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La 'Città lombarda' di Mario Luzi

2010, Otto Novecento Rivista Quadrimestrale Di Critica Letteraria

Abstract

Analisi del sonetto dedicato a Mantova dal giovane Mario Luzi

Key takeaways

  • Luzi, il poeta ermetico della "parola astratta", appare così confrontarsi con l'estetica banfi ana degli oggetti, senza mai usare la parola "acqua", costruisce l'immagine di una città che è immersa nelle "gore", insieme alle mura fortifi cate e ai suoi palazzi.
  • È un vissuto che muore, dopo un ultimo sguardo sulle «arene» della città dove cresce l'ortica, accanto ad una misteriosa fi gura femminile, che sembra sostituirsi a un'altra, ancor più remota, forse fi orentina.
  • Chiara città che aff ondi in uno specchio, questo al di là dell'anima che muore La "Città lombarda" di Mario Luzi L'elemento "oggettivo", concreto come invitava Banfi , intorno al quale si è sviluppato lo scontro stilistico tra le due scuole è stata la presenza dell'acqua nel paesaggio lombardo, nei suoi fi umi e nei suoi laghi, da quello Maggiore di Luino amato da Sereni, al naviglio nella Darsena di Milano, dai laghi d'Iseo e del Garda di D'Annunzio, fi no alle gore mantovane.
  • Ombra, non più che un ombra è la mia vita Per le strade che ingombra il mio ricordo impassibile.
  • Ma il vento soff ermato sulle oscure lanterne, sul tuo viso rifl esso nei miraggi Vitrei della città dimenticate!