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Due fregi di monumento funerario con elementi da parata da Mutina

Abstract

1. Due fregi di monumento funerario con elementi da parata da Mutina Modena, Musei Civici; inv. 282771 Pietra; alt. 48, largh. 47, spess. 6 cm Modena, via Emilia Est, località Fossalta Modena, Piazza Roma, in situ, in reimpiego nella porta muraria di età medievale Alcuni elementi utili alla storia dell'arma-mento nel territorio di Mutina si colgono dai contesti funerari. Un fregio di monumento funerario proveniente dalla necropoli di Fos-salta (Giordani-Gonzalez Muro 2009, p. 84; si veda supra, scheda di D. Labate), pur se fram-mentario, presenta uno scudo circolare (pro-babilmente una parma equestris) appesa ad un chiodo tramite un laccio intrecciato (Fig. 1). Sotto lo scudo è agganciato allo stesso chiodo un gladio, di cui è ben visibile la sola impugnatura, del tipo di solito attribuito ai gladi di tipo Mainz o Pompei (Bishop 2016, p. 26). Insolitamente, attraverso il pomo dell'elsa passa un corto laccio utilizzato per la so-spensione al chiodo; questa soluzione lasce-rebbe presumere un'elsa forata e la possibile utilizzazione in combattimento di una correg-gia di sicurezza per evitare la caduta dell'ar-ma. I dettagli sopra descritti collocano crono-logicamente il fregio tra la fine della repub-blica e il primo periodo imperiale. Nel corso degli scavi condotti recentemente (2015) in Piazza Roma a Modena sono state trovate, inserite nel rifacimento delle mura di età medievale (XI sec. d.C.), lastre a carattere funerario d'età romana, una delle quali con una serie di nove phalerae disposte su di un portafalere, in tre file (Fig. 2): la lastra romana di reimpiego era inserita nello stipite occi-dentale della porta urbica di Ganaceto (Laba-te-Malnati-Palazzini 2017, p. 375). Phalerae in bronzo sono state rinvenute nel-l'area della necropoli orientale a Fossalta, in quella occidentale in località Cognento, e a sud presso Formigine: quest'ultima reca, al centro, una testa di Gorgone mentre sull'ap-plique di Cognento vi è un muso leonino (Cer-chi 1988, p. 133). Le falere rientravano, nel mondo romano, nella categoria dei cosiddetti dona minora (premi minori) inferiori, nella scala delle ricompense militari, ai vari tipi di corone (trionfale, ossidionale, civica, murale, castrense, navale, ovale) che costituivano i dona maiora. Queste decorazioni erano asse-gnate come ricompensa ai soldati distintisi per prove di coraggio e di abilità; la consegna avveniva nel corso di pubbliche cerimonie al termine delle campagne o delle battaglie, e spesso all'assegnazione del premio si accom-pagnavano ricompense in denaro o in bottino. L'assegnazione del donum minor comportava, per il portatore, una condizione di prestigio all'interno del proprio reparto e della comu-nità militare; nel caso della cavalleria il console , dopo pubblico elogio, regalava una pha-lera a chi aveva ucciso un nemico in combat-timento. La falera (da phalera, cioè "orpello") era una vera e propria medaglia a forma di borchia metallica (bronzo, argento) cesellata o sbalzata, che veniva apposta quale decora-zione sulle armature. Derivava dai tipici me-daglioni ornamentali utilizzati nella bardatura dei cavalli o, quali elementi decorativi, nel-l'abbigliamento femminile. L'uso di questi pre-mi ci viene tramandato da Tacito e, a propo-sito di Ottaviano Augusto, da Svetonio (Sve-tonio, Augustus, 25): «Dona militaria, aliquan-to facilius phaleras et torques, quicquid auro argentoque constaret, quam vallares ac mu-rales coronas, quae honore praecellerent, da-bat; has quam parcissime et sine ambitione ac saepe etiam caligatis tribuit. M. Agrippam in Sicilia post navalem victoriam caeruleo ve-xillo donavit.» Dal territorio modenese provengono altri due monumenti funerari con raffigurazioni di ele-menti militari, inquadrabili fra la tarda re-pubblica e l'inizio dell'età imperiale. Il primo, di cui restano due lastre, è stato rinvenuto nei pressi della riva destra del Canale Minu-tara, in località Saliceto Panaro; si tratta di un monumento funerario a dado, databile nel-l'ambito della seconda metà del I secolo a.C. (Tarpini 2005a) che presenta alcuni elementi militari di sicuro interesse. Nella lastra di si-nistra, la corazza, a differenza del più diffuso modello anatomico, sembra essere caratte-rizzata da una struttura a listelli (Polito 1998) che la avvicinerebbe alla tipologia delle co-razze "lamellari" (Russell Robinson 1975), che troverà maggiore diffusione in oriente e in epoca più tarda. La corazza è completata da due strisce di pteryges e da un rinforzo pro-tettivo sulla spalla (humerale). Nella parte centrale, alla congiunzione tra le due lastre, si trova un portafalere (si veda Polito 1998 per una bibliografia completa) costituito da 11 X, 1 (Fig. 1) X, 1 (Fig. 2) 10 X Le guerre di Mutina (14)_Layout 1