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I «Carmina Cantabrigiensia». Introduzione, testi e traduzioni [Materiali raccolti da Armando Bisanti] - Dispensa a uso universitario, per gli allievi del corso di Letteratura Latina Medievale (Beni Culturali, anno acc. 2019-2020, secondo semestre).
«Bollettino di Studi Latini» 43,1 (2013), pp. 191-235
I «Carmina Cantabrigiensia» (CC) sono una silloge di brevi componimenti latini che si leggono nell’unico manoscritto Gg. 35 (sigla Ca), custodito presso la University Library di Cambridge. Il codice fu esemplato presso il monastero di St. Augustine di Canterbury, verso la metà dell’XI sec., poco prima dell’invasione dell’Inghilterra da parte dei Normanni. La più gran parte dei CC è probabilmente di origine germanica e appartiene a un periodo compreso fra il IX e l’XI sec. Gli 84 componimenti della raccolta mostrano diversità di forma, contenuto e funzione. È possibile, infatti, individuarvi poesie in lode di sovrani o vescovi, componimenti erotici (alcuni dei quali sono stati erasi o cancellati), liriche in lode della natura, e altri tipi di composizioni non sempre facilmente classificabili. La più recente classificazione divide il contenuto dei CC in otto tipologie: carmi religiosi, narrativi, politici, "amatoria", didascalici, celebrativi, "vernalia", morali, ai quali bisogna aggiungere gli excerpta di Boezio, Virgilio, Orazio, Stazio e Venanzio Fortunato. Un posto importante, in questa silloge, hanno gli otto componimenti narrativi (CC 6, 14-15, 20, 24, 30A, 35, 42), che palesano un’ampia e interessante varietà di tipologie di racconto, dalla novella comica ("ridiculum") all’"exemplum", dalla leggenda agiografica al "fabliau". Questo studio offre, in primo luogo, una breve presentazione della raccolta nel suo complesso, quindi una puntuale analisi di ciascuno di questi otto componimenti narrativi.
Scheda storico-critica e bibliografica sui «Carmina Burana». Utilizzata come "dispensa" universitaria a partire dall'anno accademico 2007-2008, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Palermo.
La poesia d’amore mediolatina dei secoli XII-XIII si presta, per le sue peculiarità, a uno spettro di analisi particolarmente vasto, vario e diversificato. Da una parte, infatti, è possibile approfondire, in essa, gli elementi che pertengono alla tradizione classica, all’"imitatio" degli "auctores" canonici più vulgati e diffusi (Ovidio in primo luogo), con una tecnica di rielaborazione e di “riscrittura” non sempre pedissequa e banale; da un’altra parte, il linguaggio, in essa sovente utilizzato, della poesia cristiana e del testo biblico (in particolare il «Cantico dei Cantici»), guida a una lettura che possa mettere in risalto la compresenza di tradizioni diverse quali la classica e, appunto, la biblico-cristiana, diverse sì ma non stridenti; da un’altra parte ancora non si possono ignorare le interrelazioni che tale poesia stringe con la dirompente fioritura della coeva produzione lirica in volgare, in un interscambio di temi, argomenti, stilemi, suggestioni che è spesso foriero di inaspettate sorprese. In quest’ambito, testi privilegiati per l’analisi sono certamente i «Carmina Burana», che si prestano, per la loro vastità e varietà, a percorsi di lettura pressoché infiniti. In questo volume, entro la complessa e variegata "facies" della poesia amorosa, vengono presentati e analizzati alcuni dei «Carmina Burana», cercando, di volta in volta, di individuare la fitta rete di allusioni, riferimenti, suggestioni attinte alla poesia classica (soprattutto l’elegia ovidiana, ma non solo) e biblico-cristiana, da un lato, e, dall’altro, tentando di fornire considerazioni circa i rapporti che essi intessono con la coeva produzione letteraria amorosa in volgare. I capitoli sui «Carmina Burana» sono, per così dire, “incorniciati” da due altri capitoli, uno all’inizio, l’altro alla fine. All’inizio si tenta di tracciare infatti, un quadro generale della poesia d’amore mediolatina e della fortuna di Ovidio, soprattutto, fra il XII e il XIII secolo, che funge un po’ da introduzione a tutta la materia successivamente trattata, anche per ciò che concerne le problematiche di tipo metodologico e critico. Il volume è poi chiuso da un capitolo sulla fioritura, sempre fra il XII e il XIII secolo, della cosiddetta letteratura “pseudo-ovidiana”, capitolo centrato anch’esso, in prevalenza, sull’analisi di un testo-campione (in questo caso, gli «Pseudo-Remedia amoris»): un inserimento, questo, che può contribuire a meglio marcare ed evidenziare le differenze (ma, in taluni casi, anche le analogie) fra la letteratura “pseudo-ovidiana” e i «Carmina Burana» e, magari, a far meglio risaltare la grandezza poetica di questi ultimi (o almeno dei migliori di essi) rispetto ai più topici e corrivi «Pseudo-Remedia amoris». Indice del vol.: Premessa (pp. IX-XII); 1. La poesia d'amore mediolatina e l'influsso di Ovidio fra XII e XIII secolo (pp. 1-17); 2. I «Carmina Burana» 6 e 39 fra risonanze bibliche e "mondo alla rovescia" (pp. 19-43); 3. L'«Altercatio Phyllidis et Flore» (CB 92) (pp. 45-82); 4. «Cedit, hiems, tua durities» (CB 135): esordio primaverile e inno all'Amore (pp. 83-100); 5. «Tange, sodes, citharam» (CB 121): "chiodo scaccia chiodo", Orazio e la disillusione d'amore (pp. 101-122); 6. «Huc usque, me miseram!» (CB 126): una "chanson de femme" mediolatina (pp. 123-141); 7. "Pastorelle" mediolatine, provenzali, francesi e galego-portoghesi (pp. 143-158); 8. Un "falso" ovidiano del XIII secolo: gli «Pseudo-Remedia Amoris» (pp. 159-191). - Bibliografia (pp. 193-202); Indice degli autori e delle opere anonime (pp. 203-208); Indice degli studiosi (pp. 209-214). NB - Nell'allegato file PDF si trovano il frontespizio del vol., l'indice generale, la premessa e la bibliografia.
Bibliografia delle pubblicazioni di Ferruccio Bertini (Genova 1941-2012), studioso di letteratura latina classica, medievale e umanistica e, per molti anni, docente nell'Ateneo genovese. Il saggio si apre con una breve presentazione dell'uomo e dello studioso, cui segue la bibliografia, in ordine cronologico, delle pubblicazioni dal 1966 al 2014. Pubblicato in «Schede Medievali» 55 (2017), pp. 217-238.
«Critica Letteraria», 37, 4 (fasc. 145, 2009), pp. 641-669
During his life Emilio Salgari (1862-1911) wrote about 150 tales of adventures, often published under pseudonyms (cap. Guido Altieri, S. Romero, Enrico Bertolini, etc). They mirror the variety and scope of the subjects dealt with by Salgari in his novels. The first part of this paper reviews the existing bibliography on Salgari’s tales. The second part analyzes three collections of tales, Le novelle marinaresche di Mastro Catrame (Torino, Speirani, 1894), Nel paese dei ghiacci (Torino, Paravia, 1896), Le grandi pesche dei mari australi (Torino, Speirani, 1904), and the short story I predoni del gran deserto (Napoli, Urania, 1911).
«Critica Letteraria» 36, 4 (fasc. 141, 2008), pp. 754-782
Pur abbracciando un breve arco di tempo - dal 2003 al 2005 - la rassegna salgariana si presenta alquanto corposa. Tra i volumi presi in esame si segnalano, in particolare, i testi salgariani "Al Polo Australe in velocipede", ristampa anastatica della prima edizione del romanzo, uscito per i tipi di Limina, corredato di una nota introduttiva di Sergio Giuntini e di un`appendice documentaria, e i due cofanetti mondadoriani, entrambi composti da tre volumi, dei romanzi salgariani "Avventure nel West" (2004) e "Avventure in India" (2005). Nella seconda parte della rassegna vengono invece presi in esame le raccolte di racconti recentemente ripubblicate.
Itinerari del testo per Stefano Pittaluga, a cura di C. Cocco [et alii], Genova 2018, vol. I, pp. 109-124., 2018
English - This paper offers an analysis of the relations between Albertino Mussato and Seneca’s tragedy, particularly between Mussato’s Ecerinis and Seneca’s Troades. This latin tragedy has a big influence on Ecerinis, by frequent allusions and quotations, and by the themes of war, cruelty and fortune.
«Maia», n.s., 64, 2 (2012), pp. 368-380
«De contemptu mundi» (or «De miseria humane conditionis») written by Lotharius of Segni (pope Innocent III, 1198-1216) is a literary work in three books which belongs to the so-called “literature on death”, which had a big diffusion in medieval Europe between the end of the 11th and the beginnings of the 13th century and is characterized by apocalyptical visions, pessimistic meditations, vivid realism of representation. The first book («De miserabili humane conditionis ingressu») is dedicated to the description of the various periods of human life on the earth, from birth to maturity; the second («De culpabili humane conditionis progressu») to the seven capital sins; the third and last («De dampnabili humane conditionis egressu») to the death of man and his eternal life in Hell or Paradise. Lotharius frequently quotes the Bible (and particularly The book of Job) as the principal source of his work. But in the «De contemptu mundi» there are also a few quotations from Latin classical poets, such as Horace, Ovid, Lucan, Juvenal and Claudian. After a presentation of the work by Lotharius, this work offers a strict analysis of these classical quotations, inserted within the literary and philosophical texture of «De contemptu mundi».
Bibliografia su Albertino Mussato, con una scheda biografica iniziale - tratta dalla "voce" del DBI di M. Zabbia - e un elenco ragionato e in ordine cronologico delle principali pubblicazioni sulla vita e le singole opere del Mussato (in partic., sulla tragedia «Ecerinis»). Tale bibliografia è stata utilizzata per le lezioni di Letteratura Latina Medievale e Umanistica svolte presso l'Università degli Studi di Palermo, corso di Laurea Magistrale in Scienze dell'Antichità, anni acc. 2017-2018 e 2018-2019.
Carmina Burina – Profanae Cantiones – Riti, Miti, Frizzi e Lazzi, Leggi, Cazzi e Misirizzi di Nostra Santa Madre Goliardia di SatanAsso da Taranto [Lo Scaffale di Abelardo, Padova: Edizioni A.C.C.A. 2021 – 320 pp. ]
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«Mediaeval Sophia» 8 (2010), pp. 60-74 (on line)
Sulle tracce del Dante minore. Prospettive di ricerca per lo studio delle fonti dantesche, vol. II, a cura di T. Persico, M. Sirtori e R. Viel, Bergamo, Sestante Edizioni, 2019
OPD RESTAURO NR.3 , 1991
Coexistence and Cooperation in the Middle Ages. IV European Congress of Medieval Studies F.I.D.E.M. (Fédération Internationale des Istituts d’Études Médiévales) 23-27 June 2009, Palermo (Italy), a cura di A. Musco-G. Musotto, Palermo, Officina di Studi Medievali, 2014, pp. 257-266
«Mediaeval Sophia» 6 (2009), pp. 5-18 (on line)
Belfagor, 2001
Milano, Ponte alle Grazie, 2019 (Poesia, 5), pp. 1-72.
«Schede Medievali» 47 (2009), pp. 235-249
Philomusica on-line - Journal of the Musicology and Cultural Heritage Department, University of Pavia, Italy, 2016
«Auctores Nostri» 8 (2010), pp. 53-92
«Pan» 18-19 (2001 = Miscellanea di studi in memoria di Cataldo Roccaro, Palermo, Dipartimento di Civiltà Euro-Mediterranee e di Studi Classici, Cristiani, Bizantini, Medievali, Umanistici, 2001), pp. 43-51
«Pan. Rivista di Filologia Latina», n.s., 3 (2014), pp. 113-122