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2020
Presentazione Si enuncia spesso l’importanza della cultura classica, ma raramente vi sono occasioni per toccare con mano quanto la lettura dei classici possa insegnarci molto, a noi, oggi. In tal senso, per lo psicoanalista francese Jacques Lacan, il Simposio di Platone offre una interpretazione estremamente attuale del rapporto fra amore e desiderio. Sono questi due termini inconciliabili o la ragione può scovare la loro armonia? Nella nostra conferenza ritracceremo la lettura lacaniana del Simposio, in cui ciascun convitato esprime la propria concezione del sentimento amoroso, fino ad arrivare all’irruzione di Alcibiade ubriaco che scombussola tutto, in primis le certezze di Socrate. Amare non è facile neppure per i filosofi.
Love Exposure ( Ai no mukidashi, Giappone 2008) di Sion Sono rappresenta una delle indagini più interessanti del cinema contemporaneo sull’enigmatica dimensione dell’amore. L’amore è infatti dipinto come un puro Evento, che emerge esclusivamente dalla rottura radicale di ogni catena ontologica di causazione (Badiou). L’Evento amoroso riavvolge la realtà intorno al proprio incontro, dalla sua paradossale impossibile attesa (tutta la prima parte del film è scandita dal conto dei giorni che precedono il suo imprevedibile avvenire) alla sospensione dello spazio e del tempo rispetto alla propria incausata essenza (il racconto dei vissuti precedenti l’incontro riavvolge e approfondisce la narrazione decostruendo la sua linearità temporale). L’amore descritto da Sion Sono è soprattutto produzione di soggettività, nuove entità ineludibilmente esposte. Si creano in un costante paradossale rapporto tra la Legge del Padre e la sua necessaria trasgressione che la alimenta e sostiene. Le Lettere di Paolo diventano così il nucleo significante del film, che contribuiscono insieme alla fotografia feticista, alle narrazioni dei b-movies, alla sociologia dei generi e delle religioni a interrogare nel modo più profondo la paradossale dimensione dell’amore.
Etica e bellezza, a cura di S. Achella e F. Miano, Orthotes, Napoli, 2019
F in dall'antichità il pensiero si è interrogato sul legame tra le forme del vivere bene e l'esperienza della bellezza. Lungo una tradizione che attraversa autori e momenti della filosofia questo rapporto ha assunto configurazioni e declinazioni differenti, arricchito sempre più dalla complessità che ognuno dei due aspetti, quello etico e quello estetico, ha saputo apportare a questa relazione. L'insieme dei saggi raccolti in questo volume rivela come questo punto di osservazione che cerca di mettere in relazione etica e bellezza offra la possibilità di rileggere autori, momenti della storia del pensiero, questioni antiche e recenti della filosofia con uno sguardo rinnovato. Questo sguardo incrociato si mostra cioè in grado di illuminare il sapere etico e filosofico sotto una luce diversa, e consente di aprire nuovi varchi nella ricerca filosofica.
Cercar di scoprire i precendenti storici dell’idea di desiderio sembra, per lo meno ad un primo sguardo, un compito non solo difficile ma addiritura impossibile, perché i termini greci di orexis e di hormé che, in qualche modo, potrebbero corrispondere al termine desiderio, appaiono concettualizzati tardivamente nella storia della filosofia greca. Infatti, il vocabolo di orexis, derivato dal verbo origo (‘tendere’) acquisisce il significato tecnico di appetito, ovvero desiderio, grazie alle riflessioni di Aristotele, mentre quello di hormé, derivato dal verbo hormáo (‘mettersi in moto’, ‘spingere’), anche se esisteva già con l’accezione di spinta e di movimento impulsivo, ricevette il suo significato tecnico di desiderio tramite la riflessione dei filosofi della Stoa. Ma, nonostante la molteplicità di termini impiegati dai primi pensatori greci per riferirsi al desiderio (thymós, kardia, eros, ecc., sono soltanto alcuni dei nomi più usati) e il loro ampliamento o restrizione di significato operata dai diversi pensatori, è possibile dimostrare che si stia facendo riferimento ad una medesima realtà, le cui note essenziali verranno alla luce nel corso di queste pagine, specialmente nella parte dedicata a Platone. L’obiettivo di questo studio, perciò, non è quello di stabilire i confini tra i diversi termini, perché ciò sarebbe piuttosto un lavoro filologico, bensì quello di mostrare come, al di là dei termini impiegati e del loro significato nelle differenti dottrine filosofiche, c’è una continuità di pensiero in tutti questi autori, derivata dal riferimento ad una realtà di cui tutti gli uomini hanno esperienza. La scelta della tesi platonica come nucleo di questo studio proviene dal fatto che, oltre ad essere una sintesi geniale delle intuizioni precedenti, essa tenta di risolvere gli importanti problemi d’indole antropologica ed etica messi in luce dall’analisi del desiderio, specialmente il rapporto tra i diversi desideri umani e la possibilità o meno di ridurli ad unità, cioè di integrarli armonicamente.
Fra bruttezza e amore c'è sempre guerra reciproca (Discorso di Agatone in Platone, Simposio 196a)
In literature as well as in everyday life, love waiting is an act, a play, a theatre monologue, a performance. For the waiting lover, the rhythm of his waiting is measured by an almost ritual repetition of thoughts, acts, conjectures, tics, manias. Independently of its duration or extent -it may be the long waiting for the beloved's homecoming as well as the agitated 'micro-waiting' for the post or phone ring -love waiting is a continuous repetition, although customised from time to time, of the identical process. Consciously or not, the lover seems to conform to a sort of 'play script' of love waiting which is carved in the emotional heritage of humanity and is always played, with infinitely many small variations, in literature. Following the definition of love waiting proposed by Roland Barthes in Fragments d'un discours amoureux, the paper aims to detect and define the performative elements of love waiting and to verify their real presence in some XX century and contemporary pieces and novels that represent this particular kind of waiting.
Annali di Studi Religiosi, 2019
After addressing some introductory questions – how are we to comprehend Plato’s conception of desire? What is its relation to reason? And is the position defensible? – the Author responds to some familiar objections to Plato’s view, and argues that there are good reasons for taking his idea – that desire is a mode of cognition – seriously. In the second part of the essay, she draws out some implications for an understanding of the «ladder of love» and the nature of the envisaged spiritual ascent.
Edizioni Trauben, 2012
non ti faccia sospirare a ragione.
In questo studio, si mettono in evidenza i caratteri di portata universale che consentono al film di ottenere il consenso del pubblico occidentale. La rappresentazione dell’amore come un sentimento mai vissuto sollecita ad accostare l’opera alle concezioni romantiche. Sul piano tecnico, l’allineamento alla cultura occidentale si esplicita nella riproposizione di alcuni degli autori cinematografici più importanti della tradizione europea. In this essay, we analyse the universal themes and features which enable the film to suc-cessfully reach western audiences. The pursuit of love without fulfilment is one of the key issues in romantic literature and here it is addressed in a similar fashion. In addition, the technical devices used to please a western public are taken from the traditional visual rhetoric of some of the most prominent European filmmakers.
Bollettino della Società Filosofica Italiana, 2019
In the Symposium and Phaedrus Plato transforms the coeval way of thinking about eros. Since the time of Homer eros had been conceived as an appetite. Both appetites and eros are desires, but eros is a desire which cannot really be satisfied, because unlike an appetite, it is not a desire to possess an object, but rather arises from the perception of the value of people and things. Keywords: Plato, Eros, philosophy, appetite, desire.
Glossario: Capitale (C): è una somma di denaro che viene concessa in uso per un determinato tempo. Interesse (I): è il prezzo d'uso del capitale. Saggio o tasso di interesse (r): l'interesse prodotto dall'unità di capitale (1 euro) in un anno; è espresso in numero decimale (es. 0,05) o in percentuale (es. 5%). Montante (M nell'interesse semplice – Cn nell'interesse composto): somma del capitale e dell'interesse prodotto in un determinato tempo. Sconto: è il pagamento anticipato di una cambiale da parte di una banca. Con lo stesso termine si indica anche la somma che la banca si trattiene a titolo di compenso. Note: negli esercizi gli importi in euro sono arrotondati al centesimo. Regime di interesse: a) Interesse semplice b) Interesse composto:-discontinuo annuo-discontinuo convertibile (convertibile t volte in un anno) a) Regime di interesse semplice Si ha quando gli interessi maturati vengono allontanati dal capitale, che perciò rimane immutato nel tempo. Si applica per periodi inferiori o pari a un anno. Interesse semplice (I) dove n è il numero di mesi diviso 12 oppure il numero di giorni diviso 365 (anno solare) o 360 (anno commerciale). Da questa formula è possibile ricavare le formule inverse che permettono di calcolare una qualsiasi delle variabili (C, r, n) note le altre tre (le formule inverse non vengono riportate per non appesantire la trattazione). Esercizio 1. Calcolare l'interesse prodotto da un capitale di 6.000 Euro impiegato al tasso di interesse del 4% in tre mesi. I = 6.000 x 0,04 x 3/12 = 60 € Montante semplice (M) = C + I = C + C x r x n Anche in questo caso è possibile ricavare le formule inverse che permettono di calcolare una qualsiasi delle variabili (C, r, n) note le altre tre. Esercizio 2. Calcolare il montante prodotto da un capitale di 2.500 Euro in 6 mesi al tasso del 5%. M = 2.500 x (1 + 0,05 x 6/12) = 2.562,50 € b) Regime di interesse composto Si ha quando gli interessi maturati si aggiungono al capitale diventando a loro volta fruttiferi.
AM. Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica, 2019
Aphrodite, Eros and Pan (o Socrate?) Marco Procopio I F [...] voltosi in contemplazione dell'ampio mare del bello, partorisca molti discorsi, belli e magnificenti, e pensieri, in un'illimitata ricerca filosofica.
Le Parole e le Cose, 2024
In questo articolo uscito sul blog "Le Parole e le Cose" metto in dialogo quattro libri fuori dal comune per parlare dei nobili tentativi umani di coltivare speranze fuori misura. I libri sono: "Romantic Empiricism" di Dalia Nassar; "Cosmic Connections" di Charles Taylor; "Indisponibilità" di Hartmut Rosa e "Autorizzare la speranza" di Italo Testa. Il riferimento all'influente libro di René Girard contenuto nel titolo è sia un omaggio alla radicalità di quella lettura della logica del desiderio umano sia un invito ad andare oltre.
2023
Tra i diversi luoghi poetici in cui la critica ha indicato l’averroismo nella cultura di Dante, i più evidenti e famosi sono il X canto dell’Inferno, il XXV canto del Purgatorio e il I e il XXXIII canto del Paradiso. Ma mentre le figure di Cavalcante de' Cavalcanti e di Sigieri di Brabante sono profili che hanno vissuto la storia politica e filosofica di Firenze, il cosiddetto averroismo di Dante si profila nel De Monarchia ed è intriso nella cantica del Paradiso...
L'amore, il desiderio e il godimento ai tempi della collera, 2014
Nell'epoca contemporanea, governata prevalentemente dal discorso capitalista, la barriera fra l'impossibile e il possibile sembra fragile, come se da un momento all'altro potesse svanire, compiendo quella magia di sopprimere del tutto l'impossibile. "Nothing is impossibile", "niente è impossibile" recita una delle pubblicità dell'Adidas. I nuovi sintomi, tuttavia, con la loro carica di sofferenza individuale e collettiva, testimoniano il fragoroso inciampo a cui conduce la logica di questo discorso. Per ciò che attiene la coppia sessuata, possiamo domandarci cosa ne è dell'impossibile. Lacan, certamente, ci avverte che non c'è rapporto sessuale e che non è possibile fare Uno. Nondimeno, aggiunge, quest'impossibilità apre la possibilità di scrivere l'altro rapporto, quello che ha a che fare con il godimento e la castrazione. Nell'Italia di oggi per alludere a quest'altro rapporto si ricorre alla parola storia. "Ho una storia con una persona", si dice, oppure, "ho una storia di sesso" o ancora "voglio una storia di amore". La parola storia racchiude ciò che avviene nel legame fra un uomo e una donna-o fra due donne o fra due uomini, nel caso delle scelte omosessuali-. La storia, poi, è scandita dai tempi: il tempo dell'incontro, che a seconda dei casi presenta delle coloriture diverse: la folgorazione dell'innamoramento, la passione che acceca, l'aspettativa di poter finalmente soddisfare un'aspirazione a lungo accarezzata-una famiglia, un figlio-; il tempo, in seguito, delle piccole o delle grandi delusioni, quando si scopre che l'oggetto non è proprio quello desiderato e poi, talvolta, il tempo della collera accompagnato o meno dalla violenza. Un frammento di un caso clinico-la storia di Lisa-può esemplificare alcuni elementi relativi all'amore, al desiderio e al godimento. Lisa è una giovane donna, sposata da una decina di anni con due figli. E' stata da sempre ritenuta non solo carina, ma decisamente bella. La sua bellezza, tuttavia, fin dalla prima infanzia, è stata deturpata da una malattia dermatologica che si presenta con una frequenza assolutamente non prevedibile. Il suo aspetto fisico, dunque, oscilla tra l'essere una donna che desta ammirazione e desiderio all'essere una donna che, ricoperta da foruncoli, può suscitare repulsione, persino ribrezzo. Già questo primo elemento mette in rilievo in modo plastico un tratto della femminilità: la coesistenza della brillantezza che attira e seduce e l'orrore e il disprezzo per ciò che la mancanza fallica femminile simbolizza: la castrazione. 1 In Lisa, però, questi due elementi si mostrano visivamente e, alternandosi, costituiscono per lei un incessante memorandum della fragilità strutturale della sua identità sessuata.
di MAURO BONAZZI mor platonico: è una nozione di cui tutti hanno un'idea, vaga ma sufficiente per capire che si tratta di qualcosa di inverosimile, e dunque di poco interessante. In effetti, è vero che nel Rinascimento ha stimolato capolavori dell'arte come Amor 9
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