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3 Rilevanti appaiono, per quanto riguarda Pindaro, i frr. 131a-b Snell-Maehler (= 59 Cannatà Fera), per i quali cfr. Brillante 1991, pp. 42-52; e, rispetto ai loro rapporti con l'orfismo, Livrea 2011, pp. 51-53. I riferimenti alla condizione del sogno, o del sonno, in Eraclito si trovano in particolare nei frr. 21, 26 e 89 DK (49, 48 e 24 Marcovich), per la cui interpretazione mi permetto di rinviare a Fronterotta 2013, pp. 31-32 e 77-83; cfr. ancora Brillante 1991, pp. 56-69. 4 Rimando in proposito ad alcuni studi di carattere generale: Vegleris 1988, pp. 103-120; quindi soprattutto Rotondaro 1998.
L'Eutifrone, primo dialogo socratico e primo dialogo di Platone; Socrate si intrattiene presso il portico del Re, magistrato ateniese davanti al quale venivano discusse, tra l'altro, le cause d'empietà 1 , in attesa di entrare per il processo intentatogli da Meleto, qui incontra il giovane Eutifrone. I due iniziano a discorrere; Socrate ha, presso il RE, un'accusa ( ), Eutifrone una causa ( ). Gli SCHOLIA spiegano la differenza tra le due specie di processi, la (causa) era un processo riguardo ad ingiustizie private, mentre la (accusa) era uno riguardante ingiustizie pubbliche γραφή δίκη δίκη γραφή
Traduzione dall'originale tedesco a cura di Giovanni Costa Sommario e struttura del dialogo pg. 2
L’orizzonte platonico del pensiero steiniano – anima, ragione e spirito., 2016
.This article search for the platonic elements that are probably already in the early thougt of Edith Stein
‘VEDERE’ L’INVISIBILE Rileggendo il XXXIV libro Sulla natura di Epicuro (PHerc. 1431) a cura di Giuliana Leone Francesca G. Masi Francesco Verde Sesto Supplemento a «Cronache Ercolanesi», 2020
Si presenta, in traduzione italiana, un breve lavoro di Hermann Bonitz sull’Eutifrone di Platone. Vista la statura di questo studioso si ritiene che la sua opera sia sempre valida. Dopo un riassunto del dialogo si esaminano i suoi rapporti con gli altri dialoghi di Platone ed i dubbi sull’origine platonica del dialogo stesso. Di particolare interesse il breve accenno, a pg. 5, alla natura della moralità intesa come un’assimilazione colla natura divina ed un attaccamento ad essa della persona in servizio della stessa. Questo concetto platonico è ripreso dai padri della Chiesa ed in particolare da S. Cirillo d’Alessandria colla sua teologia della divinizzazione dell’uomo.
PLATONE «Da Platone ha origine tutto ciò che si scrive e si discute tuttora fra gli uomini di pensiero» (R. W.
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A previous version of this paper was read in Sep. 2023 at the conference held in Perugia and devoted to "Cinquant'anni di studi sul pensiero greco". A book stemming from this conference is expected to appear and include a widely revised version of it. Below you may find, for the moment, no more than title, table of contents, and an updated section 1. A salient feature of these notes is the attention paid to the non-doctrinal dialogues.
2016
Volume pubblicato con il contributo del Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell'Università G. d'Annunzio di Chieti-Pescara La Editrice Carabba attua procedure di selezione editoriale e risponde ai criteri di internazionalizzazione IAP (Scientifi c Academic Publisher), ESI (Edizioni Scientifi che Internazionali) Collana: KOINOS LOGOS Autore: Umberto Bultrighini Titolo: Platone e la democrazia Studi su Platone politico ISBN: 978-88-6344-424-7 In copertina: i sofi sti cacciati da un discepolo di Socrate. Particolare dalla Scuola di Atene di Raff aello.
Introduzione. pg. 2 2. Le tre parti della città ideale di Platone. pg. 5 3. La corrispondenza tra la città e l'anima umana. pg. 12 4. La relazione delle parti tra loro. pg. 18 4.1 Le virtù, forze che portano a compiere quanto è loro proprio le tre parti, sia della città che dell'anima. pg. 18 4.2 La relazione delle tre parti, sia della città sia dell'anima, tra di loro. pg. 24 5. Bibliografia. pg. 28 secondo attitudine. Invero, quella che ora noi abbiamo intrapreso potrebbe essere in qualche modo vicinissima all'immortalità e, in secondo luogo 4 , l'unica;). Quindi, Platone nomina la terza forma di governo, affermando che la prenderà in considerazione in seguito, per passare subito alla descrizione della seconda, quella propria de le LEGGI. Quello che qui preme osservare è che il filosofo si tiene "stretta questa" e va, così, in cerca della seconda forma di governo "che sia massimamente di tale qualità", come si pensa di avere dimostrato in nota, ambedue queste espressioni sono riferite alla prima forma, quella de la REPUBBLICA di cui Platone parla subito prima. La seconda forma di governo, che egli ha intrapreso a descrivere, potrebbe essere vicinissima all'immortalità, cioè alla prima forma, riguardo alla quale il filosofo scrive, ἡ μὲν δὴ τοιαύτη πόλις, εἴτε που θεοὶ ἢ παῖδες θεῶν αὐτὴν οἰκοῦσι πλείους ἑνός, (LEGGI, 739d) (In tale stato, dove sia dei, sia figli di dei abitano e sono più di uno,), infatti, gli dei e, forse, anche i figli degli dei sono immortali; inoltre, la seconda potrebbe essere l'unica forma di governo possibile, invero essa è "in secondo luogo, l'unica". Se, poi, teniamo presenti le connessioni anaforiche di ταύτης e di τὴν τοιαύτην di LEGGI, 739e, cit. Sez. 1, pg. 2, che ci rimandano proprio alla prima forma di governo, possiamo trarre le prime conclusioni, cioè i due lavori, la REPUBBLICA e le LEGGI, sono connessi, l'uno completa e spiega l'altro, le due forme di governo descritte sono interdipendenti. Oltre a questo, ricordiamo che, prima della lettura de la REPUBBLICA, come specifica Proclo nella Dissertazione I 5,27s del suo Commento, è necessario aver esaminato accuratamente sette punti e, il settimo è; ἕβδομον τὴν δι'ὅλου τοῦ συγγράμματος διήκουσαν τῶν δογμάτων ἀκολουθίαν ὑπ'ὄψιν ἀγαγεῖν καὶ ἐπιδεῖξαι, καθάπερ αὐτὸς ἐν τῷ Φαίδρῳ φησίν, ὡς εἰς ἑνὸς ζῴου μέρη τε καὶ μέλη συντεταγμένα πρὸς ἄλληλα σύστασιν τὴν πραγματείαν ἅπασαν ἀπηκριβωμένην· ἐν γὰρ ταύτῃ τῇ διεξόδῳ καὶ τὸ πλῆθος τῶν κεφαλαίων ἔσται γνώριμον, καὶ ἡ ἐν αὐτοῖς εἰρομένη τάξις κατάδηλος ὀφθήσεται, καὶ ὅπως εἰς τὸν ἕνα βλέπει πάντα σκοπόν. (DISS. Ι, 6,24s) (Settimo, far vedere e presentare la consequenzialità delle dottrine filosofiche che attraversa tutta l'opera, come egli dice nel FEDRO (264c), come tutta quanta l'opera sia stata lavorata con cura quale concorso nelle parti e nelle membra di un unico essere vivente; infatti, in questa esposizione sarà nota anche la gran quantità dei punti principali e la disposizione che è stata detta in loro si vedrà chiaramente e si vedrà come tutte le cose abbiano lo sguardo rivolto verso l'unico scopo.). Ora, dall'edizione del Commento di Proclo in bibliografia, risulta che il riferimento al FEDRO è, Ἀλλὰ τόδε οἶμαί σε φάναι ἄν, δεῖν πάντα λόγον ὥσπερ ζῷον συνεστάναι σῶμά τι ἔχοντα αὐτὸν αὑτοῦ, ὥστε μήτε ἀκέφαλον εἶναι μήτε ἄπουν, ἀλλὰ μέσα τε ἔχειν καὶ ἄκρα, πρέποντα ἀλλήλοις καὶ τῷ ὅλῳ γεγραμμένα. (FEDRO 264c) (Ma, io ritengo, tu potresti dire quanto segue, è necessario che ogni ragionamento sia stato formato come un qualche essere vivente, ragionamento avente come un qualche corpo di sé stesso, cosicché né sia senza capo né senza piedi, ma abbia parti mediane ed estremità convenienti le une alle altre ed interamente scritte.). Dunque, nella REPUBBLICA troviamo una gran quantità di parti principali, tutte le dottrine filosofiche sono consequenziali e tutto ha lo sguardo rivolto verso un unico scopo. Platone, nel luogo citato del FEDRO, afferma proprio che ogni ragionamento deve essere connesso, non deve essere senza capo né piedi, orbene, se l'autore della REPUBBLICA afferma questo riguardo al ragionamento, non vedo perché essa, che è, appunto, un ragionamento, non dovrebbe avere queste proprietà. quindi è ben presente all'intelletto, sia essa è stata menzionata precedentemente e, quindi, si ha l'anafora. Di conseguenza, ταύτης si riferisce alla prima forma di governo, del resto, come si potrebbe riferire alla seconda? Τὴν τοιαύτην, per la traduzione di questo con "di tale qualità", sia si ricorda l'impiego anaforico di tale pronome come da Ausführliche Grammatik II, §647 A.7 e ΓΡΑΜΜΑΤΑ § 126 § 125 (Il pronome οὗτος indica, di solito, persona o cosa già nominata o di cui si parla.). Per un esempio, in Platone, di impiego di τοιοῦτος con articolo in senso anaforico, si veda nota 2 pg. 2 (RSP. 590c). Per concludere, direi che anche l'avverbio ἄλλῃ (altrove) indichi un altrove da questa prima forma, ora, poiché "non è necessario cercare altrove….ma tenendosi stretta questa", direi che il "questa" (ταύτης) sia proprio quella prima forma di governo di cui si è appena parlato. 4 Per la traduzione con "in secondo luogo", si ricorda καὶ τὸ δεύτερον δευτέρως (LEGGI, 696e) (e il secondo in secondo luogo (viene onorato)). Hemmerdeana, Halis Saxonum, 1794, da http://books.google.it/ Nietzsche, Friedrich W. SULL'AVVENIRE DELLE NOSTRE SCUOLE, a cura di Luca
Aim of this essay is to stress the importance of being maternal uncle and sister of Polyneices for the interpretation of Sophocles' Antigone 523 (including a discussion on Greek philanthropia), 902-914, 921-928. Particular attention is devoted to the myths of the "mourning sisters", to the historical examples, to the myrologia and paramythia of sister's love for dead brother in the oral tradition of Mani, in order to demonstrate the originality of the Sophoclean solution.
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Studi Etruschi LXXXIII, pp, 121-30, 2020
Fare strumento. Composizione, invenzione del suono e nuova liuteria: A cura di Gabriele Manca e Luigi Manfrin, 2018, 2018
AION, Annali dell'Università Orientale di Napoli, 2004