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Link al video dell'intervento: https://www.youtube.com/watch?v=2gkv3ff4alk&t=2020s Il ciclo di seminari on line « I poeti-critici. Creazione e impegno nella poesia italiana contemporanea (XXI secolo) » propone interviste a giovani poeti attivi anche nel campo critico. L’obiettivo è la mappatura delle produzioni poetiche contemporanee attraverso lo sguardo dei suoi giovani protagonisti, soprattutto per analizzare la fioritura di nuove realtà poetiche sorte nel cyberspazio dei social network. Giulia Martini si è laureata in Letteratura italiana contemporanea con una tesi su Pigre divinità e pigra sorte di Patrizia Cavalli. È attualmente dottoranda in Filologia e Critica all’Università degli Studi di Siena, con un progetto di ricerca dedicato alle forme del dialogo in poesia. Nel 2018 ha pubblicato, per i tipi di Interno Poesia, la raccolta Coppie minime. Sempre per Interno Poesia è curatrice dell’antologia Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90 (I vol. 2019, II vol. 2020). Sta dedicandosi ad una seconda raccolta, dal titolo Tresor.
Su quel che resta da fare ai poeti e ai loro critici. Una raccolta di saggi a cura di Mario Fresa e Tiziano Salari
Paolo Melandri, 1999
Gufi e poeti: un tòpos fra otto-e novecento La Favola LXII di C. E. Gadda 1 costituisce, a parere unanime della critica 2 , una condanna del romanticismo di consumo: «Il gufo dimorava le rovine: e ivi attendeva il poeta, che a suspirar vi andasse. Discesa la notte, udì sospirare lungamente. Verso l'alba, che si moriva dal sonno, scorse il poeta allontanarsi. Con la ragazza».
2018
la tesi e pensata come una discussione su tutti i poeti lirici greci menzionati all'interno del De Musica pseudo-plutarcheo (un trattato musicale ascrivibile al II sec. d.C.), con l'obiettivo di offrire un commento sistematico incentrato sui singoli poeti.
Cahiers d’études italiennes
Ma a differenza di Mario Luzi, che nella dichiarazione del 1980 qui riportata esalta l'attività critica di Franco Fortini riconoscendogli la lucidità del lettore immune dagli «Da poeta a poeta». Fortini lettore di Bassani tra critica e poesia.
Dante ed i poeti << Or se' tu quel Virgilio e quella fonte \ che spandi di parlar sì largo fiume?\... \ O de li altri poeti onore e lume,\ vagliami 'l lungo studio e 'l grande amore \ che m'ha fatto cercar lo tuo volume. \ Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore \ tu se' solo colui da cu' io tolsi \ lo bello stilo che m'ha fatto onore\......>> (Inf. I, 79-87) Virgilio, in altri canti dell'inferno è chiamato anche " l'altissimo poeta" (Inf.IV, 80) "Il savio gentil che tutto seppe" (Inf.VII, 3), il " mar di tutto 'l senno" (Inf.VIII, 7), esprimendo così tutta la sua ammirazione, la sua riverenza, il proprio debito culturale nei confronti di Virgilio, il poeta più importante nell'economia del poema, non solo perché funge da guida nell'inferno e nel purgatorio, ma anche per la sua produzione letteraria che ebbe un ruolo importante nella formazione culturale di Dante. Ma, adesso prima di ulteriormente addentrarci nella trattazione, occorre rilevare che Dante è cattolico e che nella Commedia esprime il momento di massima consapevolezza del proprio fare poetico e da ciò sicuramente deriva il metro valutativo non solo di Virgilio, ma anche di altri poeti, presenti nel poema. Essi inoltre,"l'altissimo poeta compreso, sono considerati da un lato come auctores e, in quanto tali, Dante fa riferimento alle loro opere, che così in vario modo e misura entrano nella trama del poema, dall'altro come personaggi e, in tal caso, rivestono funzioni allegoriche più ampie e comunque connesse al luogo ultraterreno in cui li colloca. Premesso ciò, non possiamo non continuare ad occuparci di Virgilio, nei confronti del quale già nel primo canto, come si è già evidenziato, esprime tutta la sua ammirazione e il suo affetto. Tuttavia al di là dell'affetto per l'uomo Virgilio e dell'ammirazione per la sua cultura, la presenza sia del testo virgiliano che della sua figura, dopo la massiccia presenza nella prima cantica , si attenua progressivamente. A questo proposito ricordiamo che Virgilio è un poeta pagano che nonostante, secondo l'interpretazione medioevale, sia arrivato a presentire la verità del Cristianesimo nell'Egloga IV, rimane pur sempre legato alla menzogna , "al tempo degli dei falsi e bugiardi", come egli stesso sostiene nel verso 72 del canto I dell'inferno, presentandosi a Dante. Pertanto se a Virgilio viene attribuito l'aggettivo "dolce" (quattro occorrenze nell'inferno e ben dodici nel purgatorio) per diventare "dolcissimo padre" nel momento in cui Dante personaggio si accorge della sua scomparsa (purgatorio XXX, 50), Dante autore prende a varie riprese le distanze dal proprio modello sia come personaggio, sia come autore. Virgilio, in genere, come personaggio, ossia come guida e allegoria della ragione, attraverso la ripetizione di un formulario pressoché fisso, riesce con efficienza razionale e sollecitudine, ad aiutare Dante nel suo cammino, anche se non mancano le difficoltà con i demoni che negano l'entrata nella città di Dite nel canto IX dell'inferno e poi con il demone Malacorda che fornisce false indicazioni sulla via d'accesso alle bolge, dicendo: <<……\ E se l'andare avante pur vi piace \ andatevene su per questa grotta; \ presso è un altro scoglio che via face \...>> (inf. XXI,109-111), ma anche Virgilio autore viene smentito, quando, ad esempio, nell'episodio di Pier delle Vigne , dopo aver convinto Dante a staccare un ramo, così lo giustifica di fronte al dannato: <<S'elli avesse potuto creder prima.>>\ rispuose 'l savio mio,<<anima lesa,\ ciò c'ha veduto pur con la mia rima,\ non avrebbe in te la man distesa;\ ma la cosa incredibile mi fece \ indurlo ad ovra ch'a me stesso pesa\....>> (Inf.XIII,46-51). Virgilio, cioè confessa che la lettura di quello stesso episodio nella sua Eneide non è sufficiente a far fede della sua veridicità, perché egli è morto pagano, pertanto deve passare obbligatoriamente per la diretta esperienza del pellegrino a dimostrare che non trattasi di favola pagana, ma di vicenda che vuole proporsi come reale.
in Moderno e modernità: la letteratura italiana, XII Congresso Nazionale dell’ADI, Roma 17-20 settembre 2008, a cura di Clizia Gurreri, Angela Maria Jacopino, Amedeo Quondam, Redazione elettronica, Emilio Bartoli, Roma, Dipartimento di Italianistica e Spettacolo Sapienza Università di Roma, 2009
In this paper I speak specifically about the aesthetical theory by Michelangelo Buonarroti, especially about the concept of ‘unfinished’. More specifically, I mainly reflect about the connections between Michelangelo’s poetry, including theoretical concepts expressed in some of his poems, and the transposition of themselves in sculptural and pictorial production.
Ciclo di seminari/intervista a giovani poeti-critici contemporanei, ai tempi dei social network. 20 novembre 2020 – Davide Castiglione 17 dicembre 2020 – Matteo Fantuzzi 22 gennaio 2021 – Giulia Martini I seminari inizieranno alle ore 16.00.
CUSO. Scuola dottorale in Studi italiani letteratura, linguistica, filologia (università di Friburgo, Ginevra e Losanna)
While some Italian poets could often be accused of offering an empty and rhetorical conception of nationhood, others have produced a more complex and critical view of Italian national identity. By carefully reconstructing the poetical representation of Italy, in terms of a collective feeling towards the country rather than recurring themes, this essay aims to highlight the mutually incompatible attitudes of Italian poets towards their native land: on the one hand there is a pompous glorification of Italy, while on the other there is a search for a deeper meaning in the concepts of nation and nationhood.
Giulio Camber Barni, La Buffa e altre poesie
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La figura e l’opera di Francesco Saverio Quadrio, a cura di C. Berra, Ponte in Valtellina, Edizioni della Biblioteca Comunale “Libero Della Briotta”, 2010, pp. 469-489, 2010
Arte italiana. Un percorso in cinquanta opere dal Romanticismo alla video perfomance, a cura di A. Del Puppo, Carocci editore, Roma 2024, pp. 24-28; 51-56; 63-67; 71-76; 172-176.
Atti dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo. Numero monografico intitolato "1919-1939, un Ventennio a Bergamo e il suo territorio", 2019
in “Carte Romanze”, 12/1 (2024), pp. 25-61
da F. Moliterni, Il vero che è passato. Scrittori e storia nel Novecento italiano, 2011
"La somma de le cose". Studi in onore di Gianfelice Peron, Padova, Esedra, 2018