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2010, Sylloge epigraphica Barcinonensis: SEBarc
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Riassunto: L'epigrafe funeraria di Amphilochos figlio di Lago potrebbe essere la testimonianza della presenza di un architetto alessandrino a Rodi tra la fine del III secolo e l'inizio del successivo. Il documento è particolarmente interessante alla luce delle vicende storiche ed architettoniche della città che subisce proprio in quegli anni una profonda ristrutturazione dopo la catastrofe del terremoto del 228-227 a.C.
Sylloge epigraphica Barcinonensis: SEBarc
Riassunto: L'epigrafe funeraria di Amphilochos figlio di Lago potrebbe essere la testimonianza della presenza di un architetto alessandrino a Rodi tra la fine del III secolo e l'inizio del successivo. Il documento è particolarmente interessante alla luce delle vicende storiche ed architettoniche della città che subisce proprio in quegli anni una profonda ristrutturazione dopo la catastrofe del terremoto del 228-227 a.C.
La comprensione delle intricate vicende del complesso romano oggi noto come palazzo Rivaldi ha conosciuto negli ultimi tempi un notevole avanzamento grazie ad approfondite indagini documentarie. Tuttavia la disponibilità dei fondi archivistici ha consentito di gettare una nitida luce solo sulle fasi più tarde, dal 1626 a tutto il secolo XIX (proprietà Pio di Savoia 1 , poi del Conservatorio delle Mendicanti 2 ), mentre chiaroscuri si distendono ancora, a causa dell'irreperibilità delle carte di famiglia, sulle vicissitudini costruttive originarie promosse dal familiare di Paolo III Eurialo Silvestri tra il 1542 e il 1549, nonostante importanti fonti inedite, emerse in recentissimi studi, abbiano indicato date precise e possibili artefici 3 . Molte zone d'ombra si addensano invece sulle fasi intermedie, ma fondamentali per la struttura del complesso, e cioè quelle relative agli interventi commissionati da Alessandro Ottaviano de' Medici (1577-83) 4 e da Lanfranco Margotti (1609-11), anch'esse oscurate dalla mancanza di fonti documentarie dettagliate. La breve proprietà di quest'ultimo è di fatto la meno indagata dalla critica, sebbene nell'arco di soli tre anni comportò decisive trasformazioni offrendo ad alcuni artisti la possibilità di una importante vetrina sulla scena della grande committenza. Pur non essendo ancora stato rintracciato l'atto di acquisto 5 , sappiamo che il complesso fu venduto dagli eredi Silvestri al cardinal Margotti per 6750 scudi 6 ; la transazione dev'essere stata effettuata prima del 20 agosto 1609, quando il possesso del porporato risulta documentato 7 . Nonostante le umili origini, il "cardinal Lanfranco" aveva fatto una rapida carriera, distinguendosi nell'arte del "segretariato" 8 . Paolo V lo stimò particolarmente, tanto da conferirgli, il 24 novembre 1608, la porpora cardinalizia, evento questo che potrebbe circostanziare la decisione dell'acquisto del pregevole giardino. Tale favore consentì a Margotti di ottenere alcuni benefici utili per arricchire il prestigio della villa: il 21 agosto 1609, infatti, si vide donate con breve pontificio 6 once d'acqua provenienti dall'Acquedotto Felice 9 , misura indispensabile per avviare un programma di installazione di fontane e giochi d'acqua nel giardino, mentre il 7 novembre successivo il papa gli concedette l'uso di due archi della Basilica di Massenzio 10 , riaffermando la tradizionale concessione di parti del monumento antico ai proprietari della sottostante villa 11 . Il 7 settembre 1610, allo scopo di ampliare l'area destinata a giardino, Margotti acquistò "doi pezzi di vigna o arboreto" di proprietà del monastero di S. Maria Nova in cambio di mezza oncia d'acqua proveniente dalla "peschiera del giardino" 12 . È evidente che Lanfranco decise di avviare un immediato piano di ampliamento e abbellimento. Per far questo si rivolse al rinomato intagliatore su avorio e legno, ma in quel momento all'inizio della carriera di architetto, il fiammingo Jan van Santen, noto all'epoca come "Giovanni degli Studioli" 13 . La notizia dell'incarico è tradizionalmente tramandata dal Totti, il quale afferma che "il disegno del giardino… è stato finito dal Vansantio" 14 . L'informazione è confermata da un contratto del 27 febbraio 1610, sottoscritto tra il maestro di casa di Margotti e lo scalpellino Girolamo Falciano 15 per la realizzazione di una scala in peperino "dentro al giardino" i cui "balaustri" dovevano essere realizzati "secondo il modono da darsegli dal sig. Gio. Santi fiamengo architetto" 16 . Un'indicazione importante sul ruolo ricoperto da Vasanzio per il cardinale, al cui servizio dovette giungere per il tramite di Stefano Pignatelli, maggiordomo e favorito di Scipione Borghese 17 , è invece contenuta nel resoconto delle esequie di Giovanni Battista Borghese, fratello di Paolo V, avvenute il 13 marzo 1610: il relatore dell'avvenimento, Giulio Centini, afferma che il catafalco funebre era stato realizzato "col disegno del Sig. Giovanni Santes Fiamingo, Architetto dell'Ill. mo Rev. Sig. Card. Lanfranco" 18 . La notizia conferma dunque che nel 1610, nel pieno dei lavori di ammodernamento della villa, Vasanzio era l'architetto di famiglia del Margotti, e forse lavorava al cantiere da più di Alessandro Cremona
AA. VV., Paolo Portoghesi/Disegni, 1977
Il mestiere di architetto, 2019
«Capacità di modificazione creativa e critica dello stato delle cose» sono alla base della lezione e dei ricordi di un grande maestro dell’architettura internazionale. Vittorio Gregotti, superati i novant’anni, parte dal racconto della sua formazione intellettuale e degli anni novaresi per descrivere i tratti strutturali del suo modo di intendere l’architettura e la professione di architetto. Questo libro, arricchito da una raccolta di suoi disegni (significativi per l’approccio culturale nella costruzione del paesaggio), è una esortazione a non rinunciare alla passione per l’architettura, intesa come teoria e pratica capace di apportare contributi rilevanti alla trasformazione della società, nell’idea di Gregotti che «sono l’idea di passato e di futuro a costruire insieme un frammento di verità del presente».
MOESICA ET CHRISTIANA, 2016
Edited by Adriana Panaite, Romeo Cîrjan and Carol Căpiţă muzeul brăilei "carol i" brăila editura istros 2016 is book has been published by Muzeul Brăilei "Carol I" -Editura Istros Piaţa Traian nr. 3 RO-810153 Brăila Visit our web site at
Maestri dell'arte classica, 2016
https://www.bretschneider.it/libro/9788876892981 Nell'ambito della cultura architettonica greca, Iktinos rappresenta una delle personalità più note e allo stesso tempo più ambigue, sia per la scarsità di informazioni sul suo conto sia per la mancanza di un'adeguata conoscenza sul ruolo dell'architetto greco. Oltre alla costruzione del Partenone, si è ipotizzato un suo intervento anche nel Telestérion di Eleusi e nel tempio di Apollo a Basse con argomenti non sempre convincenti, frutto di riflessioni e analisi interpretative pregiudiziali. Contestualmente alla rivalutazione della figura dell'architetto nel V secolo a.C., il riesame di alcuni aspetti archeologici fa emergere ora un quadro più complesso, nel quale la riflessione sul contributo di Iktinos si intreccia con il tema relativo ai parametri utilizzati per individuare la sua partecipazione nei diversi cantieri menzionati dagli autori antichi.
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L'approfondimento illustra il privilegio artigiano dell'impresa individuale, facendo riferimento al dato normativo, alla giurisprudenza e a casi concreti. The paper illustrates the artisan privilege of the individual enterprise, referring to the normative framework, the case law and concrete cases. SOMMARIO: 1. Premessa.-2. Il dato normativo.-3. La posizione della giurisprudenza.-4. Esame dei casi concreti. * Professore di diritto dell'economia presso l'università di Torino. ** Dottore commercialista e revisore legale.
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Ecclesia Triumphans. Architetture del Barocco siciliano attraverso i disegni di progetto (XVII-XVIII secolo), 2009
Lo storico scellerato Scritti su Manfredo Tafuri, 2019
Strenna dei Romanisti, 2017
Absentia. Luigi Moretti architetto, 2019
Dante Alighieri "Architetto perfetto", 2021
Pierluigi Eroli (G.R.A.U.), Racconti di Architettura: progetti e pitture dal 1981 al 1984, p. 9 , 1985
Edizioni Fondazione Ragghianti Studi sull'Arte, Lucca, 2020
"Mondi a Milano. Culture ed esposizioni 1874-1940", catalogo della mostra, Mudec, 24 Ore Culture, Milano 2015, pp. 228-31., 2015
Dialoghi Mediterranei, 2022
Architetti Vite Parallele – Colin Lucas • Pietro Barucci. ROMA:Nuova Cultura, ISBN: 9788833650043. Del Monaco.Vite Parallele-Colin Lucas-Pietro Barucci_2018, 2019
Pignataro, F. - Sanchirico, S. - Smith, C., Museum.dià - Chronos, Kairòs e Aion Il tempo dei musei, 2018
Antonio e Ferdinando Sanfelice. Il Vescovo e l'architetto a Nardò nel primo Settecento., 2003
«Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa», 2014