Un importante studio internazionale del 2016 osserva come l'epidemia di SARS-CoV abbia inaugurato una nuova era nella trasmissione di virus da animale a uomo e come i rapporti globalizzati che pervadono i nostri mercati e le nostre vite abbiano favorito la diffusione del contagio. Una profezia che abbiamo visto avverarsi durante il 2020 con l'epidemia SARS-CoV-2 e che prosegue e ritorna a distanza di mesi. Come è noto, dalla città cinese di Wuhan un filo rosso ha raggiunto in breve ogni continente fino al punto che si è iniziato a parlare di pandemia. In Italia il lessico dei momenti più bui seguiva la narrativa di una guerra mondiale con medici e infermieri nelle vesti di eroici soldati al fronte, i malati in quelle delle vittime civili e il nemico più temibile e invisibile, il virus, da affrontare a mani nude, in mancanza di armi. Mentre i caduti venivano trasportati nottetempo in lunghi convogli militari, destinati alla cremazione, vittime colte alla sprovvista da un nemico sconosciuto e invisibile. Una vera e propria 'epidemia di metafore' analizzata dalla fine penna del Generale Fabio Mini 2. La 'rivelazione epidemica' cui pochi hanno creduto e molti speculato, dice il Generale, è stata effettivamente seguita da una eccezionale e nient'affatto metaforica mole di sofferenza e morti per molti versi misteriose, nascoste, immotivate, manipolate. Mentre gli spin doctors della comunicazione ci trascinavano nel girone infernale di una "(…)campagna caotica di annunci e minacce, notizie confuse e contraddittorie sulle colpe degli altri, sugli untori del contagio, sui cinesi che mangiano i topi vivi e i pipistrelli in brodo" orientata alla creazione di uno stato di panico anche tra i più sospettosi. E finalmente "(…)scatta l'ora fatidica delle decisioni irrevocabili: la dichiarazione di guerra al virus. Mentre si sgrana il Mistero doloroso e s'intraprende la via crucis, si afferma la metafora della Guerra". Una metafora vincente, nota salace il Gen. Mini, che evoca immagini efficaci. Il nemico è un parassita, "(…)definito semivitale o quasi vitale e in quanto tale non gli è riconosciuto alcun diritto alla vita, neppure da parte dei buddisti. Può essere ammazzato, torturato, depotenziato, ingegnerizzato e modificato, non si lamenterà mai nessuno". Il nemico perfetto.