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2021, Venezia, Damocle Edizioni, 2021. ISBN: 978-88-32163-24-7.
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Aretino è un perfetto modello di veneziano foresto, che in queste quattro lettere mostra diverse sfumature della città (lode delle sue virtù, descrizione della vita quotidiana, elogio della sua architettura e un dipinto immaginario del tramonto).
"Nuovo Rinascimento", 2020
Alessandro Luzio (1857-1946) non portò mai a compimento quella monografia su Pietro Aretino che egli vagheggiava. Le sue ricerche però rappresentarono una svolta negli studi aretiniani, non tanto per l'interpretazione del personaggio come primo "giornalista" (che ormai ha fatto il suo tempo), quanto per la singolare messe di documenti, di testi, di informazioni che egli mise in luce e che rinnovarono in modo radicale la conoscenza dell'uomo, dello scrittore, dell'ambiente in cui visse e operò. Gli interventi minori sono stati recentemente raccolti da P. Marini (Manziana 2010). La proposta del testo elettronico di questo importante libretto, folto di notizie sulle quali è bene continuare a meditare e scritto con arguta e cordiale franchezza, non è forse disutile.
“Con parola brieve e con figura”. Emblemi e imprese fra antico e moderno, a cura di L. Bolzoni e S. Volterrani, Pisa, Edizioni della Normale, 2008, pp. 199-228
“Pietro pictore Aretino”. Una parola complice per l’arte del Rinascimento, a cura di Paolo Procaccioli, 2019
Nel mio intervento vorrei affrontare (o meglio tentare di affrontare) il complesso rapporto intercorso fra Pietro Aretino e il suo più giovane concittadino, Giorgio Vasari.
1. Per Francesco Salviati, riconosciuto campione della grande stagione manierista tra Roma e Firenze, manca una disamina delle attestazioni letterarie della sua fama e della ricezione della sua pittura tra i contemporanei 1 . Tali attestazioni sono numerose, criticamente notevoli e richiedono di essere affrontate sotto molteplici punti di vista. Si tratta, infatti, di materiali eterogenei: epistole, sonetti, lettere dedicatorie, menzioni all'interno di testi sulle arti o ancora in opere quali Le carte parlanti di Pietro Aretino del 1543 o il dialogo La nobiltà delle donne di Ludovico Domenichi del 1549, che pur non riguardando strettamente le arti tante informazioni forniscono sul pittore. L'artista godette di una grande fortuna presso i suoi contemporanei e già a partire dalla fine degli anni Trenta, in anticipo rispetto alla prima edizione delle Vite vasariane (1550), il suo nome inizia ad essere presente nelle opere a stampa di alcuni dei più importanti umanisti del Cinquecento.
in “PIETRO PICTORE ARRETINO”. Una parola complice per l’arte del Rinascimento, Atti del convegno internazionale di studi (Venezia, Fondazione Giorgio Cini 17-19 ottobre 2018), a cura di Anna Bisceglia, Matteo Ceriana, Paolo Procaccioli, Venezia, Marsilio, 2019
ll contributo ripercorre la storia della fortuna di Pietro Aretino come critico d'arte; una questione complessa che appare ancora oggi sfuggente non solo dal punto di vista della definizione di partenza, ma anche per i tanti problemi sollevati dal dibattito sulla lingua e dai vuoti generati dalla damnatio memoriae che ha colpito i suoi scritti. Nella prima parte vengono messi in evidenze gli aspetti più singolari della personalità letteraria dello scrittore, in relazione al suo rapporto con le arti, in particolare con la pittura veneziana del Cinquecento e con i suoi principali esponenti: Tiziano e Tintoretto. Nella seconda parte l'argomento viene affrontato a partire dagli interventi dei letterati e degli storici dell'arte che nel secolo scorso si sono occupati di questo tema: da Lionello Venturi a Sergio Ortolani, da Roberto Longhi a Rodolfo Pallucchini. Nella terza ed ultima parte, infine, si propone un breve excursus storico attraverso tre secoli di storia della letteratura artistica italiana, da Lodovico Dolce a Giovanni Battista Cavalcaselle, al fine di rilevare i principali snodi del dibattito scaturito intorno agli scritti dell'Aretino dedicati agli artisti del suo tempo e alle loro opere.
Il trapianto di Pietro Aretino a Roma, dopo la giovinezza consumata a Perugia a studiare pittura, avviene anche nel segno di un anziano e celebre poeta, suo conterraneo, Bernardo Accolti, detto l’Unico. Pietro stesso ricorda come Bernardo lo facesse cavalcare per Roma per tutta una giornata al suo fianco per dimostrare come fosse una sua “creatura”, un suo protetto. E il vecchio insegnava al giovane non tanto la poesia, quanto piuttosto la cortigianìa, l'arte del comportamento, come essere personaggio nel gran teatro della corte: un'arte propriamente attoriale, che il maestro aveva praticato con successo per tutta la vita e che l'ambizioso discepolo era quanto mai ricettivo e disponibile a imparare.
«Acciò che ’l nostro dire sia ben chiaro». Scritti per Nicoletta Maraschio, Firenze, Accademia della Crusca, pp. 467-76, 2018
Non ci sono molte lettere nel gruppo dei testi veneziani scritti entro il 1321, il termine a cui si fermano le due sillogi di Bertanza-Lazzarini 1891 e Stussi 1965 -nelle quali peraltro questo tipo testuale non è rappresentato -, e le poche finora pubblicate sono copie di cancelleria di lettere di prevalente o esclusivo interesse pubblico e diplomatico 1 . Non è dunque inutile, credo, presentare una lettera privata scritta in volgare veneziano il 12 agosto di un anno non indicato dal mittente -secondo un uso non raro nella prassi epistolare bassomedievale -ma probabilmente di poco anteriore al 1320. L'interesse principale di testi di tal genere, a qualunque epoca appartengano, sta nel fatto che permettono spesso di cogliere aspetti familiari della vita (e della lingua) d'ogni giorno che in altre fonti stentano ad affiorare.
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"Nuovo Rinascimento", 2020
L'Ellisse. Studi storici di letteratura italiana XIV/1, 2019
Bibliothecae.it, 2017
Gian Matteo Giberti (1495-1543) Atti del Convegno di studi Verona 2-3 dicembre 2009 a cura di Marco Agostini e Giovanna Baldissin Molli , 2012
Incontri. Rivista europea di studi italiani, 2013
Quaderni d'italianistica, 1990
"Di qui Spagna et Italia han mostro / chiaro l’onor": Estudios dedicados a Tobia R.Toscano sobre Nápoles en tiempos de Garcilaso, 2020, ISBN 978-84-490-8973-2, págs. 323-339, 2020
Quaderni d'Italianistica, 2000