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L' ARCA DEI SANTI. Ernesto Lamagna
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Nella Sagrestia del Gesù sono conservate molte reliquie insigni dei Santi e Beati della Compagnia depositata presso la Chiesa Madre dell’Ordine, in occasione di beatificazione e canonizzazioni. Si accarezzava da tempo il progetto della costruzione di un’arca-reliquiario per dare ad esse una sistemazione definitiva e conveniente. Questo progetto è ritornato di attualità all’annuncio della XXXVI Congregazione Generale, convocata a Roma per il mese di ottobre 2016; in questo modo infatti si sarebbe potuto dare visibilità, per così dire, anche alla “Compagnia Celeste” proprio in occasione della massima assise della Compagnia impegnata oggi al servizio del Regno. Ma restava solamente un desiderio. Finché capitò di parlarne con un noto artista di fama internazionale, lo scultore Ernesto Lamagna, il quale immediatamente prese a cuore il progetto e si offrì di realizzare un’arca di bronzo come omaggio alla Compagnia di Gesù; si studiò insieme il progetto iconografico e cominciò subito a lavorarci così che in breve tempo il lavoro fu terminato. Il dottor John De Gioia, Presidente della Georgetown University di Washington, conosciuto il progetto, lo ha sostenuto con convinzione. Al Maestro Lamagna e al dottor De Gioia, alla Georgetown University, a quanti hanno fattivamente sostenuto il progetto va la nostra viva gratitudine. Daniele Libanori SI Rettore della Chiesa del Gesù
2017
Il Convegno e stato organizzato nell’ambito del progetto di cooperazione didattico-scientifica tra l’Universita di Zara e l’Universita di Padova (Dipartimenti di Italianistica) sotto gli auspici del Comune di Zara e con l’appoggio della Contea di Zara
Archivum Fratrum Praedicatorum, Nova Series, 2017
2022
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AION, 2018
Questo testo riprende e ri-compone, oggi in una nuova versione, alcuni contenuti di diverse occasioni di incontro che, negli ultimi anni, abbiamo avuto con Antonio Monestiroli. Occasioni sempre da noi cercate, molte condivise con i nostri studenti, nella convinzione che potessero rappresentare opportunità per discutere e riflettere ancora di architettura e sulla possibilità del suo insegnamento in maniera non fossilizzata su modelli da riproporre stancamente ma capace di guardare in avanti con consapevolezza e speranza. A queste occasioni Antonio Monestiroli ha sempre risposto con grande generosità dimostrando, ancora una volta, di essere un Maestro. Qui di seguito si trova dunque innanzitutto un primo ‘frammento compiuto’ della intervista fatta ad Antonio Monestiroli nel suo studio milanese il 3 aprile del 2014, sulla via del ritorno da un intenso Seminario di Studi tenutosi presso il Centro Italo-tedesco di Villa Vigoni sul lago di Como che, con il titolo di Die Provokation des Realen. Neuer Realismus und Rationalismus. Eine Deutsch-Italienische Debatte in Architektur und Philosophie/La provocazione del reale. Nuovo realismo e razionalismo. Un dibattito architettonico e filosofico tra Germania e Italia, era stato occasione per discutere di Architettura della realtà. In quella occasione Antonio Monestiroli aveva introdotto una interessante riflessione sul rapporto tra pensiero scientifico e suo contenuto in termini di ‘rischio’, ragionando, in architettura, sulla necessità della scelta e sulla centralità della meditazione sul tema la cui corretta interpretazione viene verificata nella accettazione, e quindi nel riconoscimento, da parte della collettività, dell’opera. E così, naturalmente, si era finiti a parlare di progetti ma anche di quello che, all’epoca, era un esercizio di descrizione, di scrittura sui suoi lavori e che sarebbe poi diventato un altro dei suoi preziosi libri. Tra i progetti si parlò invece della Chiesa di San Carlo Borromeo a Roma, allora di recente inaugurata, ma anche di un ‘vecchio’ progetto, quello del Teatro di Udine, usato a pretesto per ragionare di tema e del rapporto con la realtà che trasforma l’idea in forma. E proprio questi tre termini – forma, tema, idea – in alcuni casi declinati al plurale costituiscono il titolo del secondo ‘frammento compiuto’ di questo scritto, tratto dalla Lectio magistralis inaugurale dell’anno accademico del Dipartimento di Architettura tenuta da Antonio Monestiroli nella ‘nostra’ Federico II. Chiude questo ‘ri-montaggio’ il testo, inedito in italiano, da qui nacque anche il libro a nostra cura Trentatré domande a Antonio Monestiroli edito nel 2014 nella Collana “Saper credere in architettura” della Clean di Napoli. A seguito infatti della richiesta da parte del direttore della rivista argentina “A&P Continuidad” di interrogare il maestro milanese sui temi dell’insegnamento, della teoria e della pratica dell’architettura, conducemmo l’intervista prima citata e concordammo con Antonio Monestiroli, anche per i limiti editoriali a fronte di una conversazione durata oltre due ore, di pubblicarla in forma di sintetico resoconto. Ma, come abbiamo poi avuto modo di scrivere, «Sin da allora a noi sembrò che la mole e la profondità delle questioni e degli spunti che erano emersi in quel confronto meritassero una più ampia, ma anche più agile, versione a stampa che nel mantenere la forma dialogica che aveva avuto il colloquio non ne riducesse la portata e la rilevanza dei temi trattati e le cose “di maggior valore” che – come ci ricorda Platone – un discorso anche non scritto sempre contiene».
Soundscape of Histories Entwined: Food and Music 1400-1850, 2024
La ricerca si concentra su un pendant di opere di Cristoforo Munari, esposte nel Museo Civico Amedeo Lia della Spezia, raffigurante alimenti, strumenti musicali e suppellettili esotici, tutti elementi ricorrenti nella produzione artistica del pittore emiliano. Un focus per svelare come il pittore abbia legato i soggetti delle sue tele, riflettendo le tendenze culturali del suo tempo, all’ambiente accademico fiorentino e, in particolare, all’opera letteraria di Lorenzo Magalotti. Lo studio si avvale di un approccio multidisciplinare che verte sull’analisi stilistica, iconografica e organologica degli elementi legati alla rappresentazione dei sensi, quali strumenti musicali, cibo e rimandi esotici. È stata necessaria la ricognizione dell’intero catalogo di Munari, anche alla luce del confronto con soggetti analoghi, realizzati da pittori coevi. L’élite medicea a cavallo tra Sei e Settecento offre i termini di un collezionismo sospeso tra vanità barocca e gusto esotico, evocato dai dettagli presenti nel pendant del museo spezzino. In quest’ottica è stato possibile approfondire aspetti inediti di due tele finora relegate ai margini del catalogo di Munari.
Galatina: Congedo, 2005. Pp. 187.
in "Renato Guttuso. La potenza dell’immagine 1967/1986", a cura di Fabio Carapezza Guttuso e Dora Favatella Lo Cascio (catalogo mostra Bagheria, Museo d’Arte Contemporanea “Renato Guttuso”, 15.12.2007 / 30.05.2008), Troina, Enna (Città aperta edizioni) 2007, pp. 113-140, 2007
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Scienza Politica Per Una Storia Delle Dottrine, 2010
Römische Historische Mitteilungen, 2010
Premio In Sesto Contemporary Art Exhibition catalogue, 2020
Quaderni D Italianistica, 1998
The Plan Journal, 2020
Cultura Giuridica E Diritto Vivente, 2014