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2021, Published on "Civiltà della Tavola" magazine of Accademia Italiana della Cucina, Mar
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Esiste un pensiero logico alla base del festeggiamento di San Giuseppe con i bignè fritti? Sì, basta indagare il livello semantico soggiacente alla relazione. Ancora una volta il cibo non è solo buono da mangiare, ma anche buono da pensare. E così, nel caso della tradizione romana, per neutralizzare la valenza negativa della paternità fittizia di San Giuseppe, nel festeggiamento del Santo si utilizza un dolce che ricorda un uovo (ovvero un elemento chiave della riproduzione).
STORIA VENETA, n.50 , 2019
Nella millenaria storia della "Serenissima" Repubblica di Venezia la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) costituisce uno degli eventi più conosciuti e celebrati. Meno nota oggigiorno è, invece, la tradizione che lega la vittoria di Lepanto a santa Giustina di Padova. La battaglia avvenne, infatti, nel giorno che la liturgia veneziana dedica alla protomartire padovana.
De Domo David. La Confraternita di San Giuseppe Patriarca e la sua chiesa a Nardò. Studi e ricerche a quattro secoli dalla fondazione (1619-2019), a cura di M. Gaballo, S. Colafranceschi, Fondazione Terra d’Otranto, Roma 2019, pp. 473-474, ISBN 978-88-94229-79-0, 2019
Nel saggio si ripercorrono le fasi salienti della confraternita bitontina di san Giuseppe, la cui prima notizia risale al 1679. Fra i manufatti cultuali legati alla committenza confraternale resta nella chiesa di San Gaetano di Bitonto (già di San Giuseppe) un pregevole manichino raffigurante san Giuseppe col Bambino, il quale presenta testa, mani e piedi in legno, mentre l'interno è costituito di paglia e altri materiali leggeri. Ricondotto dalla tradizione alla mano di Enrico Pedace, allievo del ben più noto scultore napoletano Francesco Citarelli (Napoli, 1790-1871), è assai più probabile che il simulacro vada ascritto a una loro collaborazione.
Indagine sulle fosse da grano presenti nel sottosuolo del centro storico di San Giovanni in Marignano (Rimini). Ricerca condotta su materiali archivistici e principalmente sull'analisi di documenti notarili (secc. XV-XVI).
A medieval story found in a manuscript that was similar of the story of the man who found it. The medieval character was burned as eretic, the to day character had a destiny of forgetfulness.
Archeologia Classica, 2022
L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi proprietà terriere della famiglia materna, i Sacerdoti, il che gli permise di progettare innovative soluzioni agronomiche e tecniche. Ben presto però divenne sostenitore dell'idea che bisognava industrializzare l'agricoltura nelle mani degli stessi agricoltori attraverso la di usione della cooperazione. Promosse perciò la fondazione della Cantina Sociale di Nonantola nel 1913, di cui a più riprese ebbe la presidenza per alcuni decenni, della Cremeria Sociale di Nonantola nel 1926 e di varie altre cantine nel Modenese, no a sostenere nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali, di cui divenne presidente. Dietro suo impulso l' esperienza della Cantina Sociale di Nonantola, di cui fu presidente per vari decenni, fu ampliata progressivamente ad altri settori produttivi: la lavorazione del pomodoro dal 1919 e la produzione di marmellate dalla ne degli anni Trenta, attività che permisero l' occupazione anche di molta manodopera femminile. Nominato durante la Prima guerra mondiale commissario agricolo provinciale, si impegnò poi per la costituzione della Federazione provinciale degli agricoltori, di cui fu presidente no al 1921. Accanto all'impegno di imprenditore, Gino Friedmann pose quello di amministratore locale. Dal 1922 al 1926 fu sindaco di Nonantola, alla guida di una giunta conservatrice moderata che ri utò di aderire al Partito Fascista. Come sindaco si impegnò per il risanamento infrastrutturale e sanitario del paese, per poi occuparsi, negli anni Trenta, del Consorzio della Boni ca Nonantolana, di cui divenne presidente. Nei di cilissimi anni della Seconda guerra mondiale, come rappresentante a Modena della Delasem (Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei), fu difensore dei rifugiati ebrei divenendo uno dei principali protagonisti della famosa vicenda dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, nché dopo l'8 settembre 1943 fu costretto a trovare rifugio in Svizzera. Ritornato in Italia al termine del con itto, riprese il suo impegno a favore della cooperazione che portò avanti con tenacia per il resto della propria vita.
positanonews , 2025
Sant’Agnello Abate – La vita e il culto attraverso la storia e la tradizione Di Lucio Esposito e Franco Gargiulo. Con un ricco corredo iconografico
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San Giorgio e il drago. Letteratura & Società, 2105, 50, pp.51-98.
Intorno ai "falò' di San Giuseppe" a Tito -Tradizione Appenninica, 2021
Published on "Civiltà della Tavola" magazine of Accademia Italiana della Cucina, Dec, 2019
A margine di Tintoretto, 2019
la Biblioteca di Via Senato, 2018
Crocevia e capitale della migrazione artistica: forestieri a Bologna e bolognesi nel mondo, 2013