Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2019
…
44 pages
1 file
Scienza e tecnologia non sono elementi separati della (e anche dalla) rivoluzione. Il sistema di macchine è parte dell'evoluzione di Homo sapiens, e quando si parla di evoluzione della nostra specie ormai non è più in questione la storia di un passato durato milioni di anni ma un futuro che si misura a decenni, tanto è avanzata l'influenza della scienza, della tecnologia e delle macchine automatiche sulla vita dell'uomo. La natura ci ha condotti al capitalismo che riteniamo sia una parentesi transitoria da cancellare al più presto. Quella di chi è in regola con la società futura è in un certo senso una lotta contro la spontaneità della natura a favore della capacità di progetto dell'uomo. Quando si parla di comunismo, quindi, non si parla affatto di una forma di governo o di qualche banalità analoga, si parla di un rovesciamento totale non solo della società, della produzione, del modo di vivere, ma di tutto l'universo della conoscenza, della pratica tecnica, del rapporto fra uomini e fra uomini e natura.
ALFABETA 2, 2016
Il futuro può attendere-di Cristina Morini Chiariamo un aspetto importante: non ha mai puntato al futuro, il pensiero delle donne. Prima di qualsiasi proiezione sul "dopo", viene la vita presente e il modo in cui si vive. Prima di concentrarsi sulla forma da imprimere al domani, di pensare alla sovversione di nebbiosi orizzonti nella lontananza e a tutti i passi da fare in avanti (e oltre) per arrampicarsi fin lassù, le donne sottolineano l'importanza della trasformazione dell'oggi, il valore del cambiamento della vita quotidiana che ricompone ciò che la divisione sociale del lavoro scompone, del respiro che ci regaliamo nella presenza, parlando, agendo e lottando, adesso, qui. Così, l'ansia di futuro o all'opposto il senso di vuoto che origina dalla assenza ideale dello stesso, vengono declinati diversamente dalle donne. L'idea di muoversi pensando al "poi", andando oltre lo spazio e il tempo che segnano la finitudine di ciascuno e ciascuna di noi, si lega in qualche misura a un senso della trascendenza che ha molto a che vedere con l'identità maschile e caratterizza la cultura occidentale. Anche quando l'ispirazione è materialistica, non si schiva una tensione in avanti che si fa differimento, slittamento irresistibile, presunzione antropocentrica, esaltazione di qualità singolari (etiche, rivoluzionarie, ascetiche, sacrificali), ricerca di supremazie, di gruppi d'elezione. Anche la radicalizzazione della collocazione umana nell'immanenza spesso non sfugge, suo malgrado, dall'accollare all'uomo un'essenza infinita che in qualche modo riproduce il divino. Si pensi poi allo spirito del capitalismo evocato da Max Weber che rinvia ogni piacere in vista del reinvestimento futuro cosicché "il capitalismo risulta essere la traduzione secolarizzata della fede protestante nell'autocontrollo metodico dello stato d'elezione", come ha notato Elettra Stimilli 1. Detto questo, bisogna intendersi, perché innegabilmente nella stessa idea di "riproduzione" connessa da vicino alla corporeità delle donne, a quel soggetto incarnato che impronta il femminismo, è implicito un senso di trasmissione e di potenza degli esseri viventi, dove non c'è inizio e non c'è fine ma continue trasformazioni. Non ha alcun senso piangere sulla fine della storia, non ci sarà una forma di assoluto a cui tendere, c'è, però, innegabilmente, divenire, movimento. Ci sono le voci di un divenire costituito da traiettorie che segnano spostamenti verso le periferie, lontano dal presunto centro impersonato dall'uomo, dal "maschile" occidentale, fuori dal concetto di rappresentazione. C'è, in questo movimento centrifugo, anche e soprattutto, il dovere di dare un senso preciso a ogni azione umana, anche alla più banale, per quanto piccola o minore, nello scambio materiale e a un tempo creativo che può svilupparsi. Nota è, per altro, l'affermazione, assai forte, del Manifesto di Rivolta Femminile, "il marxismo ci ha vendute alla rivoluzione ipotetica" e l'appello alla ricerca di "un gesto di rivolta da non sacrificarsi né all'organizzazione né al proselitismo" con cui si chiudono quelle pagine 2. Tutto ciò, credo, ci serve molto-mentre discutiamo della fine delle istituzioni, dell'Europa, di un certo modo di intendere la politica-per pensare la decostruzione politica del soggetto occidentale maggioritario e le forme che ha imposto alla politica e alla società. In altre parole, bisogna insistere su un progressivo processo di dis-identificazione rispetto a un sistema di valori che mostra tutta la sua terribile debolezza e il suo tragico fallimento, per costruire alleanze reali, non immaginarie o simboliche tra i soggetti. A ben guardare, infatti, oggi, qui, nella precarietà esistenziale generalizzata, noi siamo tutte e tutti quel minore che deve rigettare di autoimporsi il 1 Elettra Stimilli, "Metodica dell'esistenza e capitale umano" in Biopolitica, bioeconomia e processi di soggettivazione
Aula di Lettere Zanichelli
Il futuro è alle nostre spalle, e giunge da lontano Se il tempo in sé è un enigma, ancora più inestricabile è per noi l'enigma del futuro. Nelle lingue antiche l'espressione del concetto di futuro è complessa: Roberta Ioli ne offre un'analisi sia per il latino che per il greco. 3 novembre 2023 di Roberta Ioli S «e nessuno mi chiede cos'è il tempo, lo so, ma se voglio spiegarlo a chi mi interroga, non lo so più». Così scrive Agostino, che al mistero del tempo ha dedicato pagine folgoranti nel libro XI delle Confessioni. Per Agostino il tempo è nel mondo e con il mondo: la sua essenza è psichica, dunque interamente soggettiva. Il tempo è mutamento e movimento e, in quanto distensio animi, esso può venir misurato solo all'interno della coscienza. Il passato è un non più, il futuro un non ancora, e il presente sembra assottigliarsi no a coincidere con la linea divisoria che separa queste due forme di «non essere». Ma se il presente è solo nell'istante, esso risulterà inafferrabile, inesteso, senza durata. Dunque, perché lo percepiamo lento o veloce, con trepidazione o paura? Se il tempo in sé è un enigma, ancora più inestricabile è per noi l'enigma del futuro.
i-lex, 2024
In this paper I would like to reflect on how different uses of AI systems affect the dichotomy between being and ought. By the end of the paper, I will argue that some of these ways involve a restructuring of modes of norm production that requires a comprehensive rethinking of the dichotomy. The main novelty lies in the peculiar way in which these modalities can bring about the future. I will also argue that it also gives rise to a powerful urge to reconceptualise the ways in which law relates to the social substratum in which it is called upon to intervene.
A fini accademici si specifica che l'"introduzione" è stata scritta da entrambi gli autori, che a Marco Assennato si devono i paragrafi da "Etica ambientale, dualismo, nostalgia" a "architettura e naturalismo", mentre le "conclusioni" si devono a Françoise Very. 1 Sulla valutazione politica del vertice di Copenhagen si rimanda qui alla rivista «Mouvements. Des Idées et des luttes», 63, juilletspetembre 2010, interamente dedicata al tema, e a Stenglers, 2009.
Le arti e il gioco nelle strategie educative dell’inclusione Atti del Convegno, 2022
Il gioco è uno dei grandi temi del futurismo. Te‐ matizzato specificamente da Balla e Depero, che ad esso dedicheranno un Manifesto, anima l’inte‐ resse di molti altri rappresentanti del movimento: Russolo, Azari, Cangiullo, Prampolini. Il gioco per i futuristi è invenzione, fonte di rinnovamento e di rallegramento dell’esistenza. Non si gioca solo da bambini, ma bisogna giocare anche da adulti, a nascondino, ad esempio, affinché la realtà non ci ingabbi nelle sue maglie. Gioco è quindi, per i fu‐turisti, in essenza dinamismo, potere trasformativo, immaginazione senza fili.
2019
As in all territories just touched by modernisation, even in the inland areas of Italy the new generations, returning or going for the first time in the places of their ancestors, become "indigenous of the XXI century" (Clifford): thus showing that the apparently inevitable modernity, populated by cities, malls, highways, is not our only destiny; and that history is neither closed nor finished, but is full of branches and gems that open up to different ways of thinking time. Thus, in the dialectic between staying and coming back, between resistance and resilience, animated by "place consciousness" (Magnaghi), a space opens for a recovery of memory, even in its dispersed and isolated shreds: a memory that, switching from an archival tradition to the practical concept of safeguard, returns from the past to drive the future.
Cosa pensiamo della scienza in generale o di una certa innovazione tecnologica in particolare non dipende semplicemente dall'alfabetizzazione scientifica o dalle informazioni che abbiamo su quell'innovazione. Da quando la percezione pubblica viene studiata sono stati messi in evidenza fattori sociali che contribuiscono alla formazione dell'opinione dei singoli. Ed esplorare il ruolo dell'immaginazione è divenuto rilevante in tutti quei casi in cui si ha a che fare con visioni nitidamente contrapposte dell'innovazione. Da un lato, c'è chi la vede come un insieme di benefici potenziali e, dall'altro, chi la vede come una manomissione della natura. La comunicazione tra questi due si riduce a un monologo bipolare. Secondo "l'ipetesi zero" della sociologia della scienza, la conoscenza scientifica è l'esito di una costruzione sociale. Andrannno indagati quindi anche simboli, credenze e sentimenti nel loro lavoro quotidiano di costituire la scienza. L'innovazione scientifico-tecnologica mette sotto scacco tanto la percezione pubblica quanto la formazione specialistica dello scienziato, rischiando di inibire l'immaginazione sociologica del nostro futuro. Immaginazione sociologia, come la descrive Mills, è la facoltà di abbracciare con la mente le trasformazioni più impersonali e remote e le reazioni più intime della persona umana e di fissarne il rapporto reciproco. A muoverla è semore il bisogno di conoscere il senso sociale e storico dell'individuo nella società. (occhi con i quali ognuno di noi guarda dentro la casa nella quale sta vivendo). E allora lo studio della nostra immaginazione sociologica non può esimersi dall'analizzare la rappresentazione che ci diamo del cambiamento in atto, dell'innovazione, del futuro. Dobbiamo quindi individuare gli odierni pilastri cognitivi del nostro futuro. (SPIEGAZIONE DEL TITOLO DEL LIBRO). La storia non passa, ma semplicemente si sedimenta in una complessità stratificata, al fondo di una cultura potremo ritrovare tracce di tutte le culture che l'hanno originata.
Italian translation of a talk give in English at an international meeting of archaeologists in San Sebastian, Spain, in 1996. The subject was "The Popularization of archaeology"
A proposito del volume di Roberto Cingolani – Giorgio Metta, Umani e umanoidi. Vivere con i robot, Il Mulino, 2015, pp. 183.
A cento anni dalla nascita del filosofo italiano Felice Balbo ci si interroga su come sia cambiata la percezione del futuro e se sia davvero possibile immaginare "un altro futuro".
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Abitare nel tempo. Venti ville del Novecento, 2020
L'Arengario S.B., Il cinema di Pier Paolo Pasolini. Libri fotografie giornali manifesti. Filmografia completa, 2011
«Nuova rivista di letteratura italiana»XII (2009 - ma 2012), 1-2, pp. 153-176., 2012
Locus Amoenus, 2014
Fata Morgana Web. Un anno di visioni, 2019