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2020, Manfredi edizioni, Imola
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Il volume, ampiamente illustrato, è un viaggio affascinante per "Le antiche Vie della Cina", alla scoperta dei lunghi percorsi che hanno cambiato le sorti del mondo. Dalla più conosciuta Via della Seta, alle Vie della Giada, del Bronzo, della Lacca, della Porcellana, per concludere con la Via del Tè: un’indagine archeologico-artistica, estesa nello spazio e nel tempo, sull'interazione di popoli e culture differenti, il cui incontro/scontro ha rivoluzionato il divenire storico e reso il dialogo interculturale la vera “merce” di scambio. “Il commercio – come si scopre leggendo il libro - è solamente un aspetto della storia perché i movimenti delle religioni, il contatto tra i popoli e la trasmissione di idee e tecnologie sono divenute la chiave di volta per la comprensione del progresso delle culture e delle civiltà coinvolte in questa arena.”
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Lo stadio più antico e il nucleo centrale della primitiva religione cinese consiste nell'adorazione del Cielo, T'ien, in quanto è la suprema manifestazione della forza vitale che regola l'universo: chiamato anche Shang'ti o "Supremo Dominatore" in quanto è non il creatore ma il provvido governatore del mondo, concetto meno astratto dell'altro, e più strettamente legato alla dinastia regnate nel Paese. In seguito, al Cielo vennero associati i 4 punti cardinali più il centro, con riti sacrificali ai medesimi. E fu associato anche il binomio Cielo-Padre e Terra-Madre: "Con il misterioso congiungimento del Cielo e della Terra si producono tutti gli esseri come col matrimonio tra l'uomo e la donna"
Eurasiae. Venezia e le Vie della seta tra passato e presente, 2017
Tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, lungo la via della seta del nord nell'odierna regione del Xinjiang, monasteri buddisti, città e stūpa giacevano celati tra le sabbie del deserto del Taklamakan e tra le pareti rocciose del versante meridionale della catena del Tianshan. In realtà, le rovine di questi regni-oasi non erano tanto nascoste, quanto piuttosto dimenticate: di certo, la loro posizione così remota, sul confine di uno dei deserti più pericolosi al mondo, aveva contribuito non poco all'oblio di questi luoghi. Questo oblio, però, era ben presto destinato a finire: la terra incognita del Centro Asia e del Turkestan cinese si ritrovò improvvisamente al centro del mondo, quando due superpotenze arrivarono a scontrarsi per la supremazia politica ed economica proprio in quei medesimi territori. La Russia zarista, spingendo dal settentrione del continente eurasiatico, e l'impero britannico, che teneva con la sua presa ferrea il subcontinente indiano, avevano ingaggiato in Centro Asia il "Grande Gioco", termine reso famoso da Kipling nel suo romanzo Kim.
Quaderni del Centro Giulio Aleni N° 2, 2011
Nel 1619 durante uno scavo per una nuova costruzione sulla collina di Wurong 武榮 a Quanzhou 泉州, il letterato Zheng Hairu 郑孩如 aveva scoperto una pietra con scolpita una croce. Non c'era alcuna iscrizione che permettesse di stabilirne l'età, ma era sicuramente antica, e il letterato, dopo aver tentato inutilmente di scoprirne il significato, decise di farla collocare nella sua nuova casa costruita proprio sul luogo del ritrovamento.
China is a complex country with a well-defined cultural tradition. However, recent far-reaching social and economic upheavals have resulted in an interruption in the transmission of its thousand-year-old cultural tradition, urging major changes. ‘Heritage’ and ‘authenticity’ are key concepts whose interpretation has changed over the last century, attracting interest in architectural conservation. Today there is intense debate surrounding the concept of heritage authenticity in China, which underlines the cultural differences between the East and West and takes a critical stance against the Western vision of this notion. Some major restoration projects have started to acknowledge and respect traces from all historical periods as important indicators of the value of architecture, thanks to a thorough evaluation of the historical, artistic, scholarly and social values of heritage sites, though local governments have often adopted their own particular understanding of ‘authenticity’ in order to standardise, certify and legitimise their heritage practices. However, the increasing interest in heritage preservation contrasts with a number of current events, such as the urban demolitions and reconstruction programmes going on all over the country and the development of tourism, which ends up damaging some heritage sites. Compared with international standards, Chinese heritage players are less exacting when it comes to the distinction between what is ‘preserved and authentic’ and what is ‘reconstructed and copied’. When Chinese styles of thinking and behaviour are understood better, a more balanced attitude towards Chinese heritage concepts and practices may develop.
Malighetti R. 2014, Antropologie dalla Cina, SEID, Firenze.
L’antropologia ebbe origine nel Diciannovesimo secolo con l’espansione degli interessi economici e politici europei. Si qualificò in termini eurocentrici come visione della modernità verso ciò che non è moderno, e, come l’occhio, si sottrasse allo sguardo. Quando, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il centro del mondo si spostò negli Stati Uniti, i quartieri generali della conoscenza e l’antropologia si mossero coerentemente. La disciplina sviluppò un approccio trasversale ed etnografico che attraversa tutte le culture, comprese quelle che danno forma al pensiero scientifico. L’analisi delle società complesse aprì gli spazi per studiare la complessità di ogni società e cultura. Oggi che i centri del pianeta si moltiplicano, superando le dicotomie fra Primo e Terzo Mondo, le tradizioni antropologiche “minori” acquisiscono autorevolezza, emancipandosi dalla subalternità alle scuole anglosassoni. Da questa prospettiva il testo discute gli importanti contributi dell’antropologia cinese alla comprensione della contemporaneità. Illustra come la fertile e consolidata enciclopedia del sapere dell’antropologia cinese, sviluppatasi in stretto contatto con i principali indirizzi europei e nord-americani, produce proposte originali. Risultato del dialogo e della collaborazione dell’autore con alcuni fra i principali studiosi cinesi, il libro costituisce un’introduzione allo studio dell’antropologia della Cina che la comunità accademica e scientifica, non solo italiana, non ha ancora considerato con la dovuta attenzione.
Questo volume è stato pubblicato con un contributo del Progetto MIUR "Studi e ricerche sulle culture dell'Asia e dell'Africa: tradizione e continuità, rivitalizzazione e divulgazione".
Geotema, 2023
Michele Ruggieri SJ (1543-1607) represents a key-figure in the framework of the encounter between East and West during the Modern Age. Once back in Italy (1588) after several years he had spent in China, he used his knowledge of Chinese language and the Chinese cartographical sources he had collected there to publish for the European audience an atlas of the Ming Empire. Unfortunately for him, the atlas remained a manuscript and unrevised proof, now conserved in the State Archives of Rome. New elements regarding the cartographic work by Ruggieri are related to the recent discovery of a map linked to the Italian missionary, published at a small scale and ignored so far, entitled Sinarum Regni alioru[m]q[ue] regnoru[m] et insularu[m] illi adiacentium descriptio. This copperplate-printed map, devoided of any indication about the cartographer, the printer, the place or the date of publication, was at first published and discussed in 2003 in a catalogue of the collection of the historical maps of China belonging to the Hong Kong University of Science and Technology; later, a second copy was found at ARSI (Archivum Romanum Societatis Iesu) in Rome, annexed to a manuscript by Ruggieri. Sinarum Regni (…) descriptio must be considered the oldest Jesuit map of China, probably printed in Rome prior to the elaboration, by the Italian missionary, of the manuscript of the atlas of China. The paper critically compares Sinarum Regni (…) descriptio with the manuscript atlas, underlining analogies and differences.
Questo articolo ripercorre ad amplissimo raggio e senza scendere nei dettagli, la storia della Cina contemporanea (1840-oggi). Considereremo le guerre dell'oppio come evento di partenza della storia della Cina contemporanea e chiuderemo con alcune considerazioni sull'attualità della Cina nel mondo globalizzato e di come essa si sia inserita all'interno delle grandi potenze politiche ed industriali.
Milano: Edizioni Ariele, 2023
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Style Magazine Corriere della Sera, 2015
Intorcettiana, 2024
Bianchi, G., Berti, G. (a cura di). (2007). PIOMBINO.LA CHIESA DI SANT’ANTIMO SOPRA I CANALI. Ceramiche e architetture per la lettura archeologica di un abitato medievale e del suo porto. FIRENZE : ALL'INSEGNA DEL GIGLIO., 2007
L'eredità umana e scientifica di Mario Bussagli, 2021
Hormos. Ricerche di Storia Antica 16 n.s. 2024, 2024
Archivio per l'Antropologia e la Etnologia , 2019
Sulla via del Catai, 2021
ACCADEMIA AMBROSIANA, CLASSE DI STUDI SULL’ESTREMO ORIENTE, 2023
QUESTIONI DI FORMA: IL CORPO DI NIOBE NELLA PRODUZIONE CERAMICA ITALIOTA E NELLA CULTURA ELLENISTICO-ROMANA, 2019
Il mappamondo cinese di Giulio Aleni S.J. Atti del convegno. Brescia 3 maggio 2018, a cura di Roberto Ranzi e Gianfranco Cretti, 2023
Spigolature Orientali. Scritti in Onore di Adolfo Tamburello per l'Ottantesimo compleanno