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1989
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Info tratte da "Der Geisterseher" viene iniziato da Friedrich Schiller a Dresda nel 1786, per fare la sua comparsa un anno dopo -in un primo frammento "di assaggio" sulla rivista "Thalia", ed essere poi oggetto di limature e ripensamenti fino al 1789. Opera caduta oggi quasi nell'oblio (forse non troppo amata dallo stesso Schiller, come lascerebbe intendere la discontinuità e la stanchezza con cui trascinò la stesura del breve romanzo), "Der Geisterseher" fu invece al suo apparire una delle cose più popolari e acclamate, contribuendo a fare di Schiller, insieme a Goethe e a Bürger, uno degli scrittori che influenzò la generazione gotica dell'ultimo decennio del '700
Neokantismo e scienze della cultura, 2022
Friedrich Albert Lange was a neo-Kantian and socialist. Scholars have questioned whether there is a connection between these two aspects of Lange's work. The paper argues that such a connection is apparent once Lange's philosophy is understood in light of Schiller's Kantianism. According to Lange, Schiller's esthetic redemption consists of two tasks: to create the beautiful image of an ideal reality; and to realize this ideal model in the actual world. Accordingly, I show that Lange's political analysis points to three different types of social evolution: 1) one corresponding to the natural state of humanity, based on Darwin's and Malthus's concept of the struggle for survival; 2) one corresponding to ideal evolution, in which all human beings achieve full development of their talents (first task of the esthetic redemption); 3) one corresponding to the actual realization of this ideal, in which human beings advance step by step thanks to social experimentation and the resulting progress in knowledge (second task of esthetic redemption).
Estetica, antropologia, ricezione. Studi su Friedrich Schiller, 2016
"Schiller and Aesthetic Catholicism". In Schiller’s work there are many passages drawing on experiences, beliefs, symbols and practices stemming from the Catholic religion. Word of his crypto-Catholicism (he was Protestant) spread during the whole nineteenth century. The central concern of this article is to show why and to what extent figures and subjects related to aesthetic Catholicism recur in his works, revealing an original approach to the fundamental question of Kunstreligion. Schiller is aware of the deep relationship between aesthetics and religion, which means that confessional diversity, to him, implies that art can perform a variety of forms and functions. Moreover, his insistence on the theme of suggestion and his fascination with Catholic imagery are features which bring him close to the writers of the Romantic movement. The first part of the paper highlights the great presence of Catholic subjects in Schiller’s poetic and dramatic work, in particular by focusing on Don Carlos, The Ghost-Seer and Mary Stuart, while the following parts, centred on philosophical and poetological reflections, describe the development of his distinct aesthetic point of view on religion.
Estetica e fondazione filosofica Schiller. Il "politico" e lo "storico" ai confini dell'estetica di Pietro Montani «Freiheit in der Erscheinung»: spazio estetico e genesi della coscienza in Schiller di Fabrizio Desideri La cultura come gioco, socievolezza e arte di vivere. Le Lettere sull'educazione estetica di Schiller e il programma di educazione umanistica dell'illuminismo di Hans-Georg Pott «Die Natur selbst ist nur eine Idee des Geistes, die nie in die Sinne fällt». Aporie e variazioni del concetto schilleriano di natura di Giovanna Pinna Tragedia e teoria La critica della morale e il martire della storia. Studi sui Briefe über Don Carlos di Luca Crescenzi La scoperta della tragedia moderna. Wallenstein -La decisione di Hans Feger Pinna.qxd 21-12-2006 13:32 Pagina 5 Estetica del sacrificio. Le regine schilleriane di Peter-André Alt Storia e politica La storia del mondo come tribunale universale. Sul problema della storia in Schiller e nella filosofia classica tedesca di Walter Jaeschke L'arte del governare. Retorica e gioco nel progetto dell'educazione estetica di Peter Schnyder Progetto estetico e educazione politica in Schiller. La nona lettera e i giacobini tedeschi di Maria Carolina Foi Corrispondenze Imitatio naturae e modèle idéal: il dialogo di Schiller con Diderot di Luca Zenobi Pensare la poesia. Da Schiller a Hölderlin di Andrea Mecacci Il destino dell'anima bella: Hegel interprete dei drammi di Schiller di Renato Caputo Appendice. Martin Heidegger. Le lettere di Schiller sull'educazione estetica dell'uomo a cura di Adriano Ardovino INDICE Pinna.qxd 21-12-2006 13:32 Pagina 6
Giornale di Storia Costituzionale, 2018
Il dramma che nel 1781 impone Schiller all'attenzione del mondo teatrale deve certamente molto del suo successo al clamore suscitato dalla violenza del linguaggio, dalla forza della passione e dalla crudezza delle azioni che in esso si rappresentano. Gli slanci lirici, le atrocità, la profondità dello scavo psicologico richiamano subito alla mente del pubblico le modalità espressive del "Macbeth" o del "Riccardo III": "Se mai avevamo di attenderci uno Shakespeare tedesco, ebbene eccolo". Proprio come una tragedia shakespeariana "I Masnadieri" rappresentano un mondo in disfacimento, dominato da una violenza cieca e totale, la cui catastrofe travolge col suo furore un'intera epoca storica.
Rivoluzione e democrazia elementi di guerriglia intellettuale in Gramsci e Gobetti durante il Biennio rosso ed oltre Giancarlo Micheli Nell'autunno del 1914, a tre mesi dalla conflagrazione dei conflitti capitalistici che già dava esaustiva prova di efficienza nella riconversione della manodopera dai campi e dalle officine fino alle trincee d'Europa avide di strage, il direttore dell'Avanti!, trentenne predappiano di belle speranze e precocemente assurto alle abusive dignità della rappresentanza politica della classe lavoratrice italiana, firmò sulla terza pagina del quotidiano un celebre articolo dal titolo Dalla neutralità assoluta alla neutralità attiva ed operante. Con libertà di giudizio di cui avrebbe forniti in seguito esempi ancor meglio spregiudicati e perniciosi, costui aprì così una breccia nel muro delle mozioni contrarie all'intervento in guerra, fino ad allora largamente maggioritarie all'interno del Partito socialista. L'apocalisse dell'individuo nella specie, che sarebbe seguita all'applicazione del sistema taylorista allo sterminio ed avrebbe dispensato il tragico crisma dei propri effetti fin sul presente, colse il ventitreenne Antonio Gramsci -«venuto dalla campagna per dimenticare le sue tradizioni, per sostituire l'eredità malata dell'anacronismo con uno sforzo chiuso e inesorabile verso la modernità del cittadino» 1 , come scrisse di lui qualche anno più tardi Piero Gobetti -impreparato a resistere al funesto fascino dell'astro nascente della politica italiana, tant'è che sul numero del 31 Ottobre 1914 de Il Grido del popolo aveva opinato: «Non un abbracciamento generale vuole quindi il Mussolini, non una fusione di tutti i partiti in una unanimità nazionale, che allora la sua posizione sarebbe antisocialista, né la posizione mussoliniana esclude che il proletariato possa, dopo un fallimento o una dimostrata impotenza della classe 1 La rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Cappelli, Bologna 1924.
Ernst Bloch è stato dichiarato “sconfitto dalla storia” in quanto indagatore e indicatore di un al-trove immanente (l’utopia concreta), un pensiero sepolto sotto lo stigma dell’indicibilità, cadavere non esumabile legato ad un secolo, il XX, condannato come epoca del terrore totalitario, delle ideo-logie utopiche e criminali, dei genocidi, delle false avanguardie, dell’astrazione oggi sostituita dal “realismo democratico”. Questo libro si assume il compito di parlare nel silenzio che accompagna la figura del Bloch pensatore politico, sforzandosi di trovare nella sua opera strumenti atti a rischiarare l’opacità dell’auto-rappresentazione del presente. La nozione centrale della riflessione filosofico-politica di Bloch è quella di immagine, che indica la figurazione di esperienze storiche determinate le cui possibilità non realizzate permangono in divenire come latenza, nonostante esse siano state bloccate nel momento della loro manifestazione. L’immagine, costruzione storiografica consapevole del proprio carattere indicativo ma non risolutivo per la prassi, occupa dunque l’angusto luogo della mediazione tra pensiero e politica. Bloch, il filosofo della speranza, viene qui presentato come pensatore di ciò che sottende lo spirito dell’utopia: la «forza di un io e di un noi», la possibilità di una soggettività umana organizzata in grado di orientare, mobilitare e radicare in forma di comunità le «tendenze verso una vita migliore».
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In Una lunga conversazione. Ricordo di Lorenzo Calabi, a cura di Elisa Bertò, ETS, Pisa, 2019
La politica come rivoluzione antropologica. In trópoj RIVISTA DI ERMENEUTICA E CRITICA FILOSOFICA. Anno XI. N.2. 2018. pp. 11-30., 2018
Ciceroniana on line, 2015
L’inconscio. Rivista Italiana di Filosofia e Psicoanalisi N. 6 – L’inconscio letterario - Dicembre 2018 , 2018
Storicamente, 2019
Studi Germanici, 15/16, 2019
L'angoscia del 'politico'. Una interpretazione metapsicologica della filosofia politica di Carl Schmitt, 2019
Auguri Schiller! Atti del convegno perugino in occasione del 250° anniversario della nascita di Friedrich Schiller, a cura di H. Dorowin e U. Treder, Perugia, Morlacchi, 2011, pp. 313-338., 2011
«La Fenice prima dell’Opera», 2012-2013, 3, pp. 33-54. Ora in Emanuele d'Angelo, "Leggendo libretti. Da 'Lucia di Lammermoor' a 'Turandot'", Roma, Aracne, 2013, pp. 103-125., 2013
Spazi politici, società e individuo: le tensioni del moderno, 2016
Trópos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica – vol. 16 (2024), n. 1, 2024