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2019, “Bioetica. Rivista interdisciplinare”, 27
A cura di Elena Nave Dossier sulla Procedura del consenso informato al trapianto di polmoni nei pazienti minorenni elaborata dal Gruppo di Lavoro Multidisciplinare "Autodeterminazione e minori d'età" di Torino NEI PROSSIMI NUMERI Sul suicidio medicalmente assistito in Italia Ricordando il caso Marasco: il bambino nato nel 2008 senza reni Etica, bioetica e intelligenza artificiale Sulla storia della bioetica in Italia BIOETICA XXVII n.
Etica nel futuro (ed. L. Alici, F. Miano), 2020
€ 35,00 I l nesso tra etica e futuro è apparso sempre come centrale nella storia del pensiero morale. Ma ecco che, all'improvviso, questo futuro non sembra più garantito e appare come una dimensione che sfugge del tutto a ciò che per tanto tempo si è pensato intorno a norme, valori, relazioni, vincoli, responsabilità. La domanda su quale sarà l'etica nel futuro, su come dobbiamo immaginarla nel contesto di un mondo ancora da venire, eppure già imminente e alle porte, non è motivata soltanto dalla curiositas, ma ci è imposta soprattutto dai rapidi e radicali cambiamenti -sul piano scientifico, tecnologico, sociale, economico-sanitario -che caratterizzano la nostra epoca e mutano profondamente la fisionomia di quel che fino ad ora appariva come dotato di una certa riconoscibilità e stabilità. Una domanda radicale che questo volume raccoglie e sviluppa entro un quadro ricco e articolato di riflessioni e di provocazioni, suscitando questioni cruciali e decisive per il nostro tempo. L uigi Alici è professore ordinario di Filosofia morale e Direttore della Scuola di Studi Superiori "Giacomo Leopardi" nell'Università di Macerata. È docente di Etica della vita e della cura presso il Master interuniversitario in "Medicina narrativa, comunicazione ed etica della cura" (in coll. con la Facoltà di Medicina dell'Università Politecnica delle Marche). Le sue ricerche vertono sui temi della reciprocità asimmetrica, della fragilità e della cura, con particolare attenzione al rapporto tra natura, persona e libertà. F rancesco Miano è professore ordinario di Filosofia morale nell'Università di Roma Tor Vergata. È stato titolare della Romano Guardini Gastprofessur presso la Ludwig-Maximilian Universität di Monaco di Baviera e presidente della Società italiana di Filosofia morale e dell' Associazione italiana di Filosofia della religione. È presidente dell'Istituto internazionale Jacques Maritain. Al centro delle sue ricerche le problematiche etiche della responsabilità, con particolare attenzione ai temi della soggettività e della coscienza, dell'alterità e della trascendenza.
, 2007
Indice INTRODUZIONE 11 PREMESSA 15 1. ESPERIENZE DI RICERCA 23 8 Luci e ombre sul lavoro di gruppo 87 Definizione di Ambiti ruoli e responsabilità 89 Comunicazione 89 Attività e modalità fisse 90 Preparazione e lavorazione delle interviste 91 Software di supporto a gruppi di lavoro 91 Il BSCW 91 Strumenti di discussione asincroni 93 Strumenti di comunicazione asincroni 93 Strumenti per la discussione sincrona 94 ERRORE ED INDETERMINAZIONE 94 Cenni sulla Teoria degli errori 95 Errori di misura 95 Il lato oscuro del 'principio di indeterminazione di Heisenberg' 100
Capitolo 1° -Etica e comunicazione L'atto filosofico per eccellenza, è la riflessione sull'agire. La riflessione è ciò che può interrompere lo svolgimento di altri atti, che può produrre una presa di distanze da ciò che stiamo facendo, allo scopo di comprendere meglio una certa situazione e di trarre indicazioni per i comportamenti futuri. In occidente, fin dall'antichità, questa riflessione filosofica si rivolge ai nostri atti, al nostro agire, ai nostri atteggiamenti, viene chiamata etica; si tratta di una riflessione sull'agire che risulta essere l'agire proprio della filosofia. Ma "etica" nomina anche il complesso dei criteri che guidano l'azione, i principi e le consuetudini che regolano i comportamenti del singolo o di una comunità, sia in generale che in un determinato periodo storico. Tali principi non sono assunti o scelti consapevolmente, ma costituiscono lo sfondo condiviso dei nostri comportamenti quotidiani. La parola "etica " deriva dal greco ethos che significa "comportamento", "costume", ma anche l'intimo legame di ogni comportamento alla dimensione della dimora e della comunità. Infatti, l'agire può consolidarsi in un'abitudine, in un costume e questo è il costume condiviso dalla comunità, quello capace di identificarla nei suoi specifici caratteri. "Ethos" trova un unico corrispondente nel latino con il sostantivo mos, moris.
Nei giorni 22-23 giugno 2020 si è tenuto il webinar "Fonti archivistiche medievali nel digitale. La sfida di trattare e visualizzare dati semi-strutturati", organizzato dal Laboratorio di Cultura Digitale e dal responsabile del progetto Engineering Historical Memory. Questo dossier tematico vuole offrire un breve resoconto dei risultati del workshop tenuto su piattaforma virtuale, con particolare attenzione per quanto riguarda future iniziative di collaborazione e sperimentazione nel campo dell'elaborazione ed estrazione di informazioni da edizioni semi-strutturate di documenti archivistici. Funzionalità avanzate di questo tipo sono infatti essenziali per ampliare la fruizione delle edizioni digitali di fonti archivistiche e di altri documenti scritti, rendendole strumenti di ricerca più flessibili ed aperti alla lettura da parte di algoritmi. Il problema centrale riguarda il rapporto tra la codifica e la creazione di interfacce quanto più possibile semplici ed immediate, in cui l'utente (umano o artificiale) possa accedere intuitivamente. The webinar "Medieval archival sources in the digital world. The challenge of treating and visualizing semi-structured data", organized by the Laboratorio di Cultura Digitale and the head of the Engineering Historical Memory project, was held on 22-23 June 2020. This thematic dossier aims to offer a brief account of the results of the workshop held on a virtual platform, Umanistica Digitale
Civiltà Cattolica, 2020
Il Convegno annuale della Pontificia Accademia per la Vita (26-28 febbraio 2020) ha affrontato il tema dell’intelligenza artificiale. L’articolo evidenzia gli snodi principali del discorso che papa Francesco ha rivolto ai partecipanti. Viene poi presentata la Rome Call for AI Ethics. Stilato da un gruppo di esperti provenienti da discipline e mondi differenti, il documento promuove una regolamentazione etica condivisa nel mondo digitale attraverso la collaborazione e l’assunzione di responsabilità da parte dei diversi soggetti coinvolti. La Call è stata firmata da esponenti di primo piano nell’ambito delle imprese e delle istituzioni, internazionali ed ecclesiali, che si impegnano anche a diffonderlo e ad ampliare la rete dei firmatari. L’Autore è membro della Pontificia Accademia per la Vita e insegna Teologia morale nella Pontificia Università Gregoriana.
2015
Martedì 1 dicembre 2015 i coniugi statunitensi Mark Zuckerberg e Priscilla Chan hanno reso pubblica la notizia della nascita della loro primogenita Max, attraverso una lunga lettera postata nella sezione "Note" del profilo Facebook del marito.
Dipartimento di Architettura (D'ARCH) - Università degli Studi di Palermo, 2020
| 9 IN FOLIO_36 rienza sul campo, che la tecnologia digitale può aprire, come auspicava Zaffora, strade alternative alla prassi convenzionale del progetto di architettura, ancor oggi fondata sull'architetto demiurgo che fa tanti bei disegni. Concludo scusandomi con tutti gli autori per i fraintendimenti che sono intervenuti nella lettura dei loro contributi e per le conseguenti inesattezze presenti in questo testo. Mi auguro di non aver travisato il senso del loro lavoro e, a mia parziale giustificazione, ricordo che una lettura è quasi sempre una riscrittura. Ringrazio infine il Comitato di Redazione per avermi offerto questa opportunità; è stato un lavoro non semplice né breve, ma molto interessante e stimolante.
Il nativo digitale è l'adolescente contemporaneo che, essendo nato nel pieno della rivoluzione digitale, si distingue per un alto livello di alfabetizzazione informatica e per un uso intensivo ed altamente competente delle nuove tecnologie di comunicazione digitale. Questo concetto, molto affascinate e suggestivo che tutti noi al giorno d'oggi siamo abituati a sentire, masticare e, soprattutto, a dare per scontato è appunto un mito. In un questo breve articolo cercherò di sfatare questo mito contemporaneo, mettendo in discussione sia le sue radici accademiche che le sue ramificazioni di senso comune. Infine mi piacerebbe commentare alcuni dati relativi ad una ricerca di prossima pubblicazione su
La Società, 2021
Introducendo nel dibattito teologico italiano il termine usato dalla teologia protestante tedesca "teologia pubblica", questo articolo identifica il contributo specifico di esso nella capacità di sostenere il principio etico della centralità dell'uomo nel mondo digitale (umanesimo digitale). Questo intervento teologico sullo spazio pubblico per garantire la "condizione di libertà comunicativa" sarà un aiuto indispensabile al fine di governare il cyberspazio. Ciò esige dalle scienze umane e dalla Dottrino sociale della Chiesa di riformulare nell'infosfera i contenuti etici e normativi della dignità umana: la dimensione sociale non è più disgiunta da quella digitale.
Nel panorama della filosofia contemporanea si è affacciata una nuova figura denominata «metafisica digitale» che "traduce" le immagini metafisiche classiche nel linguaggio del mondo del computer: dal Grande Orologiaio o Architetto al Divino Hacker, dall'atomo al bit, dal Fiat lux all'Enter. L'Autore tratteggia le linee principali di questa nuova filosofia e offre qualche considerazione sulle richieste di confronto con la teologia che la metafisica digitale esplicitamente pone.
Esperienza e racconto di sé nell'infosfera L'uso di una qualunque tecnologia, soprattutto se digitale, non avviene mai solo come un evento di natura strumentale ma implica sempre anche un modo di sentirsi vivere, un modo d'incontrarsi con sé, con il mondo e con gli altri, di riconoscersi o di non riconoscersi nell'esperienza in corso. L'interazione con un qualunque dispositivo incide sulle dinamiche sottese al prender forma di una esperienza e del Chi di quella esperienza. Abitare l'infosfera è dunque un evento che, nella sua complessità, investe anche le dinamiche di formazione di una identità e i diversi possibili modi di narrarla a sé e agli altri.
Etica delle generazioni, 2019
YOUSSEF SBAI "Finché non impariamo come amare le creature di Allah, non potremo amare per davvero e non potremo conoscere Allah per davvero" Jalâl Addîn Ar-Rûmî Accendere i riflettori sull'etica islamica delle nuove generazioni musulmane in Italia è un compito complesso e articolato quanto lo è l'islam plurale presente sul territorio. Per raggiungere questo obiettivo, nel corso di questa trattazione, sarà necessario soffermarsi, in primo luogo, sul concetto dell'islam plurale e poi affrontare il codice morale da una prospettiva teologica. Infine, si arriverà a parlare del processo di trasformazione del codice etico islamico delle nuove generazioni, usando un approccio sociologico che prende in considerazione dimensioni sociali specifiche come la morale famigliare, l'etica della finanza islamica e l'etica del fin di vita. L'islam al plurale L'islam è approdato in Italia qualche decennio fa: la prima grande ondata migratoria musulmana si registra negli anni '70 ed è contraddistinta da migranti giovani, alfabetizzati e di origine urbana (Bombardieri, 2011). In quegli anni il flusso immigratorio proveniva in parte dalla Tunisia, ed aveva come meta la Sicilia, e in parte dal Medio Oriente, con meta principale Perugia e altre città universitarie. Il decennio successivo una seconda ondata ha portato una forte immigrazione dal Marocco e dal Senegal. Dai primi anni '90 il flusso migratorio verso l'Italia è diventato più intenso e con provenienze sempre più diversificate: da un lato è aumentato il flusso dal Maghreb e dall'Africa subsahariana; dall'altro si è allungata la lista dei paesi dai cui provengono immigrati musulmani (Rhazzali, 2013). Questa provenienza multipla ha avuto una ricaduta sulla composizione dell'islam in Italia. L'islam, infatti, come sistema di credenza-sociologicamente parlando-è una religione una e plurima allo stesso tempo (Pace, 20042), di conseguenza si sono sviluppati diversi islam nel mondo, importati dagli immigrati: dall'islam nel Maghreb all'islam subsahariano, dall'islam asiatico, a quello balcanico. Un'altra osservazione necessaria è che l'islam plurale approdato in Italia è andato differenziandosi, non solo per la sua natura plurima, ma anche attraverso l'impatto con realtà locali e nazionali distinte per storia e per profilo costituzionale (Allievi, 2009; Guolo, 1999). A creare ulteriori diversità nell'islam in Italia ci sono anche i cittadini italiani convertiti, i figli di
La diffusione delle tecnologie della comunicazione, e in particolare quelle legate al cosiddetto Web 2.0 , sta producendo forti mutamenti al modo di interrelarsi fra le persone. Il realtà il livello di mutamento delle proprie abitudini comunicative è quasi sempre correlato all'età anagrafica e varia in un range che va dallo "sconvolgente" per i soggetti adulti e poco tecnologizzati, all'assoluta normalità per i cosiddetti nativi digitali, ossia coloro che sono nati in un contesto già fortemente intriso di tecnologie, in particolare quelle della comunicazione mobile. E se è vero che il processo di insegnamento-apprendimento si basa soprattutto sulla comunicazione e l'interazione sociale, chi si occupa di formazione non può trascurare questo aspetto e, conseguentemente, adeguarsi. Prima fra tutti la Scuola, caratterizzata da una fascia d'utenza particolarmente delicata e vulnerabile, immersa sì nelle nuove tecnologie ma al tempo stesso incapace di usarle con metodo e consapevolezza e quindi esposta alle insidie che le stesse possono nascondere. È quindi evidente come la Scuola debba assumere un ruolo strategico nel guidare le nuove generazioni sia ad un uso eticamente corretto e consapevole delle tecnologie di rete (in particolare quelle del Web 2.0 e mobili), sia nel proporle come strumento in grado di potenziare lo studio e i processi di apprendimento individuali, estendendoli al di fuori del perimetro scolastico (fisico e istituzionale). E la Scuola può oggi intraprendere questa missione capitalizzando le numerose espe-rienze che hanno già dimostrato come la pluralità di risorse messe a disposizione dal Web 2.0 sia in grado di aprire nuovi orizzonti pedagogici sull'uso didattico-formativo delle tecnologie di rete. Ora, però, se è vero che i docenti rappresentano il motore propulsivo delle attività di insegnamento-apprendimento che si sviluppano nella Scuola, è inevitabilmente a loro che in prima battuta andrebbe chiesto di fungere da agenti attivi nel dar vita a un processo di cambiamento della didattica (a partire, è evidente, dalla propria) che tenga conto della pluralità dei canali informativi e di interazione che gli studenti hanno quotidianamente a disposizione. Si tratta di un compito di straordinaria rilevanza educativa ma che al tempo stesso implica un cambiamento sia del ruolo del docente sia del modo di organizzare la didattica. Un cambiamento che qualcuno non ha esitato a definire «epocale» Day et al., 2000; e che richiede al docente di «imparare a insegnare» in una modalità diversa da quella con cui lei/lui, a suo tempo, è stato formato sia disciplinarmente sia al ruolo stesso di insegnante . Ed è proprio per questo motivo che se si vuole diffondere conoscenze, competenze e cultura sull'uso didattico-educativo delle risorse 2.0 1 , è necessario usare strumenti e approcci formativi dei docenti basati sulle stesse risorse e sulle stesse modalità con le quali esse possono poi essere didatticamente proposte agli studenti. Quindi non più (o almeno non solo) interventi formativi di tipo formale (partecipazione a corsi in aula o a distanza) ma cen-
2012
Il concetto di cittadinanza digitale indica le opportunità offerte ai cittadini dalle tecnologie di rete di partecipare attivamente alla vita politica. Ma questo concetto richiede oggi non poche precisazioni. Qual è la reale portata del concetto di cittadinanza? Quanto ci crede il mondo politico nella democrazia elettronica? Qual è il livello di responsabilità sociale delle comunità di rete?
The deep meaning of the technique thus appears in its simple directness: alleviate and eventually eliminate, the suffering, sickness and death. The technique promises a return to a happy, Adamic era, before the fall into sin. Before the sweat of his brow. Before giving birth in pain. This promise is so strong and so deep as to generate a powerful imagination, hard to scratch even when the technique fails in its purpose even more immediate and simple. The technique then becomes the bearer of an eschatological destiny. Become a result, more and more difficult to establish an ethical parameter is only human, excluding the technique and its inherent ethical. There is still room for ethics in the age of technology but only if the technique itself remains a mere instrument, tool inanimate and unconscious, the object of our desires and means for the realization of our needs.
S. Garambois, P. Rizzi (a cura di), #stai zitta giornalista! Dall’hate speech allo zoombombing quando le parole imbavagliano, 2021
Kościół i Prawo, 2023
The goal of this essay, entitled "The digital citizenship and the values of the human person", is to investigate how it is possible to design an open and aware digital citizenship suitable for protecting the fundamental values and rights of the human person through the following six points: 1) the meaning of digital citizenship; 2) the principles of the digital society in the forecasts of the European Union; the construction of a sense of belonging through the network; 3) digital rights for citizens or for people?; 4) need to separate Christian principles from Christian values: life, the protection of the human person, witness to the truth as "Christian" and civil values; 5) the negative aspects of the digital society; 6) digital society and human rights in the Church and in religions.
Journal on Educational Technology, 2005
Reflections on the concept of technological knowledge. As perceived and experienced? What 'its place in education?
2018
preferisce la formulazione anglosassone, si è affermata come una delle più importanti innovazioni scientifiche e didattiche nel mondo della ricerca umanistica. Nonostante e, forse, grazie alla fluida definizione disciplinare, questo campo di studi ha conseguito rilevanti risultati sul piano della ricerca teorica e applicativa, ha guadagnato una presenza stabile nell’offerta didattica e riscuote successo nell’accesso ai finanziamenti. Esso si è anche dotato di infrastrutture e organizzazioni per la cooperazione scientifica a livello nazionale e internazionale che raccolgono e coordinano un numero ormai grandissimo di studiosi a livello planetario, organizzano convegni mastodontici e pubblicano monografie e periodici autorevoli. Se è vero che le ‘storie di successo’ più importanti si collocano nei paesi anglosassoni e in Germania, anche la situazione italiana, nonostante ritardi, ritrosie culturali e crisi dell’università in generale, è molto soddisfacente. In primo luogo, si deve oss...
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