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I riti per l'Aldilà

2019, L’anima delle cose. Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium, a cura di M. Mascardi e M. Tirelli, Catalogo della Mostra, pp. 57-65.

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Abstract

ne del I-inizio del II secolo d.C. all'incinerazione, che è preponderante nella fase più antica mazione sia di individui adulti, che di bambini, ai quali viene tradizionalmente riservata tabase della precoce scelta inumatoria, particolarmente frequente nei grandi empori dell'Alto Adriatico, come Aquileia, Rimini, Ravenna e Altino, si debbano invocare la condizione socio-economica non elevata, i legami con la tradizione familiare o la sopravvivenza di consuetudini locali, ma anche la presenza fra la popolazione di soggetti stranieri o l'adesione a culti bra da valutare l'ipotesi della presenza di stranieri, in particolare di orientali, nei cui terri-monili di importazione orientale rinvenuta nei corredi funerari. A partire dal III secolo d.C., le inumazioni diventano quasi esclusive, con sporadiche attestazioni del rito incineratorio, testimoniate anche in altri siti dell'Italia settentrionale, come l'attardamento dell'incinerazione vengono invocati il conservatorismo ideologico, ragioni economiche o sociali e l'adesione a una fede religiosa (Airoldi 2001, 116; Ortalli 2007, 209-10).