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Un episodio dimenticato del contrasto fra scienza e Chiesa a metà dell'ottocento; protagonisti il fisico mantovanoGilberto Govi, di origini ebraiche, e il matematico cattolico Francesco Faà di Bruno.
Una giovane ed illibata coppietta in viaggio di nozze, finita per accidente in un tetro castello della Transilvania, scopre un mondo inaspettato quando Tim Curry, con labbra rosso fuoco e muscoli messi in evidenza dal corpetto di pizzo, irrompe sulla scena e nelle loro timide vite, cantando I 'm just a Sweet Transvestite from Transexual Transylvania. E' quello che accade in The Rocky Horror Picture Show, film cult di Jim Sharman (1975) 1 , dove Tim Currey presta la sua sontuosa voce baritonale, arricchita da sfumature contraltili, al «dolce travestito» dottor Frank-N-Furter, scienziato pazzo dai folli esperimenti e dalla scatenata bisessualità. Il film è tratto da un musical di grande successo di Richard O'Brien del 1973; travestitismo ed omosessualità, del resto, non erano insoliti nel genere: basti pensare a Victor Victoria (1982) con Julie Andrews, a Cabaret di Bob Fosse del 1966, o a Chicago, sempre di Fosse, in cui il personaggio di Mary Sunshine si rivela un uomo en travesti, capace di passare dai virtuosismi canori del soprano ad una inquietante voce baritonale, mentre la più recente operarock Rent (1996), ispirata alla Bohème di Puccini, mette in scena una coppia lesbica . Gli anni Settanta segnano indubbiamente una trasformazione nel mondo della musica pop e rock . Con l'esaurirsi dell'ondata del '68, caratterizzata dall'utilizzazione dei temi politici impegnati della protesta giovanile, alla rabbia e alla protervia del bad boy alla Mick Jagger si è via via sostituita l'immagine spettacolare di un divo-feticcio, la cui trasgressione ha assunto una coloritura sempre più marcatamente sessuale. La sregolatezza, come si sa, è una caratteristica comune di numerose star del mondo musicale jazz, rock e pop, accomunate da vite "spericolate", segnate da abusi di droghe e da morti precoci, Janis Joplin ed Amy Winehouse, Billie Holiday e Jim Morrison, per fare qualche esempio; ma nel corso degli anni '80 e '90 sono esplose modalità comunicative improntate soprattutto a deviazione di genere, cross dressing, ambivalenza e feticizzazione, divenute parte integrante dell'immagine erotica di sé esibita dalle star contemporanee. Nel 1972, in una intervista alla rivista musicale «Melody Maker», David Bowie dichiarò di essere bisessuale e anche Patti Smith, sacerdotessa libertaria e dolente del rock "maudit", dall'aspetto androgino e dalla voce estasiata e dirompente, fece a suo tempo una dichiarazione simile; Lou Reed, Peter Gabriel, il gruppo dei New York Dolls cantavano 1 I'm just a Sweet Transvestite from Transexual Transylvania è stata registrata anche da Mina, una delle icone gay del panorama canoro nazionale, nell'album Italiana (1982); vedi Piero Scaruffi, Storia del rock, Padova, Arcana, 1990Arcana, -1997
Nóema. Rivista online di filosofia., 2015
Questo studio intende comprendere la prospettiva genealogica e biopolitica nietzscheana, negli anni 1876-1888, sul senso e il ruolo del concetto di comunità e il tentativo nietzscheano di superarne il significato tradizionale, offrendone un’alternativa possibile. Pertanto si è tentato di seguire il pensiero di Nietzsche sulla formazione comunitaria; la relazione ontologica e politica individuo-comunità; le strategie di conservazione immunitaria e di esclusione messe in atto all’interno dell’organismo politico e sociale; la costruzione comunitaria dell’individuo, il suo governo e il suo ruolo all’interno della comunità, pensata come possibile se organizzata gerarchicamente e aristocraticamente. Si è scelto come paradigma della lettura nietzscheana della comunità quello della zarathustriana comunità degli amici, al fine di chiarire la questione dell'essere in comune; a tal proposito si è cercato di pensare l’eventualità dell’Übermensch come risposta etico-politica di Nietzsche alla fine della vecchia comunità religioso-metafisica e politica. La lettura del pensiero nietzscheano ha offerto l’occasione di seguire Nietzsche nel tentativo di pensare un nuovo tipo di comunità e un nuovo individuo, strettamente legato al pensiero di un nuovo «tipo umano». Parole chiave: Nietzsche; comunità; individuo; comunitarismo; Übermensch; amicizia.
PATH, 2018
In una società sempre più stanca perché bombardata da continui e contraddittori stimoli e sempre più incapace di uscire dal suo ripiegamento narcisistico, il richiamo a una vita luminosa passa attraverso l’appello dell’agape. Occorre scommettere su di esso, sulla sua capacità di rischiarare il senso dell’esistere e sulla sua potenza trasformante: etsi amor daretur.
italianisticaultraiectina.org
Nell'opera della scrittrice Erminia Dell'Oro, nata in Eritrea da una famiglia di primi coloniali, l'ebraismo diventa il simbolo principale per analizzare lo sradicamento e le dinamiche dell'esilio e della diaspora. Tale visione dell'ebraismo proviene non tanto da ragioni autobiografiche (anche se la madre dell'autrice era di origine ebraica), quanto piuttosto dalla scelta di utilizzare la cultura ebraica come metafora e fattore 'esterno' capace di spiegare la realtà circostante, che in un certo senso avvicina la scrittrice italofona all'autore tedesco Winfried G. Sebald. L'Eritrea coloniale e postcoloniale è l'ambientazione privilegiata dei romanzi Asmara addio e Il fiore di Merara. Attraverso un linguaggio ibrido, dove nel tessuto linguistico italiano si inseriscono espressioni locali e vocaboli tigrini, la Dell'Oro traccia un quadro storico del cambiamento radicale che apportò, nella colonia, l'emanazione delle leggi razziali. La multiculturale e multireligiosa Asmara si ritrovò così improvvisamente divisa e segregata: ne fecero le spese, oltre ovviamente agli ebrei, anche i meticci, che per il fascismo erano solo il frutto dell'unione blasfema fra colonizzatori e colonizzati. Oltre ai termini eritrei, importante è per lo stile dell'autrice il rapporto con l'oralità, visibile piuttosto chiaramente dalla modulazione del periodo, nel quale emergono tracce evidenti del linguaggio parlato. Le narrazioni prendono sempre spunto da elementi autobiografici o reali, i cui diversi elementi (ritagli di giornale, lettere, interviste) vengono in seguito rimodellati in funzione dell'intreccio. L'analisi dell'ebraismo e più in generale della diaspora porta infine Dell'Oro da una parte alla costituzione letteraria di un locus amoenus, simbolo di un altrove spaziale e temporale irraggiungibile dove culture e religioni diverse convivevano pacificamente, e dall'altra ad una nuova formulazione dei concetti di 'patria' e 'casa', consapevole che l'uomo non appartiene esclusivamente al Paese in cui è nato o del quale possiede la nazionalità.
Innanzi tutto vorrei dirvi quanto è grande la mia gioia di essere oggi qui con voi per condividere verità della tradizione cristiana che sono sopravvissute nelle Chiese di Cristo per la grazia dello Spirito Santo. Voglio in particolare ringraziare il vescovo Sua Eccellenza mons. Sotir Ferrara che mi ha offerto questa bell'occasione. ed inoltre voglio ringraziare tutti voi per la vostra disponibilità, il vostro affetto e la vostra ospitalità. Desidero anche che sappiate che sono sempre profondissimamente riconoscente alla Chiesa Cattolica perché se la Chiesa Ortodossa è stata mia madre, la Chiesa Cattolica è stata la mia nutrice. Vi sento perciò come miei fratelli e vorrei che anche voi mi sentiste così. Dopo quest'introduzione personale veniamo dunque al nostro tema. Esiste una teologia ortodossa del sacerdozio uxorato? La prima e fondamentale questione è: esiste nella Tradizione della Chiesa ortodossa una-per così dire-teologia ortodossa del sacerdozio uxorato? Direi come ortodosso che per quanto abbia cercato non ho trovato niente di simile! Esiste piuttosto da una parte una teologia del sacerdozio, dall'altra una teologia del matrimonio, ed esistono nella storia e nella tradizione della Chiesa Ortodossa alcuni indizi di collegamento delle due teologie. Quali sono questi indizi? Questi indizi sono alcuni canoni della Chiesa o alcuni avvenimenti nella storia della Chiesa o alcune esperienze di santi registrate nei loro sinassari. Di queste tre categorie d'indizi dobbiamo dire che i più chiari sono i canoni. Tuttavia i canoni come li conosciamo non hanno per lo più un carattere analitico bensì in gran parte costituiscono delle laconiche disposizioni normative. Perciò possono essere considerati solo come indizi e non come chiare e piene formulazioni di una teologia del sacerdozio uxorato! Di conseguenza, che uno parli teologicamente del sacerdozio uxorato nell'ambito della Chiesa Orientale, è un'opera fondata sulla ricerca e sull'interpretazione che egli darà alle informazioni che riuscirà a trovare. Stando così le cose, la mia presentazione oggi si divide in due parti: 1. Una breve elaborazione dei dati della Tradizione che hanno attirato la mia attenzione. 2. La mia opinione personale basata principalmente sulla mia esperienza personale. La mia presentazione sarà quanto più breve e riassuntiva possibile e spero di non stancarvi ma di esservi in qualche modo utile! Breve Elaborazione dei Dati della Tradizione che Hanno Attirato la mia Attenzione Cominciamo col ricordare che, com'è noto, nel Nuovo Testamento, per quanto anche lì non sia sviluppata una qualche concreta teologia del sacerdozio uxorato, si considera in ogni caso ovvio che gli apostoli, i vescovi-presbiteri e i diaconi possano essere sposati! L'unica limitazione è che devono essere sposati una sola volta. Inoltre devono amministrare bene le
AMICIZIA, VERITÀ E FELICITÀ NELL' "ETICA NICOMACHEA" DI ARISTOTELE, 2023
È possibile una riflessione pratica e, al contempo, teoretica sull’αὐτάρκεια, cioè sulla coscienza di sé, in relazione alla φιλία? Essendo la φιλία un bene per l’uomo per il raggiungimento della verità e, quindi, anche di una vita felice, era necessario, secondo Aristotele, dedicarle parte della sua "Etica Nicomachea". La φιλία è la sola capace di conciliare il divino e l’umano, ed è un nesso logico, dinamico e relazionale che si muove su due direzioni: l’una orizzontale e l’altra verticale. Se quest'ultima è propria del pensiero platonico, la prima si dà negli spazi dell’οἶκος e dell’ἀγορά. È in essi che nascono la morale, le consuetudini e le normali prassi di comportamento ed è ad essi che Aristotele di certo guardava, perché sono gli spazi nei quali nell'Antichità agiva l’uomo che, per essenza, è un animale politico.
In the winter of 2008-2009 we were invited by the Soprintendenza di Roma to document the stucco fragments found in 1973 in the Oecus tetrastilus of the western peristyle of the so-called house of Augustus by Gianfilippo Carettoni, which are believed to have belonged to a vaulted ceiling. Contrary to previous suppositions, this new documentation-basis made it possible to identify various compositions and digitally reconstruct parts of the ceiling. The aim of this paper is to present first results of this reconstruction and to determine their historical context in ancient architecture.
Il termine "esotico" nella sua accezione più vasta può indicare, in letteratura e nelle arti, ogni elemento forestiero chiaramente identificabile come tale.
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Philosophical Readings, 2020
in "Teorie critiche del diritto", a cura di M.G. Bernardini, O. Giolo, Pacini editore, Pisa, 2017
E' Un mondo complesso, 2003
Atti del Convegno Matrimoni Misti: una via per l’integrazione tra i popoli, 2012
Italian Review of Legal History, 2021
L'Associazionismo laicale dopo il Concilio Vaticano II. L'esperienza della Diocesi di Bari
Panorama Numismatico, 2018
DEL «RISARCIMENTO PUNITIVO» OVVERO DELL'OSSIMORO, in Europa dir. priv. , 2019
Annali - Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, 2019