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2020
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“Il giorno prima”, in Pedro Armocida, Caterina Taricano (a cura di), Giuliano Montaldo. Una storia italiana, Marsilio, Venezia 2020, pp. 233-239.
Estratto da E. MARTINI, A. TEDESCHI TURCO (a cura di), Passioni. Cento anni di mélo inglese, Cierre Edizioni, Verona 1996, pp. 13-28 [sono escluse le fotografie inserite nel saggio in volume, in quanto solo esornative],
L'isola del giorno prima 1 Daphne "Eppure m'inorgoglisco della mia umiliazione, e poiché a tal privilegio son condannato, quasi godo di un'aborrita salvezza: sono, credo, a memoria d'uomo, l'unico essere della nostra specie ad aver fatto naufragio su di una nave deserta" Così, con impenitente concettosità, Roberto de la Grive, presumibilmente tra il luglio e l'agosto del 1643.
Francesco De Martino & Carmen Morenilla (eds.), Personajes secundarios con historia. Levante Edizioni: Bari, 2016: 145-172
This paper deals with a special type of secondary characters in Greek plays: statues and simulacra. It starts by analysing a famous monologue in Alcestis in which Admetus proclaims his intention of having an image of his wife made after her death in order to place it in the bed they had shared. The main part of the paper is taken up with a discussion on the statue motif in another play by Euripides, the lost Protesilaus. It concludes with a discussion on several interpretative difficulties posed by the eumorphoi kolossoi in a much discussed passage in Aeschylus’ Agamemnon. Keywords: Statue, simulacrum, double, eidōlon, necromancy, kolossós
Fata Morgana Web, 2019
Paul McCartney scrisse Yesterday, uno dei brani più rappresentativi della popular music del XX secolo, nel gennaio del 1964, in una stanza d'albergo a Parigi. Fu registrata tra il 14 e il 17 giugno del 1965 ad Abbey Road, con il solo autore presente in studio (alla voce e alla chitarra acustica), accompagnato da un quartetto d'archi.
2010
Sulla foto scattata da Franco Antonicelli che, a partire dal catalogo della mostra "Ignoto a me stesso" (1987) e dall’introduzione che ne scrisse Leonardo Sciascia, è diffusa da autorevoli riviste e storie letterarie come foto di Pirandello e che ritrae in realtà Edwin Cerio (sindaco di Capri negli anni Venti e scrittore). E sulla forza del falso – voluto da Sciascia? – che epifanizza il “vero” Pirandello oltre la mefistofelica maschera del pirandellismo.
Si potrebbe cominciare dicendo: il documentario italiano non esiste. Nella patria del neorealismo, le riflessioni critiche e storiche 1 e le esperienze pratiche in questo campo hanno lasciato tracce scarsissime. Nessuna "scuola" è emersa e sono molto pochi gli autori di cui si ricordi il nome. Se poi si considera la televisione, che dovrebbe incentivare la realizzazione di documentari, bisogna constatare che essa, da questo punto di vista, è troppo spesso in mano a incompetenti. Il documentario è in Italia un'attività marginale e marginalizzata. Chi fa comunque del documentario sembra lavorare in una "terra di nessuno", senza esperienze e tradizioni alle spalle. Vengono subito alla mente due ragioni per spiegare questa strana "assenza" del documentario: da una parte la riluttanza a usare il suono in presa diretta che caratterizza il cinema italiano dai primi anni quaranta ai primi anni ottanta (oggi, almeno nel campo del lungometraggio, la situazione è un po' diversa, grazie alle abitudini della televisione, ad alcuni attori-registi e un po' anche all'ostinazione di alcuni critici isolati); dall'altra l'assorbimento delle pratiche realistiche da parte del cinema di finzione, a cominciare dal neorealismo.
Le rivoluzioni le devono preparare i giovani. Nei primi anni '80 del secolo scorso, per una fortunata serie di eventi (ancora attendiamo possano ripetersi), l'età media degli speleologi attivi in Emilia-Romagna era attorno a 22-24 anni. Uscivano al mondo delle grotte dai primi corsi segnati dal "passaggio" a nuove tecniche e materiali esplorativi. Erano istruiti da forti, alcuni fortissimi, esploratori forgiati dall'epopea delle scalette. Gente più adulta, a volte molto più adulta, abituata ad attraversare i paesaggi sotterranei a velocità molto, molto più basse di quelle che permetteranno le nuove tecniche. Gente che si era necessariamente abituata ad osservare, ascoltare, odorare le grotte nelle lunghissime ore che la progressione "di squadra" imponeva. Qualcuno di loro, in realtà più di qualcuno, era pure studioso di qualcosa che in qualche modo aveva a che fare con quegli ambienti. E di cose ne sapeva tante, al punto che andarci assieme in montagna e poi in grotta diventava una lunga e approfondita, termine mai più appropriato, lezione. Gratis. Insomma, ti portavi a casa, spesse volte un po' alticcio, ossa rotte e carne greve. Ma anche la sensazione di avere sondato le tue capacità di adattamento ad un mondo totalmente sconosciuto, e di averne capito almeno un pezzettino. Questo valeva anche per le nostre grotte nei gessi che, sempre in quegli anni, cominciavano ad allungarsi e approfondirsi, oltre che ad esserne scoperte di assolutamente inesplorate. Eravamo davvero in tanti ad avere vent'anni e risultò naturale raccogliere eredità culturali e sfide esplorative da maestri che erano solo poco più adulti di noi. In più c'era una generale presa di coscienza dei danni che andava consumando l'attività estrattiva, ma non solo, sui paesaggi che cominciavamo a saper leggere in tutta la loro tridimensionalità. C'era quindi un gran fermento, sia esplorativo che di studio scientifico, attorno alle "grotte nei gessi" e conseguentemente andava manifestandosi la necessità di confrontare e organizzare la divulgazione delle nuove conoscenze tra i vari gruppi speleo della Federazione: l'organizzazione, nell'82, del XIV Congresso Nazionale di Speleologia ne fu il prodromo. Paolo Forti non si lasciò scappare l'occasione. Con la sua solita sfacciata fortuna lanciò il sasso in uno stagno che già ribolliva da sé e in poco tempo la Federazione sostenne l'organizzazione, nell'ottobre 1985, di un memorabile Simposio Internazionale sul carsismo nelle evaporiti.
C. Faralli, V. Gigliotti, P. Heritier, M.P. Mittica (eds.), “Il diritto tra testo e immagine. Rappresentazione ed evoluzione delle fonti”, Mimesis, Milano-Udine, 2014, pp. 175-188
Un argomento contro l'idea del diritto come immagine
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L’Io allo Specchio, 2005
Testo in uso nella catedra di Clavicembalo [teaching material in use in the Harpsichord course], Conservatorio G. Verdi, Turin, Italy, 1998
SOCIETÀ ITALIANA DI MUSICOLOGIA xxvi convegno annuale MATERA,18-20 ottobre 2019, 2019
in “Scritti sul cinematografo. ‘Memorie e Confessioni (15 anni d’Arte Muta)’ seguito da ‘La parabola del cinema italiano’” (a cura di Denis Lotti), 2013
Cinergie – Il cinema e le altre arti n. 22, 2022
L'Ordine Nuovo, 2020