell'ordine dell'Universo 2 , ordine che lui identifica con il bene comune in senso generale 3 , la cui parte è il bene comune dell'umanità, definito da lui come «la conservazione e il perfezionamento della specie umana» 4. Così la legge naturale morale,
Between, 2018
Partendo dal volume di Francesco de Cristofaro e Marco Viscardi "Il borghese fa il mondo", qualche riflessione sul termine bourgeois in Balzac, e sulla sua contrapposizione all'artista.
Storia di una delle più celebri maschere del nostro cinema.
Lo sceneggiatore Piero De Bernardi racconta della riduzione dei racconti del celebre ragioniere per il grande schermo.
2003
La mia esperienza di lettrice (spettatrice) e di docente di italiano non madre lingua brought to you by CORE View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk
Librosdelacorte.es, 2021
Il saggio prospetta alcune considerazioni sull’allineamento internazionale del Regno di Napoli nel XVIII secolo e sulla graduale apertura realizzata nei confronti dell’Austria dopo la drammatica rottura del 1734, quando Carlo di Borbone pose fine alla dominazione asburgica nel Mezzogiorno e si impadronì del trono meridionale. Attraverso un particolare caso di studio, indaga le reazioni ai mutamenti dinastici elaborate della società napoletana o, per meglio dire, da una parte dei gruppi dominanti. Le vicende del principe Antonio Pignatelli Aymerich sono ricostruite nella convinzione che il genere biografico, aldilà dell’evolversi delle tendenze storiografiche e dell’affinarsi delle metodologie di ricerca, conservi un suo particolare fascino narrativo e presenti un’efficacia descrittiva e interpretativa del contesto in cui si dipanano le storie indagate. La significatività del caso permette riflessioni in margine a nodi problematici centrali nella odierna storiografia, interessata agli italiani al servizio della Monarchia iberica, alle loro carriere itineranti, realizzate con il favore della corte, al loro inserimento in élites transnazionali aggregate intorno al sovrano; consente, inoltre, precisazioni sui ruoli delle donne e sulle valenze dei matrimoni misti e/o delle unioni endogamiche. The essay offers some considerations on the international alignment of the Kingdom of Naples in the eighteenth century and on the gradual opening towards Austria after the dramatic break in 1734, when Charles of Bourbon put an end to the Habsburg domination in the South of Italy and seized the throne. Through a particular case study, the essay investigates the reactions to dynastic changes elaborated by Neapolitan society or, better, by a part of the dominant groups. The events of Prince Antonio Pignatelli Aymerich are reconstructed in the belief that the biographical genre, beyond the evolution of historiographic trends and the refinement of research methodologies, retains its particular narrative charm and presents a descriptive and interpretative efficacy of the context in which the investigated stories unfold. The significance of the case allows reflections on the margins of central problematic nodes in today's historiography, interested in Italians at the service of the Iberian Monarchy, in their itinerant careers, realized with the favor of the court, in their insertion in transnational élites aggregated around the sovereign; it also allows clarifications on the roles of women and on the values of mixed marriages and / or endogamous unions.
https://adrianobrunoalbertomaini.blogspot.com/, 2023
Iruzionale.Il primato della capitale è rapidaf mentema efficacemente delineato. Non manii! ca,infine, un riferimento al profilo privilegiato 4 dellecittà oltre a quello della capitale, il caso di I. maggiore concentrazione di privilegi fiscali e t <riunsd1Z10nah del Regno. • o Dopo la Descrùtione, il M. pubblicò Sito et i antichità della città di Pozzuolo e del suo amenis-
Hungarians who speak Italian fluently usually commit several pronunciation mistakes. These mistakes go unnoticed, sometimes even by native Italians because of the extreme dialectal fragmentation of Italian. However, the recurrent phonetic and phonological features of the Hungarian foreign accent show great differences compared to any Italian varieties. The aim of this paper is to collect and analyse the most common phonetic and phonological characteristics of the foreign accent of Hungarians while speaking Italian, and possibly help them avoid the most obvious mistakes, or, where it is not possible, at least make them realise the Hungarian aspects of their speech that affect their pronunciation of Italian.
In this paper I evaluate Richard Posner's discussion on "pragmatism". The result of the analysis is that Posner can arguably use only a very weak meaning of pragmatism ("policy jurisprudence"). The discussion first points out the features of legal pragmatism, as generally understood. The focus then moves to Posner's own position on the topic. Finally, the two conceptions of pragmatism are used for evaluating to which extent Posner's economic analysis of law is pragmatic.
Artifara: Revista de lenguas y literaturas ibéricas y …, 2005
Il dualismo Nord–Sud: vecchie e nuove questioni in Italia e nel Mediterraneo, 2019
La Legione ungherese nella battaglia di Montefalcione
) Italia e Ungheria tra pace e guerra fredda (1945-1955). A cura di Francesco, Guida; Zoltán, Turgonyi. Budapest , 2020
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Rivista di scienze preistoriche, 2007
The Early Neolithic settlement at Botteghino (Parma) -The site at Botteghino, carried out between 2003 and 2004, is the fi rst evidence regarding the Late Neolithic in Parma territory. The excavation brought to light an articulated archeological stratigraphy referred to quite a few settlement phases, as documented by the presence of a canal, a well, hearths, storage-pits and several pole-pits related to rectangular shaped buildings. The pottery found is referable to Chassey Culture. Spindle whorls and clay spatulas for pottery were also found. The chipped stone assemblage shows a relevant use of pressure fl aking technique characteristic of Chassey Groups. It is also interesting the presence, besides two copper awls, of copper slags and of a fragment of a melting crucible.
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