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L'elogio della carne

La produzione zootecnica, con particolare riferimento alla carne bovina, è fortemente diretta dai modelli di crescita dei consumi alimentari che si sono succeduti negli ultimi sessant’anni. Dall’espansione verso il mito della fettina, fino agli hamburger “vegani”, in correlazione alla miglior distribuzione del reddito e del diverso assetto demografico che ha contraddistinto la società. In questa evoluzione si è inserita la nuova corrente di pensiero che ha finito per demonizzare gli allevamenti zootecnici, colpevoli di inquinamento e di praticare metodi di gestione degli animali non conformi alle esigenze di benessere degli stessi, nonché lo stesso alimento “carne rossa” ritenuta in sé pericolosa per la salute. Inoltre, il verificarsi negli ultimi anni di episodi allarmanti per la sicurezza alimentare e la salute del consumatore, quali quelli che hanno interessato prima i bovini inglesi e poi anche quelli del Continente, colpiti dalla malattia della BSE, e quelli riguardanti i mangimi alla diossina del Belgio, solo per citarne alcuni, hanno aperto una ulteriore frattura tra il sistema zootecnico ed il consumatore. Quest’ultimo, oltre a porre una maggior attenzione alla presenza della carne bovina nella propria dieta, se non ad eliminarla del tutto, ha cercato le certezze mancanti nel sistema di produzione biologico, mentre il mondo produttivo ha invocato l’etichettatura e la tracciabilità. In questo lavoro viene quindi inquadrata questa problematica, con riferimento al comparto dell’allevamento del bovino da carne, alla luce degli accadimenti che hanno interessato il settore.