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2020, Libri, biblioteche e società. Studi per Rosa Marisa Borraccini, a cura di Alberto Petrucciani, Valentina Sestini, Federico Valacchi. Macerata: eum, 2020
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Le prime edizioni della Gerusalemme Liberata (1580-1581) nel contesto della legislazione cinquecentesca sulla stampa
Il Messaggero Avventista, 2023
Sì canta l'empia. Rinascimento e opera, 2016
Giaches de Wert è il primo compositore a scrivere madrigali su ottave tratte da La Geru- salemme Liberata. Accade nel Settimo libro de’ madrigali a cinque voci (1581), quando le due ottave che Torquato Tasso giudicava le migliori (XII, 96–97) ricevono una intona- zione musicale. Nell’Ottavo libro (1586), Wert torna ad utilizzare come testo i versi del poema, musicandone dodici ottave. Finora non esistevano studi in grado di spiegare le numerosissime differenze che intercorrono tra l’edizione comunemente conosciuta del capolavoro tassiano e le ottave utilizzate da Wert; l’edizione critica delle opere curata da Carol MacClintock con la collaborazione di Melvin Burnstein non accenna affat- to al problema. Questo saggio lo risolve attraverso un’analisi dei manoscritti di Wert e delle diverse edizioni della Gerusalemme, riuscendo ad individuare le fonti tassiane del madrigalista.
The article focuses on the strictly stylistic analysis of the episode of Clorinda’s death in Gerusalemme Liberata translated by Piotr Kochanowski. In 1977 Riccardo Picchio published an article that was innovative from the methodological point of view, leaving behind the prevalent approach to interpretation of Polish version of the poem, i.e. an approach too strongly conditioned by the relationship between two texts – Tasso’s and Kochanowski’s. Italian researcher attempted at presenting the masterpiece of the Polish poet in a new light: instead of highlighting the alleged faults of the translation, Picchio proved that Kochanowski did not translate Tasso according to our expectations most often not because he could not achieve Tasso’s perfection, but rather because he had a different plan for a general concept of his poem. In the case of the episode of Clorinda’s death it turns out that the poet avoided the most distinct stylistic features of Tasso’s text (constant and almost obsessive presence of blood and the sexuality of the character). It was done to present to the readers the way Fate/Luck plays with the characters, most notably with Tancredi who, unknown to him, fights with his love and finally kills her.
In L'Italianistica oggi: ricerca e didattica, Atti del XIX Congresso dell'ADI -Associazione degli Italianisti (Roma,(9)(10)(11)(12) settembre 2015), a cura di B. Alfonzetti, T. Cancro, V. Di Iasio, E. Pietrobon, Roma, Adi editore, 2017 Isbn: 978-884675137-9 Come citare: Url = http://www.italianisti.it/Atti-di-Congresso?pg=cms&ext=p&cms_codsec=14&cms_codcms=896 [data consultazione: gg/mm/aaaa] L'Italianistica oggi © Adi editore 2017 1 ROSSELLA TERRACCIANO Un episodio della fortuna editoriale di Tasso nell'Ottocento: le edizioni della Gerusalemme liberata curate da Michele Colombo Michele Colombo (1747-1838) fu noto ai suoi contemporanei per le posizioni linguistiche avanzate nel Catalogo di alcune opere attinenti alle scienze, alle arti e ad altri bisogni dell'uomo, le quali quantunque non citate nel Vocabolario della Crusca meritano per conto della lingua qualche considerazione. Aggiuntevi tre lezioni su le doti di una culta favella, Milano, Mussi, 1812. Linguista, dalle posizioni molto vicine a quelle di Vincenzo Monti, le sue competenze sui classici della letteratura italiana gli permisero di approntare edizioni e saggi critici in cui fondamentale risultava l'analisi delle varianti e dell'usus scribendi degli autori per opere come le Cento novelle antiche, il Decameron di Boccaccio, l'Asino d'oro di Machiavelli, l'Aminta e La Gerusalemme Liberata di Tasso. Relativamente a quest'ultimo nel 1824 pubblicò a Firenze, presso Giuseppe Molini, ben tre lavori: La Gerusalemme Liberata poema di Torquato Tasso secondo l'edizione di Mantova per Francesco Osanna MDLXXXIIII, l'Aminta favola boschereccia di Torquato Tasso si aggiungono le poesie scelte e i discorsi sull'arte poetica del medesimo e La Gerusalemme Liberata poema di Torquato Tasso ridotta a miglior lezione; aggiuntovi il confronto delle varianti tratto dalle più celebri edizioni, con note sopra le medesime. Se nell'Aminta, Colombo si cimenta ad analizzare alcune piccole varianti, è nella seconda delle due edizioni della Gerusalemme che effettua un raffronto particolareggiato di tre delle edizioni considerate all'epoca autorevoli la parmense di Viotto del 1581, la mantovana di Osanna del 1584 e la parmense di Bodoni del 1794. Su questo testo Colombo continuerà a lavorare approntando una nuova edizione con l'aggiunta di ulteriori note nel 1825-1826, mentre nel 1829 pubblicherà il Ragionamento inedito sopra la quindicesima stanza del canto sesto della Gerusalemme Liberata del Tasso. Al 1832 infine risalgono le Osservazioni intorno all'episodio di Sofronia ed Olindo e le Considerazioni sulle censure fatte da Galileo Galilei alla Gerusalemme Liberata. I suoi studi, in cui si può osservare un'analisi minuziosa degli usi linguistici di Tasso, ottennero un discreto successo dalla prima edizione del 1824 alle ultime ristampe del 1832. L'edizione critica del 1824 dunque non è da considerarsi il culmine degli studi dell'abate in materia tassiana, ma uno studio globale dell'opera, a partire dal quale egli approfondisce l'analisi di alcuni aspetti.
In questo importante volume si illustrano le prime edizioni romane di opere in lingua greca, finora scarsamente considerate negli studi sul settore. Il fenomeno, connesso alla Firenze de' Medici e alla Venezia di Manuzio, tardivo e in declino dopo il 1526, si sviluppa soprattutto nella Roma di Leone X, al secolo Giovanni di Lorenzo de' Medici, in ambienti prossimi o coincidenti con l'entourage pontificio. I diversi contributi, stimolanti per la riflessione filologica e storica, mostrano l'evidenza di un progetto, poi decaduto, di formazione scolastica e ideologica della nuova élite di Roma cristiana.
This paper highlights the importance of the work of Torquato Tasso for European culture through an analysis of some significant moments of his legacy, in the eighteenth and nineteenth centuries. After a brief investigation of the musical theatre, we will focus on the connection between Tasso’s works and those of Rousseau, Goethe and Goldoni. Our essay ends with an analysis of the presence of Tasso in Manzoni, especially considering the parody of canto XVI of «Jerusalem Delivered», written by the Milanese author with his friend Ermes Visconti: Manzoni’s reflection (including that on Tasso’s poetry) seems to find its perfect place within the European cultural landscape.
I l conte Paolo Gentiloni di storia poco sa. Non è colpa sua. Probabilmente in gioventù ha speso troppo del suo tempo a bighellonare tra il Movimento Lavoratori per il Socialismo e il Partito di Unità Proletaria (nei Settanta due ritrovi della jeunesse dorèe, interdetti ai poveracci e ignoti agli operai veri…) e, una volta incanutito, ha sperperato ore preziose seguendo Rutelli nei suoi partitini. Capita. Il conte Paolo Gentiloni è però fortunato. Un bel giorno Matteo Renzi, stufo dell'imbarazzante Mogherini, ha pensato a lui (sì, proprio a lui) piazzandolo alla Farnesina. Un incarico prestigioso, ben retribuito e poco faticoso: da anni le politiche internazionali dell'Italia le decidono i nostri vicini e al ministro di turno null'altro rimane che stringere qualche mano, degustare tartine e (talvolta) dichiarare qualche ovvietà sull'attualità e il tempo che farà. Una pacchia. Purtroppo, anche per il conte Gentiloni, il destino talvolta può rivelarsi cinico e baro. Persino crudele. Maleducatamente il Medio Oriente ha avuto la pessima idea d'incendiarsi, strappando così l'occhialuto aristo-STORIA IN RETE | 34 Aprile 2015 PUNTUALIZZAZIONI Ministri poco attenti alla storia LE CROCIATE, QUES LE CROCIATE, QUE LE CROCIATE, QUE Le esternazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sulle Crociate hanno sollevato un putiferio, mostrando soprattutto quanti danni possa fare la scarsa conoscenza della storia da parte dei politici. Che non possono permettersi di liquidare un fenomeno epocale di enorme complessità con poche frasi di circostanza che rivelano una non sorprendente sudditanza verso lo «storicamente corretto» che classifi ca i crociati tra i predoni, gli assassini, gli imperialisti. Ma la Storia ci racconta anche di uomini coraggiosi, tenaci, pieni di fede, sfortunati e traditi. Ieri come oggi da chi era rimasto in Europa
Medioevo, 2010
Renata Salvarani Gerusalemme ebraica nel Medioevo "L'anno prossimo a Gerusalemme". Le parole del Seder di Passover, scandite durante ogni celebrazione della Pasqua, di generazione in generazione, sono l'emblema del legame degli ebrei con la loro Terra. La storia della presenza giudaica nella Città dopo la Diaspora e durante i secoli del Medioevo è la storia della forza di questo legame, affermato e vissuto a dispetto degli allontanamenti forzati, dei divieti di ritorno, delle uccisioni, delle incarcerazioni. E' la storia di un'assenza imposta ai più e di una tribolata sparuta presenza ininterrotta, tanto pervicace da essere percepita come germe per una possibile futura realizzazione politica e così problematica da indurre l'intero ebraismo a ripensare il proprio ineludibile rapporto con Erez Israel, con la fisicità di quelle colline, di quei deserti, di quei fiumi, di quelle pianure riarse, con il peso di un'eredità usurpata, grondante di sangue e di sofferenza -eppure -, irrinunciabile. Su di essa, infatti, oggetto della Promessa di Dio ad Abramo e corrispettivo sensibile dell'Alleanza, poggia il fondamento teologico stesso del giudaismo: "Alla tua discendenza io do questo paese: dal fiume d'Egitto al grande fiume, che è l'Eufrate" (Genesi 15, 18). La distruzione di Gerusalemme, la cattura e la cacciata dei suoi abitanti volute da Tito Flavio Vespasiano sono giunte a noi attraverso la narrazione di Giuseppe Flavio, lo schiavo che, per raccontare la storia del suo popolo, ha fatto proprie la lingua, la mentalità e la concezione del tempo dei suoi nuovi padroni. Portato a Roma, ricompensato con la frequentazione dell'élite imperiale colta, nulla ci ha raccontato di chi è rimasto, di chi si è prima nascosto nei villaggi intorno alla città o negli insediamenti nel deserto di Giuda e poi è ritornato fra le rovine, ai piedi del terrapieno del Tempio, a guardare da sotto la maestosità dei resti di quanto era stato demolito, depredato, profanato, a toccare le pietre che non erano riuscite a proteggere il Santo dei Santi e non avevano potuto garantire la continuità di un culto che, allora in poi, sarebbe stato continuato in altre forme e in altri luoghi. Fu proseguito anche lì, a poca distanza, dentro la città sventrata, nelle case, poi nelle sinagoghe che vi furono edificate. Al loro interno sarebbe cresciuta la ribellione antiromana che confluì nelle rivolte generali dei decenni successivi e nel progetto politico militare di Bar Kochba, stroncato con una serie di eccidi. Dopo questi eventi, dopo il 135, gli ebrei si
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in Le sorti d'Orlando. Illustrazioni e riscritture del Furioso, Lucca, Pacini-Fazzi, 2013, pp. 213-231
Carte Italiane, 2001
Lettere italiane, 2018
Io canto l'arme e 'l cavalier sovrano : catalogo dei manoscritti e delle edizioni tassiane (secoli 16.-19.) nella Biblioteca nazionale di Napoli : mostra bibliografica e iconografica (Napoli, 23 ottobre 1996-10 gennaio 1997), 1996
Quaderni del Ducato, 2019
Carte italiane, 2001
Studi sull'Oriente cristiano, 2017
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane (collana Storia, economia e società. Saggi e ricerche, 12), 2020
Chiesa e Storia , 2018
2018
Riscrivere gli antichi, riscrivere i moderni e altri studi di letteratura italiana e comparata tra Quattro e Ottocento , 2002
Storia Urbana, 128, 2010