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2020, Fata Morgana Web
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Ácoma. Rivista semestrale di studi nordamericani. Fondata nel 1994 da Bruno Cartosio e Alessandro Portelli.
There never was a story with a happy ending in Baltimore (Robert Ward, Red Baker) 1. Tra geografia e finzione L'osservazione e la rappresentazione, nella loro restituzione mimetica e nell'interpre-tazione della realtà, sono azioni che fungono da denominatore comune per il sape-re geografico e per la produzione di finzioni. La visione di un film ci esercita nella semantica spaziale, dalla semplice lettura del paesaggio e della sua evoluzione, alla distribuzione (nella finzione) delle inquadrature dei corpi e degli oggetti e all'uso che viene fatto dello spazio da parte del regista. A partire dal cultural turn di matrice anglosassone emergono nelle scienze sociali l'esplorazione di nuovi punti di vista, di modalità narrative differenti, e soprattutto il ruolo ineludibile del soggetto nella contaminazione della ricerca. In tale contesto risulta più agevole coniugare il sapere geografico con la letteratura o con il cinema per svi-luppare nuovi modi di vedere e percepire ...
Geography Notebooks, 2021
Reagire alla pandemia: l'arte e la ricerca che (r)esistono Giulia Oddi Indagare le recenti migrazioni trans-mediterranee. Metodi e fonti di ricerca a partire dal contesto dell'accoglienza in Sardegna Cinzia Atzeni Geografia sociale dell'integrazione. Le voci dei migranti forzati nella Città metropolitana di Milano Giuseppe Gambazza Oltre la frontiera: rappresentazioni e immaginari geografici di volontariə a Lampedusa Giovanna Di Matteo Periferie plurali: il caso di Scampia (Napoli) oltre gli stigmi Fabio Amato Veronetta: prove di geografia sociale Emanuela Gamberoni Mainstream digitale e altre immagini urbane. Una ricerca empirica nel sito UNESCO di Palermo Emanuela Caravello Orti urbani in Italia oggi: una molteplicità tipologica per supplire a carenze strutturali Donata Castagnoli Tracce di geografia sociale: l'anomalia italiana Claudio Cerreti Other Explorations Una regia sociale: l'impegno di Ken Loach Emanuela Gamberoni Claude Raffestin e la geografia del potere Ginevra Pierucci Maus: la geografia sociale nel mondo dei fumetti Marco Picone Dopo quasi mezzo secolo, riflessioni sulla regione "spazio vissuto"
lay0ut magazine, 2022
In this short article, I ask why tv series have a tendency to end horribly, in an aesthetic sense. Through an unexpected comparison with poetry, I show that tv series and poetry are defined at a fundamental level by a common feature that goes by two different names: the cliffhanger or enjambement. Due to this feature, poetry and tv shows can hardly end, yet they do. What would a "happy ending" then look like? Can poetry enlighten us on this front too?
Le discours écrit, mais aussi la photographie, le cinéma, le reportage, le sport, les spectacles, la publicité, tout cela peut servir de support à la parole mythique.
David Simon (1960) è uno dei più acclamati e riconosciuti maestri della serialità televisiva contemporanea e i suoi lavori sono ormai noti per la complessità e la profondità, etica e conoscitiva, che riescono a raggiungere. Se The Wire è indiscutibilmente il suo capolavoro, tante e diverse sono le opere di Simon che rivelano l'ambizione di indagare il presente con i mezzi della fiction. In particolare, nelle tre miniserie HBO The Corner (2000), Generation Kill (2008) e Show me a hero (2015), questa peculiare poetica emerge in maniera netta: i fenomeni sociali e gli eventi significativi della nostra contemporaneità sono descritti e raccontati con rigore e sensibilità, unendo un'attitudine giornalistica a una drammatica. Questo saggio ha l'obiettivo di verificare quest'ipotesi attraverso un'analisi serrata dei tre testi. Letti in maniera comparata mostreranno, pur nella diversità dei temi e delle tecniche narrative, la necessità – civile, sociale e politica – di dire la verità sul nostro mondo contemporaneo, per cambiarlo.
Convegno Dottorale «Schermi» - Università degli studi di Milano, 30 Novembre-2 Dicembre, 2022
Il piccolo ma suggestivo centro dell'alto Casentino custodisce uno dei segni più evidenti del fenomeno sviluppatosi tra il Quattrocento e il Cinquecento che portò alla costruzione, in alcune località italiane, dei cosiddetti "Sacri Monti", vale a dire la riproposizione dei luoghi della passione e della morte di Cristo Un' idea che coinvolse numerosi fedeli impossibilitati a recarsi in Palestina. Opportunamente valorizzato, questo patrimonio potrebbe favorire ricadute di carattere turistico e nuove iniziative imprenditoriali La "Gerusalemme" di Laino Borgo Laino Borgo, Cappella di S. Caterina d'Alessandria (interno)
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IV Convegno nazionale AIA Sub, Genova 30-10-2010
"Qui fruit ne sap collir": homenatge a Lola Badia, Barcelona, Edicions de la Universitat de Barcelona - Editorial Barcino, vol. 2, pp. 117-125., 2021
Venezia, lineadacqua, 2022
in "Sì canta l'empia... Renaissance et Opéra / Rinascimento e Opera", sous la direction de / a cura di Camillo Faverzani, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2016, pp. 327-336., 2016
A. Campana, F. Giunta (a cura di), Natura, società e letteratura, Atti del convegno XXII Congresso Nazionale Associazione degli Italianisti (13-15 settembre 2018), ADI editore, Roma, 2020
SigMa. Rivista di letterature comparate, teatro e arti dello spettacolo, 2018
2000
in Luca Pietromarchi (ed.), Il secolo di Sade. Il piacere del Male nella letteratura dell’Ottocento, Pacini, Pisa, 2018, pp. 119-142
Philippe Nouzille e Salvatore Rindone (a cura di), Ermeneutica, cristianesimo, politica, Aracne, Roma, 2018, pp. 183-197;, 2018
Philosophy Kitchen #10: Filosofia e fantascienza. Spazi, tempi e mondi altri, 2019
پژوهشنامه انتقادی متون و برنامههای علوم انسانی, 2018
L'eclettico, 2020
«OBLIO», 2019
Theory and Criticism of Literature & Arts, 8/2, 2024