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"LO SCANDALO DELLE NAVI DI NEMI"

2020

Mi imbattei per la prima volta sulla vexata quaestio della distruzione delle cosiddette "Navi di Nemi" nel lontano 2010, durante la chiusura del mio studio Lo sbarco di Nettunia e la battaglia di Roma. Seguendo la ritirata germanica sui Colli Albani sotto l'incalzare dei carri armati angloamericani e le ultime battaglie, dovetti per forza di cose accennare alla distruzione di quel patrimonio culturale ed artistico, a carattere sacrale, conservato, per l'appunto, nel Museo delle Navi romane di Nemi, sito sull'omonimo lago di origine vulcanica, a poco più di venti chilometri da Cinecittà, all'epoca periferia di Roma. Il Museo fu costruito durante il Regime fascista dall'architetto Vittorio Ballio Morpurgo, a seguito del recupero di due gigantesche navi appartenute all'Imperatore Caligola (37-41 d.C.). Si trattava di scafi imponenti con dimensioni di metri 71,30 x 20 l'una e di 73 x 24 l'altra. Una scoperta archeologica eccezionale, uno straordinario intervento di salvataggio, che si inseriva perfettamente nel recupero della missione e del primato della civiltà di Roma promossa dall'Italia di Mussolini. Il museo, non a caso, venne inaugurato il 21 Aprile 1940-XVIII, Natale di Roma e Festa Nazionale del Lavoro. Il complesso andò incredibilmente distrutto da un incendio scoppiato al suo interno nella notte tra il 31 Maggio e il 1° Giugno 1944, durante il passaggio del fronte.