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2011
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hanno discusso con me su questi temi, hanno letto il testo e sono stati prodighi di osservazioni e consigli. 1 Sid. Carm. 5, 293-298. Il passo in cui si inserisce il riferimento di
2009
Nella primavera del 460 d.C., con un anno di ritardo rispetto ai progetti iniziali 1 , le truppe dell'imperatore Maioriano lasciarono la Gallia, attraversarono i Pirenei e marciarono verso la città tarraconese di Cesaraugusta, al di là dell'Ebro, dove il sovrano stabilì di sostare prima di ripartire alla volta di Gibilterra e dell'Africa 2 . L'attacco alle basi dei Vandali sarebbe stato piuttosto imponente: Sidonio racconta già nel 458 che Maioriano era riuscito ad arruolare un esercito di mercenari reclutati tra i popoli più remoti dell'Europa centro-orientale 3 e una flotta il cui allestimento aveva imposto il disboscamento degli Appennini 4 . 1 La partenza delle truppe, differita a causa dei disordini scoppiati in Gallia, si data tra il 17 aprile, quando ad Arles fu emessa Nov. Maior. 9, e il mese di maggio, quando Maioriano entrò in Spagna: Hyd. Chron. p. 31 (nel presente contributo i chronica di quinto e sesto secolo sono citati con riferimento alle pagine dell'edizione Mommsen).
2016
Popolo, plebe e cittadini nelle commedie politiche di Alfieri e prime quattro commedie di Alfieri -tra le sei scritte negli ultimi anni della sua vita -costituiscono la cosiddetta tetralogia politica, ovvero, quattro drammi, L'uno, I pochi, I troppi e L'antidoto, che vertono su quattro differenti forme di governo, rispettivamente la monarchia, l'oligarchia, la democrazia e la moderna monarchia costituzionale esemplata sul modello inglese. Sin dalle origini della riflessione ideologicopolitica di Alfieri, la monarchia e l'oligarchia sono fortemente criticate perché da sempre reprimono i diritti e le libertà dei popoli. Mentre un atteggiamento di favore e di speranza viene riservato alla spinta vitale e autentica del popolo che potrebbe essere in grado di attivare o ripristinare le virtuose dinamiche istituzionali delle grandi repubbliche del passato. Tuttavia, com'è noto, questa speranza si spegne in seguito agli sviluppi -nefasti per Alfieri -della rivoluzione francese, rea di avere instaurato, attraverso la maschera ideologica del governo popolare, un regime ancor più tirannico della monarchia e dell'oligarchia. Alfieri, come testimoniano i suoi scritti, dovrà dunque modificare le proprie idee sulla propria filosofia politica e quindi sulla funzione storicosociale del popolo, benché su questo tema le sue posizioni rimarranno essenzialmente conservatrici. Sarà dunque utile a questo proposito, prima di circoscrivere alcuni stralci dei testi delle commedie, ripercorrere alcuni passi delle sue opere (non solo teoriche) più significative nei quali l'autore si sofferma sul tema del ʻpopoloʼ. Già dall'incipit del trattato Della tirannide si evince l'idea di Alfieri sugli scrittori moderni e sui moderni 'popoli' europei. Secondo lo stile e il pensiero alfieriano, non estraneo all'entusiasmo tutto settecentesco per un rinnovamento civile e morale dell'Italia, la ʻLibertàʼ viene spesso ʻtasteggiataʼ qua e là dalla letteratura moderna nei suoi «più sacri e infranti diritti» 1 . Ma questa, decisamente incapace di «pienamente e 1 «Soglionsi per lo più i libri dedicare alle persone potenti, perché gli autori credono ritrarne chi lustro, chi protezione, chi mercede. Non sono, o DIVINA LIBERTÀ, spente affatto in tutti i moderni cuori le tue cocenti faville: molti ne' loro scritti vanno or qua or là tasteggiando alcuni dei tuoi più sacri e più infranti diritti», in V.
La figura istituzionale di un difensore di tutta quella serie di interessi dei cittadini, nei confronti della pubblica autorità, la cui lesione non sarebbe traducibile in azioni giudiziarie, è risalente nel tempo. Invero numerosi sistemi giuridici del passato hanno conosciuto istituzioni che presentano similitudini, mutatis mutandis, con quella del moderno Mediatore Europeo, essendo stato loro attribuito il compito di vigilare sul buon andamento dell'azione amministrativa e di tutelare i cittadini dagli abusi commessi dai funzionari pubblici. Già ad Atene, intorno al 450 aC, operavano i Logistai e gli Euthynoi, magistrati straordinari che avevano la funzione di controllare la corretta gestione delle risorse pubbliche. Gli amministratori dell'epoca, infatti, alla scadenza del proprio mandato, dovevano presentare ai Logistai un rendiconto della movimentazione del denaro avvenuta sotto il loro potere. Alla prima revisione compiuta da questo organismo si aggiungeva poi quella, eventuale, degli Euthynoi, che intervenivano nella qualità di correttori ogni volta che un qualsiasi cittadino ateniese avesse presentato apposita istanza in tal senso.
FILOSOFIA E TEOLOGIA, 2019
Quale rapporto sussiste tra il perturbante (das Unheimliche) e il politico (das Politische)? È possibile ritenere il primo il fondamento del secondo, anzi ciò che determina la formazione di istituzioni politiche? Tale questione viene affrontata nel presente contributo a partire da una disamina antropologica, seguendo soprattutto le indicazioni di H. Plessner sul rapporto tra potere e natura umana. Proprio nell’esame di questa congiunzione il perturbante, inteso con Freud come ciò che è rimosso ma costantemente torna, si dimostra un elemento decisivo per l’instaurarsi del rapporto agonistico tra amico e nemico. Inoltre la presa di distanze da Heidegger da parte di Plessner nell’utilizzo di questo concetto indica due percorsi ermeneutici opposti e chiarificatori riguardo la possibile politica rispetto a essi: per Plessner il perturbante dà il via all’articolarsi continuo di ricerche di equilibrio, ma in quanto tale è l’origine mai raggiungibile e sempre imperscrutabile, per Heidegger, invece, unheimlich è la dimensione più propria dell’essere che siamo, anche se continuamente occultata da sicurezze e paure mondane.
Studi Ellenistici 27 (= Parole in movimento. Linguaggio politico e lessico storiografico nel mondo ellenistico, Atti del Convegno Internazionale, Roma, 21-23 febbraio 2011), 176-183, 2013
Il lessico polibiano dell’opposizione politica è in parte tradizionale, in parte innovativo; ma soprattutto, esso viene applicato solo limitatamente ai contesti di politica interna, per privilegiare quelli della diplomazia e della politica internazionale; inoltre, ai contrasti interni nell’ambito delle assemblee di città e federazioni greche si accostano quelli che si sviluppano all’interno delle corti reali. Ciò dipende evidentemente dalle diverse condizioni dell’epoca ellenistica, in cui le relazioni internazionali costituiscono il tema prevalente dello scontro politico, le ambascerie sono l’occasione principale di agone retorico e la corte va accostandosi, e sostituendosi, all’assemblea dello stato autonomo, cittadino o federale, come sede del confronto politico.
Abbandono e forme dell'abitare in Calabria Giampiero Scaccia PAG. 5 Gli albanesi nel sinodo di mons. Ludovico Audoeno vescovo di Cassano allo Jonio celebrato il 12 novembre 1591
A Milano nel 2017 si è parlato molto di urbanistica, su questioni che continueranno ad essere oggetto di attenzione anche nel 2018: scali ferroviari, riapertura dei Navigli, trasferimento di Città Studi nelle aree Expo, cantieri MM4, piano delle periferie, revisione del PGT, ecc. Molto meno si parla delle questioni territoriali di area vasta inerenti i comuni di corona al capoluogo, le altre province e la Lombardia in generale. Questioni che sono tuttavia fondamentali per il funzionamento del sistema metropolitano (che è cosa diversa dalla Città metropolitana), di cui Milano è forza trainante, ma del quale Milano non può fare a meno se vuole recitare un ruolo significativo nel contesto internazionale. Temi che quindi dovrebbe appassionare il Milanese che vive all'interno della circolare 90/91 così come lo appassionano i temi sopra elencati (1).
2017
1 FABIO GIUNTA Popolo, plebe e cittadini nelle commedie politiche di Alfieri e prime quattro commedie di Alfieri -tra le sei scritte negli ultimi anni della sua vita -costituiscono la cosiddetta tetralogia politica, ovvero, quattro drammi, L'uno, I pochi, I troppi e L'antidoto, che vertono su quattro differenti forme di governo, rispettivamente la monarchia, l'oligarchia, la democrazia e la moderna monarchia costituzionale esemplata sul modello inglese. Sin dalle origini della riflessione ideologicopolitica di Alfieri, la monarchia e l'oligarchia sono fortemente criticate perché da sempre reprimono i diritti e le libertà dei popoli. Mentre un atteggiamento di favore e di speranza viene riservato alla spinta vitale e autentica del popolo che potrebbe essere in grado di attivare o ripristinare le virtuose dinamiche istituzionali delle grandi repubbliche del passato. Tuttavia, com'è noto, questa speranza si spegne in seguito agli sviluppi -nefasti per Alfieri -della rivoluzione francese, rea di avere instaurato, attraverso la maschera ideologica del governo popolare, un regime ancor più tirannico della monarchia e dell'oligarchia. Alfieri, come testimoniano i suoi scritti, dovrà dunque modificare le proprie idee sulla propria filosofia politica e quindi sulla funzione storicosociale del popolo, benché su questo tema le sue posizioni rimarranno essenzialmente conservatrici. Sarà dunque utile a questo proposito, prima di circoscrivere alcuni stralci dei testi delle commedie, ripercorrere alcuni passi delle sue opere (non solo teoriche) più significative nei quali l'autore si sofferma sul tema del ʻpopoloʼ.
LATINITAS SERIES NOVA V I I · M M X V I I I I VOLVMEN PRIVS, 2019
L’attribuzione delle Elegiae di Massimiano a Cornelio Gallo viene generalmente imputata a Pomponio Gaurico, nonostante essa sia testimoniata in parecchi codici preesistenti alla sua edizione dei Fragmenta (1502), per cui non vi è dubbio che essa dipende da scelte testuali precedenti, soprattutto perché reca numerosi errori indipendenti da Gaurico stesso. Lo dimostrano un nuovo, approfondito esame dei codici e l’analisi di alcuni dati, finora non presi in considerazione. Si è inoltre ritenuto opportuno elencare una serie di giudizi sull’autore delle Elegiae e sull’opera. Summarium Primus Pomponius Gauricus Maximiani Elegias Cornelio Gallo perperam adscripsisse plerumque creditur, at idem faciunt et nonnulli codices qui, antequam eius editio in lucem prodiret (1502), conscripti sunt, qua re non est dubium quin eadem ex superioris aetatis testimoniis pendeat, praesertim cum compluribus mendis scateat quae nullo modo uni Gaurico tribui possunt. Quod quidem codicum recentiorum investigatione diligenter peracta, novis argumentis nisus comprobare conatus sum. Praeterea mihi visum est percensere quid de Elegiarum auctore nec non de Elegiis ipsis viri docti omni tempore sentirent.
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D. Felice (a cura di), Governo misto. Ricostruzione di un'idea, Napoli 2011, pp. 67-118, 2011
Il Pensiero politico 40, 2007, 360-368
Vittorini nella città politecnica, a cura di Virna Brigatti e Silvia Cavalli, Premessa di Alberto Cadioli e Giuseppe Lupo, Pisa, ETS, 2018, 2018
Ciceroniana on line, 2015
Arti e scienze nel vicino Oriente, a cura di Rosa Bianca Finazzi, Francesca Forte, Claudia Milani, Marco Moriggi (Accademia Ambrosiana, Classe di Studi sul Vivino Oriente, Sezione Araba, Armena, Ebraica, Siriaca) (Milano: Biblioteca Ambrosiana, Centro Ambrosiano, 2021), 2021
QUESTIONE GIUSTIZIA, 2005
La promessa fallace della pace attraverso l'unità , 2022
ERGA-LOGOI - Rivista di storia, letteratura, diritto e culture dell’antichità, 2015
I notai Boccadibue, un giudice pubblico e la Società Maggiore di Santa Maria a Firenze nel 1299, 2024
Papers on Rhetoric, VIII (= Declamation), a cura di L. Calboli Montefusco, Roma, Herder, 2007, pp. 1-27