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2020
Francesco Baldovini, autore del poemetto, nacque in Firenze nel 1634 e morì nel 1716. Baldovini fu amico di Salvator Rosa e in rapporti con i maggiori letterati toscani del suo tempo (Redi, Fagiuoli). Si cimentò in vari generi, ma è noto soprattutto per il poemetto rusticale Lamento di Cecco da Varlungo (1694), che prende spunto da una novella di Boccaccio (Decameron, VIII, 2). Nel testo qui riportato vengono riportate, in numeri arabici e a piè di pagina, le note che nel testo originale venivano riportate ogni due strofe. Il poemetto è tratto da “Fiori di poesie liriche italiane sino alla fine del secolo XVII. Si aggiunge il Celèo di Bernardino Baldi ed il Lamento di Cecco da Varlungo di Francesco Baldovini. Milano Dalla Società Tipografica de'classici Italiani. 1833”, reperibile su Google libri all'indirizzo https://books.google.it/books?id=Zj9KAAAAcAAJ. Valerio Sampieri
2014
The paper analyses a movie recently appeared in Italy, Belluscone (2014) by Franco Maresco. The title refers to the deformation of Berlusconi’s name in Sicily. The movie does not speak, however, of the typically Italian “hero” Berlusconi, but of “Belluscone” that is the link for a common feeling whose Sicily is an exemplary case. Through the reference to Lyotard and Jauss among the others, the aim is to show that “Belluscone” is no longer a symbolic disposition, and becomes a sensible surface of contact to which everybody connects in order to have an experience. With its Baroque and ambiguous investigation of “bellusconian” Palermo, the movie makes no exception.
Rielabora ed estende il Begolardo dei Cuadernos e quello della Civetta
Forme, strutture e didattica dell’italiano. Studi per i 60 anni di Massimo Palermo
2023
A look at early seventeenth-century Belluno in words and images
Cuadernos de Filología Italiana, 2014
Nello scambio di convenevoli tra Cecco e Dante, di cui ci è pervenuta solo la risposta del Senese (Dante Alleghier s'i' so'), al primo verso ricorre un insulto curioso: begolardo. La diffusione del termine è molto limitata, ed in genere fraintesa dalla tradizione lessicografica. Qui si presenta un nuovo esame dei dati etimologici e della sua tradizione, diretta (dalla sua prima alla sua ultima attestazione) ed indiretta (nella lessicografia), proponendone una storia diversa da quella sempre raccontata dal DEI al GDLI ed al TLIO; storia che getta anche una luce nuova su un nodo cruciale della storia letteraria delle Origini, quello dei rapporti tra Cecco Angiolieri e Dante Alighieri, ed aggiunge peso all'ipotesi della datazione bassa della Monarchia.
"As Louis Robert suggested in 1960, Alc. frr. 129-34 and Sapph. fr. 17 V. may refer to the same performative context, i.e. a shrine placed near to Ta Mesa on the middle of Lesbos. Indeed, despite some religious, topographical and textual problems, this corpus of poems seems to be linked to a sanctuary near to the sea and dedicated to Hera: here there would be altars to Dionysos and to Zeus. This shrine would have been the seat of a koinon between lesbian cities, that have had a long history from archaic to imperial age."
In this paper, we will discuss the benefits of applying a thorough terminologi-cal research approach to translation and interpreting lessons in undergraduate courses for interpreters and translators. The idea was born after and thanks to the cooperation of TermCoord, the terminology unit of the European Union, which has recently developed collaboration projects with universities to improve and update their terminology database. This cooperation confirmed what we had already experienced in our courses. As professors at a university for interpreters and translators, we were able to identify some specific needs and weaknesses of the young students and this led us to use glossaries as a means to improve their language knowledge and technical skills. We realised that it is very useful to teach the students a correct terminological approach and make them prepare glossaries themselves. We will first briefly introduce some theoretical approaches in the field of terminology , then show how to apply them though practical examples taken from real texts and glossaries we use and prepare during our lessons, with concrete suggestions to adopt in translation courses.
Lingua nostra 83, 2022
Carmilla, 2022
Riflessione a partire dal film serie-tv "Esterno notte", regia di Marco Bellocchio
2019
Il ripostiglio di Celò (metà XII-inizio XI secolo a.C.), insieme ad altri bronzi coevi dalle Valli del Natisone, risulta significativo per comprendere il ruolo di questo percorso fluviale nella tarda Età del Bronzo. Nell'arco di un secolo, le Valli del Natisone vedono crescere l'importanza del loro ruolo mediatore, enfatizzato dalla posizione strategica posta al centro delle rotte che collegavano le cerchie minerarie alpine e transalpine con i centri padano-veneti e con i distretti danubiano-balcanici. Se in un primo momento (BM-BR1) esse sono teatro di scambi diffusi e costituiscono una delle molteplici vie di scambio dell'epoca, nella fase successiva (BR2-BF1) si apprestano a diventare degli interlocutori preferenziali, fino a mediare rapporti sistematici ed esclusivi (BF2) tra queste aree. La vicinanza ai centri minerari delle Alpi ed il facile collegamento con la pianura friulana permettevano di rendere le Valli del Natisone punti di passaggio obbligati nel sistema di approvvigionamento e distribuzione del metallo. La maggior parte dei bronzi di Celò appartiene a tipologie alpine, evidenza sintomatica di una preferenza dei contatti con queste regioni. Tale evidenza sarebbe corroborata anche dalle analisi archeometriche: il rame di alcuni bronzi sarebbe di provenienza sud-alpina (Trentino Alto-Adige e Veneto), mentre quello di altri, su cui permangono ancora dei dubbi, potrebbe essere ricondotto a giacimenti dell'area austriaca e svizzera.
Le sofferte ragioni del Sentiero dei nidi di ragno di I.Calvino Storia di una prefazione costata vent'anni Nel 1964 Italo Calvino mette mano a una nuova edizione del suo romanzo di esordio, dal quale sarebbe poi derivata la sua folgorante avventura editoriale e letteraria, e lo fa sottoponendo il suo testo a una vera e propria indagine per certi aspetti spietata, per altri indulgente, come si conviene a chi, come lui, ormai è abituato ad affiancare il mestiere dello scrittore a quello di lettore dei Libri degli altri (1), come recita il titolo di una sua opera successiva. Si tratta infatti di una vera e propria operazione di editing che Calvino compie su se stesso, a distanza di diciassette anni dalla pubblicazione del Sentiero dei nidi di ragno. Le ragioni della revisione del romanzo, ormai conosciuto e apprezzato non solo in Italia, sono dettagliate dall'autore all'interno di una corposa introduzione che si impone a chi legge con la forza e il peso tipici del ragionamento critico e narratologico, assumendo i tratti di breve e succoso saggio, di sicura coerenza con il Sentiero, in quanto testo dotato di una propria forza narrativa, ma ancora di più in quanto voce da annoverarsi tra le innumerevoli voci che avevano composto la stagione del neorealismo, rispetto alla quale il tempo che separa le due edizioni crea ormai una distanza ideale per tentare un giudizio lucido e superare una fase culturale senz'altro ricca di spunti e stimoli e al tempo stesso attraversata da vistose contraddizioni critiche. Ma prima di entrare nelle ragioni che nella prefazione del '64 l'autore espone nei dettagli attinenti al suo romanzo, mosso nel contempo da una volontà esplicita di fare il punto, il suo, su una stagione culturale determinante per l'evoluzione della vita intellettuale italiana, di cui ha la consapevolezza di collocarsi tra i protagonisti, merita conto entrare in quelle meno note ma forse non meno importanti, del tutto emergenti dal clima in cui il romanzo vede la luce. È la fisionomia stessa dell'introduzione-saggio, il suo effetto specchio, rispetto al romanzo, quasi un'esegesi su testo a fronte, che la carica di sensi molteplici e induce a indagare questo singolare "ritorno sui propri passi", compiuto da Italo Calvino quasi vent'anni dopo l'uscita del Sentiero, per rispondere a un quesito: bastano le ragioni storiche e letterarie ragioni a spiegare il bisogno di chiarire, di descrivere, di rivendicare, che anima le pagine di quella scrittura? Per rispondere è decisivo addentrarsi nel clima culturale dell'immediato dopoguerra, intriso di passioni ancora tutte da depurare, di ideologia spesso grezza, anche nelle intelligenze più aperte, di dictat più o meno condivisi e obbligati in un paese liberato, ma ancora lontano dalla capacità di fare i conti con l'immediato passato. Sono anni dominati dall'enfasi della Liberazione, che realizzatasi storicamente attraverso il fenomeno di partecipazione collettiva della Resistenza, riesce a diffondersi nel paese investendo le realtà più diverse, a partire da quelle provinciali: la provincia registra infatti una fase di vitalismo eccezionale, in molti casi irripetibile, ma nel momento stesso dotata di una forza così prorompente da realizzare trasformazioni durevoli. Tra gli esempi di questo fervore che pervade il paese si colloca il caso di Riccione, cittadina balneare romagnola che in quegli anni interpreta il senso di rinascita collettiva nella costruzione di un proprio volto nuovo, quello di centro di un tipo di villeggiatura di alto livello, che prevede ospiti amanti del mare, ma anche dei giardini verdi, della moda, di una mondanità fatta non solo di dancing, ma anche di appuntamenti culturali prestigiosi, in grado di confrontarsi con quanto di già noto prima della guerra, anzi di superarlo. Con questi obiettivi nasce nel '47 il Premio Nazionale Riccione-dramma e romanzo, una manifestazione con la quale gli amministratori dell'epoca puntano a imporsi sulla scena della cultura italiana, come si deduce dai
2009
Nelle fila del movimento cattolico popolare costretto dal fascismo a rimanere nell'ombra, le riflessioni culturali e politiche sulla drammatica situazione italiana non erano mai state abbandonate anzi, sebbene in segreto, l'azione e il pensiero dei cattolici cristiani continuavano a crescere e a diffondersi, nonostante l'estromissione forzata del regime. Nell'ambito dell'Azione Cattolica, i giovani studenti universitari della FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e il Movimento Laureati avevano trovato "riparo" dai condizionamenti del fascismo e si apprestavano a formare le loro coscienze secondo principi di etica morale e sociale 1 , dandosi obiettivi di libertà e di giustizia sociale 2 .
Zibaldone: Estudios Italianos, 2016
Gillo Pontecorvo, a director for which every project is like a new blank sheet start. His unusual professional background, compared with the most part of directors educated in Neorealism and established in the postwar period. The slender critical attention received in Italy. His cross-referred filmography, where he explores historical, geographical and anthropological landscapes that are widely distant, giving rise to an authentic “cinema of nations”. Biographical notes, with a specific focus on those projects finally not achieved.
Iohannes de Certaldo. Beiträge zu Boccaccios lateinischen Werken un ihrer Wirkung, herausgegeben von Karl Enenkel Tobias Leuker und Christoph Pieper, Hildesheim, Georg Olms Verlag (ISBN 9783487152721), 2015
Una indagine a ritroso sulle edizioni del Bucolicum Carmen del Boccaccio, fino alla princeps fiorentina del 1504, della quale si analizzano i possibili rapporti con l'autografo riccardiano.
Tre mesi durò il «Supplemento del giovedì» di «Lo svegliarino -giornale democratico», lo spazio di un autunno (ottobre-dicembre 1896) 1 , la stagione pressoché costantemente invocata nei versi che qui comparvero. Fu l'unica esperienza direttoriale di Ceccardo 2 . Le sue quattro pagine hanno un'articolazione abbastanza consueta nelle coeve riviste, distinta in rubriche di notizie (Politica; Varietà), testi (Letteratura), recensioni, avvisi locali carraresi e pubblicità. Le poesie in genere sono riquadrate e centrate sulla pagina, qui ulteriormente personalizzate dal diversificato impiego -per i versi -di stili tipografici. L'impostazione -come d'uso -non è militante o ideologica, ma antologica. L'editoriale Uscendo (n. 1) è molto chiaro e subito ammonisce «Non programmi». Precisa subito dopo:
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