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Quando Jim Blandings e la moglie Muriel, un'ingenua coppietta di newyorkesi, decidono di inoltrasi nell'infido mondo dei mediatori fondiari di provincia del Connecticut, affidandosi a Smith, un astutissimo sensale di immobili che riesce a spacciar loro una vecchia catapecchia in rovina per un pezzo di storia (riferisce infatti che il bisnonno di Theodore Roosevelt si fermò lì a far abbeverare il suo cavallo), ancora non immaginano le disavventure cui stanno andando incontro. Al contrario, mentre Smith corre a cercare le chiavi per mostrare gli interni della stamberga antidiluviana, Muriel sussurra preoccupata al marito "Sembra davvero un buon affare, Jim, secondo te ce la venderà?"; per tutta risposta, il signor Blandings la tranquillizza: "Non preoccuparti, cara, ci penserò io a convincerlo".
La casa dei libri, 2018
La biblioteca vissuta da chi vi lavora. Sensazione, scoperte, rispetto e attenzione. Ars longa, vita brevis...
di Gianfranco Romagnoli 1. La commedia di Cervantes La casa de los celos y selvas de Ardenia fu pubblicata in Ocho comedias y ocho entremeses nuevos nunca representados (1615 Madrid, por la viuda de Alonso Martin), raccolta di testi teatrali presumibilmente scritti in date precedenti e qui revisionati dall'Autore in misura più o meno rilevante. Differenti ipotesi sono state avanzate da vari studiosi, sulla base di elementi stilistici, circa la data di effettiva composizione di questa piéce, ipotesi che vanno dal 1580 all'anno stesso di pubblicazione. 1 Certo è che la commedia appartiene alla seconda fase dell'opera teatrale di Cervantes, quella postlopiana, nella quale è evidente la volontaria imitazione di Lope de Vega per l'influenza esercitata dalla sua teorizzazione della Comedia Nueva; 2 «ma un'imitazione che tende, ciò nonostante, verso la parodia». 3 La commedia cervantina qui esaminata, se da un lato si riallaccia al precedente teatro di corte che nasce dalle sacre rappresentazioni o actos di epoca medievale e si esprime a livello cortigiano con i momos, dall'altro ne rifonda archetipicamente la struttura anticipando la fisionomia che tale genere teatrale assumerà nel periodo in cui fu maggiormente voga, sotto i regni di Filippo III e Filippo IV. Essa infatti ha tutte le caratteristiche proprie del genere cortigiano, ossia il mescolamento di diversi generi letterari, la molteplicità tematica, la pluralità dei luoghi di azione, nonché una spettacolare proposta di realizzazione scenica. 4 L opera appare pertanto destinata a una rappresentazione di palazzo, anche se, purtroppo, " mancano sostegni documentali che ne confermino l'effettiva messa in scena: tuttavia, A. de la Granja ritiene che «non solo La casa de los celos fu effettivamente rappresentata, ma anche che Cervantes collaborò, in qualche modo, nella direzione scenica di questa commedia». 5 La piéce si inserisce in una tradizione letteraria incamminata verso il Barocco anche mediante un linguaggio ornato e ricco di giochi di parole. La sua struttura tematica, complessa ed eterodossamente innovativa mette insieme, in una versione parodistica anche essa parimenti apprezzata dal pubblico, i popolari temi cavalleresco, pastorale e mitologico: i personaggi dell'epica Chanson de Roland come rivisitati da Ariosto e Boiardo, vanno così in scena con «pastori innamorati degni di un egloga bucolica», 6 ed altresì con personaggi leggendari come Bernardo del Carpio 7 e il Mago Merlino, divinità pagane come Venere e 1 M. TRAMBAIOLI, Una protocomedia burlesca de Cervantes: "La casa de los celos", parodia de algunas piezas del primer Lope de Vega, Alicante : Biblioteca Virtual Miguel de Cervantes, 2008 2 Arte Nuevo de hacer comedias en este tiempo è opera saggistica in versi, ispirata nella forma alla oraziana Epistula ad Pisones (meglio nota come Ars poetica), che Lope de Vega pronunciò come discorso all'Accademia Reale di Madrid nel 1609 3 J. B. AVALLE ARCE, On la entrenida of Cervantes, The Modern Language Notes LXXIV, 1958, p. 419 4 Vedasi il mio Il mito nel teatro di corte spagnolo, in G. ROMAGNOLI Il teatro spagnolo -Saggi e scritti vari, e-book, Academia, 2016, pp. 121 ss. 5 A. DE LA GRANJA, El actor y la eloquencia de lo spectacular, in Actor ytecnica de representación del teatro clásico español, ed. E, M. Diez Borque,, Tamesis, London, 1989, p. 109 n.23 6 A. GONZÁLEZ, La casa de los celos y selvas de Ardenia y la propuesta cervantina de multiplicidad espacial., p. 163 7 Personaggio leggendario del Medioevo, ritenuto figlio naturale della infanta Jimena, sorella del re delle Asturie Alfonso II, e del conte de Saldaña Sancho Díaz. Protaginista di varie romanze del Romancero (nuevo) español, avrebbe sconfitto Carlomagno nella Seconda Battaglia di Roncisvalle (808). Sulla contrioversa storicità del personaggio, vedasi V. J. GONZÁLEZ GARCÍA, Bernardo del Carpio y la batalla de Roncesvalles, Fundación Gustavo Bueno, Oviedo, 2007 4
STORIA, NATURA, ECOLOGIA. SCRITTI PER MANLIO IOFRIDA, 2022
LIMES 6.2013
NELDI SCORSO CONTEMPORANEO ATTORNO all'islam, si fa spesso riferimento a una formula il cui significato non è sempre ben compreso: dår al-islåm, «dimora dell'islam». Per cercare di chiarirne il senso storico, è utile accostarla ad altre espressioni del lessico politico islamico: mamlaka («regno», «dominio»), umma («comunità») e dawla («dinastia», «Stato»).
Racconti per la storia della Romagna estense, 2021
Conselici castella in Romagna, che poi diede per venti mila fiorini al Marchese, et in sua vece a Philippo Guizaloti da Prato capitano di guerra. Né questi bastando all'Acuto, pigliò la signoria di Faenza, rubbando et guastando quella città; di che havendone dolore il Papa, ch'era Gregorio Undecimo, si contentò ch'egli per altri venti mila fiorini la vendesse al Marchese» 2. È la cronistoria dell'avvio di quella formazione territoriale che sarà chiamata in seguito Romagna Estense. Una cronaca con aspetti che direi di novella: la svelta operazione mercantile-militare offerta dal condottiero di ventura John Hawkwood non doveva incarnare un progetto politico di ampio respiro, perché difficilmente l'Estense poteva avere concentrato l'attenzione su questo versante nel proposito di plasmare il suo stato articolato fra Polesine e via Emilia puntando a quella Romagna dove agiva da storico signore l'Arcivescovo di Ravenna anche se ormai impegnato a rintuzzare la politica locale di comitatinanza coltivata nelle città e diffusa attraverso i Conti rurali lanciati ad occupare la Romagna di nord-ovest. La cronaca continua offrendo subito un colpo di scena: «Ma Astore Manfreddi signore d'Imola havuto genti da Bernabò, da' Fiorentini et da Pietro Ordelaffi da Forlì, tre mesi dopo con intendimento d'alcuni faentini partiggiani del padre che n'era stato signore, entrò per un canale… et cacciatone le genti del Marchese, facendone anco alcuni prigioni, se ne fece signore. Non parve al Marchese tempo di muovere all'hora guerra ad Astorre… et cercò di accrescere il suo Stato in Romagna: onde hebbe perciò da Pileo da Prato Arcivescovo di Ravenna Lugo (che difender non potea da i Conti Barbiano) et la villa di San Potito». L'autore Gasparo Sardi, storico di Casa d'Este, racconta questa progressione degli acquisti in Romagna come parte di un piano preordinato. Ma Faenza in questo quadro doveva entrare a stento: una cosa era guadagnarsi singoli castelli nella bassa pianura, altra cosa impossessarsi di una città nell'affollato scacchiere della via Emilia. Quei 20.000 fiorini, insomma, non potevano costituire un investimento affidabile per il lungo periodo, in una terra dove le operazioni di politica spicciola erano all'ordine del giorno; inoltre gli Este avevano già investito molto del loro potenziale ad ovest per isolare Bologna con un bastione territoriale che radunava l'Emilia di ponente. Insomma, l'acquisto nella nostra area doveva avere il carattere di una mossa diversiva, provvisoria, parziale. Ci rientrava da un anno, presa in affitto dal Papa, Lugo 3 , che a quel tempo aveva già spiccato il volo per diventare egemone in questa Romagna minore; ma certamente era una soluzione effimera l'acquisto di Faenza, oggetto delle pretese dei Manfredi oltre che delle mire di Forlì e Imola, nonché di Bologna alle spalle di tutte queste operazioni. E Bologna, dopo aver imposto ripetutamente propri Podestà a Bagnacavallo 4 , aveva di recente confermato il suo patronato sulla Romagnola avviando per
Erba d'Arno, 2022
Nel XII secolo un significativo gruppo di eretici è documentato a Fucecchio attraverso alcune testimonianze coeve che li indicano come patarini. L'episodio, noto da tempo, è qui ricostruito nel contesto storico che mette in luce il ruolo svolto da Gregorio abate del monastero di San Salvatore, del vescovo di Lucca e di alcuni eminenti personaggi locali che determinarono la cacciata degli eretici e la condanna la rogo di uno di essi
Ho conosciuto S nell'aula di sostegno, una stanza in posizione strategica per chi, come lei, non vede l'ora di giocare con i suoi compagni, mostrare loro il suo affetto e riceverne in cambio. L'aula si trova davanti al portone a vetri d'entrata e un cartello intima il divieto d'accesso ai non autorizzati. In effetti, nonostante il cartello, l'aula è molto frequentata dai ragazzi della scuola che vi trovano un rifugio sicuro per passare qualche minuto indisturbati a giocare. Deve essere iniziato in questo modo il rapporto che i ragazzi della scuola hanno con l'aula di sostegno e con coloro che abitualmente ci lavorano. Poi è diventato un appuntamento fisso. La stanza è stata progettata dall'IS di S, inizialmente per un bambino autistico ed è poi stata risistemata per accogliere S. Le postazioni di lavoro e le sedie sono mobili e sono facilmente rimodulabili. Affascinante è, poi, la disposizione del materiale didattico: cassettini, ceste, latte piene di matite colorate e pennarelli, scaffali di libri, giochi, un pianoforte, un computer collegato ad Internet. La prima volta che l'ho vista mi sembrava di essere uno dei fratellini Hansel e Gretel all'interno della casa di marzapane... Osservando e conoscendo più da vicino S, radiosa, sorridente, tenerissima e indifesa non si poteva non rivolgerle espressioni affettuose come quelle che si rivolgono ai neonati. Eccomi nella "Casa di Bambola". Col passare del tempo e le ore di osservazione, tuttavia, mi rendevo conto che, sebbene S fosse sempre oggetto delle cure e dedita alle attività costanti e amorevoli dell'IS e dell'AEC, in questa 6 gabbia dorata il tempo si era fermato. S ha quasi quindici anni "ben portati" ed è del tutto dipendente da un adulto di riferimento anche nella comunicazione, area in cui mostra le maggiori potenzialità. Da li, l'idea di trasformare la "Casa di Bambola" in qualcosa di più funzionale per uno dei nostri bisogni primari: la comunicazione. Ho saputo che S a casa lavora con una specialista sull'imitazione vocale di sillabe e ho pensato di realizzare un progetto che finalizzasse questa produzione verbale all'espresione di concetti di autonomia di base come chiedere da bere, da mangiare, di muoversi, chiamare una persona conosciuta. Mi ha colpito sapere dall'IS che la neuropsichiatra infantile avesse sempre consigliato alla madre di parlarle e spiegarle di tutto poichè il livello di comprensione di S non è sondabile fino in fondo. Il lavoro è, forse, al di sopra delle possibilità della ragazza, ma perchè non provare? Il resto è venuto da sé: come concepire una comunicazione senza inclusione? Sebbene S sia molto ben accetta in classe, non è parte, di fatto, della classe a livello didattico. Volevo per lei un'attività che partisse dall'analisi dei suoi bisogni e coinvolgesse attivamente, tenendo conto delle loro potenzialità, anche tutti i suoi compagni di classe. Purtroppo, come tirocinante, non c'era molto da fare per S. L'ho osservata molto e mi ha colpito la sua gracilità. La tetraparesi non le consente di fare sport. Dunque ho portato lo sport a lei in un contesto gradevole e coinvolgente: la palestra e i suoi compagni di classe. Questa soluzione permette di abbinare qualcosa di utile a qualcosa di divertente, ma soprattutto fonte di socializzazione, maggiore consapevolezza dei compagni delle problematiche di S, 7 lavoro individuale e integrato. Ed è così che la "Casa di Bambola" è diventata "L'Ombelico del Mondo": un viaggio alla scoperta del movimento, del corpo, dell'altro, della diversità in tutte le sue componenti. Non ci resta che cominciare il viaggio!
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Alle porte di Firenze. Il territorio di Bagno a Ripoli in età medievale, Atti del convegno dello Spedale del Bigallo (Bagno a Ripoli), 28 ottobre 2006, a cura di P. Pirillo, Roma, Viella , 2008
Lo Zimbawe a Biganzolo di Verbania , 2010
Atti della XX Conferenza Nazionale SIU - URBANISTICA E/È AZIONE PUBBLICA - La responsabilità della proposta, 2017
NOTRE-DAME DE CHARTRES TEMPLARE II I SEGRETI DELLA FACCIATA OVEST, 2016
Vivere nell'età di mezzo. Archeologia e Medioevo nel territorio agrigentino, a cura di Valentina Caminneci, 2011