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La produzione zootecnica, con particolare riferimento alla carne bovina, è fortemente diretta dai modelli di crescita dei consumi alimentari che si sono succeduti negli ultimi sessant’anni. Dall’espansione verso il mito della fettina, fino agli hamburger “vegani”, in correlazione alla miglior distribuzione del reddito e del diverso assetto demografico che ha contraddistinto la società. In questa evoluzione si è inserita la nuova corrente di pensiero che ha finito per demonizzare gli allevamenti zootecnici, colpevoli di inquinamento e di praticare metodi di gestione degli animali non conformi alle esigenze di benessere degli stessi, nonché lo stesso alimento “carne rossa” ritenuta in sé pericolosa per la salute. Inoltre, il verificarsi negli ultimi anni di episodi allarmanti per la sicurezza alimentare e la salute del consumatore, quali quelli che hanno interessato prima i bovini inglesi e poi anche quelli del Continente, colpiti dalla malattia della BSE, e quelli riguardanti i mangimi alla diossina del Belgio, solo per citarne alcuni, hanno aperto una ulteriore frattura tra il sistema zootecnico ed il consumatore. Quest’ultimo, oltre a porre una maggior attenzione alla presenza della carne bovina nella propria dieta, se non ad eliminarla del tutto, ha cercato le certezze mancanti nel sistema di produzione biologico, mentre il mondo produttivo ha invocato l’etichettatura e la tracciabilità. In questo lavoro viene quindi inquadrata questa problematica, con riferimento al comparto dell’allevamento del bovino da carne, alla luce degli accadimenti che hanno interessato il settore.
Siculorum Gymnasium, 2017
Sentiamo una donna gridare. I suoi bambini sono piccoli e tranquilli nei giubbottini e giocano tra loro, fratellino e sorellina, a rincorrersi. Fila alla cassa, kebab e moretti. Non si trovano le valigie: non si trovano, le hanno prese, per questo la donna è nel panico, e per questo vedo Youssef alzarsi dal nostro tavolino e raggiungere il proprietario. Bisogna risolvere perché la donna e piccoli tra poco hanno l’autobus per Roma. Hanno appena lasciato il CARA di Mineo, e queste valigie bisogna che tornino, bisogna che si sappia chi le ha prese, con i tablet e i soldi, e per questo chiedono a Youssef, buono e perduto, tunisino malacarne, magrissimo lupo, che è violento quando serve, in difesa di, per tirare a campare senza annegare. Annegare qui, nel ventre magro della città, che tutti contiene, sfama e affama.
2018
This essay, titled «Pitié pour la viande!» Cult and care of the slaughtered body, analyses the peculiar relation between human flesh-conceived both as organic (Körper) and lived body (Leib)-and animal meat. The key notion to understand this connection lies in the idea of the 'spread body' (corps épandu) by E. Falque. Nowadays, the autopoietic attempt to build a perfect body goes through technological enhancement and the substitution of the organic part with mechanical components and it leads to the hypothesis of uploading identity online. The cult of the perfect body, however, does not eradicate suffering. Physical pain testifies to our defeat against the strength of the organic, as the dying man in palliative care ward demonstrates. In the spread body, the flesh appears as meat: is the body that of a butchered animal such as the putrefied corps of the Crucified Lamb (Isaiah, Tertullian, Grünewald). The spread body represents an ethical challenge and transforms the meat in flesh in the palliative ethics of the care for the other man (Levinas). Falque's spread body highlights the point of conjunction between animal, man and God defining the borders of humanity.
Hermann Nitsch & Das Orgien Mysterien Theater , 2021
An introduction to Hermann Nitsch & Das Orgien Mysterien Theater
Della carne degli animali e del consumo etico, 2020
Sommario Della carne degli animali e del consumo etico L'affermazione sul mercato agroalimentare delle alternative alla carne (non-carne) e delle carni alternative (neo-carne) richiede una risposta normativa che tuteli il consumatore e non ignori gli impatti sull'agricoltura. Mentre in altri ordi-namenti extraeuropei inizia ad essere definita una linea disciplinare, e in alcuni paesi europei sono in atto normative volte a limitare l'uso delle denominazioni di carne, l'Unione Europea fa affidamento sulle normative generali. Abstract Animal meat and ethical consumption The emergence of meat alternatives (not-meat) and alternative meats (new-meat) on the agri-food market requires a regulatory response for consumer protection and does not ignore the impact on agriculture. While in other non-European systems a disciplinary line is beginning to be defined, and in some European countries there are regulations in place to limit the use of meat designations, the European Union relies on general regulations. Parole chiave: carne, non-carne, neo-carne, consumatore.
Liberazioni - Rivista di critica antispecista, 49, pp. 6-17, 2022
La carne coltivata viene sempre più promossa sia dall’industria alimentare che da molte organizzazioni animaliste come un’alternativa sostenibile alla carne tradizionale proveniente dalla macellazione. Di primo acchito, la carne coltivata, che viene prodotta da cellule staminali raccolte mediante una biopsia apparentemente innocua e poi “coltivata” in bioreattori, sembra una soluzione logica e pure ingegnosa al problema apparentemente insormontabile di bilanciare la crescente domanda globale di prodotti animali con i disastrosi costi ambientali e animali della produzione industriale di carne. Sfortunatamente, a un esame più attento risulta ben presto evidente che quest’ottimismo è infondato: la carne coltivata è ben lungi dall’essere una panacea per i mali intrinseci della produzione industriale di carne. Anzi, collaborando strettamente con le grandi industrie del cibo e con i produttori industriali di carne per sviluppare e promuovere la carne coltivata, e distogliendo così l’attenzione dallo sviluppo di alternative vegetali sostenibili alle proteine animali, il progetto della carne coltivata finisce proprio per perpetuare i mali dell’industria alimentare.
Fata Morgana Web, 2019
Su "Lo spettatore emancipato", di Jacques Rancière (DeriveApprodi, Roma 2018)
L' elogio dell'impermanenza, 2021
Dipingendo… intingo il pennello nella mia anima e creo emozioni... le mie emozioni. FAUSTO NAZER a cura di di Giancarlo Bonomo e Raffaella Ferrari
Per una interpretazione teologica dell'arte scenica di Sara Alzetta
(articolo divulgativo) in "Essere", II 2015.
genio senza fine e confini, diceva che l'umano è tubo digerente con contorni metafisici. Avesse visto il mio vicino di casa, del resto, avrebbe tolto anche i contorni. Ora, seriamente, il contatto quasi banale tra il realismo e la biopolitica è il corpo: la nostra nudità, la zoé se vogliamo citare Giorgio Agamben, o la nostra animalità se vogliamo tirare in ballo Jacques Derrida . Ma le cose, a mio avviso, sono più semplici (almeno prima facie). Se Guido Ceronetti può affermare, con serenità «salvate il mondo. Mangiate carne umana» , è perché siamo un ammasso di carne : letteralmente. Nell'aforisma celeberrimo della Gaia Scienza denominato "I quattro errori", Friedrich Nietzsche, come sempre, picchia duro sulla distinzione pesantemente costruita e articolata che separa, soprattutto entro la cultura occidentale, l'essere umano dal resto dei viventi (dalla natura tutta, dunque). Se qualcosa di reale c'è, e contro l'inemendabilità del banale ha ragione Maurizio Ferraris in troppi, onestamente, si sono scagliati, questo qualcosa è prima di tutto il corpo. La sua effimera presenza in questo mondo, la sua crescita che mira alla decomposizione, il suo costringere la mente, in barba all'idiota dualismo cartesiano, a fare i conti anche con gli umori dell'intestino, che ricorda a noi tutti che la struttura del reale è piano su cui possiamo edificare i nostri futuri castelli. Non che la corporeità sia immodificabile: il transumanesimo, deriva attiva del postumano, altro non è che tentativo di arginare un limite: corpi tecnologici, ibridi e mostri, umani dis-umani, sono azione sul reale. Ma, appunto, sul reale: non surreale. Dalle realtà, quale che sia il progetto, si deve pur partire.
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L'avventura. International Journal of Italian Film and Media Landscapes , 2024
Soglie del linguaggio: Corpo, mondi, società (a cura di A. Bertollini e R. Finelli), 2017
Un antidoto alla deriva neogotica. L'attualità della visione tomista circa la risurrezione della carne, 2021
La risurrezione della carne. L'orrore e la gioia della morte vivente (Aut Aut, n. 380), 2018
Rivista Dialeghestai, 2017