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2020, Trasparenze
Ogni scrittore ha modalità diverse di scrittura, rituali che variano a seconda della stagione, del tempo, delle contingenze e di molte altre variabili suscettibili di continui cambiamenti. Roberto Ferrucci, quando narra o racconta il suo scrivere, dice di essere abituato a scrivere fuori casa. Lo scrive in molti suoi libri, lo dice a richiesta: gli piace scrivere nei posti affollati, nel “solito bar in riva dei Sette Martiri, dove da anni vado a leggere, a scrivere, soprattutto d’estate” . Oppure nella residenza per scrittori, di cui è innamorato.
Breve contributo sul ruolo di Barbacci nella storia dei restauri del Duomo di Pienza.
fu General Commissario della Repubblica Fiorentina durante l'assedio di Firenze (ottobre 1529-agosto 1530), cioè la campagna militare intrapresa da papa Clemente VII de' Medici, con l'aiuto dell'imperatore Carlo V, per riconquistare la città toscanadove dal 1527 erano state restaurate le istituzioni repubblicaneal dominio della sua famiglia.
Defensive Architecture of the Mediterranean, 2020
The landscape of Lazio's Tyrrhenian coasts is strongly characterized by the presence of fortifications. Parallel to them, in the interland, the baronial expansion, between the tenth and eleventh centuries, paved the way to a large-scale fortification of the Roman countryside. Along the main routes were built lookout towers, farmhouses were consolidated with defense mechanism and the first castles were constructed. The research focuses on the study of Castellaccio di Monteroni in Ladispoli, built in the fif-teenth century on Roman structures and on previous constructions dating back to the period of the Baro-nial expansion. The Castellaccio di Monteroni is one of the few remaining examples of casale fortificato (fortified manor). It is placed on the 35 th km of the Via Aurelia and takes its name "Castellaccio" from the abandonment over the centuries and "Monteroni" due to the heaps of the nearby Etruscan necropo-lis. The main function carried out over the centuries was a resting place, a sure point of reference for couriers, travelers and pilgrims traveling along the Via Aurelia. When in the nineteenth the route of the Via Aurelia was moved to the present one the fortification fell into abandonment. The analysis of this architecture is of great interest, not only for the knowledge of the geometry of the fortifications of the Roman countryside, but also because it is one of the few remaining examples of casale fortificato, representing a rare medieval architectural heritage.
L'arte del disegno. Il disegno dell'arte, Atti del 41 Convegno Internazionale dei docenti delle discipline della rappresentazione
F. Gasparetto; L.Baratin; P.A.M. Triolo, La “bottega” di Federico Barocci. Gli strumenti digitali per studiare il disegno e l’opera in P. Belardi (a cura di) Riflessioni. L'arte del disegno. Il disegno dell'arte, Atti del 41 Convegno Internazionale dei docenti delle discipline della rappresentazione, 19-21 settembre 2019, online.
Raffaello e l'antico nella villa di Agostino Chigi, 2023
La figura di Sulpizia Petrucci si propone come protagonista del tentativo di salvare le fortune e di mantenere compatta la sua numerosa e composita famiglia nelle complesse vicende segnate dalle liti fra gli eredi di Agostino Chigi. Le sue lettere, scritte in gran parte di proprio pugno fra il 1521 e il 1544, così come quelle indirizzate a lei dai figli, fattori, segretari, coprono un periodo difficile non solo per i litigiosi eredi del banchiere, ma per Siena e Roma, città fra le quali divise la sua vita, ambedue coinvolte nelle turbolente vicende politiche delle guerre d’Italia.
Reti Medievali E-Book, 2021
What are the limits of a history of structures? Can we aspire to a total or global history? In a letter to Giovanni Tabacco from 1980, discovered by Gian Maria Varanini, Cinzio Violante expressed his dissatisfactions as a historian, in a period in which he renewed his methodological ideas, with new research and broad summary visions. The problems of Violante and Tabacco are still relevant nowadays, while their dialogue is the sign of a generation united by a way of being historians that became the intellectual and moral commitment of entire existences.
2023
Un piccolo esempio ci illustra bene il livello cui sta arrivando il bisogno di case pubbliche, una situazione che appare simile per dimensione a quella di 70 anni fa. A Napoli il Comune ha emesso un bando per assegnare ai richiedenti in regola con i requisiti, cinquanta case comunali. Le domande presentate, fatte da nuclei familiari, sono state circa 8000 (Repubblica, 23.10.2023). La sproporzione tra offerta e domanda ha dell'incredibile: è come se fossimo in una situazione abitativa simile a quella del periodo post-bellico. Certamente il Sud sconta una maggiore povertà rispetto ai dati medi italiani comunque peggiorati dalla pandemia; dati che stimano 5,6 milioni di poveri assoluti e 2,8 mln di poveri relativi e che, nonostante questo altissimo numero di poveri o quasi poveri, cresce l'occupazione di nuovo suolo: nuove case, aziende, industrie, depositi, strade etc. un'eliminazione che dal 2021 ha trasformato circa 1000 ettari di campagna in suolo occupato. E' dal 1998 che le Regioni gestiscono autonomamente il patrimonio di case degli enti nazionali ex Iacp e simili, e da allora, attraverso la creazione di nuovi enti, gestiscono la manutenzione dell'esistente, il recupero, la ricostruzione ed eventuali nuovi interventi. La casa pubblica è un settore dello Stato piuttosto trascurato da oltre un secolo. Manca un censimento nazionale delle case popolari e i dati disponibili sono ancora approssimativi: un insieme ancora confuso di case abitate, locali, case sfitte, abitanti morosi, irregolari e anche case da riattate il cui numero, si stima, ammonta a circa 55.000 unità.
Nel presente articolo ho cercato di illustrare l'articolazione retorica del racconto «San Giorgio in casa Brocchi». Sfruttando una metodologia introdotta da Francesco Orlando, ho individuato una serie di figure retoriche tramite cui Gadda riesce a costruire una trama simbolica che si intensifica e arricchisce lungo tutta la narrazione. L'efficacia del racconto è fortemente legata allo stretto rapporto che si crea tra scelte sintattiche, semantiche e narrative, e solamente una valutazione che tenga conto della funzione retorica di ogni elemento discorsivo e dell'interazione tra di essi, può cogliere al meglio la complessità compositiva della narrazione. In the present article I tried to highlight the rhetorical structure of the short story «San Giorgio in casa Brocchi». Relying on a methodology introduced by Francesco Orlando, I detected the rhetorical figures through which Gadda builds a symbolic plot that is intensifying and enriching along the whole narrative. The power of this short story is related strongly to the tight links existing between syntactical, semantical and narrative choices, hence only an evaluation considering the rhetorical function of every elements of discourse, and their interaction, can best grasp the complexity of narrative composition.
Tesi di Specializzazione, 2018
Archivio della Società romana di storia patria, 2019
Vorrei dare seguito all'assunto incrociando due prospettive: quella del legame personale e quella della relazione culturale intrattenute da Petrucci con la città di Roma. Due punti di vista che, come talvolta può accadere-e questo è il caso-, convergono a fondersi in una personalità originale e fuori della norma. A Roma Petrucci nacque, in via Luciano Manara 32. Buon ultimo di tre fratelli, di quella casa ricordava spesso il grande salone, che lui impegnava con soldatini in ricostruzioni di battaglie lunghissime e inamovibili, e l'inaccessibile studio dell'operoso Alfredo. Da quell'indirizzo passava una fetta importante della vita culturale attiva a Roma (e non solo). 2 Artisti, giornalisti, scrittori, studiosi: il rondiano Antonio Baldini, il pittore Angelo Urbani del Fabbretto, il grafico e storico della grafica Enrico Gianeri (Gec), l'arabista e linceo Francesco Gabrieli, lo storico dell'arte Mario Salmi, lo storico del libro Lorenzo (Renzo) Frattarolo, questi alcuni nomi degli 'amici di papà' che ho sentito fare e che ricordo. A Roma Petrucci ha studiato. Non so dove per le scuole elementari e medie inferiori, ma so che ha frequentato il ginnasio-liceo al Virgilio, nel palazzo in via Giulia di fresca costruzione realizzato su progetto di Marcello Piacentini. Ci arrivava attraversando il Tevere su Ponte Sisto, dove lo aspettava, sin dalla prima classe del liceo, Franca Nardelli: passando e ripassando, avrà certo osservato quell'iscrizione, dettata da Bartolomeo Platina e splendido modello di epigrafia sistina, che ornava a destra (ve ne era un'altra a sinistra) la testa del ponte infra Tiberim; quella che poi inserirà in foto nel volume sulle scritture esposte, come vivace esempio di «palinsesto
in S. Benedetti, R. M. Dal Mas, I. Delsere, F. Di Marco, Gustavo Giovannoni. L'opera architettonica nella prima metà del Novecento, Campisano, Roma 2018, pp. 11-53, ISBN 9788898229864, 2018
Fig.41 Casa di Marco Fabio Rufo, giardino esterno, sezione N, saggio 3 settori E-D. In verde banco tufaceo in "pappamonte" v a l t r e n d Catalogo
ARCHALP, 2020
After a long period of neglect, a restoration work completed in 2010 brought the three artist houses on the Comacina Island back to the function for which they were born: to host artists in a charming location, surrounded by nature and silence. In 1917 the island came into possession of the King of Belgium, and then of the Italian State. The houses designed by Pietro Lingeri were built after the failure of more ambitious plans for the creation of an artists' colony. Born in Bolvedro di Tremezzo, Lingeri graduated from the Academy of Brera, the institution entrusted with the management of the island. Commissioned in the first months of 1933, his original designs for a hotel and seven houses for Italian artists and four for Belgian artists were rejected. Therefore, he conceived three simple small villas combining local materials and traditional construction techniques with a modern vocabulary. The article traces the history of the houses, completed at the end of 1940 by one of the most important architects of Italian Rationalism.
in "I libri e l’ingegno. Studi sulla biblioteca dell’architetto (XV-XX secolo)", a cura di Giovanna Curcio, Marco Rosario Nobile, Aurora Scotti Tosini, Palermo 2010, pp. 102-107
La cultura libraria occupa un posto centrale nella pratica professionale di Ferdinando Sanfelice (1675-1748), rappresentando il filtro privilegiato per la conoscenza dell'architettura dei secoli precedenti e la formazione del suo patrimonio visivo 1 . Anche se l'inventario post mortem dei suoi beni, che avrebbe forse potuto fornire utili informazioni sui libri da lui posseduti, risulta attualmente disperso 2 , disponiamo tuttavia di un attendibile profilo biografico pubblicato da Bernardo De Dominici nel 1745, quando l'architetto era ancora in vita 3 . De Dominici narra come Sanfelice, dopo un'iniziale educazione giuridica e letteraria, si fosse avviato allo studio della pittura presso la bottega di Francesco Solimena, per passare poi alla matematica sotto la guida di Luca Antonio Porzio e Michelangelo Monforte: nato infatti da una famiglia aristocratica napoletana appartenente al Seggio di Montagna, arriva all'architettura non dalla pratica di cantiere, ma da una formazione colta avvenuta prevalentemente sui libri. Vi sono inoltre numerosi altri tasselli che documentano la continuità dei suoi rapporti con il mondo dell'editoria. Pietro Giannone, nelle lettere scritte da Vienna, fa più volte riferimento a incisioni di architettura inviate a Sanfelice e a Solimena per sottoporle al loro giudizio, in particolare alcune raffiguranti il «trofeo del principe Eugenio in marmo», la «dedica al principe di Scielbörn» e «il tumulo del principe Trauson», tutte opere dell'incisore tedesco Jeremias Jakob Sedelmayer 4 . Inoltre, a partire dal 1701, e poi ancora nel 1720, nel 1731, nel 1734 e nel 1738, Sanfelice collabora all'edizione di diversi volumi celebrativi, occupandosi dell'apparato iconografico 5 . Nel 1708 pubblica un breve Parere sui restauri necessari alla cupola della cappella del Tesoro di San Gennaro, corredato da tavole esplicative 6 , e in seguito, insieme col fratello Antonio, vescovo di Nardò, cura la pubblicazione di due libri scritti da suoi antenati, il Diario dell'elezzione dell'imperador Leopoldo I, redatto da Giuseppe Maria Sanfelice nel 1658 e pubblicato nel 1717 7 e la Campania illustrata, edita da Antonio Sanfelice senior nel 1562 e ripubblicata nel 1726 8 . Proprio nella dedica della Campania illustrata, indirizzata a papa Benedetto XIII, l'architetto riferisce dell'intenzione di dare alle stampe un libro di architettura di cui aveva già cominciato a delineare alcuni disegni relativi ad «altaria, templa, caeteraque architecturae opera» 9 . Che l'architetto avesse già approntato parte del materiale per la redazione del libro, è confermato da De Dominici, il quale, a proposito dell'irrealizzato progetto di Sanfelice per la chiesa della Trinità di Salerno, specifica che «non si fece tal Chiesa, ma si vede però stampato nel suo libro dell'Architettura, che si spera fra breve voglia darsi alla luce per decoro della nostra Patria, e per utile de' Professori» 10 . Un gruppo consistente di disegni all'interno del corpus sanfeliciano, oggi al Museo di Capodimonte, può verosimilmente essere ricondotto a questa irrealizzata pubblicazione 11 e, a mio parere, è altrettanto plausibile che fosse destinata al trattato, come frontespizio, anche un'incisione ( ) con il ritratto dell'architetto, databile al 1735 e probabilmente realizzata su disegni di Solimena e Sanfelice 12 . Il cartiglio apposto in basso specifica che «Ferdinandus Sanfelicius Patritius Neapolitanus» è raffigurato «aetatis suae LX»: già la cornice architettonica che inquadra il ritratto rimanda a fonti libresche, in particolare per le colonne fasciate, che derivano dall'ordine "gallico" di Philibert Delorme, reso di nuovo attuale nel XVIII secolo grazie al Cours d'Architecture di Agustin Charles D'Aviler 13 . I libri sono presentati come lo strumento privilegiato della professione e, assieme al compasso e all'astrolabio -che ricordano il fondamento matematico dell'architettura -compaiono ai lati dello stemma di famiglia. Il duplice rapporto dell'architetto con i libri -di produzione e di consumo -è efficacemente rappresentato dai due volumi che figurano di fronte a lui: uno, chiuso e orgogliosamente ostentato, mostra sul dorso di un'elegante rilegatura la dizione «Architettura del Sanfelice», l'altro, usato e ormai malconcio, penzola quasi squadernato dal bordo del tavolo. Libri da scrivere, dunque, per dimostrare la propria raffinata erudizione, ma anche libri da consultare, leggere e studiare fino a consumarli. Vi sono tuttavia modi diversi di usare i libri. L'approccio più immediato è ovviamente con le incisioni, quindi il libro quale fonte iconografica capace di restituire l'immagine di edifici mitici o lontanissimi, come la pagoda di Nanchino, che Sanfelice reinterpreta in un apparato effimero del 1740 mescolando le sug-102
Riflessioni sui Fioretti di San Francesco, 2021
Riflessioni sui Fioretti di San Francesco in chiave letteraria e spirituale
Alice Crisanti, COME UNA NUVOLA CARICA DI PIOGGIA» Giuseppe Tucci e l’Orientale di Napoli , 2019
On the teaching activity of Giuseppe Tucci at the Oriental University of Naples.
Lo Zimbawe a Biganzolo di Verbania , 2010
La casa di vacanze del famoso etno-antropologo Frobenius a Verbania, la sua morte in questa casa e le vicende attorno ad essa ed ai personaggi che l'hanno frequentata attorno al periodo della seconda guerra mondiale. Poi le figure di incisioni dello Zimbawe graffite su una sua parete e un eroico medico tedesco. (Articolo di A. Biganzoli pubblicato in "Le Rive" n.1 e 2 /2010)
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