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2015, Primapersona n.29
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Ancora un anniversario a riempire le pagine di Primapersona. Ma questa volta la ricorrenza è lieta: “La guerra è finita”, come recita il titolo del numero in uscita. L’Italia saluta i liberatori e vede, finalmente, tedeschi e repubblichini battere in ritirata. Troppe ferite e perdite si sono succedute nei cinque interminabili anni della guerra. Tanti dei protagonisti diretti o indiretti di quelle vicende hanno trasformato le loro vicende in scrittura. Primapersona ripercorre quel periodo attingendo al corposo materiale relativo presente nell’Archivio dei diari. Il materiale documentario selezionato è stato suddiviso in 17 sezioni tematiche, all’interno delle quali estratti di diari, memorie e autobiografie coprono i vissuti degli scriventi, nelle differenti articolazioni esperienziali ed emotive che l’evento della Liberazione ha determinato. Cosa indossare per sfuggire al nemico, amori e amici perduti e ritrovati, i nemici in fuga, le ultime cannonate, le lettere che a volte non raggiungono i destinatari, le case, distrutte o rifugio agognato, la penuria alimentare, la riappropriazione delle città in mano ai tedeschi, il coraggio, la paura e la speranza di chi giovane ha combattuto per quel giorno, rintanandosi in montagna o percorrendo luoghi deturpati o interdetti, le solitudini di chi aspetta o di chi si nasconde e le violenze quotidiane che si spera con la Liberazione cessino una volta per tutte.
Terroristi fatti in casa: verso il post–nichilismo irreligioso
2002
Non c'è dubbio che la guerra scatenata dall'attacco dell'11 settembre (data ed episodio che però si inseriscono in un lungo processo) sta continuando sotto altre forme. Ed è la guerra più complessa che l'umanità abbia mai combattuto. Le potenze capitalistiche sono molto attive con le loro diplomazie, soprattutto segrete. Anche all'interno degli Stati più potenti le fazioni della borghesia si combattono, e la lotta di classe in America ed Europa sta assumendo un volto parlamentare destrorso, dopo che le socialdemocrazie hanno contribuito una volta di più al disarmo del proletariato.
Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di' soltanto una parola e io sarò salvato… Titoli a pagina su fondo nero. La rai, radiotelevisione italiana, presenta La fine del gioco, a cura del servizio programmi sperimentali.
2020
L'altra guerra «La guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi.» (K. Von Klausevitz). Così come il conflitto armato, anche l'economia è uno strumento di guerra, o meglio di lotta per la supremazia. E così come l'economia si è globalizzata, questo tipo di guerra raggiunge qualsiasi luogo e qualsiasi Paese. In quest'ottica va forse letta la notizia dell'implicazione della Deutsche Bank nel riciclaggio di 2.000 miliardi di dollari provenienti da attività illegali.
L'amore è finito, 2022
"L'amore è finito. Comunicare la cultura sull'amore attraverso cinema e serie tv" di Elisa Ceci e Sara Martin postmedia books 2022 __ L'idea del libro, scritto a quattro mani da una psicoterapeuta e da una docente di cinema e televisione, è che i media audiovisivi possono partecipare a costruire ponti di pensieri nuovi su cui fondare una cultura attuale su alcuni temi, come la coppia e la famiglia, che, se non si trasformano, bloccano l'evoluzione del pensiero sociale e ostacolano il benessere degli individui. L'osservazione delle persone e delle loro relazioni sentimentali e famigliari sotto il loro profilo psicologico nella vita reale, si interseca con l'osservazione della narrazione di quelle relazioni e di quelle persone che – sul grande e sul piccolo schermo – diventano personaggi con cui specchiarsi, dove l'amore nasce, ma anche finisce in molti, infiniti modi. In appendice il saggio di Valentina Migliardi "Il sostegno legale nel percorso giuridico verso la fine della relazione, la separazione e il divorzio". Questa è la prima ricerca pubblicata nella collana Bubbles. Quaderni del Corso in Comunicazione e Media Contemporanei per le Industrie Creative dell'Università di Parma, a cura di Cristina Casero e Sara Martin.
Rassegna Italiana di Criminologia, 2016
The proliferation of conflicts after the terrorist attacks of September 2001 brought to the forefront again the theme of war psychopathologies and their possible relationship with the increase of violent and / or anomalous behaviors among veterans. In their paper, the Authors reconstruct the evolution of the categories of mental disorders related to war experience, from shell-shock syndrome, described during First World War, till Post Traumatic Stress Disorder (PTSD), obtained from the observations of American soldiers in Vietnam. The Authors recall the fundamental contribution of psychoanalysis in the understanding of post traumatic psychopathologies and the treatment of shell-shock conditions, with particular reference to the Fifth International Psychoanalytic Congress held in Budapest in September 1918. The Authors also analyze data on the incidences of mental diseases, violent crimes, suicides and other forms of deviancy among the veterans of Afghanistan and Iraq. There is strong evidence of a significant relationship between stressful combat experiences and self-destructive behaviors, substance abuse, depressive symptoms, conduct disorders. It is believed that the same military training which the soldiers undertake may also provide the skills and attitudes conducive to the development of criminal careers in veterans. Riassunto La proliferazione dei conflitti dopo gli eventi terroristici del 2001 ha reso nuovamente attuale il tema delle psicopatologie belliche e della loro eventuale relazione con l'incremento di condotte violente e/o anomale fra i veterani. Nel presente articolo gli Autori ricostruiscono l'evoluzione delle categorie di disturbi psichici correlati all'esperienza bellica, dalla sindrome da shell-shock, descritta durante la Prima Guerra Mondiale, sino al Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD), derivato dalle osservazioni sui soldati americani in Vietnam. Gli Autori rievocano il fondamentale contributo della psicoanalisi alla comprensione e al trattamento delle patologie da shell-shock, con particolare riferimento al V Congresso Internazionale di Psicoanalisi svoltosi a Budapest nel settembre 1918. Gli Autori analizzano inoltre i dati relativi all'incidenza di disagio mentale, crimini violenti, suicidi e altre forme di devianza fra i reduci dell'Afghanistan e dell'Iraq. Sussistono prove di una significativa correlazione fra esperienze stressanti in combat-timento, comportamenti auto-distruttivi, abusi di sostanze, quadri depressivi e anomalie della condotta. Si è ipotizzato che lo stesso addestramento militare possa fornire abilità e attitudini favorevoli a sviluppare carriere criminali nei reduci. War is over. Psicopatologie belliche e condotte violente nei reduci War is over. War psychopathologies and violent behaviors in veterans
Nel corso del XVII secolo il piccolo scalo del Marchesato del Finale si anima di corsari spagnoli che approfittano del comodo rifugio, sottoposto al dominio del Re Cattolico, per compiere le loro scorribande sui mari. La figura del corsaro si differenzia rispetto a quella del pirata perché, se quest'ultimo è un fuorilegge a tutti gli effetti, il corsaro è connotato in maniera diversa. Questi, infatti, si pone al servizio di uno Stato (nel caso dei corsari finalini, la Spagna) con il compito di ostacolare il commercio nemico: di fatto, la guerra di corsa si affianca alla guerra tradizionale e ne diventa un sostegno fondamentale. Il corsaro agisce in virtù della patente, o lettera di marca, che gli è stata concessa: questo documento regolamenta l'attività di corsa specificando gli obiettivi che egli può colpire e quali, invece, deve rispettare. Una volta realizzata la preda, il corsaro è tenuto a denunciarla presso il Tribunale delle Prede Marittime competente che, a sua volta, provvede ad avviare un'indagine per appurare se la preda è legittima o meno. Appurata la legittimità, se ne dichiara la messa all'asta: una volta aggiudicata la presa, il corsaro è tenuto al pagamento del 20% – il cosiddetto quinto – all'organo erariale del luogo mentre il resto spetta al predatore, il quale si premura di pagare gli uomini al suo servizio e, eventualmente, di corrispondere quanto dovuto agli armatori che lo hanno finanziato. Se la preda non è legittima, invece, il corsaro è obbligato a restituire quanto predato e, talvolta, è costretto anche a un risarcimento economico. In cambio dell'osservanza di queste regole il corsaro gode del sostegno dello Stato per conto del quale opera e del libero approdo a porti di paesi che sono alleati o neutrali. Nonostante quanto specificato sinora non si deve pensare che la distinzione tra corsa e pirateria sia così netta anche nella pratica e, in tal senso, i corsari finalini offrono una serie di casi emblematici.
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Corriere della Sera, 2022
Alternative per il socialismo, 2022
Luigi Lacchè & Vincenzo Lavenia(ed.), Alberico Gentili e lo jus post bellum. Prospettive tra diritto e storia. Atti della XVIII giornata gentiliana Macerata 21-22 settembre 2018, Macerata, Eum,, 2020
A chi conviene fare la guerra , 2023
Transform.Italia 25 febbraio 2025, 2025
“Pesciolini di guerra”. Amministrazione e scandali nelle Terre Liberate e Redente tra guerra, dopoguerra e ricostruzione (1915-1922), in AA.VV., «Le “disfatte” di Caporetto. Soldati, civili, territori 1917-1919, 2019