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2018
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Ogni anno dal 12 al 16 Agosto si rinnova la tradizione del culto verso San Rocco. La devozione è talmente forte che Roccamontepiano, in provincia di Chieti, si riempie di migliaia di persone che accorrono da tutta la regione, per ottenere la benedizione del santo e usufruire dei poteri taumaturgici della fonte a lui dedicata. La festa si protrae per diversi giorni trasformando il paese in un luogo brulicante di persone, voci, rumori, odori e fuochi d'artificio. L'attuale edificio, realizzato negli anni cinquanta, sostituisce una precedente chiesa sopravvissuta alla grande frana del 1765 costruita a metà Seicento, probabilmente in occasione dell'epidemia di peste che afflisse il Regno di Napoli nel 1654. Ogni culto religioso è legato a precise condizioni materiali. E' questo anche il caso del culto di S. Rocco nel Mezzogiorno d'Italia e in particolare negli Abruzzi. Questo culto sembra seguire, quasi inseguire, le piaghe storiche che si sono diffuse nella nostra regione e una in particolare: la peste. Non c'è sempre una precisa corrispondenza, tuttavia il culto di S. Rocco si manifesta più frequentemente nei luoghi colpiti duramente da questo flagello. Nell'incisione un tipico abbigliamento indossato dai medici nel Seicento. Consisteva in una lunga tunica che arriva fino alle calzature, un paio di guanti, un cappello a tesa larga e, davanti al viso, una maschera lunga a forma di
"Boccaccio e la Sicilia", a cura di Giuseppe Manitta, Il Convivio 2015, pp. 342
Opera:-Coelesti Hierarchia, cap IX/2/II Dell'ultima gerarchia celeste che comprende i principati, gli arcangeli e gli angeli": «Perciò i teologi assegnano agli Angeli la presidenza delle nostre gerarchie, attribuendo a S. Michele il governo del popolo ebreo, e ad altri il governo di altri popoli (Daniele X); poiché l'Eterno ha limitato le nazioni in ragione del numero degli Angeli (Deuteronomio XXXII)…» .-Summa Theologica, T I°, q.113 n.3: «Per conseguenza, la custodia delle collettività umane spetta all'ordine dei Principati, o forse agli Arcangeli, il cui nome significa Angeli Principi: tanto è vero che Michele, il quale è un Arcangelo, vien detto in Daniele "uno dei principi". Salendo, vengono le Virtù che esercitano la custodia su tutte le nature corporee. Salendo ancora, vengono le Potestà che stanno a guardia dei demoni. Da ultimo, vengono i Principati che, secondo S. Gregorio, fanno da custodi agli spiriti buoni». Periodo di realizzazione : 1 a Fase-V°-VI° secolo e 2 a Fase XIII° secolo. Corollari liturgici : plurificazione di San Michele; dottrina dell' aumento di potenza. ___________________________________________________________________ La prima e più eccellente vittima delle "teorie di abbassamento", di cui abbiamo parlato nella parte generale di questo studio è stata nientemeno che il Principe degli Angeli, vincitore di Satana e difensore di Dio: San Michele Arcangelo, che dal vertice serafico delle regioni celesti è stato scagliato giù, fino a divenire un semplice angelo custode o meglio un Arcangelo, ma nell'accezione negativa del termine ovvero di semplice spirito dell'ottavo coro angelico, superato da ben 7 Cori superiori e da miriadi di angeli a questi appartenenti. Chiamato «Arconte Massimo» (arcon o megas) ed anche « Archistratega delle virtù del Signore» (archistrategos dynameos kurion) nelle LXX e «Gran Principe» (sar haggadol) nella tanakh, San Michele Arcangelo che combatte contro i «Sarim Malkut» cioè i demoni che hanno domini sui popoli, c.d. Dominazioni o Signorie-in greco: Kyriotetes, e contro le Potenze o le Autorità,-in greco: Exiusiai, del principe di questo mondo-in greco: o Arcon Tou Cosmou Toutou, fa scritturisticamente parte del gruppo dei «Primi Principi», in ebraico "Hassarim hari'shonim" e in greco "Proton Arcontes o Protoktistoi , Angeli creati per primi da Dio e in numero di sette innanzi al suo Trono (Tb. 12,15-Ap. 1,4): messaggeri incommensurabilmente superiori a tutti gli altri. Non è questa però la lettura della teologia cattolica che deriva direttamente dagli studi esegetici di pseudo-Dionigi l' Aeropagita e di Tommaso d'Aquino. Esiste-senza dubbio-una sola figura che interpreta dal punto di vista escatologico un ruolo fondamentale per la salvezza del popolo eletto e questa non è che San Michele, che ha il compito di debellare le forze del male capeggiate da satana, che si ribellò a Dio volendo divenire come lui e fu combattuto dal grande Arcangelo per eccellenza, così come descritto nella Sacra Scrittura. Michele riceve nella Bibbia tutti titoli di nobiltà: è infatti l' Angelo-Principe per eccellenza , l' Archistratega delle forze armate del Signore, il Capo degli Angeli, il primo difensore delle ragioni divine. Cardinale Lepicier, Francisco Sylvius, i gesuiti Franciscus Toletus, e Gabriel Vasquez, ritenevano che l'appellativo "Arcangelo" con riguardo a San Michele appartenesse ad uno dei Principati 2. Aderendo a questa teoria, dunque, per combattere il male, San Michele otterrebbe un messaggio molto mediato, dapprima dai Serafini e poi attraverso i Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà ed infine Principati.
La possibilità di consultare un archivio privato di cui, in un certo senso, faccio parte come discendente collaterale, mi ha dato l'opportunità di scoprire legami essenziali tra personaggi che hanno caratterizzato in parte la storia politica, sociale e diplomatica della nostra Italia.
The present paper discusses the various aspects of the religious places in Giovanni Boccaccio's De montibus. First, we focus on the religious places of ancient Greek and Roman mythology, afterwards, those in the Bible. Finally, we will tackle the common features of all three. We will find that the most important places for Boccaccio were those mountains and the rivers that are connected to those holy places.
Museo del Paesaggio di Verbania, 2019
Atti della giornata di Studi Verbania, Chiesa di San Pietro, 7 Aprile 2018
Obiettivo strategico: degradare il ruolo, i compiti e la collocazione celeste di Sant' Uriele dislocandolo dalla posizione apicale dallo stesso scritturisticamente detenuta in IV° Esdra per portarlo nel penultimo grado delle classificazioni celesti. Eliminare il quarto arcangelo per privilegiare la teologia triadica di Proclo.
Un palazzo in forma di castello nel Piceno (Marche, Italia). Il caso due- e trecentesco di Rocca Colonnato presso San Ginesio e le sue dipendenze progettuali dal regno angioino di Napoli
IL CULTO DI SAN MICHELE ARCANGELO COME CRISTIANIZZAZIONE DEL CULTO DI UN EROE FONDATORE DELL ANTICA CITTA PEUCETA, 2023
L'identificazione di un Santo Patrono per una città, oltre che basarsi su testimonianze mistiche e leggende locali, potrebbe a volte innestarsi su di un patrimonio culturale preesistente, che connotava l'immaginario della popolazione di riferimento, secondo modalità in grado di modularne il passaggio senza soluzione di continuità, tuttavia trasformandone i contenuti, senza allontanarsi troppo dalle rispettive connotazioni degli spazi immaginari simbolici della tradizione più antica e di quella più recente. Viene quindi discusso il caso di un Complesso Rupestre situato nella città di Gravina in Puglia (BA), quello di "San Michele delle Grotte".
sikaniaservice.it
Contrada Caduta, insediamento preistorico da dove provengono i reperti più antichi del territorio.
La Grotta di Sa Rocca Ulàri, in Comune di Borutta (SS), si inserisce a pieno titolo nella fitta maglia insediativa che ha interessato le cavità naturali della Sardegna durante la preistoria e la protostoria. Le sue dimensioni e la particolare conformazione, in relazione con il ricchissimo contesto paesaggistico-territoriale del Mejlogu, hanno permesso a piccoli gruppi umani di stanziarsi nella cavità che si apre nel versante settentrionale del Colle di Sorres. La frequentazione è attestata senza interruzione a partire dal Neolitico Medio fino al Medioevo. Lo studio preliminare dei materiali, ha permesso di stabilire che il periodo di maggiore frequentazione a scopo abitativo è quello riferibile alla fine del Neolitico Cultura di Ozieri e al primo Eneolitico Sub Ozieri. L'uso funerario si ipotizza per le successive fasi culturali Monte Claro (Eneolitico Evoluto) e Bonnanaro I facies Corona Moltana (Bronzo Antico). In epoca nuragica (Bronzo Medio/Recente/Finale e prima età del Ferro) la cavità fu frequentata inizialmente come deposito di derrate alimentari, successivamente per altri scopi probabilmente legati al culto.
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Opuscula Gnesnensia, 2016
MUNT DAFURT Bollettino di studi storici sull'area peloritana del Valdemone. Centro Studi Storici di Monforte e del Valdemone, Monforte 2014 , 2014
Archeologia Viva 155. Pp.56-65, 2012
S. Celestino Pérez, E. Rodríguez González (eds.), Un viaje entre el Oriente y el Occidente del Mediterráneo. Actas del IX Congreso Internacional de Estudios Fenicios y Púnicos, Merida, 2020
LA CORTE DI GIUSTIZIA TRA “DIALOGO” E “MONOLOGO” NELLA “SAGA TARICCO”: SILENZI, FRAINTENDIMENTI E SURRETTIZIE APPROPRIAZIONI DI COMPETENZE PENALI DIRETTE, 2018