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Libretto artigianale che riunisce due saggi sulle raccolte "Uccelli" e "Quasi un racconto" di Umberto Saba.
Per Leggere, 2019
Il saggio è dedicato a due libri di poesia dell’ultimo Umberto Saba, Uccelli e Quasi un racconto. Punto di partenza per l’analisi di queste raccolte è la letteratura ornitologica sette-ottocentesca, cui il poeta fa riferimento sia nei paratesti, sia scrivendo a Vittorio Sereni. Egli si ispirò ai trattati sugli uccelli, ma ritessendo i suggerimenti delle fonti in un discorso nuovo, che assume gli uccelli come presenze rivelatrici dentro la sua personalissima mitografia. Essi si muovono attorno al centro d’indagine rappresentato dall’uomo, suoi specchi ma anche segni di una natura irriducibile all’umano; ed entrano in contatto con riferimenti culturali cari al poeta: Nietzsche, Freud e, filtrata dal celebre saggio freudiano, la figura di Leonardo da Vinci. This essay analyses two late collections of poems by Umberto Saba, Uccelli and Quasi un racconto. As a point of departure, the study examines ornithological literature of the eighteenth and nineteenth centuries to which the poet refers in paratexts and a letter to Vittorio Sereni. The treatises proved so influential that Saba interwove their implications into a new discourse wherein birds assume a revelatory function in the poet’s personal mythography. Humankind represents a center of inquiry around which the birds move, acting as mirrors but also as signs of a nature resistant to reduction for human comprehension. Cultural references to Nietzsche, Freud and Leonardo da Vinci, as figured in Freud’s famous analysis, also come into play.
Il presente contributo approfondisce la singolare e polisemica figura del gufo nella sua evoluzione a cavallo tra gli anni ’40 e ’50 all’interno della prosa, della poesia e della pittura di Carlo Levi (1902-1975). Rappresentato spesso insieme a un orologio, il gufo è collegato – come specifica lo stesso autore – alla questione del tempo, cruciale per la costruzione del romanzo L’orologio (1950). È infatti all’interno del romanzo, oggetto privilegiato della ricerca , che la visione di una temporalità arcaica, incarnata dal gufo, si fonde con l’orologio, simbolo del tempo che fugge. Sebbene la particolare simpatia verso gli uccelli e in particolar modo verso i gufi scaturisca nell’opera e nella vita di Levi prima dell’incontro con Umberto Saba, l’autore dimostra come in realtà le ultime raccolte poetiche del triestino (soprattutto Uccelli) esercitino una specifica influenza sulla definizione della valenza simbolica del gufo e della doppia temporalità interna al romanzo. Si evince infine dall’intreccio di alcune poesie, di alcuni dipinti e di alcuni brani tratti dal romanzo quanto l’apparente superficialità del tema del gufo sia in realtà radicata nella profondità dei lavori di Levi.
La prosa poetica di un'esperienza di morte È il 1946 quando Gesualdo Bufalino, ammalatosi di tisi, ottiene il trasferimento in un sanatorio della Conca d'Oro, fra Palermo e Monreale, la "Rocca", teatro della Diceria. Il ricordo della guerra, della malattia, della degenza presso il sanatorio, il gioco da funambolo in bilico tra la vita e la morte, sono solo alcuni tra i punti cardine dell'opera auto-biografica che segna l'ingresso dell'autore nella società letteraria: "un capogiro soave mi veniva dall'ascoltarmi, dal dar corpo e suono al museo d'ombre che da tempo mi portavo dentro la testa" (Capitolo XV). Inizia l'elaborazione dell'opera intorno al 1950, che rimane però interrotta ad uno stadio larvale, per poi essere ripresa e completata nel 1971: ne segue un attento, scrupoloso, quasi ossessivo lavoro di revisione e perfezionamento, fino alla pubblicazione definitiva del 1981. "Un libro stampato era sì un desiderio, ma era anche qualcosa che gli faceva male", ha affermato in un'intervista Elisabetta Sgarbi, facente parte della giuria per il premio letterario "Campiello", vinto proprio dall'autore comisano con "Diceria dell'Untore".
Aristofane si scaglia contro due uomini del suo tempo: Cleone, guerrafondaio per eccellenza, ed Euripide, al quale rimprovera la tendenza a denigrare i suoi personaggi.
Carte Italiane, 1989
In una lettera inviata alla figlia Linuccia da Trieste il 16 luglio 1946, Umberto Saba scriveva: « Nessuno mai capirà nulla di me; l'Italia mi ha perduto come ha perduto Trieste. Perché, se la mia poesia è-come ogni poesiaun'interpretazione totale del mondo, questo mondo è veduto da Trieste, non da Cesena o da Predappio o da Firenze. E nemmeno da Roma. E' già l'altro mondo, quello che gli italiani non possono assimilare ».^I n questo passo, che risale al periodo di composizione della raccolta Mediterranee , credo si possa trovare un'indicazione preziosa alla comprensione della poesia «Ulisse», significativamente posta dell'autore a conclusione della raccolta e dell'edizione del Canzoniere da lui curata nel 1948. Mi propongo infatti di svolgere dapprima un'analisi testuale e contestuale della poesia, quindi un'interpretazione di essa che, alla luce del brano riportato, illumini le caratterizzazioni «altre» di questa ripresa del mito di Ulisse.
La poesia Ammonizione di Umberto Saba, che apriva Il Canzoniere nell'edizione del 1919 e che, dopo essere stata soppressa nel 1921, fu reinserita nel 1932, rappresenta una sorta di paradigma iniziale di tutta l'opera, come d'altra parte lo sono le prime poesie della raccolta Poesie dell'adolescenza e giovanili (1900)(1901)(1902)(1903)(1904)(1905)(1906)(1907).
Forum Italicum, 2021
L’articolo esamina il romanzo Timira, scritto da Antar Mohamed Marincola e Wu Ming 2 e pubblicato nel 2012. Ci concentriamo su due macrotemi: la marginalità spaziale e culturale rappresentata nel libro o percepita dai personaggi (la città, la periferia, la controcultura, e l’attivismo politico), e come razzismo, sessismo e colonialismo plasmino non solo l’identità della protagonista Isabella Marincola ma anche le sue esperienze nel mondo artistico e cinematografico. Il saggio è frutto di un esperimento di scrittura collettiva, nella convinzione che questa pratica dovrebbe essere più diffusa nelle scienze umane, e che un romanzo complesso e stratificato come Timira possa essere affrontato a più voci e da punti di vista diversi.
s i i i 99), alle pp. 208-26, in cui sono riassunti i risultati dello studio delle rime del MartelÌi sulla base delle principali testimonime mmoscritte e a stampa del XVI secolo che ho condotto per la mia tesi di laurea (discussa nel 1998 con Cesae Bozzetti presso l'univereità di Pavia). Nell'articolo davo mche ua prima ricosquzione della biografia del Martelli, che ho puialmmte rivisto nel corso delÌe rimrche per questo-lavoro; ho comuque ritenuto opportuno ripropome qui alcme note e mnclusioni, p", co-pl"tezza di discorso.
«Miscellanea Storica della Valdelsa», CXXIV (2018), 2 (335), pp. 89-110
The glassmaker Lancillotto di Marruccio da Gambassi and Battista Sforza countess of Urbino – In 1469 the glassmaker Lancillotto di Marruccio da Gambassi stipulated a contract with Battista Sforza, countess of Urbino and wife of Federico da Montefeltro, to start the glass manufacturing in the city of Cagli, but with a monopoly over the entire county of Urbino. The choice of a Gambassino glassmaker, to whom to entrust such a prestigious and territorially extended assignment, is of interest, but it is not surprising if we consider the notoriety that the valdelsan glassmakers (mainly Gambassini and Montaionesi) had earned during the Middle Ages, also favoured by the fact that, until the dawn of the Modern Age, the Murano glassmakers were forbidden to emigrate. The analysis of the contract and the family history of Lancillotto are proposed in this study.
14) « Russo lettore di Foscolo tra Salvatorelli e Gramsci », dans La vie intellectuelle entre fascisme et République (1940-1948), A. Bechelloni, Ch. Del Vento et X. Tabet (dir.), Lyon, ENS Éditions (Laboratoire Italien, 12), 2012, p. 233-246., 2012
Disamina delle condizione fenomenologiche del processo abduttivo, dai testi fondanti della filosofia della scienza contemporanea alle euristiche applicate delle filosofie computazionali
Commentaria Classica 6, 2019
An ancient tradition affirms that the sojourn in Capua during the fall of 216-215 BC deleteriously corrupted the martial spirits of Carthaginian troops and was a major cause for the decline of Hannibal’s fortunes in the Second Punic War. The paper discusses the availability of this tradition, well-attested both in Roman and Greek sources, eventually putting forth the hypothesis that its origin was in Cato the Elder’ s work.
Ventaglio, 2014
Un inedito profilo del poeta triestino Umberto Saba tratto dal carteggio con il critico d'arte Giuseppe Marchiori
Kepos, 2021
«Kepos», numero speciale, 2021 (anno IV), “Ubi maior. Il minore nella letteratura italiana (dall’Ottocento agli anni Duemila”), a cura di T. Agovino: http://www.keposrivista.it/numeri-di-kepos/ In 1909 Pascoli composes one of his most beautiful poems in Latin, Pomponia Graecina. The poem is set in the Neronian age. Pomponia Graecina, a matron, is forced to abjure her Christian faith, so as not to give up her child. But she must renounce her nephew, the little Pomponius Graecinus, who dies during the persecutions in 64 a. Ch. Pomponia discovers his death at the end of her way in the catacombs, a strongly symbolic path, behind which are two illustrious models: Virgil’s Aeneid and Manzoni’s Promessi sposi.
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