Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
2011, Primapersona n.24
…
1 page
1 file
Quando non si riesce a spiegare un concetto, nulla di meglio che raccontare una storia per tentare di illustrarlo. Non volendosi sottrarre all’evento 150°, questo numero di Primapersona ha tuttavia tentato di introdurre una voce nuova al coro: oltre a ricordare, coi saggi e con le autobiografi e, il Risorgimento e i suoi protagonisti, ha provato a rifl ettere sulla nozione di “patria”. Il titolo è una domanda perché le risposte sono molteplici: non esiste una sola patria, né una sola concezione di essa. È un concetto che esalta e tormenta, che chiama alla morte o porta in uno stadio. Ne resta, in fondo, la necessità di un’dea di appartenenza a qualcosa che ci sovrasta, sperabilmente portatrice di un’etica positiva. Ma non sempre è così. Per questo, le storie e i saggi restano sotto il vessillo della domanda, perché se le patrie sono necessarie, è anche indispensabile capire che siamo noi a farle. Ci hanno insegnato che la patria è qualcosa che ci appartiene e a cui apparteniamo, hanno riconosciuto la necessità di credere in Qualcosa e, nella fattispecie, in Qualcuno, per cercare il senso del nostro agire. Messa così, la patria è lingua, cultura, religione; ma anche tante altre cose: essenzialmente, la base di un’etica per cui agire e in cui riconoscersi.
Si tratta dell'intervento effettuato al convegno internazionale "Unità multiple. Centocinquant’anni? Unità? Italia?", svoltosi all'Università della Calabria nel 2011, a cura di Giovanna De Sensi Sestito e Marta Petrusewicz. Gli atti sono stati pubblicati da Rubbettino nel 2014.
Relazione scritta nel per il conseguimento della Laurea Magistrale in Storia e Società nella quale si esamina la Rivoluzione Americana come momento chiave della Storia. L'autodeterminazione delle colonie del Nuovo Mondo, talmente forte da portare all'indipendenza, è un momento di rottura con l'Ancien Régime assai significativo, ed è portatore in germe di tanti aspetti che si paleseranno nel periodo contemporaneo della Storia.
Hanno disseccato le fonti di ogni nostalgia e ad essi il paese natio e le tombe degli avi e le memorie della giovinezza dicano la parola più dura che conosca il mondo, la parola che non ha ritorno: straniero! Orazio Pedrazzi, intervento alla Camera dei Deputati, 28 novembre 1925 Come sottolineava Vincenzo Manzini nelle pagine del suo noto trattato di diritto penale, anche il regime fascista produsse lo stesso fenomeno di tutte le «radicali innovazioni politiche», ovvero il rifugio all'estero di coloro che non volevano adattarsi al nuovo governo, temevano di assumere la responsabilità di qualche loro attività politica, speravano nella breve durata del regime e «in ogni caso preferivano alla lotta pericolosa in patria la sicurezza dell'esilio volontario». Seguendo le sue particolari convinzioni statocentriche, Manzini, ancora nel secondo dopoguerra, individuava nell'esule un pericolo oggettivo per la compagine nazionale, indipendentemente «dal regime politico» 1 : I fuorusciti son, generalmente, politicanti fanatici, agitati da violente passioni e da propositi di vendetta, e quindi possono facilmente lasciarsi trasportare ad attività non solo aggressiva del Governo del loro paese (il che sarebbe poco male), ma altresì nociva agli interessi italiani. È evidente che nessuno Stato (la Russia sovietica ne dà esempio) potrebbe trascurare codesta seconda attività, perché il nocumento ch'essa produce è indipendente dal regime politico 2 . * Sapienza Università di Roma. [email protected] 1 «Se prima era lo Stato fascista che intendeva difendersi contro gli antifascisti emigrati, ora, per l'alterna vicenda delle cose, è venuta la volta dello Stato democratico che può valersi della pena contro i fuorusciti fascisti, dato che costoro possono trovare rifugio in qualche Stato straniero». V. Manzini, Trattato di diritto penale, vol. IV, Utet, Torino, 1981 (V ed. aggiornata da P. Nuvolone e G.D. Pisapia), p. 348. 2 Ibid.
A - Rivista Anarchica n. 397, 2015
Pensier libero • Anarchik • No Expo • primo maggio • No Muos • Carmelo Bene • Roy Bhaskar • Sergio Mattarella • Ucraina e Crimea • Chiapas • No Tav • Alessandria/I senza stato • Sahrawi/viaggio • foto segnaletiche • à nous la liberté • guida Apache • dibattito/ ricerca scientifi ca • dibattito/Isis • tortura in carcere • racconto • "A" 65 • 12 recensioni • ecologia • Bella Ciao • tamtam • Firenze/ verso la Vetrina • Canton Ticino-Lombardia/anarchia in mostra • esclusi • la sensorialità del cibo • educazione libertaria • "A" strisce • Albert Camus e Georges Brassens • lettere • i nostri fondi neri rivista anarchica
Unità mutiple. Centocinquant'anni? Unità? Italia, a cura di Giovanna De Sensi Sestito e Marta Petrusewicz, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2014
Patria senza mare - La Genova di Andrea Doria, 2022
Siamo immersi nel mare ma ci piace far finta di niente. Un nuovo saggio porta a riflettere su questo clamoroso (e dannosissimo) paradosso che impedisce ad una nazione «marinara a fasi alterne» di svolgere il ruolo che Geografia e Storia le hanno messo su un piatto d’argento. Una dolorosa, documentata e sconcertante storia dell’Italia marittima arriva in libreria grazie a Marco Valle che inanella una lunghissima galleria di personaggi sorprendenti e imprese epiche intervallate da miopie e tramonti ingloriosi. Ecco cosa ci ha detto l’autore di «Patria senza Mare»
Sessismo e razzismo nella genesi del nazionalismo di Ambra Pirri Douloti, schiava a vita in una fabbrica del sesso, scappa dalla città e dal bordello per poter morire nel piccolo villaggio in cui è nata. Il suo corpo devastato dalla sifilide cade sfinito proprio sulla mappa del sub-continente indiano che il maestro ha modellato nella terra limacciosa per insegnare ai bambini che oggi -15 agosto -si commemora l'indipendenza nazionale; una festa che serve a ricordare che anche l'India, proprio come l'Inghilterra, è uno stato-nazione libero e non fa più parte di un impero straniero. Adesso non c'è più spazio per la bandiera dell'indipendenza nazionale che il maestro Mohan voleva piantare proprio lì, sul cuore dell'India nel cortile fangoso della piccola scuola del villaggio; Mohan voleva insegnare ai bambini l'amore per l'India. Cosa farà adesso il maestro? Così si conclude Douloti the Bountiful, un potente racconto di Mahasweta Devi pieno di dolore per l'impossibilità delle lotte di liberazione nazionale. Gayatri Spivak, che ha tradotto in inglese il racconto e lo ha inserito in un volume (Devi, Spivak, 2001) dal titolo significativo, Imaginary Maps (Mappe immaginarie), si domanda come possa accadere che «il conforto» che si prova nei confronti del proprio piccolo angolo di terra e nel parlare la propria lingua materna, due fatti assolutamente privati, si possano trasformare in nazionalismo, in amore per la nazione (Spivak, [2004] 2006). Addirittura in amore per la patria. Perché il nazionalismo viene erotizzato? Perché «questo commercio tra eros e nazione» (Parker, Russo et al., 1992, p. 1) appare come un fatto 'naturale'?
Al mare, ai monti. Il piacere di viaggiare dal Grand Tour al turismo di massa. 1767-1945, a cura di R. Chiarini, E. Pala, catalogo della mostra (Brescia, Palazzo Martinengo, 28 settembre al 17 novembre 2024), pp. 76-99, 2024
1. I pregiudizi etnici possiedono un peso rilevante all'interno del tessuto sociale e politico: si tende in generale «a sopravvalutare il ruolo delle caratteristiche etniche come elemento causativo -nel bene e nel male -dei comportamenti delle persone» 1 .
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
«Nuova Antologia», 2013
La nazione, le colonie, il mondo. Saggi sulla cultura imperiale britannica (1861-1947), 2018
Scienza Politica Per Una Storia Delle Dottrine, 2010
Paolo Bellucci, Paolo Segatti (a cura di) Votare in Italia: 1968-2008, 2011
Archeo num. 432, 2020
Insula Europea, https://www.insulaeuropea.eu/2021/10/11/un-artista-e-il-suo-paese/ . - Avvenimenti, 2021
Una città multiconfessionale, 2004