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in Ornella Castiglione (a cura di), "Confini. Traiettorie geografiche e simboliche tra cinema, architettura e altre discipline", Aracne, Roma 2020.
Zeusi - Linguaggi contemporanei di sempre, 2017
Che cosa appartiene al film, che cosa non gli appartiene, dove iniziano e dove finiscono il film e il cinema?». Il superamento dei confini è da sempre stata la caratteristica principale del cinema, l’arte, che meglio di ogni altra, ha ben rappresentato la spinta dell’uomo moderno verso il superamento dei limites della propria conoscenza e della propria osservazione. Articolo pubblicato sul numero 5/6 della rivista Zeusi - Sul confine.
Fata Morgana VOCE, 2022
The study investigates the original aspect of voice in Border Art by proposing the neologism ‘border-voicescape’. The term is, firstly, introduced through a panoramic on classic examples of Border Art. Secondly, it is deepened with the analysis of two videos: 45th Parallel by Lawrence Abu Hamdan of 2022 and Broken Voices by Adrian Paci of 2018. The ‘bordervoicescape’ progressively emerges from the pieces taken into account as a theorical-methodological instrument with an interdisciplinary functioning between border studies and border aesthetics.
Cineforum, 2019
Authorea (Authorea), 2021
Questo elaborato si pone l'obbiettivo di descrivere e analizzare le modalità produttive del genere horror di casa Universal, nel cosiddetto periodo classico di Hollywood. Dietro al successo di un genere, nell'era dello studio system 11Brunetta, Gian Piero, ed. Storia del cinema mondiale. Vol. 2. Einaudi (IT), 1999, non esiste solo un importante componente estetica di carattere prettamente filmico, cinematografico, ma anche, e soprattutto, un insieme di decisioni produttive, un programma distributivo, contratti col personale artistico, un casting e una scelta dei collaboratori, una previsione dei gusti del pubblico, amministrazione delle riprese e del budget, la compra vendita di licenze, accordi con gli esercenti ecc.. . Tutto questo e molto altro si nasconde dietro ad un film, o ad un genere, prodotto da questa o quella casa di produzione in un periodo in cui, ad Hollywood, il cinema era, sì un evento culturale, ma anche e soprattutto una grande azienda profittevole. Il cinema americanoè un'arte classica, ma perché non ammirare in essa ciò cheè più ammirevole? Cioè non solo il talento di questo o quel regista, ma anche e soprattutto il genio del sistema 22Schatz, Thomas. The genius of the system: Hollywood filmmaking in the studio era. Macmillan, 1996 (Bazin, 1958) L'elaborato passerà in rassegna un po' di storia della casa Universal, per capirne le radici ideologiche, fino ad arrivare all'età del sonoro, così da concentrarsi sullo sviluppo e successo dell'horror nella casa, e descrivere come e perché ci si dedicò a questa tipologia di film.
S. Bartocci, G.M. Biddau, L. Cabras, A. Dessì, L. Pujia (a cura di), TRANSIZIONI L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura, ProArch Società scientifica nazionale del progetto , 2022
L’idea di Interno, per consuetudine riferibile ai confini del manufatto può, in una lettura generalista della disciplina, rivelarsi portatrice di una dilatazione semantica capace di includere, nei suoi principi costitutivi, anche quelle estensioni territoriali dove le sedimentazioni antropiche, connesse ai rilievi caratterizzanti una preminente forma della Terra, descrivono invasi stabilmente conclusi e depositari di un potenziale estetico. Corroborato dalle teorie di Franco Purini, che allineano il paesaggio italiano a una sequenza di stanze, tale principio connette il rilevamento di un’internità alla dimensione antropogeografica del territorio includendo in essa anche l’estensione della città dove le piazze, taluni slarghi, i campi, le corti, gli spazi raccolti a cielo libero, ricalcando la perentorietà del foro romano, descrivono l’urbano come concatenazione porosa di vuoti delimitati dalle quinte degli edifici che vi prospettano. In seno a tale premessa, il saggio tende a esplicitare una visione dell’Interno che, prescindendo da ogni pregiudizio scalare, riconduce la sua composizione al rinvenimento di un limite, continuo o puntuale, come dispositivo rivelatore di una discontinuità tra un dentro, ritenuto sicuro e stabile, e un fuori, identificabile come infinito e indistinto. Tali assunti trovano applicazione in una serie di esiti didattici riconducibili a esperienze di docenza, tenute da chi scrive, nelle quali il tema dell’Interno trova connessioni con la scala del quartiere, del nodo urbano, della casa e, come di consuetudine, con lo spazio confinato della cellula. L’applicazione, in tutti gli esempi, di un unico metodo d’indagine configura nelle fasi di analisi e di appropriazione dei dati insediativi e costitutivi dell’esistente una dimensione conoscitiva finalizzata a un’interpretazione caratterizzata dall’introduzione di una differenza tesa a iscriversi nella storia.
La critica e il possibile allargamento dei "confini". Un caso studio applicato al jazz. Intervento pubblicato su Alias, supplemento culturale del Manifesto del 10/10/2015
Convegno Internazionale online: “Migrazioni, cittadinanze, inclusività. Narrazioni dell’Italia plurale, tra immaginario e politiche per la diversità”
Fra gli studi che da circa dieci anni legano il cinema e la geografia, il genere degli Zombie, a metà fra l'horror et il catastrofico, è stato quasi totalmente ignorato. Il nostro obbiettivo non è tanto quello di interrogarsi su diverse estetiche cinematografiche, quanto piuttosto quello di riflettere sulle modalità che il cinema utilizza per rappresentare, ma soprattutto per fabbricare lo spazio e i suoi immaginari. Per fare questo, all'interno della vasta ed eterogenea cinematografia degli Zombie, abbiamo scelto di concentrarci sulle opere di colui che a giusto titolo è considerato come il padre di questo genere in Occidente, il cineasta americano George A. Romero, e in particolare sulla sua tetralogia 1 . Aggiungiamo inoltre il film 28 days later 2 dell'inglese Danny Boyle, che propone una reinvenzione della figura dello Zombie in contesto europeo. Preliminarmente sarà necessario capire che cosa è uno Zombie e soprattutto in che modo questa figura sia passata dalla cultura haitiana a quella occidentale. Lo Zombie (o morto vivente 3 ), è una creatura mossa unicamente dall'istinto. Nessun pensiero, nessuna razionalità sembrano appartenergli. I suoi gesti ripetitivi e talvolta insensati indicano uno stato di alienazione e la perdita di ogni forma di individualità. Nella cultura vodoo dell'isola di Haiti, questi aspetto sono il risultato di un rito magico, di una stregoneria che cerca di "rubare" l'anima di un uomo per farne uno schiavo. Romero nel 1968, con Night of the living dead, getta le basi per una nuova versione di questa creatura, una variante « occidentalizzata » che perde ogni connotazione magico-mistica per entrare definitvamente in un contesto patologico. Lo Zombie in occidente non è più la vittima di una magia, ma un una persona colpita da un virus di origine sconosciuta che provoca, in un primo momento, la morte del soggetto, e in seguito la sua rinascita sotto forma di creatura mossa unicamente da intenti antropofagi. Romero ha il grande merito di reinventare una creatura "d'altrove" e di farne, come vedremo, un personaggio dai tratti politici e sociali fortemente marcati. Dalla magia haitiana, dal vodoo, ai malesseri socio-politici… lo Zombie occidentale fa della mostruosità una questione prima di tutto sociale che si inserisce, attraverso i codici della cultura popolare, al centro delle riflessioni sulle dinamiche capitaliste di fine secolo. Come dice Thoret « lo Zombie non è altro che l'applicazione rigorosa e letterale delle leggi del capitalismo, una nuova dissidenza, che anziché opporsi al sistema, ne spinge le logiche fino al loro punto di rottura. Simbolo letterale delle impasses della società consumistica, dei sepolti vivi della storia americana, non è altro che questa contro-fiction che assalta l'inquadratura e la scavalca. Mosso da alcuna motivazione se non quella di un puro istinto alimentare, lo Zombie costituisce un blocco insensato […] che cristallizza un'America in cerca di senso, una nuova società che vuole divorare la vecchia » (2007, p.14). Ma qual è il suo rapporto con lo spazio? Che cosa ci puo' dire questo genere a tal proposito? Proprio in questi 1 La tetralogia comprende i primi film sugli Zombie di G.A. Romero (nato nel 1940), Night of the living dead (1968), Dawn of the dead (1978), Day of the dead (1986) e Land of the dead (2005). Sono escluse le due ultime opere, Diary of the dead (2008) e Survival of the dead (2009), le quali a nostro avviso non hanno avuto lo stesso impatto delle precedenti.
“Voci”. Annuale di Scienze Umane, 2021
Analizzo in questo scritto un ciclo fotografico di strada relativo alla pandemia di Covid-19, realizzato nei primi mesi di diffusione del contagio in Europa, prevalentemente tra marzo e aprile del 2020, dalla prospettiva di una piccola città di provincia, resa in tal senso un luogo astratto di indagine ma filtrato anche attraverso la grande familiarità che l’autore, il fotografo Gianni Chiarini, intratteneva con il luogo, sua città natale. Ne emerge un quadro di profondo disagio esistenziale e territoriale, in cui la fotografia si afferma come dispositivo di svelamento – “macchina degli spettri” –, dando luce a presenze inattese e mostrando lo scoordinamento affettivo in cui può incorrere il cammino degli umani. L’osservazione fotografica di questo momento di forzata emarginazione sociale diventa così la messa a nudo di una più vasta esclusione, di vulnerabilità della condizione terrestre che i fantasmi fuori posto emanano, come una lucida e sorprendente scoperta di cui dovremmo forse cogliere l’aspetto trasformativo ed evolutivo, la promessa e l’impegno di un planetario rito di passaggio.
Che cos'è l'horror? La Treccani ci viene in aiuto e parla di «termine spesso usato anche in Italia per indicare un genere cinematografico fondato su scene, azioni e immagini macabre e raccapriccianti (1)». Lo Zingarelli 2006 completa la stessa definizione aggiungendo che scene, situazioni e immagini servono a provocare «violente sensazioni di paura, raccapriccio, ripugnanza
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L'Immagine, 2020
SigMa Rivista di Letterature comparate, Teatro e Arti dello spettacolo , 2019
Teoria & Poesia, 2018
Clara Allasia, Laura Nay (a cura di), La penna che non si spezza. Emilio Salgari a cent'anni dalla morte, 2012
Almanacco delle artiste di Sicilia. Percorsi esplorativi dalla seconda metà del XX secolo, 2021
Schermi. Storie e culture del cinema e dei media in Italia, 2022
Ledizioni, 2023
La forma cinematografica del reale. Teorie, pratiche, linguaggi: da Bazin a Netflix, 2020
Caro Mostro. 200 anni di Frankenstein (a cura di Nicola Pasqualicchio), 2022
2012
in Griseldaonline, n. 15, 2015
A. Finozzi, M. Ceravolo (a cura di), "Italian Studies across Disciplines", Aracne, Roma , 2022
Zeusi. linguaggi contemporanei di sempre , 2016