Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2021, ANTONIO GAETANO PAMPANI, Magnificat a 4 voci e orchestra
nacque a Modena il 21 febbraio 1706 da Francesco e Anna Rasori. Malgrado la sua notevole produzione, le rappresentazioni delle sue opere in prestigiosi teatri in varie città italiane e l'attività di maestro di cappella e insegnante, quasi nulla si conosce della sua vita. 2 In gioventù fu virtuoso al servizio del cardinale Alamanno Salviati ad Urbino. Dal 18 luglio 1726 al luglio 1734 svolse l'incarico di maestro di cappella della cattedrale di Fano 3 e il 26 agosto 1737 assunse il medesimo incarico nella chiesa metropolitana e della Congregazione Filippina di Fermo. Nell'ottobre del 1746 lasciò quest'ultimo incarico per assumere quello di organista presso la chiesa di S. Bartolomeo di Venezia. Lo stesso anno divenne membro dell'Accademia Filarmonica di Bologna con la qualifica di maestro compositore. 4 L'anno successivo fu assunto all'Ospedaletto, il Pio Ospitale de' poveri derelitti veneziano. Vi rimase per vent'anni, fino al 1766, 5 stimato maestro e compositore delle musiche che le "putte" del pio istituto eseguivano nelle occasioni solenni.
Del presente Magnificat in Do maggiore a otto voci in canone con strumenti di Marc'Antonio Ziani (Venezia, 1653ca.-Vienna, 22 gennaio 1715) sono state identificate finora quattro copie manoscritte conservate a Berlino, Bonn e Parigi. 1 Nel frontespizio il titolo è eguale in tutte le fonti: Magnificat / a / 8 voci in Canone / con / Sinfonia pure in Canone / di / Marc. Ant. Ziani. In tutte le copie la scrittura è chiara e ben leggibile e il contenuto è pressoché eguale, tranne piccole differenze nelle legature delle parti strumentali. La parte dell'organo non presenta le cifre del basso continuo. Non vi sono indicazioni dinamiche, tranne un pf (poco forte) nella partitura di Bonn all'inizio della parte del violino primo.
La Cappella di Villa Manin a Passariano (UD) dei nobili Manin al sommo del loro potere nel Settecento, risplende per l'armonia delle sue forme, realizzata dall'archietetto Domenico Rossi, a pianta centrale di due ottagoni sovrapposti, titolata alla Madonna per l'altar maggiore e i tre altari della sacrestia. Opere di Giuseppe Torretti e di Enrico Merengo. Via Crucis di Amedeo Gabrieli, Girolamo Bellavitis e Gaetano Canali. Stile degli stucchi vicini ad Abbondio Stazio.
Prima assoluta 16 V 2013 Venezia, Teatro Malibran Stagione Sinfonica del Gran Teatro La Fenice Orchestra Filarmonica della Fenice direttore: Rinaldo Alessandrini durata 6’~ Teatro La Fenice Editore
Philomusica on-line - Journal of the Musicology and Cultural Heritage Department, University of Pavia, Italy, 2016
Mazzetti, Marcello, and Livio Ticli. ‘Le Sacræ Cantiones a 4 voci di Floriano Canale (1581)’. Edited by Maria Teresa Rosa Barezzani, Antonio Delfino, and Rodobaldo Tibaldi. Rinascimento musicale bresciano. Studi sulla musica e la cultura a Brescia tra il Quattrocento e il Seicento, Philomusica on-line - Journal of the Musicology and Cultural Heritage Department, University of Pavia, Italy, 15, no. 1 (2016): 701–58. –––ENGLISH. This article aims to continue Oscar Mischiati’s studies (1985, 1991) about the Congregation of Canonici Regulares Ss. Salvatoris, analysing four-voice Sacrae Cantiones (1581) by Floriano Canale. Through a Textual Criticism approach, we point out the essential role which this collection plays within Vincenzo Sabbio’s production. By studying and drawing comparisons between paratexts, we contextualise the print within the Congregation’s environment and the coeval music production from Brescia, as well. Textual sources, stylistic features and composition techniques employed – which we discuss extensively in preparation for the critical edition of Canale’s opera omnia –, show the importance to further investigate the post-Tridentine Motet before the Basso Continuo Age. –––ITALIANO. Questo contributo intende portare avanti gli studi di Oscar Mischiati (1985, 1991) sulla Congregazione dei Canonici Regolari del Ss. Salvatore partendo dall';analisi delle Sacrae Cantiones a 4 voci (1581) di Floriano Canale. L'analisi bibliografica ha permesso di rilevare, a livello quantitativo e qualitativo, il ruolo particolare della raccolta all'interno della produzione di Vincenzo Sabbio. Allo stesso modo, lo studio dei paratesti ha offerto la possibilità di contestualizzare la stampa sia nel contesto particolare della Congregazione sia nella più ampia produzione musicale bresciana. Per quanto concerne le fonti testuali, le caratteristiche stilistiche e le tecniche compositive impiegate nella raccolta, di cui si dà ampio resoconto in previsione dell'edizione critica dell'intero corpus canaliano, emerge l'assoluta necessità di una indagine a più ampio respiro del panorama mottettistico post-tridentino prima dell'avvento del basso continuo.
G. Della Torre (a cura di), Gli Economisti ValtEllinEsi: Ezio Vanoni, Pasquale Saraceno, Sergio Paronetto, Tullio Bagiotti, Bruzio Manzocchi, 2019
questo convegno per due ragioni. La prima è strettamente personale perché sono nato nel versante retico della valle, cioè sono un "Cech", e negli anni '50 venivo con mia nonna al mercato del sabato qui nella piazza prospicente questo bellissimo auditorium. La seconda ragione sta nel fatto che i relatori intervenuti sono stati in molti casi per me se non dei "maestri", certo importati riferimenti culturali e scientifici, e contribuire al coordinamento di questa iniziativa è per me importante. Nel corso della seduta antimeridiana parleranno Piero Barucci (, e Luiss, Roma). Vi rendo partecipe delle idee che hanno modellato i contenuti del convegno che si sono precisate man mano che il lavoro organizzativo prendeva forma. Mi soffermerò brevemente su quattro punti per connotare questa iniziativa. Sul gruppo Vanoni, Saraceno e Paronetto parleranno nel corso della mattina Barucci, Rotondi e Quadrio Curzio, D'Antone, e Torresi, che hanno da tempo lavorato sugli economisti in parola e sulle istituzioni di riferimento. In particolare, la Commissione economica della Costituente, l'Istituto per la Ricostruzione Industriale e il ministero delle Finanze, con incursioni sugli enti universitari di afferenza: l'Istituto di Finanza di Pavia (diretto da Benedetto Griziotti, "maestro" di Vanoni e di Antonio Pesenti, quest'ultimo "vicino" come vedremo a Bruzio Manzocchi), l'Istituto di economia della Bocconi (diretto da Giovanni Demaria maestro di Bagiotti e di Aldo Montesano, che lo ricorda oggi), l'Istituto di economia aziendale sempre della Bocconi (diretto da Gino Zappa, mentore di Pasquale Saraceno) e, l'Istituto nazionale della finanza corporativa (fondato dal ministro Paolo Thaon di Revel, dal prof. Griziotti dell'Istituto di Pavia e dal governatore di Banca d'Italia Vincenzo Azzolini, e con il quale collaborò Vanoni). Nella seduta pomeridiana, su Bagiotti parlerà il suo amico e collega Montesano (entrambi allievi di Demaria), che ha scritto lavori commemorativi con Achille Agnati e Pier Luigi Porta. Su Manzocchi relazionerà Borruso, che ha una biografia in uscita. Della Torre parlerà della "supplenza" dell'IRI di Saraceno nella costruzione delle stime del reddito nazionale alla metà degli anni '30 per la riforma tributaria di Thaon di Revel. 1. Una prima novità del convegno è data dalla considerazione, accanto ai tre economisti di orientamento cattolico, Vanoni, Saraceno e Paronetto, del liberale
Rinascimento musicale bresciano. Studi sulla musica e la cultura a Brescia tra il Quattrocento e il Seicento, 2016
Nonostante la tecnica parodica annoveri numerosi studi al riguardo, la sua applicazione al Magnificat, se non negli esempi di Orlando di Lasso, è scarsamente indagata, soprattutto se, come nel nostro caso, alla parodia viene associata la pratica del doppio coro. Scopo di questo lavoro è mettere in evidenza, attraverso l’analisi del Magnificat quarti toni super Tirsi moriri volea di Orazio Colombano, l’impiego di questa tecnica in un’area geografica, quella dell’Italia Nordorientale, poco considerata se non nella produzione policorale nel cosiddetto ‘stile veneziano’. There are many studies on parodia; however his application at Magnificat, if we exclude Orlando di Lasso’s cases, are very few; even less are those in which the polychorality is involved. Through the analysis of Orazio Colombano's Magnificat quarti toni super Tirsi morir volea the work wants to highlight the use of parody in Northeastern Italy, a geographical area that is mainly considered for his polychoral production in the socalled ‘venetian stile’.
a cura di Luigi Verdi e Maria Pia Jacoboni, 2014
Intuere anima mea, Heu qui miserum. O anima fidelis, Fideles circumstrati (Bologna, Museo internazionale e biblioteca della musica) Vigormusic. Perle Musicali, PM.17
Trascrizione e revisione a cura di Luigi Verdi , 2016
Vigormusic. StringOrchestraMusic, SOM.15
Francesco Antonio Bonporti Sonate op. 6 for 2 violins and B.C. - October 2023 - © Brilliant Classic, 2023
L'opus VI di Francesco Antonio Bonporti (Trento 1672 - Padova 1749), pubblicata a Venezia da Giuseppe Sala nel 1705, è forse il lavoro più dimenticato dell'autore trentino, la creazione più solitaria e trascurata dagli esecutori. Eppure questa raccolta - dedicata al principe (e cardinale) Carlo Colonna, noto sostenitore di Georg Friedrich Haendel a Roma - assume, nella biografia del musicista trentino, un significato particolare. È l'addio al passato, l'omaggio a un apprendistato obbligato per tutti i musicisti del tempo prima di rivolgersi compiutamente alle nuove forme sviluppate dal mercato (Sonate a violino solo, Concerti), suggerite da una sensibilità più individuale e attenta alla spettacolarità del virtuosismo, alla seduzione dei ritmi, a una più robusta sonorità, a una melodia diversamente articolata.
Il Saggiatore musicale, 2023
Johann Joachim Quantz, in his Versuch einer Anweisung, die Flöte traversiere zu spielen (1752), credited Giuseppe Torelli with the invention of the concerto form. Detailed historical research has limited the reliability of this old and in:uential assumption. Nevertheless, the contribution of the Veronese composer to the development of the Baroque concerto remains undeniable. It can be summarized as the fashioning of a new kind of musical writing – ritornello form, solo-tutti alternation, thematic dierentiation of instrumental groups, a tendency towards homorhythmic textures – which marked the transition from 17th-century polychoral sonata to the mature concerto. In addition to this, there is a preference for the trumpet as solo instrument: a stylistic feature of Torelli’s Bolognese period, who was employed on several occasions between 1684 and 1709 by the Cappella musicale of San Petronio. This well-established historiographical picture, however, is not entirely accurate. Only part of Torelli’s œuvre was published during his lifetime (Op. 1-6; Op. 8 is posthumous), while a large number of manuscript pieces remain unpublished and dicult to date. Among them are a dozen works from the last Bolognese period (1701-09), in which the oboe stands out as a concertante instrument. This nucleus of compositions – variously labelled as ‘Concerto’, ‘Sonata’, ‘Sinfonia’ – displays innovative features with regard not only to instrumentation but also to its morphological-stylistic arrangement. The variability of de*nition also suggests a cross-fertilization of genres, contexts and functions. A careful analysis of these works can implement a more complete de*nition of the Torellian production framework and, more generally, of the instrumental output of the Bolognese School.
tragedia lirica in quattro atti di Stefano Interdonato da rappresentarsi al Teatro comunale di Bologna nell'autunno 1873. Prima esecuzione 30 novembre 1873 trascrizione e revisione a cura di Luigi Verdi (2005-2006) dalla partitura autografa Archivio Ricordi di Milano (segn. 4.H. 5/28-31) copia presso la Biblioteca Comunale di Bergantino (RO)
Giovanni Battista Palletta, 2020
Giovanni Battista Palletta, trained at the school of Bernardino Moscati, Pietro Moscati and Giovanni Alessandro Brambilla, was a highly appreciated surgeon of the Ospedale Maggiore in Milan. Many of his clinical researches made him known in the international surgical community. There is no doubt that his vast experience, his ability, the successes achieved, the innovations introduced, his trait as a man of few words, justify the opinion of most of the historians of surgery who believe his reputation to be much higher than that of his own teachers.
Gabriele Giannantoni interprete di Parmenide, in A. Brancacci (a cura di), μέγιστον ἀγαθόν. La storiografia filosofica di Gabriele Giannantoni, Bologna, 2019, pp. 31-47., 2019
In spite of the fact that Giannantoni’s activity as scholar of ancient philosophy mainly focused on Socratic and Hellenistic thought, he had a deep knowledge of the pre-Socratic philosophies, and mostly of Parmenides’ one, as proved by the research devoted to some challenging textual, historical, and theoretical elements of Parmenides’ Poem. In his paper 'Le due vie di Parmenide', he deals with some crucial problems arising in Parmenides’ interpretation. They are both textual and theoretical: one concerns how many ways of inquiry (ὁδοί διζήσιος) have been elaborated by Parmenides himself into his Poem, the second – with some historical implications – involves the possibility of Parmenides’ knowledge and criticism of Heraclitus’ work.
Il 26 aprile 1584 venne nominato maestro di cappella della cattedrale genovese di San Lorenzo, primo musicista genovese ad assumere tale incarico, e ricevette gli ordini minori. Venne dimesso l'11 dicembre del 1590 e al suo posto venne nominato Giacomo Lugaro. Dal 1591 fino alla morte fu organista nella Cattedrale di Sarzana, dove operava anche il figlio Giovanni Domenico. Per un periodo fu al servizio del principe di Piombino, come scrive il nipote e allievo Simone Molinaro nella dedica del suo Primo libro di madrigali a cinque voci del 1599. 5 Gabriello Chiabrera (1552-1638) gli dedicò una canzone morale, Gli amori lascivi condurne a fine infelice. 6 Morì nella sua città natale, assassinato in circostanze misteriose nell'agosto o settembre del 1593. Le opere pubblicate Dalla Gostena pubblicò soltanto le seguenti raccolte di musica vocale:
Una breve analisi di una composizione a destinazione policorale di Giovanni Gabrieli, nel fulgido contesto dello stile concertante nell'età della maniera. Elaborato per il corso di Critica Musicale - 2012
Opera Scenica, 2016
Alessandro Magini, Opera Scenica, in A.A.V.V. “Opera Unica” di Marco Bagnoli, Mondadori Electa S.p.A, Milano 2016 Il concetto di “opera scenica” viene qui interpretato e contestualizzato in un confronto fra la tradizione culturale umanistica e la produzione artistica moderna e contemporanea, in particolare con quella di Marco Bagnoli.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.