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2020, in "Via Fëdor Poletaev", Gelios ARV, Moskva, pp. 74-87.
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L'articolo ripercorre il dibattito politico e culturale che ha portato il Comune di Genova a dedicare una via al sovietico Fëdor Poletaev, l’unico combattente straniero nelle formazioni partigiane italiane insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare. La pubblicazione fa parte di un volume collettano tradotto in lingua russa e italiana. Per la copia in russo contattare l'autore.
Fedora è un ruolo pensato per una grande protagonista femminile fin dall'esordio del dramma nel teatro di prosa, perché il creatore del personaggio della principessa russa, divisa tra odio e amore, Victorien Sardou, pensò a Sarah Bernhardt come prima interprete del ruolo a Parigi il 12 Dicembre 1882 ed in Italia fu Eleonora Duse a rendere celebre tra il pubblico Fedora dalla sua prima creazione del ruolo al Teatro Valle di Roma, dopo che Giovanni Emmanuel, al Teatro Carignano di Torino nel 1883, aveva allestito il titolo dell'autore francese ponendo il personaggio del conte Loris, che egli interpretava, come protagonista della vicenda anziché, come è nella realtà del dramma, quale antagonista amato/odiato dall'eroina Fedora. A Genova il 21 Marzo 2015 grande protagonista del ruolo, nella versione in musica della vicenda creata da Umberto Giordano per il Teatro Lirico di Milano il 17 Novembre 1898, fu Daniela Dessì che entrò, con questa sua interpretazione, nel novero delle cantanti di riferimento antologico per il ruolo di Fedora, che era stato creato a Milano per la Soprano Gemma Bellincioni mentre nelle prime riprese del dramma in musica a Parigi ed a New York l'interprete del ruolo fu, l'allora definita come la più bella donna del mondo, la Soprano Lina Cavalieri mentre il ruolo di Loris fu pensato per il Tenore Enrico Caruso mentre nella edizione genovese del 2015 Loris era Fabio Armiliato che per problemi di salute non poté sostenere la prima del dramma e si dovette sostituirlo all'ultimo momento con un altro interprete ma, pare che, il Tenore spesso si desse malato quando doveva affrontare uno spettacolo nel teatro lirico genovese e ciò era assai poco gradito al pubblico della capitale ligure. E' vero, anche, che alla prime della stagione teatrale 2014/2015 del Teatro Carlo Felice il meteo non aiutava in modo particolare la salute degli artisti e la presenza del pubblico in sala, perché tutte erano state caratterizzate da giornata di pioggia assai intensa e da una forte umidità che poteva essere causa di raffreddamenti e problemi vocali per i cantanti ed anche per gli spettatori. La regista dell'edizione genovese fu Rosetta Cucchi che pose in scena un mimo ad impersonare Loris anziano il quale rivive, come in un flash back, la sua vicenda umana e sentimentale con Fedora. Questo mimo, Loris anziano, era: "Sempre presente a lato del proscenio... invecchiato e triste... sfoglia un vecchio album di foto tra un bicchiere e l'altro", magari concedendosi anche il lusso di una sigaretta ma il mimo non sempre è il giusto alter ego fisico di chi interpreta vocalmente il ruolo, dunque in questo caso di Loris, e ciò crea delle disarmonie visive nel contesto scenico. Inoltre, in questa regia, sullo sfondo c'erano proiezioni di immagini ed anche una inserzione sonora di registrazioni radiofoniche relative ad eventi bellici che però interferivano con l'esecuzione orchestrale, anche perché in origine le uniche inserzioni sonore particolari presenti nella Fedora di Umberto Giordano sono lo squillo del campanello elettrico suonato dalla protagonista stessa che nel primo atto, ambientato a San Pietroburgo, si annuncia in questo modo giungendo in visita alla casa del suo promesso sposo Vladimiro ed il suono del campanello della bicicletta nel terzo atto del dramma ambientato in Svizzera. E nelle vicende originali della Fedora di Sardou e di quella di Umberto Giordano non si parla di alcuna situazione bellica, si citano, però, i gruppi di cospiratori politici alla ricerca di riforme sociali nella Russia zarista che Fedora pensava fossero stati gli autori dell'assassinio del suo amato Valdimiro.
Storia della villa di Carbonara a Genova, oggi Piaggio, appartenuta dal XV secolo a nobili famiglie genovesi: Moneglia, Salvago, Pinelli, Gentile e anche all'armatore Erasmo Piaggio.
Napoli, Genova, Milano. Scambi artistici e culturali tra città legate alla Spagna (1610-1640), atti del convegno a cura di L. Magnani, A. Morandotti, D. Sanguineti, G. Spione, L. Stagno con la collaborazione di F. R. Gaja, E. Silvello, Milano, 2020
Il trasferimento di calore è un'operazione unitaria fondamentale per tutti i processi produttivi e assume un ruolo ancora più importante per i grandi impianti industriali, Oil&Gas, chimici, petrolchimici, power e affini (nel seguito si parlerà genericamente di impianti). Quando è necessario raffreddare una corrente di processo e non è possibile sfruttare altri fluidi di processo a più bassa temperatura, recuperando così energia termica, coolers e condensatori trasferiscono parte del calore ad un fluido di raffreddamento. A seconda dei livelli di temperatura che si devono ottenere, i fluidi di raffreddamento possono essere aria, acqua o fluidi frigorigeni. In questo lavoro ci occuperemo di circuiti di acqua di raffreddamento. Lo scopo principale di un sistema di acqua di raffreddamento è proprio assorbire il calore sviluppato da un processo dove non è possibile recuperarlo diversamente: il sistema deve essere sicuro, affidabile, flessibile e avere un impatto minimo sull'ambiente.
Conferenza tenuta il 26 maggio 2000 in occasione della presentazione del volume: "Genova crocevia tra Svizzera e Italia. Il Consolato Generale di Svizzera a Genova 1799-1999" a cura di C. BOSSHART-PFLUGER, Frauenfeld-Stuttgart-Wien 2000
In Brindisi, during the renovation of a flat on the ground floor of a building in the historic center of the town, structures and pottery of roman and medieval age were found. The oldest structural traces relate to a wall in tuff blocks that delimits a Roman in-sula and a road of the urban network, of which the earthern pavement and the sidewalk remain. The structure in blocks borders the southeast side of a space in front of the entrance of a domus whose floors were found beyond the perimetral wall of the building, below the adjacent medieval temple of S. Giovanni al Sepolcro. A phase subsequent to that of the construction of the road and the insula is documented by a sequence of layers of leveling that raised the level of road and of the floor inside the in-sula. The occupation of the site during the Middle Ages is documented by a wall built on the layers of obliteration of the domus and by the pottery found in a pit.
Fonti, Memorie e Studi del Centro Storico del Finale, 2007
Finale was an independent Marquisate in Western Liguria that since 1571 was controlled by Spanish troops and since 1619 was enfeoffed to Spanish monarchs. Finale provided an alternative starting point to the "Camino de Flandes" and became a crucial pawn in the "super-domino" politics of Spain, as it assured a powerful leverage on the internal politics of Genoa as was needed to the Aubsburgs to keep open the "door" connecting Spain and Naples to Milan, Austria and the Northern war theaters.This book is edited by Alberto Peano Cavasola and includes chapters from the following reputed scholars belonging to universities and research centers in Genoa, Milan and Pavia: Paolo Calcagno, Gualtiero Della Monaca, Michela Fior, Davide Maffi, Claudio Marsilio, Riccardo Musso, Luciano Roncai, Marino Viganò. Giovani Assereto is the author of the preface, while the editor is also author of the first and last chapters. ISBN 978-88-901669-1-4
Il Volume è stato realizzato nell'ambito del progetto MArS. Mito, Arte, Società. Padova centro di eccellenza per lo studio del linguaggio delle immagini nel mondo antico, sostenuto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo che lo ha selezionato tra i migliori progetti di ricerca presentati nell'edizione
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Medioevo Pisano. Chiesa, famiglie, territorio, 2005
Ianuensis non nascitur sed fit. Studi per Dino Puncuh, 2019
Rivista del Notariato, fasc. n. 3, 2020
Gli ultimi indipendenti: architetti del gotico nel Mediterraneo tra XV e XVI secolo, a cura di M. R. Nobile e E. Garofalo, Palermo 2007
Panorama Numismatico N°365, 2020