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1997, Revista Paramita. Quaderni di Buddhismo
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Questo articolo è tratto della Revista de Estudios Budistas n. 10 (ottobre 1995), edita in Messico da oltre cinque anni a cura dell’Associazione latino-americana di studi buddhisti, che si occupa attivamente della diffusione e della conoscenza del Dharma, in tutte le sue tradizioni, nel coninente sudamericano.
Gli scritti di Brentano, Meinong e K. Twardowsky hanno rappresentato una novità nel campo degli studi di psicologia, perché hanno contribuito a portare l'analisi dei contenuti mentali sul linguaggio e sulle esperienze del soggetto conoscente mentre, in precedenza, la fisiologia costituiva una parte importante della ricerca in psicologia
Common Good: Reality and Ecclesial Requirement Any society which is organized according to the rules that guarantee the good functioning of the relations between its members aims at pursuing the "common good". This way, common good becomes a reality that must never be emptied of content so as to become pure nominalism, or as to be reduced to a mere conceptual reality. Seeking a global vision of this orderly society, the common good becomes a goal to be achieved. Once identified in its essential elements, the common good has to find its own development in life and ecclesial order. Its dynamism and the tension that reality provokes in the logic of the relationship between the common and the private good must take into account the fundamental principles of the good itself and, at the same time, the peculiarity of the different areas in which it is applied. Understanding the term "common good" helps us to understand the significance and importance of such a reality; very broad in itself, this reality, involving philosophical, theological and legal connotations, presents many theoretical and practical aspects. Starting from the idea of law, which basically circumscribes the sphere of relations in a community, but especially from the idea of church law, we propose in this study to examine the theological meaning of the term "common good" to further analyze the individual canons of Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium where this formula is found.
Call for Papers n. 18/2025: "Realtà, Verità, Interpretazioni" [Deadline: 14/03/2025]
Distance, n.1/2009, Rep. Ceca, pp. 160-174, 2009
In this article I would like to offer an intuitive exposition of the main principles of Aquinas’ theory of knowledge. My particular aim is to explain the true meaning of some important philosophical thesis like: Aristotle’s solution to the regress in infinitum in our knowledge [1], the notion of thomistic incompleteness [2], the identity between object known end subject knowing [3] and the plurality of truths in Aquinas’ realism. Article published in: Distance, n.1/2009, Rep. Ceca, pp. 160-174
in Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia, 2018
Nonostante le difficoltà teoretiche ed epistemologiche nell'affrontare il fenomeno della co-scienza, l'autore individua una metodologia pragmatica e sperimentalmente consistente, fondata sull'approccio neurocognitivo bidimensionale: per evitare di rimanere incagliati nel "problema comples-so" della coscienza, è preferibile infatti concentrarsi sul "problema reale", ovvero sui meccanismi empiri-camente rilevabili, lasciando in secondo piano le caratteristiche epistemiche e fenomenologiche degli stati mentali coscienti. Dall'analisi della relazione gerarchica tra stato di veglia e contenuto di coscienza emerge un'interessante interpretazione che tenta di rendere ragione dell'unitarietà della coscienza e, al contempo, della sua varietà fenomenica. Tuttavia, alcuni studi sul sonno, sulla fase REM e sugli incubi potrebbero mettere in discussione una certa versione forte di questa relazione gerarchica tra stati di coscienza. È inol-tre importante chiedersi se una prospettiva bidimensionale sia sufficiente a definire esaustivamente le ca-ratteristiche oggettive della coscienza o se sia auspicabile un diverso approccio tridimensionale. PAROLE CHIAVE: Coscienza; Problema reale; Veglia; Consapevolezza; fase REM █ Abstract A Pragmatic Approach to the "Real Problem" of Consciousness-Despite the theoretical and epi-stemological complexities involved in dealing with the phenomenon of consciousness, the author describes defines a pragmatic and experimental methodology, based on a two-dimensional neurocognitive approach. Indeed, in order to avoid the hard problem of consciousness, it would be better to focus on the real problem, i.e. on mechanisms that can be empirically observed, leaving out all of the epistemic and phenomenological features of conscious states. The idea of a hierarchical relationship between the level (wakefulness) and the content (awareness) of consciousness could give rise to an interpretation which justifies both the unity and, at the same time, the phenomenal variety of consciousness. However, studies on sleep, REM phase and nightmares might challenge at least the strong version of this hypothetical relationship between different features of consciousness. Furthermore, it is important to consider whether a two-dimensional perspective, rather than a three-dimensional one, would be sufficient to exhaustively define all the objective features of consciousness.
Patañjali, l’autore degli Yoga Sūtra, secondo la tradizione Tamil era un siddha vissuto tra il IV e il V secolo d.C. Durante la sua permanenza nel Thillai Nataraja Temple di Chidambaram fece un’esperienza definita, in termini moderni ”illuminazione” di cui il suo libro più celebre - Yoga Sūtra appunto –sarebbe la cronaca. In base a questa esperienza ed ai racconti che altri autori suoi contemporanei come Tirumular (Tiroomular) venne riconosciuto come uno dei grandi maestri illuminati (18 secondo alcuni 84 secondo altri) della tradizione Siddha, sia dagli Hindu sia dai buddhisti. Nel Sud dell’India è considerato il padre della danza assieme a Bharatamuni, l’autore del Nātyaśāstra, e si dice fosse uno dei più grandi interpreti della sua epoca della “Śiva Tāndava”, la danza estatica del dio Śiva – N.B. la danza detta Tāndava non è specifica del dio Śiva: molte delle divinità hindu hanno una propria Tāndava - insegnata dallo Yogin Taṇḍu proprio nel tempio di Chidambaram. Il “lignaggio”, ovvero la linea di insegnamento cui appartiene Patañjali èquello del Primo grande Siddha Agastya, il creatore delle “Arti marziali del Sud”, kalaripayatt e Silamban. Un lignaggio in cui le tecniche di guerrieri e danzatori si fondono con la pratica dello yoga alchemico – il cui massimo esponente è considerato Boghanathar, maestro di Babaji-nagaraji - con lo āyurveda e con l’astrologia/astronomia “vedica”. Questo almeno è ciò che si insegna nella maggior parte delle scuole di yoga e di danza, negli “Akhara” – le scuole di arti marziali e, a quanto ci risulta-ovviamente se qualcuno ha notizie diverse saremo grati delle segnalazioni - nelle università indiane. In occidente, soprattutto in Italia, e in alcuni ambiti indiani, più vicini alla tradizione moderna creata da Vivekananda - si raccontano invece storie diverse. Sintetizzando si dice che: 1. Patañjali è vissuto tra il V e il II secolo a.C. 2. Patañjali è il padre dello yoga classico che viene identificato con il Rāja yoga è uno “stile” di Yoga in cui si dà poca importanza all’aspetto fisico (Posture, sequenze, bandha ecc.).
La Filosofia Futura , 2021
Il presente contributo si propone di ripercorrere le soluzioni teoretiche, in merito ai problemi della realtà e della conoscenza, addotte da Martin Heidegger nello scritto giovanile Das Realitätsproblem in der modernen Philosophie. A tal fine è analizzata la struttura degli argomenti avanzati da Heidegger – sulla base della riflessione di Oswald Külpe – nella polemica contro le due correnti gnoseologiche dominanti all'epoca: il coscienzialismo e il fenomenismo. Al termine dell'analisi, ricollegando il testo del 1912 con gli altri scritti giovanili e con Sein und Zeit, si apre alla possibilità di riaffermare l'unitarietà e la continuità tematica del pensiero heideggeriano nel suo complesso.
hcommons.org, 2024
Un nuovo approccio: "Ho trovato il Divino nel mio cuore" - Rumi Ho sempre sostenuto che la risposta alla spiritualità sono le persone, perché, alla fine, le persone spirituali sono persone. Come ha osservato Rumi, "Ho guardato nei templi, nelle chiese e nelle moschee. Ma ho trovato il Divino nel mio cuore" Cristo ha affermato, Lui [lo Spirito Santo] vive in noi (Giovanni 14:17). John O'Donohue ha osservato, "L'anima è la forza del ricordo dentro di noi!" e "La bellezza è l'illuminazione dell'anima!" Abraham Heschel ha osservato, "La vita è una partnership tra Dio e l'uomo". Heschel continua dicendo "Ecco perché la vita umana è sacra!" Nelle Upanishad indù l'affermazione "Aham Brahmaasmi" (Brihadaranyaka Upanishad) si traduce in "Io sono Brahman", il che sottolinea la divinità intrinseca presente in ogni individuo. Un modello di mappa appropriato - la teoria scientifica richiede una categorizzazione appropriata - come ha notato Aristotele quasi duemila anni fa. Nella mia ricerca non mi sono imbattuto in una categorizzazione appropriata dei "tipi" di spiritualità, quindi ho messo insieme una categorizzazione rudimentale. • Spiritualità della compassione • Spiritualità musicale • Guarigione spirituale nel lutto • Spiritualità infantile • Spiritualità artistica • Poesia e profezia • Tessitura dei sogni/trascendenza creativa • Credenze spirituali nella natura - la terra come forza vivente • Spiritualità e autismo • Norme spirituali pro-sociali Kapwa/loob filippino – bayanihan: + "teologia ubuntu" dell'arcivescovo Desmond Tutu. La parola bantu "Ubuntu" rispecchia il kapwa filippino che significa "identità condivisa"! La "frase 'umuntu ngumuntu ngabantu' si traduce come 'Sono una persona attraverso altre persone'.
L'invenzione della realtà, specchio dell'umano
L'invenzione della realtà, specchio dell'umano. Non ho mai avuto, del resto, un'altissima considerazione per la cosiddetta "realtà". La realtà, per me, non si percepisce, si crea. La si crea più di quanto lei crei noi. 1
2000
Varie esperienze scatenate dalle vicende storiche del momento, motivarono anche questo loro atteggiamento. Nel 1935 Graziella Romano -nata a Demonte (Cuneo) l'11 novembre 1906 -, mentre Mussolini inizia le operazioni militari contro l'Abissinia, si trasferiva a Torino insieme a suo marito. Avendo già ottenuto la laurea in lettere, incomincia a lavorare come insegnante di letteratura ed espone, in diverse mostre, le sue pitture, frutto delle lezioni di Felice Casorati. Fino alla sua prima pubblicazione nel '41 -la raccolta di versi "Fiore" -si era dedicata, figlia di una famiglia della media borghesia, alla formazione professionale e familiare. Partecipava, inoltre, alle attività caratteristiche dell'ambiente culturale laico progressista di Torino, dove realizzò i suoi studi universitari, e visse l'esaltazione della letteratura francese.
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Altre Modernita, 2012
Il sistema di logica aletica (a cura di G. Covino e F. Renzi), 2020
Presentato al seminario di dottorato: ‘Temi e problemi della filosofia classica tedesca: pensare la vita. Il concetto di vita tra filosofia classica tedesca e pensiero contemporaneo’ (26 Aprile 2016)
Le origini toscane della Cosmografia di Matthias Ringmann e Martin Waldseemueller, 2015
Cahiers d’études italiennes, 2009
La scienza del pensiero. Il realismo filosofico di Oswald Külpe
Rivista della Società Italiana di Antropologia Medica 23.54, 2022