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in LR online, 2020, 1-46 - https://europeanlegalroots.weebly.com/societas--societates.html (anche in Legal Roots, X, 2021, 495-532) ABSTRACT: The essay focuses on the connection between amicitia and societas in the Roman world. Some scholars maintain that societas can Only be fully understood if conceived of as partnership grounded on amicitia or family relation between its partners. This research aims at investigating whether, and to what extent, Roman jurists took into consideration amicitia between partners, and between partners and third parties, to solve legal problems concerning societas and to shape its rules. KEYWORDS: amicitia, societas, ius quodammodo fraternitatis, fraternitas, beneficium competentiae, consortium ercto non cito, arbitrium boni viri, arbitrium merum, arbitration, partes societatis, gratia.
La città del sole, 2001
2021
S'Amistade (L'Amicizia) è un termine sardo che deriva da due sostantivi femminili: Gama e Istade. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e riguardano il branco o gregge e l'estate o solstizio d'estate.
The strange expression ‘amicitia and societas’ is a novelty in the Roman international relations. Until the Romans have contacts with peoples of Italy, they gave their treaties the form of societas. The new formula ‘amicitia and societas’ seems to arise only when Rome got in contact with the other peoples of the Mediterranean area. The article aims to demonstrate that the roots of this formula are in the international relations of the ancient Near East, and that the Romans adopted it through the Greeks. Later, they adapted the formula to their expansive policy by using it to impose the maiestas populi Romani, as shown by Grotius’ interpretation of the Roman international relations.
Revista Ideação, 2018
O objetivo deste artigo é retomar e reinterpretar, à luz das mais recentes contribuições dos comentadores, os dois principais problemas no que diz respeito à concepção aristotélica de amizade: a relação entre as três espécies de amizade e a necessária inclusão da amizade como componete da vida feliz.
Mots médiévaux offerts à Ruedi Imbach, éd. par I. Atucha, D. Calma, C. König-Pralong, I. Zavattero, Porto, FIDEM, 2011, p. 681-690
Nessuno prima di loro ha mai saputo cosa fosse una società. Certo, tra il padre, il figlio e lo spirito santo esiste da sempre un rapporto di fortissima intimità reciproca. Ma non si può parlare di società là dove v'è un'unica sostanza e la molteplicità dei soggetti non corrisponde a una molteplicità di enti: se nel dire io o tu si suppone lo stesso essere, come poter parlare di una vera e propria comunità? Sono gli angeli, invece, ad aver fatto esperienza per la prima volta nella storia dell'universo di cosa significhi vivere in società: ad aver capito cioè cosa significhi rivolgersi ad una persona che non ha il nostro stesso essere. Proprio all'inizio delle cose, quando Adamo non era ancora stato creato si era già costituita una società; quella degli angeli è, dunque, la prima nella storia del mondo 1 . La teologia non è mai riuscita a risolvere i dubbi sulla data esatta della loro creazione 2 , ma non ha mai avuto dei dubbi sul fatto che prima degli angeli nessuna congregazione di esseri razionali sia potuta esistere. La vita sociale ha fatto il suo ingresso nel mondo molto prima che la famiglia di Adamo ed Eva si installasse nel paradiso terrestre: per costituirsi il sociale non ha aspettato l'uomo né ha avuto bisogno degli animali. L'esperienza di vivere assieme a degli individui in qualche modo simili nella forma ma distinti nell'essere è un'esperienza angelica prima ancora che umana. L'essere sociale, però, si declina diversamente in cielo e in terra. Tra angeli l'essere l'uno-con-l'altro ha ragioni e forme del tutto diverse di quelle che la stessa determinazione ha tra uomini. Se questa massa innumerevole di collaboratori (sunergoi) divini non vivono in modo disperso e isolato, ma in una vera e propria città, il loro stato è in più di un aspetto differente da quelli che esistono sulla terra. La diversità della città angelica rispetto a quelle umane si basa innanzitutto sulle ragioni della loro reciproca associazione. «L'uomo», aveva scritto Aristotele, «è un animale più sociale (politikon) di qualsiasi ape e di qualsiasi altro animale che vive in greggi.
Memorie della “Spagnola”, 2021
L’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia di Covid-19 ha deter- minato mutamenti profondi nella società, portando a ripensare il nostro rapporto con i concetti di salute e malattia, con inevitabili ricadute sulla ricerca storica e sui modi di interfacciarsi con il passato. Stimolati da un’o- pinione pubblica che cercava nel passato termini di paragone all’attuale pandemia, gli storici hanno mostrato crescenti attenzioni per questioni inerenti alla storia della medicina, fino ad allora sostanzialmente trascura- te e rimaste ai margini della riflessione storiografica, specie in Italia. Sulla scia di questo rinnovato interesse, questo numero di «Farestoria» si pone l’ambizioso obiettivo di affrontare, integrando e intrecciando ap- procci storiografici tra loro diversi, il nesso società-malattia durante l’età contemporanea, focalizzando l’analisi sulla fase che va dal XIX secolo alla metà del XX secolo. Un arco cronologico ampio, ma di capitale impor- tanza per comprendere gli sviluppi successivi e il presente, in cui affezioni note, nuove minacce “globali” (come il colera e la febbre gialla) e malattie emergenti convivono e si sovrappongono ai problemi connessi all’au- mentata incidenza sulla mortalità delle affezioni croniche e degenerative, al proliferare di malattie professionali (legate allo sviluppo industriale), all’insorgere di patologie correlate all’inquinamento ambientale. Prestan- do attenzione alle dinamiche di circolazione del sapere e delle pratiche sanitarie, che tra XIX e XX secolo conoscevano un inedito processo di accelerazione e istituzionalizzazione, il fascicolo si propone di indagare la malattia nelle sue molteplici dimensioni: quella temporale di evento, di insorgere improvviso in un territorio, o di permanenza e quotidianità all’interno di un dato spazio (territoriale od organico); quella sociale e culturale del vissuto del malato di fronte all’esperienza della malattia, inte- sa come evento individuale o collettivo; quella delle risposte governative, professionali e profane all’insorgere delle affezioni. Il numero presta inol- tre attenzione alle modalità con cui la storia della medicina si è costituita come disciplina, ai nessi locali e globali in cui il rapporto malattie-società prende forma tra XIX e XX secolo e alla dimensione pubblica che ac- compagna e struttura tale relazione. Analizza infine i processi di forma- zione della memoria privata e pubblica della malattia, dei mutamenti che il ricordo dell’esperienza di sofferenza e di cura conosce nel tempo indi- viduale e collettivo.
La pubblicazione di questo volume è stata resa possibile da un finanziamento straordinar io dell'Università degli Studi di Pavia e da contributi della Fondazione del Monte di Lombardia e dell'ISIS (Istituto Stato Individuo Società), Fondazione SIRSSU, Lugano. In copertina: Augusto Colombo, Studi di mani e di pieghe (1943) Ristampa o 2 3 456
Psiche e Realtà, 2004
Ci chiediamo come l'affettività nella società di massa possa venire considerata, come sia vissuta e con quali possibili valenze e prospettive, da un soggetto che ha visto attenuarsi la sua credenza irriflessivamente adesiva in un esistente fon-dato e fondante e, conseguentemente, ridimensionata la monoliticità della pro-pria identità soggettuale. Noi crediamo che lo sguardo del soggetto "debole" sulI'esistente, che è introverso ma anche politeistico, nel senso di oltrepassare la logica della fonda-zione unidimensionale, monoteistica (Galimberti) della realtà, la quale non può basarsi esclusivamente sulla norma athenia (Hillrnan), possa contribuire ad una "ridefinizione" delle sue modalità affettive, come per altro di tutte le sue moda-lità esperienziali, e questo proprio in virtù del di verso orientamento cognitivo ed esistenziale che abbiamo precedentemente descritto. Il nostro vuole essere uno sguardo politeistico, appunto, perché nella possibile comprensione del rapporto tra l'individuo e la società di massa sul terreno del-l'affettività, non intende affatto privilegiare un'ottica fondazionalistìca, astorica, monoteistica mente oggettivabile dell'identità del soggetto; ma fare riferimento al realizzarsi temporaneo, frammentato, degli stati del Sé. L'individuo impegnato in una relazione affettiva può entrare in contatto con l'al-tro, quindi, con l'angosciosa consapevolezza del divenire continuo della propria identità del proprio non crederci, della propria e altrui simulazione, della cornice dì disincanto che inquadra ogni suo atto, questo è propriamente, il terreno di partenza della nostra analisi sulle relazioni affettive nella società indistintiva. Il nostro discorso si sviluppa fondamentalmente nel senso, come detto, di ipo-tizzare seguendo i1 solco della teorizzazione di G. Girard, la comparsa epocal-mente connotata, di un soggetto depotenziato i cui tratti peculiari sono riscon-trabili a diversi livelli di consapevolezza in ognuno di noi, ed è solo a partire da questa assunzione, riflettendo quindi su probabili modi di essere di questo sog-getto empirico che intravediamo la possibilità di descrivere le modalità di un suo relazionarsi affettivo. Riteniamo, comunque, che l'analisi di un'eventuale influenza diretta
2021
L'articolo prende in esame la connessione tra la fioritura della persona umana, la dinamica vitalizzante dell'amicizia e la virtù dell'umiltà, alla quale recentemente diversi filosofi hanno dedicato i loro contributi. Vi è un riduzionismo nella comprensione della nozione di persona tipico del mainstream filosofico contemporaneo che deriva dalla scelta, cosciente o meno, di fare astrazione dalla pienezza delle dimensioni che sono rappresentate al meglio, oggi come nei secoli passati, dalla scelta consapevole del lemma "persona". Si tende invece a comprimere la riflessione con l'opzione non riflessa per i termini riduttivi di individuo, soggetto, mente. Si propone in questo contributo l'opzione preferenziale per una visione multilivello della persona, da considerarsi allo stesso tempo nella pluralità delle sue dimensioni relazionali, sociali, emotive e razionali e il recupero di due concetti fondamentali legati allo sviluppo della sua piena realizzazione:...
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Editoriale Consecutio Rerum 3
La Bibbia dell'Amicizia. Brani della Torah/Pentateuco commentati da ebrei e cristiani, 2019
2009. Tra ‘amicizia’ e ‘interesse’: La negoziazione di relazioni nell’ambito di incontri informali tra turisti e Cubani. In Scenari Turistici. Chiara Cipollari (ed.), pp. 75-89. Roma: CISU, Centro d’Informazione e Stampa Universitaria.
Una professione plurale. Il caso dell'avvocatura fiorentina, 2017