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2019, La realtà rappresentata. Antologia della critica sulla forma romanzo 2000-2016
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Il successo planetario di narrazioni a cavallo fra i generi, da Gomorra di Roberto Saviano fino a Preghiera per Cernobyl del premio Nobel Svjatlana Aleksievič e molti altri, ha rappresentato negli ultimi anni l'occasione di un ripensamento critico profondo della forma-romanzo, tanto nella sua morfologia quanto nelle sue declinazioni particolari. È vero, come afferma Mario Vargas Llosa, che solo il romanzo può darci una «presa diretta e totalizzante dell'essere umano» o ha forse ragione Berardinelli quando parla, denunciandolo, di un genere ormai «più merceologico che letterario»? E quali sono oggi i rapporti tra la rappresentazione romanzesca e una realtà percepita come sempre più complessa, se non sul punto di dissolversi nell'immateriale della mediatizzazione? Attraverso le pagine di molti fra i contributi critici più interessanti degli ultimi anni, l'antologia permette di comprendere le rappresentazioni romanzesche della realtà, aprendo così anche ad una più articolata comprensione del mondo contemporaneo. I cappelli introduttivi premessi ad ogni brano antologizzato permettono inoltre di contestualizzare e mettere a fuoco i nodi teorici principali della letteratura critica.
2020
Il volume affronta aspetti poco indagati del romanzo e del saggio spagnoli del periodo compreso tra la seconda metà dell'Ottocento e gli anni Ottanta del Novecento. Lo studio di evoluzioni e mutazioni in questo arco di tempo delle due modalità di scrittura prese in esame ha permesso di mettere in luce un'insospettabile rete di scambi tra opere all'apparenza diverse e a volte lontane nel tempo e inoltre di ripensare in un'ottica più flessibile le frontiere tra generi e sottogeneri. L'immagine particolare della modernità letteraria spagnola si arricchisce poi ripercorrendo l'altra importante linea dialogica che è possibile scorgere tra la letteratura alta e la nascente produzione di consumo. Il quadro è quello di un'estrema vivacità culturale e di una costante apertura alla sperimentazione formale e alla critica sociale.
Sull'esempio degli scritti costituiti al passo con la produzione letteraria di Cristina Campo, che per la loro natura circostanziale ed il carattere intermediario sono resi 'libri-soglia' verso altre forme di espressione in prosa o in versi, si cerca di dimostrare il farsi della coscienza riflessiva e delle idee compositive formanti di questa scrittura. Testimoniano dell'impronta metaletteraria o autointerpretativa i testi ad ampio spettro conoscitivo, prepubblicati e confluiti nel volume critico ʺSotto falso nomeʺ, oppure pagine archiviate nelle raccolte di lettere finora stampate, edite soltanto parzialmente, contrassegnate dall'acuito spirito stilistico e perciò protese all'infuori dell'immediato. Oltre a garantirne la riconoscibilità, la consistenza strutturale complessiva del pensiero campiano lo rende più universalmente valido in senso ermeneutico, stando alla base di un'idea dinamica dell'arte di scrivere, intesa come polimorfa e collegata ai contigui ambiti di sapere. Sebbene l'approccio poetico della scrittrice possegga una connotazione atemporale, nel considerare lo sfondo storico viene valutato il rapporto tra la memoria e l'attualità, in quanto soggetto letterario tratteggiato, già l'elemento costitutivo del quadro filosofico del suo corrispondente epistolare A. Emo. Si prende inoltre spunto dai motivi complementari in cui si individua un'analoga matrice simbolica, rinvenibile nelle opere di S. Weil, C. Alvaro o A.M. Ortese, per determinare la portata speculativa delle considerazioni concernenti la sfera dell'antropologia culturale.
Associazione culturale Relazioni, 1998
PROSPETTIVE E FIGURE DELLA CRISI ALL'INGRESSO DEL NOVECENTO R ASSOCIAZIONE CULTURALE RELAZIONI COPYRIGHT © BY ASSOCIAZIONE CULTURALE RELAZIONI Via Matteotti 127 -83013 Mercogliano (Av) 1ª edizione marzo 1998 www.cooperweb.it/relazioni INDICE CAP. I SCACCO DEI SAPERI E GIOCO DELLA VITA p. 4 CAP. II PENSARE I PROBLEMI: ELEVARSI ALLA META E RITORNARE ALLE ORIGINI 8 CAP. III L'INCLUSIONE FILOSOFICA: CRITICA DEI SAPERI E DEI CODICI NOMINALISTICI 11 CAP. IV AUTOCRTICA DEL LEGAME SOCIOLOGICO: DALL'ANTROPOLOGIA FILOSOFICA ALL'ANTROPOLOGIA POLITICA 14 CAP. V PROBLEMATICA DELLA DECISIONE E SPAZIO DEL POLITICO 18 CAP. VI IL DESTINO PROBLEMATICO DEL 'POLITICO': COMPIMENTO E MORTE DI HOBBES 21 NOTE 27 -4 -
2021
Negli ultimi decenni la crescita del medium videoludico ha raggiunto dei picchi che non hanno eguali nella storia mediale. È lecito pensare che il videogioco sia, a tutti gli effetti, il luogo di approdo del nuovo modo di raccontare, di narrare e di vivere esperienze finzionali dell'era contemporanea. Lo scopo di questo intervento si lega al tentativo di offrire una delineazione delle caratteristiche del videogioco e delle motivazioni che lo rendono così appetibile per una tanto ampio numero di fruitori. Si analizzerà il videogioco collegandolo alle teorizzazioni sul Monomito di Joseph Campbell, cercando, cioè, di cogliere la declinazione virtuale di quell'abbandonare «il mondo normale per avventurarsi in un regno meraviglioso e soprannaturale» (Campbell 2004, p. 28) che caratterizza il viaggio dell'eroe. Si tenterà, inoltre, di evidenziare l'analogia che può essere ritrovata tra l'eroe del viaggio e il videogiocatore stesso, osservando come anche quest'ultim...
Osservatore Romano, 2020
Lo spazio sacro ai tempi del coronavirus Nel tardo pomeriggio di venerdì 27 marzo 2020 Papa Francesco ha presieduto una nuova liturgia ridefinendo in parte l'uso degli spazi della basilica di san Pietro.
Borders Itineraries on the Edges of Iran
Accettando con gratitudine l'affettuoso invito a inaugurare questa ennesima iniziativa della scuola veneziana, chi scrive plaude, senza riserve, anzitutto all'esplicita, significativa novità metodologica costituita da una chiara e consapevole impostazione di quelle che sono nostre consolidate esperienze di ricerca 'eurasiatica' in un quadro di culturale 'ecumenismo' (intenderei con questo evitare l'inflazionato termine 'globalità', ormai inesorabilmente segnato dall'ovvietà di una banale piattezza e provinciale sudditanza a un pensiero dominante imperiale che impone anche censure a priori) volto a farla finita, si spera una volta per tutte, con il logoro schema dell'incontro/scontro fra Oriente e Occidente. Era quello uno schema che dava per scontata l'obiettività naturale (coloniale) delle due pretese modalità umane dell'essere e del pensare, che peraltro trovavano poi il loro 'fra', il loro 'ponte', pressoché dappertutto, a ogni latitudine, facendo di ogni singola reperita eccezione un tassello di opposta verità. E credo, in proposito, che la 'metafisicità' dell'Oriente (Oriente tout-court) sia un po' come il biancore della classicità: frutti, ambedue, di pregiudizi inveterati, duri da superare nonostante l'evidenza delle concrete occasioni che da tempo avrebbero dovuto avviare il discorso stesso verso categorie nuove, ben altrimenti plausibili. Ma con ciò afferro anche l'occasione di dare, io stesso, maggiore visibilità alla veste che oso considerare appartenente al medesimo ordine di idee, da me tessuta in privato, quale dono natalizio per Gilbert Lazard, sulle fattezze di Edward Fitzgerald. Una veste che si spingesse, nelle sue pieghe, ancora al di là degli intendimenti veteroesotistici del celebre scopritore/'traduttore' di glorie iraniche al tempo ignote anche in casa. Una veste, peraltro, che, non illudendosi di superare quegli intendimenti, fosse ancora più persiana nella concettosità ma fosse anche, al contempo, decisamente (formalmente) 'occidentale' nella sonorità, aspirante a quella dell'endecasillabo italiano. Il tutto nella piena coscienza, comunque, di non fare in tal modo, di necessità, mero orientaolismo (cioè, in sostanza, di non essere meno occidentale) dell'interprete canonico britannico.
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Elephant&Castle, 2020
Status Quaestionis, n. 26, 2024
Revista Portuguesa de Filsoofia, 2022
Geografie della modernità letteraria, 2017
Andrea Piccardi (a cura di), Trasmissione del testo dal Medioevo all'età moderna. Leggere, copiare, pubblicare, 2012