Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2013
The Latin tabellae defixionum represent a special kind of epigraphic documents, the interpretation of which -as is well known -is often rather difficult. What complicates their understanding is the fact that the surviving texts are in many cases damaged or even fragmentary and contain many errors, depending on the education level of the writers who, in addition, used their imagination to produce their own variants and modifications of the current curse formulas. Therefore, it is necessary for the researcher to overcome the problems of text reconstruction caused by the lacuns as well as the exegetic problems concerning the specific and often rather strange wishes of the cursing persons. Many of these texts found either at the beginning of the 19th century or recently, require a new general reinterpretation. This paper presents new proposals and revisions of several curse tablets.
2013
Le defixiones latine costituiscono una particolare categoria di documenti epigrafici e, come e noto, la loro interpretazione spesso accompagnata da notevoli difficolta. In maggioranza ci sono pervenute danneggiate, e sono quindi frammentarie. I testi contengono anche molti errori, che ne complicano la comprensione, e che dipendono dal grado di acculturazione dei loro redattori. Costoro, inoltre, sviluppavano proprie varianti e modifiche rispetto alle for-mule di maledizione in uso nella loro epoca, ricorrendo ad una buona dose di fantasia. Nello studio delle defixiones latine si devono affrontare sia i problemi di ricostruzione testuale dovuti alle diverse lacune presenti nelle laminette plumbee, sia i problemi esegetici relativi ai desideri dei defiggenti, spesso insoliti e poco comprensibili. Molti testi – sia quelli ritrovati tra il Novecento e gli inizi del XXentesimo secolo, sia quelli di recente scoperta – richiedono un riesame interpretativo complessivo o anche solo limitato ...
Studi in onore di Stefano Vassallo, 2020
Ricerche su Ostia e il suo territorio, 2018
Ricerche su Ostia e il suo territorio a cura di Mireille CébeillaC-Gervasoni †, niColas laubry e Fausto Zevi Il volume raccoglie gli Atti del Terzo Seminario Ostiense, tavola rotonda internazionale ormai divenuta annuale presso l'École française de Rome, articolata, come nei seminari precedenti, in due sezioni. La prima, tematica, ha come oggetto Ostia e la riva destra del Tevere, e si apre con contributi che vanno dall'età protostorica (Bronzo recente e finale) all'età arcaica. Per il periodo romano, accanto alla presentazione di scavi recenti si segnala la ripresa delle ricerche nella Necropoli di Porto all'Isola Sacra, col riesame di alcune categorie di materiali, determinanti ai fini della cronologia, provenienti dalle esplorazioni sistematiche condotte alla fine degli anni '80 del secolo scorso. La seconda sezione accoglie contributi di vario genere, alcuni dei quali approfondiscono aspetti del vastissimo, e ancora solo parzialmente esplorato, patrimonio epigrafico ostiense, nonché i risultati di scavi e di sondaggi stratigrafici recenti nel contesto della città, interessanti anche per chiarire meglio l'attitudine e il programma operativo degli archeologi al tempo del Grande Scavo del 1938-42. Mireille Cébeillac-Gervasoni, già membro dell'École française de Rome, è stata direttrice del Centre Jean Bérard di Napoli e, successivamente, direttrice di ricerca al CNRS (UMR 8210, ANHIMA). I suoi lavori hanno riguardato in particolar modo le élites e le città dell'Italia romana, ma anche, fin dagli inizi, l'epigrafia e la storia di Ostia antica. È stata autrice, insieme a Maria Letizia Caldelli e Fausto Zevi, del volume Ostia. Cento iscrizioni in contesto (Roma, 2010), e una delle promotrici dei «Seminari Ostiensi» all'École française de Rome. Nicolas Laubry, già allievo dell'École normale supérieure (Parigi) e membro dell'École française de Rome, maître de conférences in storia romana all'Università di Paris-Est Créteil, è attualmente direttore degli studi per l'Antichità presso l'École française de Rome. Tra i suoi principali interessi vi sono l'epigrafia dell'Occidente romano (Italia, Gallia) e la storia religiosa, istituzionale e sociale delle pratiche funerarie tra la fine della Repubblica e gli inizi della Tarda Antichità. Fausto Zevi, perfezionatosi in Archeologia classica fra Roma e Atene, per quasi 25 anni ha lavorato nelle Soprintendenze archeologiche, dapprima a Ostia, poi come Soprintendente a Napoli e Pompei e a Roma; in seguito ha avuto la cattedra di archeologia nelle Università di Napoli e poi di Sapienza Università di Roma. Tra le sue numerose pubblicazioni su vari aspetti dell'Italia antica, molte sono state dedicate a Ostia. È accademico dei Lincei. www.publications.efrome.it € 69,00 ISBN 978-2-7283-1332-7 ColleCtion de l'éCole Française de roMe ÉCOLE fRAnçAISE dE ROmE 2019 a cura di mireille CébeillaC-Gervasoni † nicolas laubry e fausto Zevi
Ricerche su Ostia e il suo territorio. Atti del Terzo seminario Ostiense (Roma, École Française de Rome, 21-22 ottobre 2015 [Collection de l'École française de Rome 553], 2018
Ricerche su Ostia e il suo territorio a cura di Mireille CébeillaC-Gervasoni †, niColas laubry e Fausto Zevi Ricerche su Ostia e il suo territorio a cura di Mireille CébeillaC-Gervasoni †, niColas laubry e Fausto Zevi Il volume raccoglie gli Atti del Terzo Seminario Ostiense, tavola rotonda internazionale ormai divenuta annuale presso l'École française de Rome, articolata, come nei seminari precedenti, in due sezioni. La prima, tematica, ha come oggetto Ostia e la riva destra del Tevere, e si apre con contributi che vanno dall'età protostorica (Bronzo recente e finale) all'età arcaica. Per il periodo romano, accanto alla presentazione di scavi recenti si segnala la ripresa delle ricerche nella Necropoli di Porto all'Isola Sacra, col riesame di alcune categorie di materiali, determinanti ai fini della cronologia, provenienti dalle esplorazioni sistematiche condotte alla fine degli anni '80 del secolo scorso. La seconda sezione accoglie contributi di vario genere, alcuni dei quali approfondiscono aspetti del vastissimo, e ancora solo parzialmente esplorato, patrimonio epigrafico ostiense, nonché i risultati di scavi e di sondaggi stratigrafici recenti nel contesto della città, interessanti anche per chia-rire meglio l'attitudine e il programma operativo degli archeologi al tempo del Grande Scavo del 1938-42. Mireille Cébeillac-Gervasoni, già membro dell'École française de Rome, è stata direttrice del Centre Jean Bérard di Napoli e, successivamente, direttrice di ricerca al CNRS (UMR 8210, ANHIMA). I suoi lavori hanno riguardato in particolar modo le élites e le città dell'Italia romana, ma anche, fin dagli inizi, l'epi-grafia e la storia di Ostia antica. È stata autrice, insieme a Maria Letizia Caldelli e Fausto Zevi, del volume Ostia. Cento iscrizioni in contesto (Roma, 2010), e una delle promotrici dei «Seminari Ostiensi» all'École française de Rome. Nicolas Laubry, già allievo dell'École normale supérieure (Parigi) e membro dell'École française de Rome, maître de conférences in storia romana all'Università di Paris-Est Créteil, è attualmente direttore degli studi per l'Antichità presso l'École française de Rome. Tra i suoi principali interessi vi sono l'epigrafia dell'Occidente romano (Italia, Gallia) e la storia religiosa, istituzionale e sociale delle pratiche funerarie tra la fine della Repubblica e gli inizi della Tarda Antichità. Fausto Zevi, perfezionatosi in Archeologia classica fra Roma e Atene, per quasi 25 anni ha lavorato nelle Soprintendenze archeologiche, dapprima a Ostia, poi come Soprintendente a Napoli e Pompei e a Roma; in seguito ha avuto la cattedra di archeologia nelle Università di Napoli e poi di Sapienza Università di Roma. Tra le sue numerose pubblicazioni su vari aspetti dell'Italia antica, molte sono state dedicate a Ostia. È accademico dei Lincei.
Quaderni Urbinati di Cultura Classica, 1983
Chiosando Bacchilide 17,132, ottoc?e ?eotoixtov kcr?fk?v t?xocv, Richard Jebb osservava nel 1905: "oe?toixtov, 'sent to us by divine power'. Pindar's de?TOy/rco? crcpunv Ttptal cp?teu&ev (P. IV 69), which perhaps suggested cp?teucte ti^x?v in 68 f., may have prompted this word also" 1. II rapporto fra Pespressione pindarica e i due luoghi 1 R. Jebb, Bacchylides, the Poems and Fragments, Cambridge 1905, p. 391. 2 Per la datazione del ditirambo cfr. A. Severyns, Bacchylide. Essai bio graphique, Li?ge 1933, p. 56 ss. SuH'ode pindarica si veda ora la lucida analisi di P. Giannini, 'Interpretazione della Pitica 4 di Pindaro', Quad. Urb. n.s. 2 (31), 1979, p. 35 ss. 3 II testo ? vanamente corretto da M.G
A cura di Lucia Castaldi e Valeria Mattaloni. 🔗 http://bit.ly/2IKiRMS. Premessa. Introduzione. L. Castaldi, «Tabulae» spezzate, invertite e ampliate nella «Vita Gregorii» di Giovanni Immonide - P. Chiesa, Le scansioni interne della «Regula pastoralis» di Gregorio Magno: impostazioni d’autore e aggiustamenti di tradizione - E. Colombi, Titoli e capitoli nella trasmissione del «De ciuitate Dei» di Agostino - G. P. Maggioni, La «tabula capitulorum» nei primi manoscritti della «Legenda aurea». Anomalie utili per la ricostruzione filologica della tradizione - F. Martello, Le «tabulae capitulorum» come strumento per la ricostruzione del testo. Il caso del «Liber testimoniorum» di Paterio - V. Mattaloni, «Tabulae» per sintesi o per sbaglio: due casi nella tradizione del «Rescriptum» di Gregorio Magno - R. Modonutti, Rubriche ed «epithomata» nel «De gestis Italicorum post Henricum septimum Cesarem» di Albertino Mussato - J. C. Santos Paz, «Tabulae capitulorum» de las obras proféticas de Hildegarde de Bingen - P. Stoppacci, Le «tabulae titulorum» delle «Institutiones» di Cassiodoro: ovvero il polimorfismo di un manuale e la topografia di una biblioteca. Indici.
Chaos et Kosmos, 2013
le "defixiones, also known as curse tablets, are inscribed pieces of lead, usually in the form of small, thin sheets, intended to influence, by supernatural means, the actions or welfare of persons or animals against their will" 1 .
Presmell - Associazione Culturale Walser, 2020
SULLE SOGLIE DELL’IRRAPPRESENTABILE Eccesso e tabù tra letteratura, cinema e media a cura di Giulia Depoli e Valentina Grisorio, 2020
Several defixiones come from the present-day Calabria's area, most of them dating back to the fourth and third century B.C. We offer herewith an annotated re-release of these texts (four in Oscan language, six in Greek, one in a mixed-language and one in a still undefined language), that not only describes the details and peculiarities of each inscription, but also delivers a general and comparative overview of all of them. The linguistic and onomastic analysis highlights several interferences between Greek and local elements, thus reflecting the bilingualism of the area. At the same time, some interesting information can be retrieved about the social grounds these documents are from. For example, the role of women seems to be quite central, with their names occurring frequently in the texts and sometimes in emerging positions.
2010
The article examines the various bindin0g formulas contained in the Oscan curse repertory consisting of 13 texts written on lead, to emphasize analogies and differences among these spells and those witnessed by defixiones belonging to other cultural traditions. The author proposes several hypothesis for the comprehension of some Oscan forms.
Le defixiones nel mondo etrusco, in: Forme e strutture della religione nell’Italia mediana antica / Forms and Structures of Religion in Ancient Central Italy (Atti del III Convegno Internazionale sugli Antichi Umbri, Perugia-Gubbio, 21-25 settembre 2011), a cura di A. Ancillotti, A. Calderini, R. Massarelli (Studia Archaeologica, 215), Roma: «L'Erma» di Bretschneider, 2016, pp. 517-532.
2009
L'articolo si propone di individuare, a seguito di un nuovo rilevamento autoptico, l'esatta composizione testuale della defixio osca Vetter 5. Frutto di un ritrovamento ottocentesco, l'iscrizione è composta da molti frammenti non combacianti tra di loro, il cui stato di conservazione è peggiorato nel corso del tempo. La nuova autopsia ha permesso la realizzazione dei disegni dei frammenti superstiti, attraverso cui si sono potute verificare alcune delle integrazioni e delle disposizioni testuali precedentemente avanzate
«Estudis Romànics», XXVII, pp.175-98, 2005
1. Già subito negli Ossi di seppia 1 la poesia di Montale accosta alla descrizione il piano riflesso del pensiero, la continiana fase «assertiva», che si libera sul «folto», sull'«ingorgo» degli oggetti di cui è gremito, secondo le primissime annotazioni del critico, questo libro. 2 Effetto stilistico di questa compresenza è la duplice modalità della figura enumerativa, che qui vorrei illustrare. Essa può infatti tratteggiare, come in una didascalia, le circostanze di luogo della poesia: definite di volta in volta da oggetti, eventi, eventi anche acustici, ma sempre compresenti, e non sequenziali, situazioni e non azioni. Ma l'enumerazione diviene anche, e talora contestualmente, figura dell'accerchiamento e dell'approssimazione astratta: tentativi dati in successione di stringere univocamente un'idea, o di lumeggiarne la pluralità delle superfici. Entrambe le modalità realizzano evidentemente serie omogenee, ma l'omogeneità è circostanziale nel primo caso, concettuale nel secondo.
La rivista letteraria "Botteghe Oscure", 1999
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.