Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2006, Monografia Collana Diritto commerciale interno e internazionale
…
414 pages
1 file
SOCIETÀ APERTE E INTERESSE SOCIALE
Applicazioni preliminari della libertà ai rapporti sociali.
DAGLI ENTI ECCLESIASTICI AGLI ENTI RELIGIOSI. DAL TIPO STRUTTURALE SPECIALE DI ENTE ECCLESIASTICO CIVILMENTE RICONOSCIUTO AL TIPO SPECIALE FUNZIONALE DELL’ENTE RELIGIOSO PER SCOPI PERSEGUITI. NELLA RIFORMA DEL TERZO SETTORE L’IMPRESA SOCIALE DIVIENE IL MODO PRIVILEGIATO, MA NON ESCLUSIVO, PER GESTIRE CON CRITERI AZIENDALI E QUINDI IN GRADO DI AUTOFINANZIARSI, UNA SERIE DI ATTIVITÀ (SCUOLE, OSPEDALI, CASE DI CURA, ECC.) IN GRAN PARTE DI AUSILIO O ADDIRITTURA SOSTITUTIVE DEI VECCHI SISTEMI DI WELFARE. NE DERIVA UN INTRECCIO NORMATIVO COMPLESSO, OVE GLI ENTI RELIGIOSI SI CONFRONTANO CON ISTITUTI GIURIDICI DISTINTI E A VOLTE DISTANTI DAL TRADIZIONALE “DIRITTO ECCLESIASTICO CIVILE”. TALI STRUMENTI, TUTTAVIA, RAPPRESENTANO L’ESEMPIO DELLE PROIEZIONI CIVILI DELLE RELIGIONI CHE TESTIMONIANO L’ASSOLUTA RILEVANZA DEL FATTORE RELIGIOSO NELLE DINAMICHE GIURIDICHE E CHE NECESSITA SEMPRE DI PIÙ DI PROFESSIONISTI PREPARATI AD AFFRONTARLE IN MODO ADEGUATO. SOLO IN TALE GUISA L’IMPRESA SOCIALE, LA SOCIETÀ BENEFIT, I PATRIMONI DESTINATI ASSOLVERANNO ALLO SCOPO PER LA QUALE SONO STATI CREATI, PUR SEMPRE NEL RISPETTO DELLE LORO REGOLE DI FUNZIONAMENTO.
La questione della sopravvivenza (o meno) delle norme contenute negli artt. 600 e 786 c.c., concernenti rispettivamente l'efficacia di disposizioni testamentarie e di donazioni in favore di enti non riconosciuti, si poneva, per così dire « naturalmente », in primo piano attesa la stretta relazione che sul piano sia storico che giuridico legava a doppio filo queste disposizioni alla norma in tema di autorizzazione agli acquisti delle persone giuridiche, pervenuta al codice vigente quale sorta di sbiadito retaggio dell'ordinamento sabaudo.
Sommario 1. -Profili storico-evolutivi 1.1. -L'origine del concetto di interesse collettivo nel nostro ordinamento 1.2. -L'interesse collettivo nell'esperienza del corporativismo 1.3. -L'interesse collettivo nella Costituzione 1.4. -Il dibattito sulla tutela giurisdizionale degli interessi sovraindividuali 2. -Interessi collettivi e interessi diffusi: le nozioni 2.1. -Le prevalenti concezioni dell'interesse sovraindividuale 2.2. -L'utile distinzione tra concezioni aggregate-soggettive e concezioni unitarie-oggettive 2.3. -L'opportuno superamento della concezione unitaria-oggettiva 2.4. -Il concetto di interesse collettivo e la sua tutelabilità nelle forme del diritto soggettivo individuale 3. -Profili generali del giudizio collettivo 3.1. -Funzione e struttura del giudizio collettivo 3.1.1. -Il giudizio collettivo proprio o inibitorio 3.1.2. -Il giudizio collettivo improprio o risarcitorio 3.1.3. -Il giudizio collettivo su questioni 3.2. -I limiti soggettivi del giudicato 3.3. -L'accertabilità con efficacia di giudicato dell'illeci to 4. -La tutela della libertà e dell'attività sin dacale 4.1. -L'art. 28 dello Statuto dei lavoratori 4.2. -L'oggetto del giudizio ed i suoi effetti 5. -La tutela antidiscriminatoria 5.1. -Esame di sintesi dei rimedi 5.2. -L'oggetto del giudizio 5.3. -Gli effetti del giudizio 6. -La tutela dell'ambiente 6.1. -L'azione pubblica di risarcimento del danno ambientale 6.2. -Pubblicizzazione della tutela e natura collettiva degli interessi tutelati 6.3. -Gli strumenti alternativi di tutela 7. -La tutela dei consumatori 7.1. -Le azioni collettive inibitorie 7.1.1. -Esame generale della disciplina 7.1.2. -La natura della azioni collettive inibitorie 7.1.3. -I limiti soggettivi del giudicato 7.2. -L'azione collettiva risarcitoria 7.2.1. -Premessa e ambito di applicazione della disciplina 7.2.2. -Legittimazione ad agire e ammissibilità dell'azio ne 7.2.3. -L'adesione, l'intervento e l'oggetto del giudizio 7.2.4. -Gli effetti del giudizio 8. -Fonti normative 9. -Bibliografia 1. -Profili storico-evolutivi 1.1. -L'origine del concetto di interesse collettivo nel nostro ordinamento.
È ormai convinzione sempre più condivisa che il tema dell'orientamento sia da affrontare in chiave interdisciplinare, esigendo il dialogo e lo scambio tra l'approccio psicologico, pedagogico e sociologico. Storicamente, la psicologia prima e la pedagogia poi hanno ritenuto di poter esercitare un ruolo sovraordinato rispetto alle altre discipline nell'affrontare questo tema. Dal canto suo la sociologia, in specie nelle sue due branche disciplinari dell'educazione e del lavoro, si è inizialmente mossa lungo un duplice binario: di denuncia critica verso i condizionamenti sociali gravanti sulla scelta degli obiettivi assegnati a questa pratica e conseguentemente degli strumenti approntati per esercitarla; di indicazione delle finalità ultime dell'orientamento in vista dell'integrazione sociale o della riproduzione della società (per semplificare: quali indirizzi di studio o di lavoro intraprendere). In tutti i casi, la lettura sociologica ha consentito sempre di evidenziare, nel solco durkheimiano, come ogni società abbia una sua visione dell'orientamento, cioè come tale visione sia sempre da ricondurre al quadro socio-economico e soprattutto culturale di riferimento. E difatti, il concetto di orientamento, come quello di educazione, è mutato nel corso del tempo e ha assunto significati differenti evolvendosi di pari passo sia con le trasformazioni sociali, economiche e culturali della società, sia con il modo di considerare l'attore sociale.
Enciclopedia del diritto - Annali, 2014
SOMMARIO: 1. Questioni terminologiche. -2. Individualismo e diritto amministrativo. -3. Il dibattito sugli interessi diffusi degli anni Settanta del Novecento. Legge Royer e class action. L'alternativa tra mutamento del processo e mutamento degli interessi diffusi. -4. Gli orientamenti della giurisprudenza: legittimazione delle associazioni e interessi seriali. -5. Gli orientamenti normativi: la legittimazione delle associazioni ambientaliste. -6. La legittimazione delle associazioni dei consumatori. -7. La legittimazione dei sindacati e delle associazioni di categoria. -8. Il procedimento amministrativo. -9. Il ricorso per l'efficienza delle amministrazioni e dei concessionari di servizi pubblici. -10. Interessi diffusi e collettivi. I profili costituzionali e di politica del diritto della tutela degli interessi diffusi. -11. Oggettivismo e soggettivismo nella tutela degli interessi diffusi.
Anche la scienza, come ogni fenomeno culturale, è soggetta a "mode" più o meno passeggere. E il termine open science rinvia a una questione che, affondando le sue radici nello scenario di crisi strutturale in cui sta prendendo corpo la società del XXI secolo, è troppo importante perché questo rischio possa essere corso. In questa sede proviamo a considerarne le linee generali, soffermandoci in particolare su un punto che passa spesso in secondo piano, trascurato o dato per scontato, ma che è propedeutico a ogni approfondimento: scienza aperta a chi? La risposta a questa domanda va condotta su due piani: uno interno e uno esterno rispetto alla comunità degli esperti. Sul primo, si tratta di qualificare l'apertura della scienza nella costituzione epistemica del merito della conoscenza scientifica; sul secondo, nella costituzione materiale della cittadinanza della science-based society. Nel considerare entrambi i piani argomenteremo che l'indirizzo politico definibile come open science contribuisce in maniera decisiva alla costituzione della knowledge-society, intesa come democratic science-based society.
Memorie della “Spagnola”, 2021
L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 ha deter- minato mutamenti profondi nella società, portando a ripensare il nostro rapporto con i concetti di salute e malattia, con inevitabili ricadute sulla ricerca storica e sui modi di interfacciarsi con il passato. Stimolati da un’o- pinione pubblica che cercava nel passato termini di paragone all’attuale pandemia, gli storici hanno mostrato crescenti attenzioni per questioni inerenti alla storia della medicina, fino ad allora sostanzialmente trascura- te e rimaste ai margini della riflessione storiografica, specie in Italia. Sulla scia di questo rinnovato interesse, questo numero di «Farestoria» si pone l’ambizioso obiettivo di affrontare, integrando e intrecciando ap- procci storiografici tra loro diversi, il nesso società-malattia durante l’età contemporanea, focalizzando l’analisi sulla fase che va dal XIX secolo alla metà del XX secolo. Un arco cronologico ampio, ma di capitale impor- tanza per comprendere gli sviluppi successivi e il presente, in cui affezioni note, nuove minacce “globali” (come il colera e la febbre gialla) e malattie emergenti convivono e si sovrappongono ai problemi connessi all’au- mentata incidenza sulla mortalità delle affezioni croniche e degenerative, al proliferare di malattie professionali (legate allo sviluppo industriale), all’insorgere di patologie correlate all’inquinamento ambientale. Prestan- do attenzione alle dinamiche di circolazione del sapere e delle pratiche sanitarie, che tra XIX e XX secolo conoscevano un inedito processo di accelerazione e istituzionalizzazione, il fascicolo si propone di indagare la malattia nelle sue molteplici dimensioni: quella temporale di evento, di insorgere improvviso in un territorio, o di permanenza e quotidianità all’interno di un dato spazio (territoriale od organico); quella sociale e culturale del vissuto del malato di fronte all’esperienza della malattia, inte- sa come evento individuale o collettivo; quella delle risposte governative, professionali e profane all’insorgere delle affezioni. Il numero presta inol- tre attenzione alle modalità con cui la storia della medicina si è costituita come disciplina, ai nessi locali e globali in cui il rapporto malattie-società prende forma tra XIX e XX secolo e alla dimensione pubblica che ac- compagna e struttura tale relazione. Analizza infine i processi di forma- zione della memoria privata e pubblica della malattia, dei mutamenti che il ricordo dell’esperienza di sofferenza e di cura conosce nel tempo indi- viduale e collettivo.
33° Convegno AIDEA - Associazione Italiana di Economia Aziendale, 2010
L'intervento che proponiamo non ha il carattere della presentazione di risultati, ma delinea un percorso teorico di ricerca volto ad un preliminare inquadramento del tema della presente relazione:
Glossario: Capitale (C): è una somma di denaro che viene concessa in uso per un determinato tempo. Interesse (I): è il prezzo d'uso del capitale. Saggio o tasso di interesse (r): l'interesse prodotto dall'unità di capitale (1 euro) in un anno; è espresso in numero decimale (es. 0,05) o in percentuale (es. 5%). Montante (M nell'interesse semplice – Cn nell'interesse composto): somma del capitale e dell'interesse prodotto in un determinato tempo. Sconto: è il pagamento anticipato di una cambiale da parte di una banca. Con lo stesso termine si indica anche la somma che la banca si trattiene a titolo di compenso. Note: negli esercizi gli importi in euro sono arrotondati al centesimo. Regime di interesse: a) Interesse semplice b) Interesse composto:-discontinuo annuo-discontinuo convertibile (convertibile t volte in un anno) a) Regime di interesse semplice Si ha quando gli interessi maturati vengono allontanati dal capitale, che perciò rimane immutato nel tempo. Si applica per periodi inferiori o pari a un anno. Interesse semplice (I) dove n è il numero di mesi diviso 12 oppure il numero di giorni diviso 365 (anno solare) o 360 (anno commerciale). Da questa formula è possibile ricavare le formule inverse che permettono di calcolare una qualsiasi delle variabili (C, r, n) note le altre tre (le formule inverse non vengono riportate per non appesantire la trattazione). Esercizio 1. Calcolare l'interesse prodotto da un capitale di 6.000 Euro impiegato al tasso di interesse del 4% in tre mesi. I = 6.000 x 0,04 x 3/12 = 60 € Montante semplice (M) = C + I = C + C x r x n Anche in questo caso è possibile ricavare le formule inverse che permettono di calcolare una qualsiasi delle variabili (C, r, n) note le altre tre. Esercizio 2. Calcolare il montante prodotto da un capitale di 2.500 Euro in 6 mesi al tasso del 5%. M = 2.500 x (1 + 0,05 x 6/12) = 2.562,50 € b) Regime di interesse composto Si ha quando gli interessi maturati si aggiungono al capitale diventando a loro volta fruttiferi.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
Treccani.it Lingua italiana, 2024
Progetto della Società SOCIALITARIA - Il Metodo Scientifico Applicato alla Condizione ed alla Natura Umana - Vol. II, 2023
AICCON Working Papers, 2006
Rapporto di ricerca, 2007
Banca Borsa Titoli Di Credito Rivista Di Dottrina E Giurisprudenza, 2014
PA PERSONA E AMMINISTRAZIONE Ricerche Giuridiche sull’Amministrazione e l’Economia, 2021
Diritto Amministrativo, 2022
in Dir. dell’economia, n. 2/2019, pp. 179-209, 2019
Scienze sociali ed emancipazione. Tra teorie e istituzioni del sapere (a cura di Vincenza Pellegrino e Monica Massari), 2021