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LA DONNA NEL MEDIOEVO

Abstract

Se la storiografia scientifica ha trascurato il ruolo della donna nelle società è perché la donna stessa non si è raccontata in prima persona. All'interno di ogni cultura essa rappresenta l'idea della rigenerazione, della vita, della protezione, della maternità, custode del focolare, motore propulsivo della famiglia, nucleo fondamentale delle società: così come, alla base dell'archetipo del maschile c'è l'immagine dell'uomo cacciatore in attiva relazione con l'esterno. Ci stiamo pericolosamente avventurando nel campo minato dei generi e volendo restringere il campo ai due archetipi fondamentali, una qualsiasi riflessione che parta da questi è naturalmente condizionata dall'appartenenza all'uno o all'altro. E' anche vero che gli attributi identitari dell'uno o dell'altro genere non hanno carattere statico: cosa vuol dire essere uomo/donna cambia profondamente da periodo a periodo, da cultura a cultura e tali cambiamenti sono in relazione con le trasformazioni economiche e sociali di cui costituiscono, al tempo stesso, origine e prodotto. Discorso analogo può farsi per la reciprocità e la relazionalità maschile e femminile: cosa vuol dire essere uomo si definisce in base a cosa vuol dire essere donna ed il mutare di una posizione causa, inevitabilmente, l'effetto domino della posizione opposta. Consideriamo un'ottima risposta quella contenuta nel saggio del Professor Bellassai "Il maschile, l'invisibile parzialità":" … a dispetto della cosmogonia patriarcale per cui una figura di sesso maschile è all'origine, al centro e alla testa dell'universo materiale e morale, gli uomini sono costantemente impegnati in una partita della quale sono soltanto uno dei protagonisti, e anzi sono spesso costretti a giocare, per così dire, di rimessa di fronte a processi che sfuggono al loro controllo. Un effetto delle grandi trasformazioni economiche, sociali e culturali è evidentemente quello di innescare un profondo mutamento delle relazioni di genere, con il corollario di strategie maschili messe in atto per ristabilire un equilibrio vantaggioso per gli uomini …" Citando due testi che ci hanno incuriosito e che abbiamo indicato nella bibliografia, viene da pensare che essere donna sia più facile che essere uomo in quanto la donna è definita in quanto tale a livello biologico (è il menarca a conferirle questo titolo onorifico), mentre non è proprio chiaro cosa sia necessario per rendere tale un uomo ed essere provvisti di un pene non pare sufficiente. La conseguenza logica parrebbe essere che la donna può "semplicemente" esistere, mentre l'uomo deve essere costruito e questo è vero sin dalla sua formazione genetica: il cromosoma XY si sviluppa solo a partire da quello femminile. Risulta inevitabile il rimando a Shakespeare e al suo ENRICO IV: "The son of the female is the shadow of the male." L'antropologo David Gilmore, citato dallo stesso Bellassai, ritorna al nocciolo della questione che vogliamo affrontare: "Per essere veri uomini, in quasi tutte le società