LA SCRITTURA DELL'IO IN CARMEN MARTIN GAITE

Questo scritto è un'introduzione allo studio dei Canoni di Martini. L' immensa congerie dei canoni martiniani sfugge a una analisi superficiale perché troppo complesse vi sono le stratificazioni e le connessioni intertestuali: presupposto di una analisi più approfondita deve essere la catalogazione esaustiva di tutti i canoni sulle fonti originali.

aracneeditrice.it

L’«atto di esistere» e la «filosofia dell’essere». Edith Stein e Jacques Maritain., 2018

This article try to demostrate that the philosophy of the beeing of Edith Stein was insufficient in comparison with the philosophy of the beeing of Jacques Maritain because Stein don't did develop a fully concept of the existing act

LE LETTERE AI CORINTI - Primo volume, 2018

Esegesi della prima lettera di Paolo ai corinti

Questo libro nasce da un ciclo di lezioni dal titolo Il genio femminile in Europa. Scrittrici e poetesse del Novecento tenuto a Firenze alla Accademia Toscana di Scienze e Lettere «La Colombaria» dal 18 gennaio al 1° marzo 2022. Nel raccogliere insieme per la pubblicazione le varie lezioni (su

René Le Senne 1 è stato, insieme a Louis Lavelle, il fondatore del movi-mento della Philosophie de l'esprit. Nato in Francia nel 1934, questo movi-mento raccolse attorno ad una collana di testi pubblicata presso l'editore Ferdinand Aubier le opere di filosofi che condividevano i medesimi intenti spe-culativi. Tali intenti furono esplicitati da Le Senne e da Lavelle nell' avant pro-pos del numero 5 (1939) della Revue internationale de philosophie, dove i nostri filosofi presentarono la loro opera e le ragioni storico-teoretiche da cui erano stati sollecitati, prime fra tutte la difesa della filosofia contro il prestigio della scienza e contro l'assolutismo dello stato. In un saggio dal titolo De la "philosophie de l'esprit" 2 , Le Senne cita anche una terza ipotesi in opposizio-ne alla quale è nato il movimento in questione, ossia la concezione dell'io come soggettività assoluta. Le tre questioni ricordate, benché tra loro appa-rentemente lontane e t...

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DIARI DI GUERRA, VOCI DI DONNE. UNO STUDIO LINGUISTICO

L’Io allo Specchio, 2005

What does it mean to recognize yourself? A first hypothesis is that the person in a certain evolutionary stage has acquired an inner self-image as a reference parameter in comparison with perceptual stimuli (images, images, etc.). (e.g., mirror images, photographs, film sequences, caricatures, etc.) so that it is possible to say it's either me or I don't find myself there, etc. But is it correct to think of a unique image of oneself, valid in every situation, some kind of self-essentiality? Or should you rather think of different images depending on context and interpersonal relationships? Following this second hypothesis I have presented, in addition to isolated images, also dyadic situations where the person saw his own profile faced to that of a partner (the father, the experimenter, etc.).