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La pandemia e la libertà "senza limiti"

2021

Abstract

Negli ultimi giorni si è sviluppato sui social un vivo dibattito sul vaccino contro il Covid. Un dibattito che vede da una parte chi con varie ragioni rifiuta di sottoporsi alla vaccinazione e dall'altra chi lo ritiene essenziale. Quelli che per diffidenza, per tesi complottiste o per semplice disinformazione rifiutano il vaccino trovano risposte tratte dalla letteratura scientifica da parte di chi vede nel vaccino la fine di questo lungo anno di pandemia globale. Ma la discussione appare più un dibattito tra sordi: nonostante un secolo di storia vaccinale e il parere quasi unanime degli scienziati, i contrari non cambiano le proprie ragioni e anzi aumentano di numero all'avvicinarsi della vaccinazione. Continuare a risponde a chi in varia misura si oppone alla vaccinazione con argomentazioni sulla bontà e l'utilità dei vaccini significa non aver compreso la radice della "malattia". Si sta in sostanza cercando di curare un tumore con un'aspirina che al più ne maschera i sintomi più evidenti, mentre purtroppo il cancro si divora silenziosamente il corpo. Infatti l'opposizione ai vaccini sostenuta da argomentazioni chiaramente deboli se non totalmente fantasiose è solo l'ultimo episodio di una serie di resistenze che sono cominciate prima della pandemia ma che sono diventate evidenti e socialmente pericolose dopo la diffusione del virus. Il percorso logico va invertito se si vuole fare una diagnosi corretta e cercare una terapia adatta. L'opposizione al vaccino, così come alla mascherine prima, e prima ancora al distanziamento sociale, alla chiusura di bar, ristoranti, palestre, cinema e teatri, a quella delle discoteche, o ai tanti divieti sorti negli ultimi mesi infatti è un'opposizione alle limitazioni in quanto tali.